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FIMT
Federazione Italiana Muay Thai

A QUANTO PARE SI DIREBBE CHE L’ANNOSA DIATRIBA TRA FIKB E FIMT PER IL RICONOSCIMENTO CONI, NON SIA AFFATTO FINITA… QUESTO SI DEDURREBBE DA UNA COMUNICAZIONE GIUNTACI DA DAVIDE CARLOT, CON PREGHIERA DI MASSIMA DIFFUSIONE.

Carlot risponde sul riconoscimento CONI

Di: Davide Carlot Presidente FIMT

Con preghiera di massima diffusione a tutti gli addetti e a tutti agli amanti della muay thai.

(Alcuni chiarimenti e considerazioni in merito alla comunicazione del dott. Falsoni del 20.05.2010  - VEDI: http://www.ilguerriero.it/codino_2010/vari/fikb_11.htm - e alle lettera del dott. Di Blasi dell’11.06.2010).

Non amo particolarmente rispondere a mezzo Internet in merito a delle comunicazioni pubblicate su altri siti internet o trasmesse via mail, ma ancora una volta e, mio malgrado, devo poter chiarire ad alcune affermazioni che sono state pubblicate dal presidente FIKB, dott. Falsoni, e dal dott. Di Blasi, che tirano in ballo la Federazione Italiana Muay Thai che rappresento. In merito alle considerazioni del dott. Falsoni occorre partire dal suo comunicato del 20.05 u.s. ove deduce che:

[…] Così come va dato atto a Falcinelli di non essersi lasciato blandire da Davide Carlot che dapprima – spalleggiato dalla IFMA, la Federazione Internazionale della Muay Thai -, ha chiesto che il CONI accettasse la formazione di una Federazione tutta dedita alla Muay Thai e successivamente, visto il diniego, ha cercato di convincere il CONI a toglierci la Muay Thai e a offrire la sua organizzazione come “settore” della Pugilistica stessa. Il secondo documento infatti, votato anch’esso all’unanimità dal Consiglio Nazionale del CONI, rigetta tale richiesta e in maniera definitiva, inequivocabile, inappellabile, confermando la piena legittimità da parte di FIKB di essere dunque la Federazione ufficiale anche della Muay Thai. Signori, i giochi sono fatti. Non ce n’è più per nessuno. C’è chi ha giocato le sue carte, ma ha perduto. Per l’ennesima volta. Adesso non resta che la speranza che chi ha perduto la partita, si ravveda e metta da parte il suo piccolo interesse personale per pensare al vero interesse di questa disciplina, che è la unificazione, il vero grande obiettivo di ogni serio dirigente. Ma ciò dipenderà solo da lui, ovviamente, e staremo a vedere”.

La comunicazione del dott. Falsoni, riportata sopra solo per estratto, viene pubblicata il giorno successivo alla delibera del CONI che promuove la FIKB a Disciplina Sportiva Provvisoria del CONI. Riguardo al merito di tale delibera non posso fare altro che complimentarmi sinceramente con il dott. Falsoni per il grande risultato ottenuto dalla kick boxing con la sua FIKB, la quale sale un altro gradino fondamentale per il riconoscimento definitivo, ma, in merito allo sport della muay thai, il dott. Falsoni forse non ha riportato alcuni dettagli a dir poco fondamentali e precisamente:

1- Non è vero che la FIKB è FEDERAZIONE per lo sport della muay thai, ma questa passa il suo status da Disciplina Sportiva Associata Sperimentale a Disciplina Sportiva Associata Provvisoria. Questo aspetto è molto importante da sottolineare perché il riconoscimento per la muay thai non è assolutamente definitivo come lo stesso dott. Falsoni afferma, anzi è lo stesso Regolamento del CONI che stabilisce che qualora la FIKB richieda il riconoscimento quale Disciplina Sportiva Associata Effettiva (ovvero l’ultimo gradino di riconoscimento) dovrà avere, per lo sport della muay thai, il riconoscimento ufficiale della Federazione Internazionale di riferimento della muay thai riconosciuta dal GAISF/SportAccord, e precisamente il riconoscimento IFMA: “la rispettiva federazione Internazionale deve essere stata riconosciuta direttamente e definitivamente dal GAISF oppure dal CIO” (vds. Allegato – estratto del Regolamento CONI). Di conseguenza la FIKB, per essere riconosciuta a tutti gli effetti per lo sport della muay thai DEVE avere il riconoscimento della IFMA;

2- Non è vero che nulla è inappellabile in quanto è lo stesso Regolamento del CONI a disciplinare l’impossibilità di riconoscimento – dal passaggio da DSA provvisoria a DSA effettiva e viceversa - qualora non vi siano i requisiti da regolamento: in questo caso la FIKB non ha il riconoscimento internazionale per lo sport della muay thai;

3- Nessuna partita è stata perduta, anzi si è avuta finalmente contezza che il CONI ha preso atto, con un documento ufficiale, che in Italia vi è la FIKB che ha il riconoscimento internazionale GAISF per la kick boxing per il tramite della WAKO e la FIMT che ha il riconoscimento internazionale GAISF per lo sport della muay thai per il tramite della IFMA, risultato che la FIMT voleva ottenere con il proprio ricorso (Vi assicuro che su questo fatto elementare ci sono state delle accese diatrice all’interno del CONI);

A questo punto è proprio il caso di dirsi che la partita è tutt’altro che finita, anzi forse è il caso di sottolineare che la FIMT ha appena iniziato a giocare le sue carte per il bene dei suoi atleti che praticano la muay thai e non al contrario per il proprio “piccolo interesse personale” che purtroppo coincide con lo stesso interesse degli atleti che vogliono una sola ed unica federazione per lo sport della muay thai. Venendo ora alle considerazioni del dott. Di Blasi in merito ai prossimi Combat Games di Pechino, anche qui è necessario muovere alcuni appunti, seppur in maniera telegrafica. Tutte le considerazioni del dott. Di Blasi esposte nel proprio sito e tramite mail relativamente all’assenza di atleti italiani di muay thai nei prossimi Combat Games di Pechino muovono dal fatto che molto probabilmente non conosce alcuni fatti e precisamente:

1- Le selezioni per i Combat Games per lo sport di kick boxing e lo sport della muay thai erano diverse e quindi non sono stati adottati gli stessi criteri di selezione;

2- La IFMA ha richiesto alla FIMT due atleti italiani, un uomo e una donna ma è la stessa FIMT che si è rifiutata di inviare un proprio atleta a Pechino in quanto nelle categorie di peso richieste dalla IFMA non vi erano atleti italiani all’altezza di partecipare ad un evento così importante;

3- Non è vero quello che afferma il dott. Di Blasi, ovvero che “Non sarebbe stato il caso, per una volta , di accantonare le dispute e fare una super selezione per costituire uno squadrone che vincesse i recenti europei IFMA e qualificasse un po’ di italiani a Pechino?”.

Anche in questo caso la stessa FIMT aveva aperto le selezioni a tutti gli atleti di tutte le federazioni, prova ne è la comunicazione del 2.02.2010 pubblicata sul sito http://www.fimt.it/modules/news/article.php?storyid=448 ove è proprio scritto che “Selezione aperta a tutti per i campionati europei IFMA 2010 Selezione aperta a tutti gli atleti di muay thai per i campionati europei IFMA 2010 Le selezioni sono aperte a tutti gli atleti di tutte le federazioni per consentire ai migliori atleti di muay thai di vestire i colori azzurri per i campionati europei IFMA di Roma 2010. Per tutte le informazioni contattare segreterianazionale@fimt.it”.

L’apertura per la selezione alle competizioni internazionale che il dott. Di Blasi ha auspicato nel proprio articolo era già stata messa in atto dalla FIMT dall’inizio di febbraio 2010, proprio in vista degli europei. Sul punto giova che a questa totale apertura della FIMT ha fatto eco una totale chiusura di tutte le altre organizzazioni ed atleti, i quali, non partecipando alle selezioni, sono andati contro il loro stesso interesse. Queste precisazioni erano dovute a tutto il mondo marziale che in massa mi ha chiesto chiarimenti negli ultimi giorni, con l’auspicio che nel futuro si promuova davvero questo sport con i fatti e non con le parole, visto che a titolo d’esempio sono tanti gli istruttori e ancora di più gli atleti, che venendo da altre organizzazioni italiane, mi chiedono spesso e volentieri di spiegare loro la differenza tra muay thai e thai boxe…

Sportivi saluti

Davide Carlot

 

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