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IL NOSTRO COLLABORATORE FRANCO PICCIRILLI ESAMINA LA NUOVA DISPOSIZIONE SANITARIA DEL COMITATO OLIMPICO NAZIONALE E CI RAGGUAGLIA SULLE SUE INEVITABILI RIPERCUSSIONI NEL NUOVO MODO DI INTENDERE E PRESENTARE I NOSTRI SPORT DA COMBATTIMENTO. COMPLETAMENTE IN LINEA CON GLI INTENDIMENTI DI QUESTA REDAZIONE E DEL MOVIMENTO SPORTIVO CHE GUIDA E CHE ABBIAMO DA SEMPRE MANIFESTATO SU QUESTE NOSTRE PAGINE ELETTRONICHE. MA ANCHE LA FEDERAZIONE CHE LE ADOTTA, RISULTA ESSERE QUINDI ALL’AVANGUARDIA NELLA TUTELA SANITARIA.

Una Federazioni all’avanguardia

Di: Franco Piccirilli

Roberto Fragale          Ennio Falsoni

La crescita di una disciplina sportiva e quindi di una federazione… è forse anche, ma non solo, in relazione all’importanza che questa pone verso la tutela dei propri associati che svolgono attività sportiva e soprattutto quella agonistica, ed in particolare nel nostro caso, per gli atleti nel contatto pieno. Qui infatti vi potrebbero essere maggiori probabilità di quei traumi dovuti ai molti e diversi colpi portati a pieno contatto, compromettendo eventualmente si dice, l’integrità fisica e mentale dell’atleta.

logo FPI     logo CONI     anelli olimpici

Già da tempo nella Federazione Pugilistica Italiana (FPI) è in vigore una norma per la quale i pugili non possono effettuare più di un incontro al giorno, quella stessa disposizione che adesso il CONI ha deciso di estendere anche agli altri sport a contatto pieno, riconosciuti dal suo Comitato Olimpico Nazionale Italiano.

Evidentemente le conseguenze degli scontri sul ring, hanno indirizzato gli organi preposti alla tutela degli atleti, ad orientarsi verso l’adozione di maggiori precauzioni per consentire al meglio, l’incolumità fisica e mentale dell’atleta. Tale decisione, oltre che tutelare dal punto di vista sanitario l’atleta, consente anche la salvaguardia della sua carriera agonistica, consentendogli quel naturale e fisiologico ripristino ormonale e recupero di energie, prima di poter affrontare nuovamente le scalette del ring, con rinnovata determinazione.

    

Crediamo che anche questo fatto, abbia dato maggior fiducia e una luce diversa agli organi di controllo sull’attività agonistica, non facendo sentire abbandonati gli atleti, seguendoli invece ancora più da vicino nel loro percorso di crescita agonistica, potendo forse meglio sviluppare le loro capacità agonistiche e atletiche. Infatti, un eventuale prematuro incidente a causa di colpi che non hanno avuto modo di essere metabolizzati dall’organismo, potrebbero precludere la carriera dell’atleta, se non addirittura la salute.

    

Per questo, quando si parla di salute sportiva, dovremmo tutti noi fare molta attenzione, senza dover arrivare a nessun conclusione, ma solo comprendere cosa sia meglio prima di tutto per l’atleta, prima ancora che per lo sport. Questo infatti, per poter essere definito tale, dovrebbe essere perfettamente funzionale alla crescita e mantenimento della salute psicofisica del suo praticante.

    

Sulla pericolosità degli incontri a contatto pieno, si sono espresse molte autorità sanitarie, ma altrettante hanno contribuito a rendere tali scontri meno cruenti, ma altrettanto spettacolari. Lo scontro sul ring è forse un’attività rivolta al controllo di quella istintiva aggressività che l’uomo da sempre mostra di avere, risultato dipendente da vari e diversi motivi, che portano ad esplosioni incontrollate di questa aggressività, trasformandola spesso in rabbia. E’ proprio la mancanza di controllo che provoca l’esplosione di tale aggressività in maniera pericolosa, per se e per gli altri.

    

Sul ring, con regole appropriate e che tengano conto della tutela degli atleti, è invece possibile convogliare questa istintiva aggressività, evitando quei danni altrimenti controproducenti per una tale pratica sportiva o quantomeno minimizzandone l’eventuale insorgere.

              

Le federazioni dove questa attenzione verso i propri associati è maggiormente presa in avveduta considerazione, si pongono certamente all’avanguardia nel panorama sportivo degli sport a contatto pieno, mostrando di essere e divenendo perfino il riferimento per tutti gli atleti di questi sport.

    

Tuttavia, spesso anche gli atleti non ne comprendono l’importanza, in quanto chi è preposto alla loro preparazione e tutela, molte volte purtroppo ignora la rilevanza di una simile e salutare salvaguardia, mettendo forse a rischio, più di quanto loro stessi potrebbero pensare, gli atleti che si affidano alle loro competenze, che in tal caso sembrerebbero essere piuttosto… incompetenze.

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Forse inaspettata una simile disposizione, in un momento in cui la kickboxing stava crescendo come attività sportiva conosciuta e praticata da tantissimi ragazzi, riscuotendo sempre maggiori successi là dove queste vengono presentate degnamente, come noi de ilguerriero.it abbiamo potuto constatare, ovunque siamo stati coinvolti nelle diverse organizzazioni di queste riunioni.

    

La decisione del CONI, che la FIKB dovrà necessariamente raccogliere, potrebbe sembrare una imposizione discriminante, se confrontata con le altre realtà sportive che si occupano di sport da ring. Queste infatti, al momento, parrebbero invece poter continuare a svolgere la loro attività concentrando in una sola giornata anche i ripetuti combattimenti del solito atleta!

In Redazione ne abbiamo invece colto lo spirito di crescita di questo sport, non più marcatamente violento, ma di uno sport completo, praticato per la crescita integrale dell’atleta e della persona, anche attraverso la sua tutela fisica e mentale, teso al benessere della persona, al quale ogni sport dovrebbe tendere per potersi fregiare di questo nome.

Troppo spesso assistiamo ad eventi, in cui gli atleti non hanno avuto il benché minimo riscontro medico… ad episodi che per loro natura avrebbero avuto bisogno di essere approfonditi anche clinicamente. Non vogliamo in questa sede andare ad individuare “chi” si sia comportato e continui a comportarsi in modo così leggero e poco attento nei confronti degli atleti, ma comunicare che anche senza dover obbligatoriamente adempiere a norme del genere… sarebbe quantomeno opportuno per la crescita di questi sport e dell’intero movimento della kickboxing, comprendere il messaggio innovativo di un modo di vedere queste discipline… oltre il mero scontro fisico o addirittura per taluni… come uno scontro di scuole.

         

Questa nuova attitudine potrebbe contribuire invece a minimizzare quei pregiudizi, che talvolta o troppo spesso sino adesso, hanno intralciato la sua esibizione e promozione pubblica, al pari di tanti altri sport. Gli atleti stessi, i vari coaches, se prima ne ignoravano l’importanza… adesso hanno modo di sapere e conoscere meglio come operano le diverse federazioni. Oltretutto affrancanti dal più autorevole organo sportivo nazionale, per cui se una tale decisione è stata presa… non è certo per avvantaggiare chi non presta attenzione a queste elementari tutele sanitarie, quanto quella di proteggere meglio chi pratica sport seriamente.

Adesso, ci era data l’occasione per dare un nostro autorevole contributo attraverso una altrettanto autorevole presenza, quella collaborazione con Roberto Fragale, cui spesso i nostri comuni modi di vedere, oltre lo stretto e immediato utilitarismo, ci portano ad affiancarci nelle nostre comuni avventure.

    

Ed una di queste è proprio quella di cercare di far comprendere come una decisione apparentemente e superficialmente inibitoria per l’attività sportiva fino ad ora condotta, possa invece essere e dare nuova energia per una stagione nuova, rinnovando quelle energie che da sempre gli organizzatori di manifestazioni mettono in campo, per dare lustro alla propria attività ed a tutto il movimento della kickboxing.

    

Forse la soluzione non è cercare di fare come sempre si è fatto, ma fare al meglio quello che ci è consentito fare…

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