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Federazione Italiana KickBoxing

KickBoxing, Muay Thai, Savate, Shoot Boxe

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LA NAZIONALE ITALIANA

Di: Franco Piccirilli

La nazionale FIKB di Muay Thai, uscita dalle selezioni dei campionati italiani che si sono svolti a Pisa nel mese di dicembre, per i quali siete stati ampiamente informati sul prima… durante e dopo, ha partecipato ai mondiali di Muay Thai WMF a Bangkok dal 18 al 26 marzo 2009. Il numero di atleti che ne facevano parte è stato di ben 10 elementi, di varie categorie di peso, Gianpietro Marceddu, Edoardo Tocci, Angelo Campoli, Mauro Cervellione, Carlo Diapola, Luca Tagliarino, Fabio Siciliani, Paolo Bellini, Daniele Biagioli, Caterina Currò, oltre al Direttore Tecnico Diego Calzolari, al Nutrizionista Marco Ceriani e al Dirigente Presidente del Settore Muay Thai della FIKB Roberto Fragale.

Il quartier generale della nazionale italiana a Bangkok è stato per tutto il periodo dei mondiali il Twin Towers Hotel, un lussuoso albergo quattro stelle, ma oltre quelli che sono i nostri standard per tale categoria.

 

Le camere della squadra erano tutte riunite al nono piano del grande albergo. Da qui il gruppo italiano aveva organizzato le proprie attività per soddisfare tutti gli obblighi dell’organizzazione di questo torneo internazionale, dalle operazioni mattutine di peso, agli allenamenti, agli spostamenti per raggiungere il National Stadium per gli incontri della giornata. Allo stesso modo si spostavano tutti assieme anche in occasione di pranzi e cene.

 

Una squadra egregiamente organizzata ed alla quale niente mancava per la sua efficienza. Infatti il Dirigente e rappresentante della Federazione ai Mondiali WMF, Roberto Fragale, si destreggiava con agilità tra la burocrazia thailandese, conoscendone forse più di chiunque altro, modi di pensare usi e costumi che gli permettevano in più occasioni di riuscire a prevedere con un certo anticipo anche alcuni eventi che potevano accadere e… che puntualmente poi… sarebbero successi.

 

Diego Calzolari, il Direttore Tecnico della nazionale FIKB di Muay Thai aveva invece il suo bel da fare per seguire, personalmente e direi in maniera maniacale, ognuno dei componenti della sua squadra azzurra. Infatti il Presidente della FIKB aveva affidato a lui l’onere e l’onore di comporre la squadra, naturalmente in accordo con il suo dirigente federale, il solito Fragale. Insieme, questi due “ragazzacci” avevano fatto nascere e dato grande vitalità a questo settore emergente tra le discipline della FIKB, che sembra adesso essere finalmente divenuto la rivelazione tra le discipline della Federazione sotto diversi punti di vista, come ad esempio la partecipazione di atleti, l’attività di promozione e soprattutto… i risultati ottenuti…

Un lavoro seguito costantemente e continuamente proteso verso una sempre migliore ed efficiente organizzazione del Settore Muay Thai, che forse per primo si è dotato di una sua autonoma ed efficientissima struttura organizzativa, che gli ha permesso di ottenere in un tempo adeguato, i risultati di cui vi abbiamo già parlato in passati articoli e le cui brillanti conseguenze, vi stiamo raccontando in questo speciale.

Ennio Falsoni

Dott. ENNIO FALSONI
Presidente Federale

ROBERTO FRAGALE
Presidente Settore Muay Thai

DIEGO CALZOLARI
D.T.Nazionale Seniores

La mutua collaborazione e la piena fiducia costruita e goduta da ogni componente di questa struttura, oltre che di vari altri collaboratori esterni, ha creato e quindi potuto realizzare un adeguato clima e terreno fertile per la crescita e lo sviluppo di questa disciplina all’interno della federazione, direttamente collegato al percorso di sviluppo dell’intero grande e importante movimento degli sport da combattimento.

ALESSIO PADOVANI
D.T.Nazionale Juniores

FEDERICO FRAGALE
D.T.N. Attività Promozionale

Dott. MARCO CERIANI
Nutrizionista Azzurri

FRANCESCO PELLEGRINO
Comm. Arbitrale Muay Thai

ELISA GIOVANNELLI
Dir. Ufficio Stampa

Dott. PAOLO BERNARDINI
Psicol. del lavoro e organizz.

Non si arriva certo ad avere importanti risultati in breve tempo, come tanti pare che vorrebbero poter fare per conquistare immediatamente il successo. Occorre invece costruire una solida base di rapporti in un gruppo e quindi fare in modo che  la squadra si muova nella stessa direzione affichè le energie non si disperano, ma anzi convergano verso gli indirizzi che la dirigenza ha individuato ed indicato come obiettivi principali e pre-requisiti indispensabili per lo sviluppo e la crescita del settore.

 

Tenere un gruppo unito per un comune progetto non è cosa semplice, ma non per questo non ci si può riuscire ed un grande aiuto in questo (considerando, controllando e pianificandogli nel progetto generale, anche le dinamiche psicologiche che guidano fisiologicamente tutti i gruppi) glielo ha dato Paolo Bernardini… (dott. in psicologia del lavoro e delle organizzazioni) suggerendogli come sia possibile ottenere anche grandi cose, sia pur con atti semplici ma attenti alla gratificazione e senso di appartenenza di ognuno l gruppo… come sta appunto ultimamente dimostrando di saper fare il Settore Muay Thai della FIKB.

 

Una simile struttura organizzativa, in cui diverse competenze sono state aggregate, ha permesso di utilizzare con  eccellenti risultati i migliori atleti della FIKB nel settore muay thai e quindi coinvolgerli anche emozionalmente nella loro preparazione per le competizioni internazionali che avete visto o letto, anche e soprattutto attraverso l’organizzazione dei vari collegiali per la definizione della nazionale. Non si può costruire senza avere una solida e ben determinata struttura che sostenga tutto il lavoro necessario per organizzare, seguire e realizzare i risultati che vi raccontiamo, per cui il merito infine non è mai di uno solo, anche se uno solo può rappresentare tutti, davanti agli altri.

 

La squadra composta quest’anno è, come detto sopra,  il risultato delle selezioni italiane dei campionati nazionali di Pisa e dei vari collegiali organizzati proprio per verificare l’idoneità di questi atleti a sostenere il campionato mondiale appena concluso. Quanto studiato e messo a punto dalla mutua collaborazione dei diversi componenti dello staff operante nella struttura del Settore Muay Thai, ha mostrato la tendenza dell’intero gruppo di atleti verso una maggiore maturità e coesione di tutta la squadra, nel formare una entità quasi unica, per come poi hanno saputo interagire tra di loro e verso l’ambiente esterno.

 

L’attenzione che l’organizzazione del settore Muay Thai ha messo in campo verso tutti i praticanti di questa fantastica disciplina sportiva, conseguentemente ed a maggior ragione verso gli azzurri, ha permesso di realizzare ogni parte dell’intero programma, così come in principio era stato ideato e progettato dalla struttura direttiva del settore. Ma per poter fare ciò che è stato fino ad ora realizzato, è stato necessario avere a disposizione gli atleti emersi dalle selezioni nazionali, per poter lavorare come deciso dai vertici del settore e quindi formare una buona e meritevole rappresentativa azzurra ai campionati mondiali di Muay thai di Bangkok.

 

Rappresentativa che non era solo un mettere insieme degli atleti, ma amalgamare e legare i diversi individui per realizzare una squadra che diventa tale, anche e soprattutto nel modo di sentire, operare e convivere, come fosse una entità unica. Alcuni di questi elementi erano già stati presenti nelle nazionali degli anni passati, mentre molti altri erano gli elementi al loro primo ingresso in nazionale.

 

Sicuramente l’esperienza dei più anziani ha dato l’esempio ai nuovi entrati di come avrebbero dovuto comportarsi e cosa voglia significare far parte di una nazionale, attraverso l’adozione di quegli usi e costumi da utilizzare in simili circostanze. A Bangkok sembrava davvero di vedere un gruppo coeso di elementi, teso a dare significatività nell’essere rappresentanti in quell’occasione dell’espressione italiana dello sport. Infatti nelle uscite ufficiali della nazionale italiana ognuno vestiva la propria tuta federale, con i simboli dell’Italia e della FIKB, distinguendosi dal contesto della massa di persone, e rendendo visibile la presenza dell’Italia in tali occasioni.

 

Naturalmente questo accadeva al National Stadium di Bangkok, ma non mancavano altri momenti tra cui l’appuntamento giornaliero con il peso, la colazione al ristorante del Twin Towers Hotel e talvolta anche le rare uscite serali. Ma non solo questo era segno della loro appartenenza alla nazionale.

 

Al National Stadium a Bangkok la squadra ha dato prova di una naturale coesione, come quando si riuniva intorno all’atleta di turno che sarebbe poi salito sul ring mostrandogli di essere con lui anche nel momento della preparazione all’incontro; quando poi un componente della nazionale saliva sul ring ho potuto notare i suoi compagni spostarsi sotto il corrispondente l’angolo per non fargli mancare l’appoggio e il sostegno psicologico di tutta la squadra, in un momento che non era solo il combattimento del singolo, ma di tutta la squadra.

 

Durante il match infatti, questi ragazzi si scatenavano in un caloroso, appassionato ma anche organizzato tifo per il loro compagno, anche ritmando il proprio incitamento; ogni colpo che l’italiano metteva a segno veniva rimarcato da tutto il gruppo, facendo sentire il loro compagno il vero protagonista di quel momento.

 

Addirittura in alcune occasioni di scambi sul ring particolarmente accesi, il gruppo italiano riusciva a coinvolgere emotivamente anche il pubblico presente, così come anche qualche team straniero che applaudiva le gesta di questi nostri atleti. Al trascinante coro degli italiani si univano quindi anche gli applausi dei presenti al National Stadium di Bangkok, compiaciuti per lo spettacolo al quale stavano assistendo.

 

Questo è potuto accadere proprio in conseguenza della compattezza mostrata dall’intera squadra nel sostenere il proprio compagno di turno sul ring, impegnato sul quadrato a dare, con le proprie gesta atletiche, segno della preparazione maturata in questi mesi di allenamento in preparazione del mondiale.

 

Anche al termine degli incontri, i compagni lo accolgono ai piedi della scaletta del ring e gli si chiudono intorno, complimentandosi per la prestazione appena mostrata sul quadrato, indipendentemente dal giudizio degli ufficiali di gara, proprio conoscendo cosa voglia dire prepararsi al combattimento, salire sul ring e dare… battaglia, senza risparmiarsi, ma dare fondo ad ogni energia mostrando in tal modo di aver dato tutto se stessi nel confronto agonistico e quindi risultare vincitore proprio perché è stato fatto tutto quanto era nelle proprie possibilità.

 

In caso contrario si potrebbe dire che quell’atleta abbia tradito la missione per la quale è stato convocato a far parte della nazionale, i suoi compagni che hanno condiviso con lui il percorso per la preparazione a questo evento, la nazione che rappresenta, l’onore e la dignità degli italiani che hanno assistito al combattimento. Ho visto solo ragazzi ben motivati ed orgogliosi di far parte di questa edizione della nazionale, che hanno saputo dimostrare il proprio valore e quindi attraverso le loro gesta il valore di una nazione, della quale essi sono l’espressione migliore per quanto riguarda la Muay Thai… e non solo credo.

 

Atleti per i quali la federazione si era impegnata in vario modo, anche economicamente, sostenendo tutte le esigenze per realizzare il progetto che i suoi dirigenti di settore avevano ideato, chiedendo in cambio che loro si comportassero da atleti, cioè che rendessero evidente quanto di meglio erano in grado di saper fare sul ring. Dovevano cioè combattere, dare battaglia, non solo per portare a casa una medaglia, quanto soprattutto per dimostrare che un guerriero è tale fino al suono della campanella della fine dell’ultimo round. Essere da esempio per l’intera squadra, non tirarsi indietro di fronte all’impeto dell’avversario, ma affrontarlo con le armi che ha a disposizione, non ultimo e forse più importante… il cuore!

 

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