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San Ranieri, Patrono di Pisa
Di: La Redazione
(da: www.brutium.info/contributi/contributi04.htm)
L'unanime consenso per il gemellaggio con la Regione che, più di
ogni altra, racchiude inestimabili tesori artistici e suscita
particolari sentimenti di ammirazione, c'induce a conoscere più da
vicino un'interessante e suggestiva vicenda umana e spirituale
nonché l'incantesimo della "Luminaria" che si ripete in occasione
dei festeggiamenti di San Ranieri a Pisa.
La piazza, su cui sorgono il Duomo (che conserva il corpo di S.
Ranieri) - il Battistero e la celebre Torre pendente, è chiamata "il
prato dei miracoli". "Miracoli d'arte, certo", scrive Bargellini,
"ma sbocciati sui miracoli della santità - quella santità che fa
vivere ancora l'antico suonatore di liuto, gentile patrono della
città di Pisa".
"San Ranieri nacque nell'anno 1118 a Pisa - quando il Duomo era
appena sorto - da una distinta famiglia. Ebbe un'infanzia serena e
fu affidato ad un sacerdote che lo educò ai principi cristiani.
Oltre alla preghiera, il giovane amava cantare e imparò a suonare un
piccolo strumento a corda. Ciò attirò a sé molte amicizie e
conoscenze ma, come spesso succede, fra queste ve ne furono di
negative che ben presto condussero Ranieri fuori dalla retta via.
Il giovane iniziò una nuova vita non più all'insegna dei sani
principi cristiani, fondati sulla fede e sulla preghiera, ma nella
ricerca spasmodica delle gratificazioni terrene e del divertimento.
Tuttavia, nonostante si sentisse fortemente attratto da quella
esistenza fondata sul materialismo, nel suo animo aumentava in modo
impressionante un'indicibile tristezza. I genitori fecero di tutto
per ricondurlo sulla buona strada ma senza riuscirvi. Le vie del
Signore, però, sono infinite e meravigliose per cui anche Ranieri
fece ritorno al buon sentiero.
Un giorno, mentre il giovane si divertiva spensieratamente con
alcuni amici pisani, gli passò davanti un povero fraticello. Era
Alberto di Corsica che, dopo aver smesso gli abiti di cavaliere e
donato i suoi beni ai poveri, si era ritirato a pregare e a fare
penitenza in convento. Toccato dalla grazia divina, Ranieri si rese
conto di essere nell'errore e - lasciati suoni e canti - seguì il
fraticello.
Una volta giunti al convento di San Vito, sulle sponde dell'Arno,
il giovane rivelò a Padre Alberto il desiderio di volergli parlare.
Dal colloquio, Ranieri percepì un tale ardore da prostrarsi ai piedi
dell'umile frate e confessare a lui piangendo tutti i suoi peccati.
Pare che avesse versato tante lacrime da diventare cieco e che,
successivamente, per un prodigio avesse riacquistato la vista. Non
aveva ancora che 19 anni! Lasciati - quindi - gli abiti della
vecchia e malsana via e ripresi quelli della virtù, suscitò tanto
stupore fra amici e conoscenti che l'avevano frequentato che
numerosi di loro - colpiti da una tale conversione - cominciarono ad
ammirarlo.
Un giorno, mentre Ranieri pregava nella Chiesa di San Pierino,
ebbe una singolare visione che fece strabiliare gli astanti. Vide
giungere dall'alto un'aquila con una fiaccola accesa nel becco e udì
una voce che l'esortava: «Vengo da Gerusalemme, prendi questa
fiaccola e fa' luce a chi è nelle tenebre del peccato!».
Ranieri, dopo quella visione, si sentì spinto verso i luoghi
sacri. Nella patria di Gesù il giovane rimase per 13 anni,
osservando una vita di raccoglimento e di penitenza, distribuendo i
suoi beni ai poveri e vestendo un misero sacco (la pilurica).
Ottenne molte visioni del Paradiso, in una delle quali la Santa
Vergine gli predisse che il suo corpo avrebbe riposato in una bella
chiesa pisana e sarebbe stato venerato nei secoli dai suoi
concittadini. In Terra Santa operò diversi miracoli, fra cui quello
di sfamare con un solo pane tanti poveri.
Nell'anno 1154 Ranieri iniziò il viaggio di ritorno in patria
giungendovi felicemente dopo lungo tempo. Intanto a Pisa era
pervenuta la fama della sua santità ed autorità e cittadini si
prepararono ad accoglierlo degnamente. Tutti assieme si diressero al
Duomo dove l'umile fraticello ringraziò il Signore per i doni
spirituali ricevuti. Tornò, quindi, alla chiesetta dove era avvenuta
la sua conversione e lì si stabilì per sempre. Il giovane iniziò,
così, ad operare prodigi e conversioni fra la gente che senza sosta
si accalcava nel luogo santo.
Convertì i peccatori, consolò gli afflitti, guarì molti ammalati
servendosi anche dell'acqua da lui benedetta e per questo egli fu
definito "Ranieri dell'acqua".
Si spense serenamente - sette anni dopo il rientro dalla Terra Santa
- all'età di 43 anni, il 17 giugno 1161. Al momento del trapasso
alla Patria Celeste tutte le campane di Pisa cominciarono a suonare
a distesa da sole. Era l'ennesima testimonianza di pace e di amore
che il santo elargiva all'amata patria toscana!
La salma di Ranieri, accompagnata da una folla osannante e
commossa, fu quindi portata al Duomo e deposta sopra un pulpito
affinché i fedeli potessero meglio osservarla e venerarla. Nel 1632
la Chiesa proclamò San Ranieri Patrono principale della città e
della Diocesi di Pisa. La famosa Luminaria in onore del Santo ebbe
inizio nel 1688 quando il Granduca di Toscana Cosimo III fece
sistemare le spoglie mortali di Ranieri in un'urna di marmo
prezioso, in sostituzione di quella precedente semidistrutta
dall'incendio del 1596.
La Luminaria consiste nell'accensione, all'imbrunire del 16
giugno, di oltre centomila lumini di cera posti in appositi
bicchieri di vetro ed appesi mediante telai di legno sui davanzali
ed intorno alle porte dei palazzi che si trovano sui Lungarni.
L'effetto del riverbero della miriade di fiammelle nelle acque del
fiume risulta veramente unico e spettacolare. Ogni anno si rinnova
l'importante appuntamento ed accresce la devozione dei pisani verso
il loro inclito Santo". |