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Due palazzi dello sport straboccanti di pubblico, due grandi avvenimenti di kickboxing in contemporanea. Un week-end da Guinness dei primati: mai tanta gente al Palalido e al Palasharp per quello che resterà uno storico  momento.

KICKBOXING DA BERE…

Incredibile a Milano

Di. Ennio Falsoni

Devo dirvi in tutta sincerità che una cosa del genere io non l’avevo mai vista in vita mia. Eppure sono ormai un guardone dello sport  professionista, con lunga militanza . E quando ho deciso di scegliere le date del 13 e 14 marzo per organizzare al Palalido di Milano  i Campionati d’Italia perché la Federazione tutta si stringesse intorno a Oktagon, ormai uno dei fiori all’occhiello di Fikb, mai avrei pensato ad un successo di quella portata per la nostra iniziativa.

 

L’idea sulla carta  era di per sé valida: portare a Milano due grandi avvenimenti di kickboxing, seppur così diversi, nella stessa giornata,  doveva certamente avere un peso mediatico rilevante. Ma, lo ripeto, il successo che abbiamo avuto è andato al di là di ogni più rosea aspettativa. Per esempio, lo scorso anno, nel corso dei Campionati d’Italia che organizzammo a Fiuggi, ci furono 952 atleti partecipanti. Quest’anno ben 1253!   Lo scorso anno, la tenso-struttura utilizzata per ospitare i Campionati era di ben 5000 metri quadrati senza  tribune   e pertanto la gente si perdeva in essa e non avevi idea di quanta gente fosse coinvolta. Quest’anno, il vecchio impianto milanese, che già tenne a battesimo  la nascita  del movimento kickboxistico  del nostro paese, perché nel 1978 proprio lì vi organizzai la  prima Coppa Italia aperta a tutti coloro che volevano cimentarsi nel nuovo modo di intendere e concepire il “karate contact” – come si chiamava in quei giorni -, con i suoi 2 ring e le   6 materassine, ha ospitato 2500 persone il sabato e 3000 la domenica!, dati fornitici dagli addetti del Palalido stesso. E che il Palalido fosse pieno di gente lo si vedeva a colpo d’occhio. Usciti dunque dagli Italiani e andati di corsa al Palasharp per assistere al mega evento di Carlo Di Blasi, sabato 13 marzo  ci siamo trovati di fronte  ad uno spettacolo di folla veramente pazzesco. Non avevo mai visto tanta gente a Oktagon. Quest’anno penso veramente che si sia battuto ogni record al riguardo. E allora , mentre ero lì ad aspettare l’inizio degli incontri, mi sono proprio goduto quello spettacolo che mi veniva offerto dalla gente che occupava ogni ordine di posto del Palasharp! Era sorprendente.

Ragazzi, che meraviglia! Ma chi avrebbe mai detto che avremmo avuto il successo che stiamo avendo? E’ chiaro che sia il pubblico e i partecipanti agli Italiani e il pubblico del Palasharp altro non sono che la prova del tangibile successo del nostro sport  sta riscuotendo in Italia ( ma anche nel mondo) con le sue specialità sportive. E di questo non possiamo che gioirne, tenuto conto che viviamo tempi tribolati da ogni punto di vista. Avevo invitato degli amici americani a questi eventi. Li avevo invitati perché conoscessero meglio il loro interlocutore con cui stanno per mettersi in società per promuovere la Kickboxing negli Stati Uniti, ma anche perché vedessero coi loro occhi ciò di cui siamo capaci e devo confermarvi che sono rimasti letteralmente affascinati e strabiliati dai due avvenimenti che si dipanavano sotto i loro occhi. Al Palalido erano in azione i migliori atleti della Federazione che hanno combattuto per 10 ore filate sia il sabato che la domenica su  8 campi di gara diversi. Era l’avvenimento principe della attività istituzionale della Federazione . E’ stato durissimo portarlo a termine, da tutti i punti di vista. La segreteria federale (Betty e Barbara in primis)  , i 70 arbitri convocati da Alfredo Zica, i giurati che hanno lavorato ai tavoli, lo staff   di Luca Temperini - a cui vanno i miei complimenti in diretta – che hanno allestito il Palalido per renderlo in grado di resistere alla forza d’urto dell’enorme massa di atleti, alcuni personaggi come Riccardo Wagner, Nicola Traina che si sono davvero prodigati,  insomma tutti hanno lavorato con una passione e una dedizione davvero encomiabili. Ma quello che mi è piaciuto è stato lo spirito collaborativo tra tutti i componenti, c’era proprio l’idea di far parte di una squadra armonica. A tutti dunque, i miei più vivi rallegramenti.

 

A questo punto, dire che ho assistito a tutti i  combattimenti dunque, nonostante io fossi presente al centro del Palalido, sarebbe dire un’eresia. Ero piuttosto impegnato a risolvere i mille problemi di questo e di quello, a risolvere problemi organizzativi,  a sollecitare gli arbitri e i giudici, a spostare le categorie per armonizzare i tempi sui vari quadrati. Chiaro che appena potevo  mi godevo qualche incontro il più buffo  dei quali però – se così si può dire – è stata la finalissima dei veterani di semi contact  (79 chili) di domenica sera. In finale c’erano due atleti di quasi 46 anni che evidentemente non hanno perduto il piacere del combattimento: il veneto Roberto Zanini, da poco rientrato in Fikb insieme a Walter Meneghini ex dittì della nazionale, e il romano Marco Lanzilao, padre di 3 splendidi figli tutti campioni d’Italia.  La loro finale è durata purtroppo pochissimo perché dopo i primi due o tre tentativi di andare a segno da una parte e dall’altra,  dopo nemmeno 30 secondi dall’inizio delle ostilità, ecco che i due si danno una bella capocciata. Vedo Lanzilao che per primo si ferma perché  vede sanguinare il naso di Zanini il quale non si rende subito conto di quello che gli è capitato.  Ma il buffo è che lo stesso Lanzilao subito dopo comincia a sanguinare copiosamente dal sopracciglio. L’arbitro ferma il combattimento e chiama il medico. Mi avvicino anch’io. La  ferita all’arcata sopraccigliare di Lanzilao  era ben più profonda e pericolosa di quella di Zanini. Chiaramente nessuno dei due poteva proseguire il combattimento e allora, simpaticamente, sono intervenuto decidendo all’istante la vittoria ex-aequo ai due che avranno sicuramente occasione a Latina o a Rimini , di rincontrarsi  per stabilire chi tra loro  è il migliore.

 

Ho visto molti spezzoni di incontri, quelli di due atleti che mi piacciono molto, Gregorio “Grillo” Di Leo (74 chili) che ha dominato ancora una volta nella sua categoria e di  Andrea Lucchese (63), che si è imposto ancora una volta sull’ex campione del mondo Andrea Passaro di Piacenza. Ma in questa specialità, non ho potuto non dare un’occhiata al ritorno di un altro mostro sacro del semi contact italiano, il supermassimo di Rescaldina (Milano)  Marco Culiersi al quale evidentemente due interventi al ginocchio più non so quanti altri problemi ai legamenti,  non sono bastati a tenerlo lontano dal quadrato. Ebbene, è come se il tempo si fosse fermato e i due anni di assenza dai tatami non fossero mai esistiti. A 39 anni, Marcone ha letteralmente dominato tra i supermassimi infliggendo a tutti, ripeto a tutti, cappotto, ossia 10 punti di scarto! Signori, giù il cappello!

Per restare tra i record, Gianni Di Bernardo, cadetto 10-12 anni, omonimo del padre, presidente del comitato regionale campano, ha vinto il titolo italiano nello stesso impianto che vide laurearsi campione d’Italia il padre. Per la cronaca, la società Winner Team che fa capo appunto a Gianni Di Bernardo senior, ha vinto il trofeo Dahla TV che andava alla società più medagliata. La Winner Team si impone sul lotto delle concorrenti portando a casa 31 medaglie contro le 23 della diretta inseguitrice che è stata la Euro Kickboxing di Sottomarina di Chioggia. Tra gli sport da ring, dove il livello generale mi è piaciuto molto, ho assistito a dei begli incontri. In particolare mi sono piaciuti Alessandro Orella nel K1  che in finale ha avuto la meglio sul napoletano Luca Donadio mettendo in mostra un  repertorio  tecnico di tutto rispetto  e Mattia Bezzon di Padova (al cui angolo aveva i noti fratelli)  contro  Cristian Vedovelli allenato da Giuseppe Simeone di Roma. Il loro incontro è stato equilibrato e tiratissimo sino alla fine dove sul filo di lana ha prevalso il veneto per un soffio.

Assoluta novità ai Campionati di quest’anno, l’uso dell’Easy Scoring System, un sistema elettronico di attribuzione della vittoria che ormai è stato ufficializzato dai recenti Mondiali della WAKO, che  offre  la possibilità di seguire in maniera trasparente  l’andamento di ogni incontro (e questo ovviamente  evita le tensioni dell’attesa del risultato, con i riti dei lamenti dei coach perdenti). Purtroppo però vi è anche il rovescio della medaglia, come sempre. L’utilizzo di questo sistema prevede l’uso di schermi TV di notevoli dimensioni, di cavi, di mouse  che hanno costi notevoli sia per il loro noleggio che per i tempi di installazione. La modernità è bella, però offre vantaggi e svantaggi in egual misura. Per quanto riguarda i risultati ufficiali, potete già vederli on line sul nostro sito federale.

 

Un week-end come quello appena passato, lascia certamente il segno nel fisico di chi lo ha vissuto così intensamente. Ma non c’è purtroppo il tempo di tirare il fiato, perché questo sabato, sempre al Palalido, torna “Kickboxing Superstar” di Lino Guaglianone con un cast  di personaggi (basterebbe citare Mark Zambidis o Stefan Leko, eroi del K1 giapponese)  veramente interessante e godibile, mentre la settimana prossima gli atleti di semi e light contact saranno tutti a Latina per la Coppa Italia, manifestazione promossa da Tiziano Pugliese. Insomma, l’attività è ormai travolgente. Da tutti i punti di vista.

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