Gli Azzurri K-1 agli Europei WAKO di Baku
10 Atleti 7 medaglie: 1 Oro, 3 Argenti e 3 Bronzi
Di: Giorgio Iannelli
Dal 18 al 24 ottobre, si sono disputati i campionati europei di
K1 Rules, Low Kick e Light Contact. Dopo all’incirca 5 ore di volo
da Malpensa raggiungiamo l’aeroporto Azero dove sostiamo un paio
d’ore per i dovuti controlli, arrivati nel centro che ci ospitava
dopo più o meno un’ora di pullman condotti da autisti alquanto naif,
troviamo ad attenderci il Presidente Ennio Falsoni sua moglie Mary e
sua figlia Barbara; ci vengono distribuiti i pass e date le
indicazioni per le nostre sistemazioni, mandiamo subito gli atleti
al peso ufficiale e ceniamo insieme ad altre nazioni giunte più o
meno nel nostro stesso orario e scatta il primo allarme riguardante
l’alimentazione, ma abbiamo pensato che fosse un’emergenza data
l’ora (speranza vana), finita la cena raggiungiamo le nostre stanze
dopo aver attraversato il centro turistico e aver salito oltre 100
gradini che sono rimasti poi nelle memoria scherzosamente ogni volta
che si dimenticava qualcosa in camera e finalmente riposo. Il giorno
successivo arriviamo dopo un ora di bus scortati dalle forze
dell’ordine attraversando realtà che vanno dalla totale miseria al
lusso estremo nelle capitale: Baku.
Con il gruppo abbiamo pranzato nel centro commerciale e poi fatto
una camminata sulla passeggiata del Mar Caspio e visionato
dall’esterno il bellissimo palazzetto nel quale il giorno successivo
avremmo disputato le gare. Al rientro dopo la solita ora di bus per
coprire la distanza che c’era fra i nostri alloggi e il centro di
Baku. Andiamo a cena, dove i nostri timori vengono confermati
riguardo al menù che provocherà disturbi gastro-intestinali a quasi
tutta la delegazione italiana, e poi riposo preparandoci a dar fuoco
alle polveri l’indomani che vedeva impegnati ben 6 dei nostri atleti
non certo fortunatissimi nel sorteggio. Il giorno successivo dopo i
soliti 40 minuti di bus con gli autisti naif raggiungevamo la
splendida struttura sportiva a Baku. Apriva le danze la new-entry in
nazionale Giuseppe Fascetti che nella categoria 71 kg affrontava
l’austriaco Adil Osmani.
Giuseppe dimostrava padronanza e una notevole tecnica e superava
alla sua prima uscita in nazionale il primo turno battendo il suo
avversario e preparandosi per il secondo incontro che si sarebbe
disputato nella stessa giornata visto l’alto numero degli atleti
iscritti nella sua categoria. Era poi la volta di Marco Santi nella
categoria degli 81 kg che si scontrava con l’atleta ellenico
Alexandros Chatzichroglou, match nettamente dominato dal nostro
atleta per potenza e tecnica che si aggiudicava tutte e tre le
riprese facendo contare il suo avversario. “A volte ritornano….” Ora
era il turno di quel guerriero detentore della medaglia d’oro
europea Gaetano Verziere nella categoria 57 kg che con la “solita
fortuna” incontrava al primo turno il russo Arsen Adamov ma per
fermare ‘o scugnizzo non basta, che nonostante il primo accenno di
giudizio falsato, che sarà un leitmotiv di tutto il campionato (ne
parleremo dopo) con l’intervento del presidente Falsoni che ha
richiamato i giudici ad un punteggio più serio si arrivava ad una
vittoria netta del nostro alfiere.
E ora era la volta di Antonio Campagna nei 60 kg da me definito
affettuosamente “il brutto anatroccolo” proprio perché come lui si è
trasformato in uno splendido cigno, Antonio che ha vissuto finora
all’ombra del fratello che è uno tra i più forti talenti italiani,
quest’anno non presente in nazionale perché partecipava alle
selezioni di un circuito che vede le sue finali in un galà a Milano,
si è trasformato in un vero campione nonostante anche il suo
sorteggio non era sicuramente fra i più felici perché lo vedeva
contro l’atleta bielorusso Vladzislav Miruk. Dopo il lavor di
preparazione svolto negli spogliatoi Antonio saliva sul ring con una
determinazione ed una voglia di vincere impressionante che gli
permetteva di superare ampiamente l’atleta dell’est, accedendo così
alle semifinali. È il turno ora di Donatella Panu nella categoria
meno 56 kig, uno degli alfieri della nostra squadra, medaglia d’oro
ai mondiali d’Austria del 2009, che con i dovuti tempi di
preparazione regolava l’atleta lituana Silvja Morkunate alla prima
ripresa per KO con uno splendido middle kick sinistro al fegato.
E adesso Alessandro Orella nei 63,500 kg, il più forte atleta
italiano nella sua categoria, ma in questo caso il più sfortunato
fra tutti per quanto riguarda il sorteggio che gli poneva davanti il
campione mondiale in carica il russo Zakariya Musagadzhiev che poi
si sarebbe laureato anche campione europeo; match in salita per il
nostro Alessandro che subiva un conteggio ed era costretto ad
attaccare per recuperare facendo così il gioco di Zakariya che
vinceva ai punti. Conoscendo bene Alessandro so che si rifarà alla
prima occasione. E ora ritorna sul ring il nostro Giuseppe Fascetti
per i quarti di finale contro il forte bulgaro Vladimir Valev. Il
nostro atleta stanco dell’intera giornata trascorsa al palazzetto da
segnalare che il suo primo incontro era stato alle 10,30 del mattino
e il secondo tra gli ultimi incontri della giornata alle 19,30 della
sera, e del match già disputato, pagava la sua ovvia inesperienza
(prima uscita con la nazionale) e la incapacità di ritrovare la
concentrazione, cosa fondamentale in questi tornei che arriva con
l’esperienza, cedeva la armi a Valev (che poi si sarebbe laureato
campione europeo) alla prima ripresa venendo contato in piedi dopo
aver accusato un gancio largo.
Giuseppe ha tutte le doti e qualità per fare bene in futuro. Si
chiudeva così il primo giorno di competizioni, rientro in albergo
dopo il solito tragitto in bus, cena e riposo, pronti per affrontare
il secondo giorno. Intanto l’alimentazione Azera continuava a
mietere le sue vittime nonostante i fermenti lattici e medicinali
contro la dissenteria. Arriviamo al secondo giorno di gara che
vedeva impegnati tutti gli otto atleti rimasti in gara. Raggiunto
il palazzetto dopo il solito tragitto in bus che adesso iniziava a
diventare sempre più pesante a causa della stanchezza e delle
condizioni fisiche e di salute, saliva sul ring il primo dei nostri
ragazzi per i quarti di finale negli 81 kg Marco Santi che
affrontava l’ucraino Dmytro Kirban che molto probabilmente avendo
visto Marco nel match del giorno precedente non accettava mai lo
scontro frontale con l’azzurro ma riusciva a far segnare punti a suo
favore per le prime due riprese, alla terza Marco costretto anche
dallo svantaggio del punteggio riusciva ad inquadrarlo qualche volta
ma non bastava.
Kirban passava vincendo ai punti per poi vincere in finale e
diventare campione europeo. Se Marco riuscisse a velocizzarsi un
po’, sono sicuro che le finali sono alla sua portata. È l’ora del
tanto atteso supermassimo Alex Rossi altra new entry nella nostra
squadra, un ragazzone di quasi due metri per 97 kg tirati, con
l’umiltà del campione di classe che affrontava il colosso ungherese
Mate Zentai, dopo una prima ripresa caratterizzata da alcuni colpi
scorretti di Zentai al triangolo genitale, Alex con una splendida
ginocchiata al viso faceva cadere al tappeto l’ungherese nella
seconda ripresa vincendo per KO. Era ora il turno dell’altra new
entry nella categoria 48 kg donne Federica Boella chiamata al
difficile compito di sostituire Silvia Lanotte nell’affrontare la
bulgara Plamena Dimova.
Federica pagava l’inesperienza e non riusciva ad entrare nel
match come sa fare, ma và dato merito alla sua avversaria laureatasi
poi campionessa europea che avrebbe messo in seria difficoltà la
stessa Silvia Lanotte. Sicuro che con allenamenti mirati e la
crescita di esperienza Federica ci potrà dare notevoli
soddisfazioni. E ora l’inghippo….. E’ il turno della campionessa del
mondo Donatella Panu che secondo scaletta e senza esserci stati KO
avrebbe dovuto combattere a più di un’ora di distanza da Federica ,
invece ci viene comunicato che il match era anticipato di 40 minuti.
Non è certo una giustificazione, ma dopo 5 anni che Donatella è in
nazionale conosco i suoi tempi di preparazione sia mentale che
fisica, praticamente saliva sul ring con la russa Maria Kuzlova
fredda, senza mai riuscire ad entrare nel match permettendo
all’atleta dell’est di aggiudicarsi la vittoria ai punti. È ora il
turno della medaglia d’oro europea in carica Paola Capucci nei 60 kg
donne che si misurava con l’atleta russa Yulina Kuznetsova.
Salita sul ring determinata, pronta regolava l’atleta russa alla
prima ripresa con un middle kick sinistro al fegato aggiudicandosi
per KO l’accesso alla finale del giorno dopo. Piglio giusto di Paola
che lasciava ben sperare. È il turno di Fabrizio Lodde nei 54 kg in
semifinale contro il russo Vadim Chasovskikh. Che dire di questo
match? Forte avversario, ostico e scorbutico, ma a parer mio alla
portata di Fabrizio che entrava nel match solo alla terza ripresa ma
ormai era troppo tardi. Perdeva ai punti l’incontro e l’occasione di
arrivare alla finale, ma il potenziale di Fabrizio è ancora in gran
parte da scoprire e sviluppare. E ora la seconda semifinale, quella
di Gaetano Verziere contro l’ucraino Aslan Gurbanov, sembra di
essere tornati agli europei del Portogallo, stesso ordine di nazioni
incontrate, cambiano solo gli atleti. Gaetano vince ai punti
disputando un match esemplare per strategia e tecnica e accede alla
finale. Ed ecco la terza semifinale della giornata e la disputa
Antonio Campagna contro il serbo Aleksandar Gogic.
Antonio vuole l’oro. Sale sul ring determinato e col giusto punto
di cattiveria vincendo nettamente ai punti e mettendo in seria
difficoltà il serbo. Finisce così anche questa giornata di
combattimenti con il bottino di 3 atleti in finale. Il giorno
seguente ci aspettano la semifinale di Alex Rossi e la finale di
Paola Capucci. Rientrati stanchi, inutile sprecare ancora parole sui
trasferimenti fra i nostri alloggi e il palazzetto ceniamo e si va a
riposare pronti per affrontare il giorno successivo. Il primo ad
andare in scena il giorno seguente con il primo match della giornata
è Alex Rossi che affronterà l’estone Deniss Smoldarev. Semifinale
che causa malintesi di scaletta avrebbe dovuto essere disputata il
giorno precedente ma il problema è stato risolto dal presidente
Ennio Falsoni e dal giudice internazionale Alfredo Zico. Alex il
guerriero regolava l’estone alla prima ripresa con una serie
impressionante di ginocchiate vincendo per abbandono, accedendo così
alla finale. Ora è il turno della attesa finale nei 60 kg donne fra
Paola Capucci e la troppo temuta turca Godze Bayerdi Arican, che
dire di questo match? Una Paola irriconoscibile causa motivi che
esulano da tutto il contesto di questa trasferta e forse troppo
preoccupata dalle troppe voci sulla pur temibile avversaria.
Dopo due riprese in cui Paola non è mai entrata nel match
concedendo il vantaggio ai punti alla turca. Alla terza ripresa dopo
essersi resa conto che l’avversaria era nettamente alla sua portata
la metteva in difficoltà ma era ormai troppo tardi e perdeva l’oro
ai punti. Si chiudeva così il penultimo giorno di combattimenti.
Nella giornata di sabato ci attendevano le altre 3 finali che
vedevano impegnati in ordine Gaetano Verziere contro il bielorusso
Murat Azerbiev, Antonio Campagna contro l’azero Elnur Daryagir
infine il nostro Alex Rossi nei supermassimi contro il campione del
mondo in carica il bielorusso Aliaksei Kudzin. Partiva Gaetano dopo
un inizio di prima ripresa di studio riusciva ad imporsi col forte
atleta bielorusso per il resto del match con poderosi low kick e
front kick ed eccellenti tecniche di braccia conquistando l’oro
nella maniera più meritata. Grande Gaetano. È ora il turno di
Antonio contro l’azero, e qui vorrei spendere due parole, il giorno
precedente dopo aver visto alcuni verdetti incomprensibili a favore
degli atleti del luogo chiesi personalmente al presidente Falsoni di
prestare attenzione ai giudici durante questa finale. I miei timori
erano fondati Antonio saliva sul ring col giusto piglio che lo ha
contraddistinto in questo campionato, ma ciò non bastava contro il
pur forte azero o si vinceva per KO o era un verdetto già scritto,
tant’è che per vedere segnato il primo punto a favore dell’azzurro
ha dovuto ripetere per 4 volte, andando a segno, la stessa tecnica,
al che uno dei dirigenti della federazione azera iniziò ad inveire
avvicinandosi ai giudici che incominciarono a falsare il risultato
segnando punti insistenti a favore di Daryagir e non dandone al
nostro atleta.
All’arrivo di Ennio in prossimità del ring alla terza ripresa i
giudici ripresero a segnare i punti ad Antonio, ma ormai era troppo
tardi: una vera e propria presa in giro, in un combattimento con
giudizio corretto Antonio si sarebbe aggiudicato tutte e tre le
riprese vincendo l’oro invece che l’atleta azero. Grande Antonio
nonostante questa defraudazione hai dimostrato tutto il tuo valore.
È ora il turno della “rivelazione” di questo torneo Alex Rossi che
affrontava l’avversario più difficile della sua carriera. Il
bielorusso sembrava non accusare i colpi dell’azzurro che veniva
toccato da un gancio sinistro che provocava il conteggio. Alex
pagava la notevole differenza di peso e l’altrettanta esperienza del
suo avversario dimostrata in una maggiore padronanza del ring, il
match finiva ai punti a favore di Kuzin.
Due parole vanno spese su questo ragazzone di cui sentiremo
presto parlare ad altissimi livelli perché ha tutte le qualità per
diventare un fuoriclasse tra cui la più importante è l’umiltà. Con
l’incremento della massa muscolare ne sentiremo delle belle. Grande
Alex, sotto tutti gli aspetti. Quindi il bottino finale di questi
campionati è : 1 Oro Gaetano Verziere; 3 Argenti Antonio Campagna,
Paola Capucci, Alex Rossi; 3 Bronzi Donatella Panu, Federica Boella,
Fabrizio Lodde. un grazie va a tutta la squadra per l’impegno e
l’attaccamento che hanno dimostrato alla nazionale, forza e onore a
voi ragazzi.
E
ora alcune riflessioni partendo dalle difficoltà di formare la
squadra azzurra a causa di vari motivi il primo fra tutti le
selezioni di questo circuito “pro” con le finali a Milano a cui fa
capo il neoconsigliere del direttivo nazionale Carlo Diblasi che
sicuramente si è distratto nel sovrapporre le date di queste
selezioni ad una delle due attività federali più importanti
(campionati mondiali e campionati europei). Augurandomi che tale
distrazione in vista dei campionati mondiali del prossimo anno non
si ripeta altrimenti farei fatica a capire il suo caldeggiare
l’entrata di un terzo D.T.N. Qualora la situazione dovesse ripetersi
corriamo il rischio di trovarci più direttori tecnici che atleti
causa lo svuotamento del bacino di questi ultimi. Veniamo alla
trasferta che non è stata una delle più facili se non la più
difficile causa problemi logistici e di alimentazione, passa anche
da questi dettagli il cammino per poter arrivare alla medaglia
d’oro. E ora il punto più dolente: la questione arbitri e giudici,
problema che va affrontato una volta per tutte, non ho certamente io
la soluzione ma qualche idea che andrà discussa in un altro momento,
sicuramente bisogna trovare il sistema per pareggiare il numero dei
giudici dell’est con quelli dell’ovest per evitare il monopolio con
le eventuali nefandezze commesse dai primi e tenere eventuali corsi
di aggiornamento tenuti dai giudici italiani che a oggi mi sono
sembrati i più competenti. Trovo assurdo ed imbarazzante per il
nostro Presidente Ennio Falsoni che ci si debba affidare alla sua
continua presenza nei match salienti che vedono impegnati gli atleti
italiani presso il tavolo della giuria nel tentativo di evitare
scorrettezze come quelle che abbiamo visto in diverse edizioni dei
campionati, presenza che deve avere tra l’altro la tempistica
giusta, cosa raramente possibile per mille motivi (vedi ad esempio
la finale di Antonio Campagna) e che diverse volte si risolve con
una presa in giro sia nei nostri confronti che in quelli del
presidente stesso. L’importanza del giusto verdetto è necessaria per
la continuità delle nostre nazionali dal momento che a differenza
degli altri paesi che hanno sicuramente introiti diversi e quindi la
possibilità di remunerare i propri atleti in altra maniera a noi
rimane solo la soddisfazione e l’orgoglio della “giusta vittoria”, e
parlo di tutte e tre le discipline che viaggiano insieme: light
contact con i rispettivi D.T.N. Riccardo Wagner e Federico Milani e
low kick con i D.T.N. Massimo Rizzoli e Riccardo Bergamini ed i loro
atleti a cui vanno i miei complimenti per i risultati ottenuti che
sommati a quelli del K1 Rules ci hanno permesso di raggiungere il
terzo posto nel medagliere di questi campionati europei.
Il D.T.N. Giorgio Iannelli
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