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A Oktagon

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A Oktagon, in una cornice superba composta da almeno 8.000 spettatori. Giorgio Petrosian si conferma atleta degno di una finale di K-1 Max  battendo Andy Souwer e Silvia La Notte si laurea campionessa del mondo Wako-Pro  contro Linda Oolms.

Oktagon dagli occhi del Presidente

Di: Ennio Falsoni
(Tratto da www.fikb.it)

“Peccato  non ci siano ancora le scommesse” – mi ha detto un giorno  nel mio ufficio Carlo Di Blasi, l’ideatore di Oktagon, la manifestazione principe nel panorama della kickboxing italiana  che da 14 anni tiene banco a Milano. “Te l’immagini cosa avrebbe scatenato Souwer contro Petrosian?”. Difficile infatti dargli torto.  L’idea di questo confronto ha attizzato le fantasie,  gli appetiti di tutti gli aficionados del nostro sport e in almeno 8000 sono calati al Palasharp, nel capoluogo lombardo, letteralmente  da ogni parte d’Italia con ogni mezzo di trasporto per non perdersi questo confronto che  a lungo farà ancora parlare di sé.

L’enorme tenso-struttura dietro la Montagnetta di S.Siro era infatti quasi piena (e tiene 10.000 spettatori) già alle 8 di sera. Ovunque girassi lo sguardo, vedevi un muro di gente. Ed era un gran bel vedere. La collaudata scenografia di “It’s Show Time” (una delle principali organizzazioni in Olanda con cui Carlo collabora da tempo,  troneggiava sul fondo del Palasharp. L’enorme impianto luci, le stupende ballerine professioniste che in  ogni ripresa  praticamente si esibivano nei 50 secondi di intervallo tra una ripresa e l’altra, hanno fatto da cornice ad una serata magica. Magica per l’entusiasmo, le aspettative della gente, il calore del pubblico, la loro conoscenza del nostro sport. Insomma, uno spettacolo nello spettacolo.

Di Blasi è veramente bravo nell’alimentare l’interesse della gente, e nel corso dell’anno, dal momento che ha scelto il clou della sua manifestazione, ossia Souwer-Petrosian,  ha saputo  martellare sull’avvenimento e toccare le corde della passione del nostro grande pubblico. Il successo della sua iniziativa è stato al di là di ogni più rosea aspettativa. Mai avevo visto tanta gente ad una nostra manifestazione negli ultimi 10 anni, segno che il motivo d’attrazione era validissimo. Siamo uno sport in contro-tendenza. Mentre molti sport languono e sentono fortemente la crisi economica che attanaglia la gene comune (come in ogni altra parte del mondo),  vedere tutta quella gente era un segno di opulenza, direi, di uno sport in buonissima salute, come del resto lo dimostra il trend federale di quest’anno. Pensavamo di perdere associati e società, e invece il trend, alla fine dell’anno, sarà ancora positivo: FIKB passerà la soglia dei 17.000 tesserati e si avvicina alle 500 società, obiettivo che ci siamo prefissati in questo quadriennio.

Cosa mi è piaciuto allora, di Oktagon?

Oltre all’impianto generale, al pubblico, all’animazione, alla coreografia in generale, credo di poter dire che il match Andy Souwer – Giorgio Petrosian non abbia ingannato le aspettative. Andy era concentratissimo. E’ partito in quarta dall’inizio del primo gong e per la prima volta da quando lo seguo, ho visto Giorgio Petrosian pedalare all’indietro.  Intendiamoci, lui è stato intelligentissimo in questa sua azione. Souwer infatti, con quel suo asfissiante   attacco, si rendeva vulnerabile nei colpi d’incontro, in cui Petrosian eccelle. Il match è stato intensissimo. Non c’è stato un momento di pausa ed era come se fossimo in una finale di K-1 Max. Purtroppo 3 riprese, seppur di 3 minuti ciascuna, non sono molte per atleti professionisti di quel calibro. Quando poi due eccezionali atleti come loro  si equivalgono, è veramente difficile stabilire chi è il vincitore.   Al termine delle prime tre riprese infatti, viene decretata la parità, anche se all’angolo di Petrosian  vi è stata una vera e propria caduta di stile, con i  coach che gridavano allo scandalo! Ma quale scandalo? Nell’extra round, la musica non è cambiata. Abbiamo assistito a Souwer che cercava di mettere pressione su Petrosian , di costringerlo alla rissa, allo scambio ravvicinato, che cercava di piazzare il colpo risolutore, ma in cui Giorgio era bravissimo a non farsi trovare e a piazzare forse l’unico diretto sinistro d’incontro che forse ha contribuito a far pendere l’ago della vittoria verso di lui. Ha perso il grande campione, ma devo francamente dire che Souwer, da professionista qual è, non se l’è presa più di tanto. Ha infilato il suo cappellino, ha partecipato alla cerimonia di premiazione ed è sceso elegantemente dal ring col suo coach André Mannart. Dall’altra parte, c’è stata l’immensa gioia per questa vittoria ovviamente, che lancia Petrosian nell’Olimpo giapponese della Kickboxing. Se lo merita certamente perché al di là dell’equilibrio, una cosa è certa: combattere alla pari con Andy Souwer è già sinonimo di eccellenza. E sul ring del Palasharp Giorgio Petrosian questa consacrazione se l’è meritata tutta. Il match più bello della serata, dopo quello citato, è stato quello tra il brasiliano  Alexander Cosmo e l’olandese Murthel Groenthart, lo stesso che lo scorso anno aveva già vinto il torneo a 8 di OKtagon al Palalido. Ebbene, non avevo mai visto combattere questo Cosmo, ma devo dire che ha dominato l’avversario dall’alto di una superba condizione fisica. E’ stato più bravo, più preciso, più potente di Murthel  che ha largamente perso ai punti in tutto. Un ottimo atleta Cosmo  che mi piacerebbe certamente rivedere. Il terzo match più interessante della serata è stato quello della nostra Silvia La Notte opposta all’olandese Linda Oolms, un’atleta quotata che mi pare non avesse mai combattuto prima in Italia. Silvia, che avevo proposto a Di Blasi come uno dei clou della serata, non ha deluso. Anche lei è partita in quarta sin dall’avvio e si è dimostrata più veloce, più determinata, più precisa dell’avversaria che non l’ha mai impensierita più di tanto. La Notte è veloce, possiede belle combinazioni che le escono in automatico, ha fantasia, boxa  anche elegantemente anche se le manca forse un pizzico di potenza, ma è sempre un bel vedere. Meritata la sua vittoria all’unanimità dei giudici. Ho apprezzato lo straordinario coraggio di Alessandro  Pacini che chiamato a sostituire l’inglese Kerrian Keddle (che non riusciva a fare il peso di 65 chili), nell’incontro valido per il titolo mondiale “It’s show time”, ha sostenuto tutte e 5 le riprese previste e cercando di ribattere colpo su colpo. Il suo avversario, il marocchino-olandese Hassan El Hamzaoui, era pericoloso solo di gambe che mulinava a piacimento e come sanno fare chi proviene dal Taekwondo. E’ stato infatti molto spettacolare in un paio di occasioni, ma Pacini, diretto al’angolo da Alessandro Grifa,  ha passato indenne le combinazioni di Hassan. Ha perduto ai punti, ma si è onorevolmente comportato tenuto conto  che non aveva alcuna preparazione specifica per questo incontro. Chapeu!

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Il turco Sahin Yakut ha abbattuto, è il caso di dirlo, l’avversario Shemsi Bequiri alla prima ripresa e c’è poco da dire sull’abilità del vincitore. In questi casi la vittoria è talmente rapida che non hai il tempo per inquadrare il soggetto. Certamente Yakut è valido e possiede un bel destro ed è un altro che mi piacerebbe rivedere in un incontro più impegnativo. Tra i clou della serata, c’era anche un incontro di Muay Thai che sanciva la collaborazione, l’amicizia, esistente tra l’Italia e la Thailndia. Grazie ai buoini uffici di Stefano De Bonis, che già lo scorso anno era riuscito a coinvolgere la Camera di Commercio e l’Ambasciata Tailandese in Italia, si è avuto una delegazione ad Oktagon che vi ha portato l’atleta Prajaskin Kaenjabai che ha combattuto contro il valido milanese, allenato da Diego Calzolari, Francesco Cerigone. In tutta franchezza, mi aspettavo che il tailandese, accreditato di 150 incontri, facesse boccone del nostro atleta, ed invece anche lui ha tenuto testa al più quotato avversario sino all’ultimo, anche se il match non è stato certamente bello. A Cerrigone comunque i nostri complimenti perché si è fatto tutte e 5 le riprese certamente non sfigurando nel confronto.

Il resto, non mi è piaciuto gran che in verità (e tralascio ovviamente di parlare della Savate-pro che ho visto perché certamente Alfredo Lallo  lo farà a parte). Ecco Oktagon ha vissuto su questi contenuti che hanno valso certamente il biglietto. E se posso dare un consiglio a Carlo Di Blasi, sempre alla ricerca di clou veri per la sua manifestazione, per il prossimo anno il cartellone e un altro analogo successo sarebbe assicurato: vorremmo tutti rivedere la rivincita tra Andy Souwer e Giorgio Petrosian, ma sulle classiche 5 riprese da 3 minuti. Non sarebbe bello?

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