Che bella la vita di un
Presidente, ovvero… Nella stessa giornata, ben 3 appuntamenti
dall’altra parte del Mondo… e che appuntamenti! Un traffico bestiale
e un viaggio in treno a 300 all’ora! Ma finalmente l’ha incontrato…
Ennio Falsoni a colloquio con Un Yong Kim a Seoul, l’uomo che ha
portato il Taekwondo alle Olimpiadi!
La WAKO si avvicina al CIO?
Di: Ennio Falsoni
Sono appena tornato dalla Corea, dove sono stato per una breve ma
intensa visita.
(The Buddhist Sea Temple in
Busan) (il Dott. Un Yong Kim)
Finalmente l’ho incontrato, e per farlo mi sono dovuto sciroppare
un viaggetto di 16 ore tra aeroporti e aerei, mica uno scherzo.
L’incontro è avvenuto il giorno dopo il mio arrivo in una sala
riservata dell’Hotel Marriott di Seoul, uno dei più moderni della
città. Attendevo questo incontro da tempo, da tanto tempo. Pensate
che l’uomo che mi accingevo ad incontrare è stato il fondatore del
moderno Taekwondo, il creatore della Federazione Mondiale WTF che
poi nella sua qualità di vice-presidente del Comitato Olimpico
Internazionale e uomo molto vicino a Juan Antonio Samaranch, lo
spagnolo che ha guidato il CIO per 30 anni, è riuscito ad infilarlo
nelle Olimpiadi che – guarda caso – lui stesso aveva ottenuto per il
suo paese, la Corea, nel 1988. L’uomo è il Dr. Un Yong Kim, 3 lauree
, già Consigliere dell’Ambasciata Coreana a Washington, Capo delle
Forze Protettive del Presidente della Repubblica della Corea,
presidente del Comitato Olimpico Coreano, presidente della
Federazione di Canoa e.. di chissà quant’altro ancora. Insomma,
parliamo di uno dei pezzi da novanta dello sport mondiale.
(Il meeting di Seoul tra il Presidente WAKO Ennio
Falsoni ed il Dott. Un Yong Kim)
Nel 1993, dopo diversi mesi di attesa , mi ero recato a Monaco
(il Principato) per consegnare personalmente la domanda di
riconoscimento della WAKO da parte del GAISF, di cui Un Yong Kim
era presidente. Quando arrivai negli uffici di Villa Les Mas nel
centro di Monaco , Un Yong Kim se n’era andato da poco e così il
nostro incontro sfumò. Mi fu riferito più tardi, che le riunioni di
Un Yong Kim non erano mai più lunghe di 50 minuti, anche quelle del
suo direttivo, si trattasse di votare il bilancio o per qualunque
altro problema. Peccato, perché parlare direttamente alle persone,
sintonizzarsi con loro per essere più convincente, è sempre stato
un mio punto di forza per il fatto che se ti fai un’idea della
persona che hai di fronte, corrisponde sempre - o quasi - a quello
che c’è dietro. Intrattenni poi una cospicua corrispondenza con il
Dr. Un Yong Kim, ma dovetti attendere che lui lasciasse l’incarico
al GAISF perché, 13 anni dopo, la WAKO fosse riconosciuta da quella
organizzazione! Lo fu – ironia della sorte – proprio il 7 aprile
del 2006 a Seoul, nella sua stessa città! Volevo proprio togliermi
uno sfizio, conoscere quindi chi diavolo fosse quella persona
capace di tenerci fuori dall’organizzazione sportiva mondiale che
contava per noi più di ogni altra cosa per così tanto tempo. Nel
frattempo l’uomo aveva conosciuto uno dei tonfi più clamorosi di
tutta la sua vita. Dopo aver perduto la corsa alla presidenza del
CIO (era tra i papabili a ricoprire il trono lasciato vacante da
Juan Antonio Samaranch !), battuto in Assemblea dal belga di Bruges
Jacques Rogge, Un Yong Kim ha conosciuto a 74 anni suonati l’onta
di essere stato indiziato di corruzione e malversazione di fondi
della WTF. Uno dei suoi figli poi, fu incarcerato in Bulgaria (non
chiedetemi cosa ci facesse in quel paese!), perché pare avesse
ottenuto illegalmente in poco tempo una Green Card americana, una
di quelle carte che tutti gli stranieri sognano perché sanciscono
che puoi diventare un cittadino americano, ma che per averla
generalmente ce ne passano 10 di anni. Amareggiato per queste
sfortune che si erano abbattute sulla sua famiglia e nonostante si
sia sempre e comunque proclamato estraneo ai fatti ed innocente, Un
Yong Kim rassegnò immediatamente le sue dimissioni da
vice-presidente del CIO e da presidente della WTF (quasi come quello
che avviene in Italia!) anche – forse – per evitare l’altra
pesantissima onta dell’espulsione, come proclamano i regolamenti
emanati dalla Commissione Etica del CIO stesso.
(Ennio Falsoni –WAKO Presidente- in contra Yun-Taek
Lee –Former KOC Presidente-)
Non dev’essere stato facile per il Dr. Kim, tutto a un tratto,
passare dal ruolo di uno dei primattori dello sport mondiale e del
suo paese, a quello di …appestato sportivo. Quando cadi in
disgrazie, soprattutto in quel tipo di disgrazie, ti evitano tutti
come fossi un lebbroso. Posso quindi immaginare l’inferno che deve
aver passato. Ma poco a poco il Dr. Kim si è ripreso e quello che mi
trovo di fronte non ha nulla del perdente, dello sconfitto. E’
elegante nel portamento e a 77 anni ha ancora una capigliatura che
gli invidio un poco. Parla un inglese fluente, ha delle borse sotto
gli occhi che glieli rendono asimmetrici, e la cosa si nota di più
quando si toglie gli occhiali. Pranzo con lui, attorniato da due
suoi segretari che restano in religioso silenzio, prendendo appunti
mentre noi conversiamo di come abbia fatto il Taekwondo ad entrare
nelle Olimpiadi di Seoul dell’88 (ho “inventato il Taekwondo moderno
– mi ha detto – che altro non era che il karate giapponese che
avevamo imparato, ma fu grazie a Samaranch se riuscii poi a farlo
ammettere ai Giochi”) del CIO e dei cambiamenti epocali avvenuti a
tutti i livelli nell'organizzazione, dei suoi variegati personaggi
che ovviamente lui conosce tutti uno ad uno (parla di Primo Nebiolo
con grande ammirazione, e poi di Franco Carraro e Mario Pescante,
che oggi è vice-presidente del CIO) , del GAISF “..che purtroppo
ora è stato distrutto dal suo nuovo presidente..” – sue testuali
parole- (Hein Verbruggen -ndr-), e ovviamente della WAKO, del suo
Kickboxing, del suo futuro. Un Yong Kim è attento, loquace, prodigo
di consigli. Dovresti fare così e cosà, mi dice, contatta questo e
quello, se hai bisogno chiamami, fammi sapere. Informa, scrivi, sii
attivo, gira il mondo (più di così- mi veniva da pensare- proprio
non potrei!) dai visibilità al tuo sport, alla tua federazione, fai
vedere che esiste…Un torrente in piena, insomma.
(Ennio Falsoni in visita al Busan Gym)
Ovviamente annuivo costantemente e ringraziavo. Pensavo di
trovarmi di fronte ad una persona arrogante, vista la sua passata
posizione, invece ho conosciuto una persona ancora pimpante
mentalmente, presente, lucida e..."friendly", alla mano. Pensate che
da quando ha dato le dimissioni da presidente della WTF, il
Taekwondo ne sta passando di tutti i colori. Ha perso adepti, ha
perso persino credibilità dopo che un atleta cubano nel corso delle
ultime Olimpiadi ha addirittura tirato un calcio in faccia
all’arbitro centrale che lo aveva dichiarato perdente, e se
continuasse così, rischia di essere buttato fuori dei Giochi
Olimpici in futuro. Ho dato un’occhiata ad alcuni blog e ad alcuni
siti prima di scrivere questo articolo, ebbene il suo ritorno alla
guida della WTF è sempre più richiesto in maniera pressante. Hanno
fatto un sondaggio tra tutti i paesi membri della WTF su chi
vedrebbero alla guida della Federazione Mondiale. Nonostante le
traversie passate, Un Yong Kim è l’uomo che ha ottenuto ancora la
più alta percentuale di preferenze: ben il 45% dei votanti lo
vedrebbero (su una rosa di ben 8 candidati) ancora alla guida della
WTF che sotto la sua guida aveva raggiunto l’apogeo della sua
potenza. Chi vivrà, vedrà, si è soliti dire. E nel caos di Un Yong
Kim penso che assisteremo ad un clamoroso ritorno. Prima di andare a
tenere una “lecture” – una conferenza – in una Università di Seoul,
mi fa dono di un suo libro “The Greatest Olympics” (quelle di Seoul,
ovviamente) e la promessa, dopo alcune foto di rito, che ci
rivedremo. Esce scortato dai suoi collaboratori e resto per un
attimo con la testa in tumulto.
(Il palazzo del KOC -com. olimpico Korano- ed il
colloquio con il suo Presidente Mr. Park)
Non passa che poco più di un’ora, e mi ritrovo nel moderno
palazzo sede del Comitato Olimpico Coreano a colloquio col suo
presidente, Y S Park. Solite presentazioni, soliti convenevoli e mi
tuffo nella spiegazione della WAKO, del suo sviluppo, del suo
potenziale e delle sue molteplici attività. Mr. Park, che anche lui
parla correntemente l’inglese, sembra davvero attento alle mie
spiegazioni e alla fine, dopo avergli presentato i nostri associati,
promette un “fast track” - un canale veloce per il riconoscimento
della WAKO Korea da parte del Comitato Olimpico. Ci rituffiamo nel
traffico di Seoul, che nelle ore di punta sembra peggio di quello
del Boulevard Periferique di Parigi, e due ore dopo siamo a cena
nel Lotte World Hotel di recente costruzione e dal cui ristorante si
gode una invidiabile vista della città.
(Ennio Falsoni illustra l’attività WAKO al Presidente
del Comitato Olimpico Coreano)
Qui incontro il precedente presidente del Comitato Olimpico
Coreano, il Ph. Dr. Yun Tak Lee, anche lui un elegante signore
anziano dal portamento dritto e fiero e al quale non posso che
rispiegare tutto quanto avevo già detto a Kim e a Park. Per me un
dejà vu, ma questa volta a uso e consumo tutti suoi. I tre
personaggi chiaramente si conoscono tutti molto bene, parlano spesso
fra di loro per le questioni più disparate. E’ evidente che l’aver
fatto una buona impressione spero conti per il futuro riconoscimento
della nostra organizzazione locale che, vista la sua posizione
geografica, può diventare un paese strategico per il futuro sviluppo
della WAKO in Giappone e in Cina.
(Ennio Falsoni ospite in ristorante tradizionale
koreano di Seoul)
Dopo i tre incontri sono letteralmente esausto, tenuto conto
delle 16 ore di viaggio del giorno precedente e delle 3 ore seduto
a gambe incrociate passate al ristorante tradizionale coreano con
alcuni esponenti della WAKO Corea la sera stessa del mio arrivo. Ma
non è finita: dopo la cena, di gran carriera ci ributtiamo nel
traffico della città e si va verso la stazione di Seoul dove ad
attenderci c’è il treno superveloce che unisce Seoul a Busan, sede
del quartier generale della WAKO in questo paese. Riusciamo a
prenderlo a 2 minuti dalla partenza. Si arriva a Busan notte fonda
e nonostante le 7 ore di fuso orario, arrivato a fatica in un letto
duro come una tavola di legno, riesco anche a dormire.
(Ennio Falsoni con i dirigenti della WAKO Korea) |