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Federazione Italiana KickBoxing

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Intervista a Alfio Romanut ed ai fratelli Petrosyan

Di: Raffaella Quadri

Quattro giorni di Stage nazionale FIKB, dal 29 aprile al 2 maggio 2010, e un calendario di incontri sempre molto fitto. Fosse per noi parteciperemmo ad ogni lezione, ma anche catapultandoci da una palestra all’altra come facciamo, seguire tutto è impossibile e, purtroppo, occorre fare una scelta. Una cosa è certa, ancor prima di arrivare a Cattolica per l’annuale appuntamento organizzato dalla Federazione, sappiamo già quale stage sicuramente non potremo perderci. Quest’anno, infatti, tra gli atleti presenti c’è un nome che attira la nostra attenzione: Petrosyan !!!

Un nome che conosciamo molto bene! Non fosse altro perché puntualmente ci sgoliamo urlandolo dagli spalti all’Oktagon… E ora avremo l’opportunità di vedere da vicino cosa significa lo stile Petrosyan e, magari, provare ad imitarlo (ho detto provare, sull’esito non si garantisce nulla!). A darcene dimostrazione ci sono i due fratelli, il super campione Giorgio –reduce dalla vittoria in ottobre del circuito mondiale del K1 MAX!- e il fratello minore Armen, accompagnati dal loro inseparabile coach Alfio Romanut.

Schivate, low kick, prese, colpi secchi e precisi… vederli spiegare le tecniche che caratterizzano il loro modo di combattere è uno spettacolo, tanto quanto i due fratelli che si sfidano in una veloce dimostrazione. Semplicemente fantastici! Ma quello che più mi colpisce è l’eleganza dei loro movimenti, la precisione, la pulizia. La loro non è una prova di forza –che certo non manca!– ma uno tipo di combattimento molto tecnico, basato sullo studio dell’avversario. Ne voglio parlare con il Maestro Romanut che alla fine delle quattro giornate mi concede una chiacchierata, prima di rimettersi sulla via del ritorno, direzione Gorizia, la città dove lui e i due fratelli vivono e si allenano.

Raffaella Quadri: Maestro Romanut, quali sono i punti cardine del vostro stile di combattimento?

Alfio Romanut: “Il mio metodo è molto semplice, si basa su un buon allenamento di base e sulla precisione: tecniche semplici ed efficaci, spostamenti per evitare gli attacchi degli avversari, lavoro d’incontro e, quando si attacca, colpi duri a bersaglio”.

Raffaella Quadri: Eh, lo abbiamo visto! Ed è un allenamento assolutamente valido…

Alfio Romanut: “Direi proprio di sì, il metodo che applico ci ha permesso, negli ultimi anni, di vincere praticamente tutto!”

Raffaella Quadri: Dunque tecniche basate soprattutto sull’attenzione, sullo studio dell’avversario, puntando alla preparazione dell’atleta in maniera completa. È così?

Alfio Romanut: “Sì certo. La mia idea è che l’atleta vada sempre preservato. Deve potere arrivare al termine della propria carriera senza avere subito grossi danni. Di conseguenza, cerco sempre di evitare battaglie dirette; i faccia a faccia, in stile olandese e giapponese, non mi piacciono. Vincono la tattica e la testa”.

Raffaella Quadri: Siete nel circuito giapponese del K1, ma la vostra base è la Muay Thai che dà una preparazione completa, velocità ecc.

Alfio Romanut: “Sì, a mio parere la Muay Thai è il migliore sport da combattimento che esista. Quella che personalmente adotto potremmo definirla una Muay Thai dinamica. Infatti, dello stile thailandese riprende tutti gli spostamenti laterali, la morbidezza, la dinamicità, appunto. Molte scuole –purtroppo anche in Italia– si fossilizzano su uno stile statico, che spinge molto e si basa sull’andare sempre in avanti, in modo duro. La Muay Thai insegna anche il contrario e, se la si applica correttamente, la si può adattare con successo anche al K1”.

Raffaella Quadri: Cosa pensi di questa esperienza allo stage nazione della FIKB?

Alfio Romanut: “È la prima volta che partecipiamo al raduno nazionale della Federazione. Alle nostre lezioni hanno preso parte atleti di diverse discipline e soprattutto i ragazzi che praticano K1 o Low kick, e che si avvicinano al nostro stile, hanno dimostrato di essere a un buonissimo livello”.

Raffaella Quadri: Prima che scappino negli spogliatoi coinvolgo nella discussione anche i due campioni. Voglio avere una loro impressione. Per primo mi risponde Armen:

Armen Petrosyan: “Questa esperienza mi è piaciuta. Hanno partecipato in molti, con tanti stili differenti. Ciò che abbiamo voluto fare è stato dimostrare come la difesa da K1 si possa applicare anche ad altri stili di combattimento. Speriamo di esserci riusciti”.

Giorgio Petrosyan: “Siamo spesso in giro per palestre a tenere stage di formazione” interviene Giorgio. “Qui a Cattolica, in particolare, c’è stato un seguito molto vario, non tutti, infatti, praticano o hanno praticato la Muay Thai. Ho trovato comunque un buon livello su cui poter ancora lavorare. Bisogna sempre impegnarsi per migliorare le proprie capacità, lo faccio anch’io continuamente nel K1. Gli atleti che hanno partecipato al nostro stage hanno lavorato bene, ascoltando i nostri suggerimenti. Spero che gli sia servito e che abbiamo contribuito ad aiutarli. Puntiamo a fare crescere il livello dell’Italia che è ancora indietro rispetto ad altri paesi”.

Raffaella Quadri: In ultimo mi rivolgo ancora al coach Romanut: quali sono i prossimi appuntamenti dei due fratelli?

Alfio Romanut: “Armen combatterà in Sicilia contro l’olandese Marco Pique, che ha già fatto un paio di tornei con Giorgio ed è uno tra i migliori atleti che ci siano in Olanda nei 70 kg. Poi a luglio, l’appuntamento più importante per quest’anno è la semifinale del torneo Enfusion. La manifestazione si è tenuta in Thailandia, ma le semifinali saranno in Portogallo. Armen come primo avversario avrà il thailandese Payunsuk… un osso duro, molto forte”.

Raffaella Quadri: Mentre per quanto riguarda Giorgio, si deve riprendere dall’infortunio alla mano?

Alfio Romanut: “Sì, è stato operato a marzo per una frattura alla mano avvenuta in ottobre e dobbiamo attendere che guarisca; aspettiamo il nulla osta dal medico per cominciare l’allenamento. Purtroppo saltano così due match che avevamo già in programma, ma a luglio dovremmo essere pronti per l’appuntamento più importante: il K1 World Max in Giappone. È il nostro obiettivo, andiamo per vincere e ripetere il successo dello scorso ottobre”.

Raffaella Quadri: Il tifo italiano sarà tutto per voi! Ma fammi capire, Giorgio, a ottobre 2009 c’è stato il K1 World Max e di lì a qualche mese sei stato operato alla mano. L’infortunio è avvenuto proprio durante il K1 Max?

Giorgio Petrosyan: “Sì, il 26 di ottobre in Giappone, durante l’incontro di semifinale contro Yuya Yamamoto”.

Raffaella Quadri: Lo guardo dritto negli occhi: quindi hai disputato la finale, sfidando Andy Souwer, con la mano rotta?

Giorgio Petrosyan: “Sì”.

Raffaella Quadri: E hai vinto la finale… con una mano rotta?

Giorgio Petrosyan: “Sì”.

Raffaella Quadri: E se non fosse stata rotta, cosa avresti fatto?!

Lui si limita a sorridere. Tanto la risposta la conoscono io: avrebbe stravinto! Grazie ragazzi e come mi dice il Maestro Romanut prima di salutarmi: “alla prossima!”… speriamo che sia una promessa.

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