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Federazione Italiana KickBoxing

KickBoxing, Muay Thai, Savate, Shoot Boxe

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Ancora 2500  persone al Palalido per “Kickboxing Superstar”. Lino Guaglianone voleva stupirci, e  l’ha fatto ancora una volta.

Kickboxing Superstar 2010

ALL’INSEGNA DELLO SPETTACOLO

Di: Ennio Falsoni

Anche senza l’aiuto di “effetti speciali”, Lino Guaglianone (il noto promoter milanese e gran patron della Doria Gym di Milano) è riuscito nell’impresa  di stupirmi ancora una volta. Mi ha stupito con un cartellone eccezionale per la sua manifestazione   che ha riproposto per la 19° volta, sempre al Palalido, il tempio delle arti marziali milanesi. Eppure venivo da un week-end fantastico della settimana prima, durante il quale  mi ero sciroppato 2 giorni di gare per i Campionati Italiani nello stesso impianto  e Oktagon al Palasharp . Vi assicuro che domenica sera, al termine degli Italiani, ero  veramente saturo di calci e pugni, ma quello che ho visto sul ring di Kickboxing Superstar soltanto  6 giorni dopo, mi ha ancora colpito, ammirato, entusiasmato direi. Sto vivendo un momento incredibile della mia vita, in cui le discipline di cui ci occupiamo stanno incontrando  un  grande successo e tutto ciò mi eccita, mi fa scorrere un sacco di adrenalina nel corpo con i conseguenti problemi, insomma sono ormai  un drogato di questi sport. Il vecchio impianto milanese è stato testimone  dunque di un’altra  grande  serata all’insegna dello spettacolo: quello offerto da grandi campioni di Kickboxing, di Thai boxe e di Savate che hanno entusiasmato i presenti, me compreso. Il cartellone, lunghissimo (prevedeva infatti ben 14 incontri),  dopo i quattro match iniziali posizionati come una sorta di “warming up” – di riscaldamento – della serata,  è entrato nel vivo con la disputa del primo dei due titoli mondiali Wako-Pro in scaletta,

 

quello che vedeva Silvia La Notte difendere il suo titolo dagli assalti della sfidante, la turca Ozge San nel K1 al limite di 48 chili. Non era stato facile trovare un’avversaria degna di  Silvia, perché alcune delle ipotetiche sfidanti  le aveva già incontrate e battute anche in altre discipline. La sua categoria, (quella dei 48 chili) non  presenta molte atlete in grado di gareggiare al suo livello, e così alla fine si è optato per questa giovane turca che risultava essere la campionessa del suo paese ed era accreditata di un temperamento aggressivo e focoso.

 

 Ma Silvia è atleta davvero molto esperta, oltre che in possesso di un repertorio kickboxistico di prim’ordine. E sin dalle prime battute si  è capito  che la sua avversaria non l’avrebbe impensierita più di tanto. Silvia  le era superiore in tutto e dopo una prima ripresa perentoria, dove le aveva già fatto capire che la campionessa era lei, nel corso della seconda l’ha centrata con un perfetto calcio circolare al volto al termine di una bella sequenza di pugni, che ha quasi spento le luci all’avversaria  L’arbitro centrale l’ha subito contata e Ozge ha potuto però continuare l’incontro. Ma  fiutato il sangue della preda, Silvia non l’ha più mollata, l’ha rincorsa per il quadrato finché l’ha messa nel mirino ancora una volta e ha portato a casa l’incontro mettendola K.O. tecnico nel corso della terza ripresa.

  

Come ha detto il suo coach Giorgio Castoldi, “ Silvia ha portato a casa un altro scalpo”. Non si era finito di gioire per Silvia, che entrano sul ring i due primi pezzi da novanta di questa magnifica serata: Mike Zambidis, il piccolo Tayson greco, e il sudafricano Warren Stevelmanns.  Zambidis era già stato ospite di Kickboxing Superstar, ma era la prima volta che vedevo all’opera questo sudafricano anche lui, come il greco, dalle cosce possenti , basso di statura, spalle squadrate e potente sia di calcio che di pugno. Come ho detto ai microfoni, solo quel match sarebbe valso il prezzo del biglietto. Le premesse perché fosse un incontro bellissimo c’erano tutte. La fama di Zambidis, la potenza dei suoi pugni, la spettacolarità delle sue azioni, tutto avrebbe concorso a rendere “thrilling” – eccitante – l’incontro. E così è stato. L’unico rammarico (e l’ho anche detto all’organizzatore) è che un match del genere sia stato solo sulla distanza di 3 riprese! D’accordo che viviamo nell’era dell’usa e getta, del fast food , del …tutto di corsa. Ma è preferibile – per qualunque spettatore -, vedere magari meno incontri ma gustarsi quegli incontri dove invece si sa che c’è qualità, c’è tecnica, c’è spettacolarità. Come nel caso di Zambidis-Stevelmanns, appunto. Guardate che la stessa cosa l’ho detta  a Carlo Di Blasi per il suo Oktagon   i cui 12 incontri sono stati tutti sulla distanza di 3 riprese di 3 minuti. Ma volete mettere un Petrosian-Sowuer su 5 riprese  anziché 3 ?, tanto per fare un esempio. E’ un parere personale, ovviamente, e chi ha orecchie per intendere, intenda. Per tornare a bomba: Zambidis e Stevelmanns non si erano mai incontrati. Dall’inizio del gong è stato un testa a testa in cui i due atleti si scambiavano colpi veloci e secchi come frustate. Il pubblico era stupefatto dalla potenza che quei colpi generavano. Ma l’incredibile in tutti quegli atleti, è che assorbono quei calci spaventosi alle gambe senza fare una piega, come dei giocatori di poker quando bluffano, impassibili, sorridenti, tranquilli, rilassati. Insomma, dei veri professionisti che sanno benissimo che per fare partire colpi velocissimi devi essere in una situazione di grande rilassatezza. La tensione muscolare invece  rallenta l’azione.  Il sudafricano ha combattuto da mancino, e questo ha reso ancora più affascinante il confronto. Nel corso del match si è reso molto pericoloso in un paio di occasioni con la sua ginocchiata sinistra, ma nel complesso Zambidis mi è parso più efficace di pugno. Fors’anche ha indugiato nell’aspetto pugilistico più del dovuto, ma se consideriamo il paio di  balzi che ha fatto nel tentativo di andare a segno con una ginocchiata saltata, e qualche low-kick potente, mi è parso degno della vittoria, anche se di strettissima misura (ecco perché sarebbe stato bello vederli in azione sulle cinque riprese!).

 

Dopo Zambidis, uno dei clou della serata è stata la partecipazione del   famosissimo tailandese Yodsaenklai Fairtex (nome d’arte, Fairtex è una ditta  che produce materiali , protezioni per i nostri sport in Tailandia )  che aveva di fronte l’olandese di chiare origine magrebine Abdel Halim Issaou. Purtroppo, come si è poi visto, abissale il divario tecnico e di esperienza tra i due. Infatti era di per sé  impressionante  leggere il numero di incontri che  Yodsaenklai ha accumulato in carriera:  234! Così come impressionante era la freddezza dell’atleta che incassava qualunque bordata senza battere ciglio, avanzando sempre sull’avversario, studiandolo in pochi secondi. Com’è sua abitudine infatti (ma anche quella dei migliori atleti tailandesi in generale), Yodsaenklai è partito lentamente. Ha impiegato tutta la prima ripresa a conoscere chi aveva di fronte, a saggiare la sua potenza, la pericolosità dei  suoi colpi. Definito il quadro di chi gli stava di fronte, ha cominciato a pigiare sull’acceleratore a partire dalla seconda ripresa e per il buon olandese c’è stato ben poco da fare. L’incontro me lo avevano dato in scaletta come un match di Thai Boxe. Notoriamente la Thai Boxe non è altro che la Muay Thai a cui sono stati tolti i colpi di gomito (oltre che la Ram Muay e la classica  musica che accompagna gli incontri). Ma con mia grande sorpresa, Yodsaenklai porta a segno un paio di micidiali gomitate che mandano a sangue l’avversario nel corso della seconda ripresa.  

 

Da lì in poi è stato un piccolo calvario per l’olandese. Il medico di turno già voleva fermarlo subito perché il suo volto presentava un taglio proprio sotto  l’occhio che è un punto molto pericoloso. L’atleta quasi lo implorava per lasciarlo continuare e così gli è stato concesso di andare all’angolo e di farsi mettere molta vasellina sulla ferita. Ma nella terza Yodsaenklai ha chiuso il conto. In un ennesimo corpo a corpo, è stato impietoso e ha costretto  l’arbitro centrale a sospendere le ostilità. Davvero fenomenale questo Yodsaenklai, che mi piacerebbe rivedere contro atleti di ben altra portata. Se Zambidis-Stevelmanns valeva da solo il biglietto, che dovrei dire a questo punto che vi ho parlato di ben 3 incontri bellissimi? Ma non è finita signori, c’è ancora di più.

 

Toccava a due grandi campioni di un recente passato, al francese Moussa Sissoko, che anche lui era già stato ospite di Kicboxing Superstar, ma quando militava negli 81 chili e sembrava imbattibile, che affrontava una icona del K1 giapponese di  pochi anni fa, il tedesco di origini croate Stefan Leko, già atleta che ha battuto in carriere atleti del calibro di Peter Aerts e di Badr Hari. I due avevano fatto registrare lo stesso identico peso: 100 chili. Ma se   per Stefan Leko quel peso era “il solito peso”, non lo era di certo per Sissoko. E francamente mi incuriosiva proprio quel fatto: 20 chili in più non sono pochi e non voglio neanche chiedergli come abbia  fatto a metterli su. Quello che è successo nel ring, ha risposto a tutte le mie domande. Stefan Leko si è dimostrato un atleta tecnico e potente al tempo stesso e ha distrutto le resistenze dell’avversario a suon di pugni più che di calci. Troppo più efficace, più potente di Sissoko, Leko lo ha dominato dall’inizio alla fine. Ho purtroppo assistito alla pesantezza dei movimenti di Sissoko, alla sua passività, alla sua rinuncia. Colpito duro e contato una prima volta, guardava l’angolo smarrito. Ha ripreso a combattere, ma si vedeva che non ne poteva più. Chiuso all’angolo ancora una volta nella seconda  ripresa, mentre l’arbitro lo ricontava, ho capito il suo labiale che diceva “putain – puttana..!”, come dire : cacchio che botte, basta! E così è stato. Ma mi scusino a questo punto tutti i signori atleti che ho citato poc’anzi, perché il match che mi è piaciuto di più per contrapposizione di stile, per  tecnica kickboxistica è stato quello tra   il portoghese Antonio Sousa, campione portoghese che proprio sul ring di Milano aveva vinto il titolo mondiale Wako-Pro mettendo K.O. il suo avversario francese  nel novembre scorso,  e il suo sfidante, il serbo Nenad Pagonis di soli 22 anni , astro nascente della kickboxing del suo paese, già 2 volte vincitore della medaglia d’oro ai Mondiali WAKO di K1 Rules, l’ultima a Villach (Austria)  nell’ottobre scorso. Sousa è un brachitipo, un fascio di muscoli, con spalle, collo, braccia e cosce enormi e potenti. Il serbo è un longilineo classico, con lunghe leve e un viso giovane rovinato solo da un naso storto. A mio modesto avviso, dal punto di vista tecnico e spettacolare, questo incontro è stato il più bello della serata. Nenad era sicuro di sé, evitava le larghe e pericolosissime sventole del portoghese con grande facilità. Per contro piazzava circolari di destro e di sinistro che erano come autentiche sferzate sul corpo di Sousa, quindi colpi di ginocchio al corpo e al volto del portoghese devastanti e spettacolari. Il campione del mondo si è trovato in grande difficoltà a partire dalle fine della prima ripresa. Restava sempre molto pericoloso col suo formidabile destro che usava come una clava, ma è stato troppo veloce e intelligente il serbo che non è mai stato raggiunto da un colpo di pugno. Anticipava, rientrava, calciava con grande naturalezza, è stato un autentico spettacolo di demolizione quello che ha portato a termine nelle tre riprese dell’incontro. Contato due volte, Sousa è stato fermato prima che finisse ancora peggio per lui. Mi scuseranno gli altri protagonisti veri di Kickboxing Superstar numero 19, ma ogni articolo deve avere una sua lunghezza ragionevole. E questo l’ha già superata. Per me (ma credo anche per  tutti gli aficionados di questo grande evento) è stata una delle  edizioni più belle che io ricordi di Kickboxing Superstar e già non vedo l’ora di ammirare i fuochi d’artificio della ventesima edizione che andrà in scena a novembre sempre sugli stessi schermi. Alla prossima.

Ed ecco tutti i risultati ufficiali:

  • K1 Style: Matija Godinic (Croazia)  batte ai punti Ovidio Mihali ( Sport Sesto)
  • Savate: Alessio Andolina (Tonic Milano) batte ai punti Roberto Bellotti (Ecole Roma)
  • Savate: Ahmed Chaidi (ICS Milano) vince per squalifica contro Alessandro Caruso (Ecole Roma)
  • Savate : Ludovic Millet (Francia) batte ai punti Matteo Romagnoli (Profighting Bologna)
  • Boxe: Angelo Valente (Doria Milano) batte per k.O. 4° ripresa Attila Szabo (Ungheria)
  • K1 style: Silvia La Notte (Sport Club Sesto) batte Ozge San (Turchia) per k.o. alla 3° ripresa
  • K1 Style: Mike Zambidis (Grecia) batte ai punti Warren Stevelmanns (Sud Africa
  • Muay Thai: Yodsaenklai Fairtex (Tailandia) batte per arresto medico 4° ripresa Halim Issaou (Olanda)
  • Savate: Goran Borovic (Croazia) batte per k.o. 3° ripresa Amri Madani (Francia)
  • K1 Style: Nenand Pagonis (Serbia) batte per k.o. alla 3° ripresa Antonio Sousa (Portogallo)
  • K1 style: Stefan Leko (Germania) batte per k.o. alla 2° ripresa Moussa Sissoko (Francia)
  • Muay Thai: Angelo Campoli ( De Pro Calzolari) batte ai punti Gionata Zarbo (Profighting  Imola)
  • Low-Kick : Alessandro Orella (X1 Torino) batte ai punti Tiziano Mascoli (Profighting Mantova)
  • Sharos Huyer (De Pro Calzolari) batte ai punti  Youness Ghaal (Profighting Bologna)

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