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Presentazione del libro Meditazione e fotografia
Intervengono: Diego Mormorio, Annarita Curcio
(critica fotografica)
Editore Contrasto DUE
Di: Ufficio Stampa VersOriente
La
fotografia è diventata per noi una presenza costante: segna le
nostre vacanze, le nostre passeggiate, i momenti particolari. È
naturale, dunque, che chi s’incammina sulla strada della meditazione
possa ricorrere al linguaggio della fotografia, così come consiglia
il monaco zen Thich Nhat Hanh quando dice: “I meditanti
sanno da sempre di dover usare i loro occhi e il linguaggio del
tempo a cui appartengono per esprimere la propria profonda
comprensione”.
Sia la tradizione orientale che
quella occidentale considerano l’organo della vista la base e
l’origine di ogni conoscenza. L’occhio è il centro dell’uomo.
Parte da qui Diego Mormorio
per riflettere sul rapporto possibile e stimolante tra la pratica
della meditazione e l’esercizio del fotografare. Se, come dicono i
maestri zen, “meditare è vedere le cose così come sono”, allora
l’apparecchio fotografico, potenziamento dell’organo della vista,
può penetrare più a fondo nell’apparenza delle cose, fino a
diventare un vero occhio meditativo.
Diego Mormorio ripercorre la storia
dello sguardo nell’arte, mostra le tracce di una possibile
concezione zen del linguaggio fotografico nel lavoro di grandi
autori del nostro tempo, fino a suggerire pratiche e tecniche utili
a vivere la fotografia come un esercizio mentale e spirituale.
Per gli amanti della fotografia e per
chi si interessa di meditazione, questo libro è un viaggio complesso
e affascinante all’interno di un possibile e inusuale modo di
concepire l’azione del fotografare: “Del resto, non
dimentichiamolo, l’obiettivo di chi pratica la fotografia come
meditazione è assai più impegnativo del conseguimento di un
risultato esclusivamente estetico. È quello di imparare a guardare e
di trovare nell’osservazione la più grande scuola di vita, il nostro
principale maestro”.
Diego Mormorio è nato a
Caracas da genitori siciliani. Si è occupato soprattutto dei
rapporti tra la fotografia e la cultura filosofica e letteraria. Da
alcuni anni si interessa particolarmente al tema della
rappresentazione della bellezza e della natura, con particolare
riguardo al paesaggio. Tra i suoi libri ricordiamo “Gli scrittori
e la fotografia” (1988), “Storia della fotografia”
(1996), “L`isola dei siciliani” (1995), “Vestiti. Lo stile
degli italiani in un secolo di fotografie” (1999), “La lunga
vacanza del barone Gloeden” (2002), “La regina nuda.
Delazioni e congiure nella Roma dell`ultimo Papa Re” (2006), “W
Garibaldo. Tre racconti garibaldini” (2007).
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