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Giorgio Petrosyan:  da solo in vetta al mondo!

Intervista a neo-campione del mondo di Muay-Thai

Di: Gabriella Russian (Tratto da: www.bora.la )

giorgio petrosyanE’ sufficiente guardarlo negli occhi per capire cos’è la determinazione. Giorgio, di origine armena ma mossese d’adozione, nella serata del 26 ottobre ha conquistato il titolo mondiale del K-1 Worldmax 2009, che si è disputato a Tokyo. Ha 24 anni, ma nella disciplina del muay-thai è trai migliori, anzi, il migliore.

Arriva con la mano fasciata, unico spiacevole ricordo di quella notte magica, ma non così rilevante da impedirgli la conquista mondiale.

- Come ti sei avvicinato alla disciplina del muay-thai?

Fino da bambino ero affascinato dai film di Van Damme e di Bruce Lee. Quando sono arrivato in Italia, dieci anni fa, avevo espresso il desiderio di allenarmi in quest’arte. Allora mi hanno fatto incontrare Alfio Romanut che ancora oggi è il mio allenatore. All’inizio mi avevano detto che ero troppo piccolo sia per allenarmi che per combattere, ma dopo sei mesi Alfio mi ha chiamato e da quel momento abbiamo cominciato un cammino insieme.

- Qual è stato il tuo primo incontro?

Avevo 16 anni la prima volta che ho combattuto, anche se io l’avrei già fatto prima. Il mio avversario era Luca Giuliano, un ragazzo torinese. Ci siamo scontrati a Udine ed è stata la mia prima vittoria, dove, tra l’altro, ho rotto il dito del piede. A 18 anni invece ho combattuto il mio primo incontro internazionale che è stato a Parigi, vinto.

- Chi ti segue durante gli incontri?

Mio fratello Armen è sempre con me, come anche il mio allenatore Alfio. Mio padre viene quando gli impegni glielo permettono. Ma mi ha sempre incoraggiato, come il resto della mia famiglia. E poi c’è uno stretto gruppo di sostenitori che mi seguono.
Che cos’è il torneo mondiale K-1?

K-1 è il nome del combattimento, diciamo una specie di kick-boxing dove però si possono usare anche le ginocchia e la presa. Il K-1 Worldmax è un torneo che si disputa ogni anno in Giappone. Partecipano i 16 atleti più forti del mondo. Questi devono sfidarsi tra loro e alla fine rimane il più forte.

- Come si fa ad entrare tra i sedici più forti?

Bisogna vincere il più possibile, soprattutto negli incontri più importanti. Io ho vinto molti incontri e l’Oktagon a Milano contro Andy Souwer, già due volte campione del mondo. Sono stati i promoter giapponesi a contattarmi per farmi partecipare al torneo K-1.
- Arriviamo al 26 ottobre … la tua consacrazione.

Ho combattuto nello stesso giorno la semi-finale contro Yamamoto e subito dopo la finale. Quando ero sul ring contro Yamamoto ero svantaggiato dal tifo, avrò avuto dalla mia parte solo dieci sostenitori, ma ero ben preparato, sapevo che dovevo metterlo a KO, perché sarebbe stato difficile vincere ai punti, lui è giapponese e l’avrebbero aiutato. Peccato che durante l’incontro mi sono rotto la mano.

- Eppure…

(sorride) La tensione che avevo e la mia concentrazione non mi hanno fatto sentire alcun dolore. Ero determinato e sapevo quello che dovevo fare. E poi anche il pubblico aveva cominciato a sostenermi. Così un’ora dopo ho vinto la finale contro Andy Souwer nella Yokohama Arena! E’ stato un bell’incontro, sono soddisfatto di come mi sono battuto.

- Prima dell’incontro qualche tuo avversario ha rilasciato qualche dichiarazione?

Yuya Yamamoto ha detto che un combattente come Petrosyan non serviva nel loro circuito, ma che comunque lui conosceva bene i miei punti deboli e sapeva come battermi …

- Meno male.. Chi non era con te in Giappone dove potrà vedere gli incontri?

In Olanda è già stato trasmesso tutto il torneo, in Giappone lo trasmettevano in diretta. In Italia non lo so, di certo Italia1 ed Eurosport lo trasmetteranno ma non ho idea di quando sarà. Se fosse stato calcio però…

- Ora sei davvero famoso in Italia e soprattutto all’estero, ti dedicano attenzione anche i media?

Qui in Italia all’inizio non tanto, ora un po’ di più. Invece pensa che sono arrivati giornalisti dal Giappone per fare un servizio su di me, ma anche da Milano, hanno fatto un servizio per Fox Uomo.

- Quanto e dove ti alleni?

Mi alleno cinque volte alla settimana per due volte al giorno, prima in una palestra di Lucinico adesso a Gorizia. Ho iniziato quando avevo 14 anni con Alfio e sono ancora con lui. Per scaramanzia e per mantenere la concentrazione giusta fino a prima della finale mondiale ho continuato ad allenarmi a Lucinico, sulla Mainizza, dove potevo stare solo.

- Cosa prevede il tuo futuro?

Sicuramente il recupero della mano che tra l’altro mi ha fatto perdere un importante incontro in Giappone contro Masato Kobayashi. Poi il 13 marzo 2010 combatto a Milano, contro il tailandese Buakaw. Non l’ho mai sconfitto, adesso mi preparerò molto bene per vincere. Il mio obiettivo principale comunque, rimane quello di mantenere il titolo mondiale e quindi vincere più incontri possibili per far parte anche nel 2010 dei migliori 16 del mondo.

Durante la conversazione non c’è stato un solo attimo di autocelebrazione da parte di Giorgio, ma soltanto umiltà. Forse la sua consapevolezza non ha bisogno di emergere, poichè l’apprendimento di un arte marziale va al di là dell’abilità di combattimento e significa prima di tutto elaborazione di una conoscenza di se stessi. E Giorgio vi è indiscutibilmente riuscito.

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