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CI GIUNGE IN REDAZIONE UNA MAIL FIRMATA DAL SIG. FABIO CASTELLUCCI CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE. SEMBREREBBE ESSERE A SOSTEGNO DELLA WTKA NELLA DIATRIBA CHE ERA SCOPPIATA QUALCHE TEMPO ADDIETRO CON LA FIKB E PERSINO CON UNA SERIE DI “BOTTE E RISPOSTE” TRA I 2 PRESIDENTI ENNIO FALSONI E MICHELE PANFIETTI… PROPRIO SU QUESTA RIVISTA ELETTRONICA.WTKA – SOGNO – IDEA - REALTA’Di: Fabio CastellucciMi sento un vecchio delle arti marziali, non perché sono bravo badate bene, ma solo perché ho 35 anni di attività sulle spalle. Ho visto decine di realtà, successi e fallimenti, campioni e persone normalissime e questo mi dà un metro di giudizio abbastanza preciso e sopratutto lungimirante. Ho conosciuto Michele e Cristiano agli albori della WTKA,quando non era altro che un’idea che si stava materializzando, persone schiette e dirette, totalmente diverse fra loro, ma con un obbiettivo comune, realizzare un sogno.
Viviamo nel terzo millennio, dove la globalizzazione ha trasformato tutto il mondo che conoscevamo. Potete essere d’accordo o no con questo fenomeno, ma nessuno può fermarlo, rallentarlo o cambiarlo, dobbiamo accettarlo e basta, con i suoi pro ed i suoi contro.
Proprio questo fenomeno ha trasformato il mondo delle arti marziali, che c’entra direte voi, beh leggete un attimo quello che penso e poi tirate le somme. Il mondo delle arti marziali è sempre stato settario, magari enorme, ma diviso in tante piccole realtà, fatte di presidenti e direttivi, direttori tecnici e comitati, tutti votati ad un guadagno di immagine e potere; ma come tenere a sé la base? Convincendola che al di fuori tutto è male, sbagliato, scorretto, “io sono la via”, “la mia federazione è riconosciuta”, “il mio livello è il migliore” e via con guerre e faide ridicole e patetiche, sapeste quante ne ho viste e quanto male hanno fatto al nostro modo di fare sport.
Poi arriva internet, la globalizzazione, crolla il muro di Berlino, tutto diventa uno, la gente si guarda intorno, comincia a non credere più alle frasi ed ai dogmi federali, legge, scopre, si informa e CAPISCE. In questo tutt’uno arriva la WTKA, libera, serena, dove tutti possono fare tutto, senza rendere conto a niente e nessuno, se non all’etica delle arti marziali e della civile società, liberi di andare e venire, liberi di decidere della loro attività, dei loro simboli, senza padri padroni o grandi regole da rispettare.
Io l’ho scoperto anni fa, molti lo stanno capendo adesso, tutto quello che altrove è regola nella WTKA passa in secondo piano, perché c’è qualcosa a cui Michele e Cristiano tengono di più (secondo me, badate bene, non sono certo il loro ufficio stampa) maestri, dirigenti, sensei, docenti, arrivano dopo uomini e donne, la loro dignità, serenità, sogni e paure. Che sogno stanno realizzando, un’idea che rompe vecchi meccanismi medievali di proprietà e feudalesimo, per me come per loro davanti a tutto c’è la persona e per questo motivo prima di tutti arrivano gli atleti, le loro famiglie, le loro gioie e le loro lacrime, pensateci bene, questa è la carta vincente del 2000, il rispetto, la gioia di poter gareggiare o vedere il proprio figlio felice, senza dover rendere conto a nessuno, se non allo sport.
Forse Michele e Cristiano non saranno d’accordo sui termini, ma io considero la WTKA una casa, di tutti, quel villaggio globale che tutti sognavamo, prima di una federazione. Vecchio sciocco sognatore, finalmente hai trovato ciò che cercavi. Devo ringraziare Michele e Cristiano che mi hanno dato la possibilità di creare con loro qualcosa, di sentire questo sogno un po’anche mio, anche se in minima parte, di avermi dato un posto importante, di avermi dato fiducia e serenità, di avermi lasciato lavorare liberalmente.
Ho partecipato a tutti i mondiali dalla WTKA, che stress dietro le quinte, ma che gioia sui tatami, che meraviglia vedere decine e decine di ragazzi, con il loro paese nel cuore, uguali, senza soggezione, senza paure, gareggiare e stringersi la mano, piangere e gioire come in una grande giostra. Questo significa “OPEN”, non avere campioni a priori, riverenze da fare o politiche da tenere, in fondo un atleta è un atleta perfettamente uguale agli altri, al di là della nazione e dei blasoni, uguale nella dignità, nella competitività, nella gioia e nella delusione sopra o fuori dal podio.
Poi sento parlare e sparlare di loro, da vecchi presidenti, mummie avvizzite, preoccupati solo del potere e del successo. Michele e Cristiano non parlano di loro, non ne sentono il bisogno, ma io sono un’anima libera ed il mio pensiero voglio esporlo, siete perdenti cari doget catreda, ma non per la WTKA, ma solo perché il mondo è cambiato, la WTKA ne è solo espressione del pensiero e dei bisogni.
Smettete di sparlare di loro, non perderete potere o atleti per COLPA della WTKA, ma per vostro demerito, per il vostro modo di pensare dittatoriale, ottuso e vecchio, le idee vi hanno sconfitto, non la WTKA, provate a parlar male di quelle se ve la sentite. A voi voglio dare un consiglio, lasciate le paure e venite a parlare, non a gareggiare, ma solo a parlare con chi della libertà ha fatto un punto di arrivo, della dignità della persona in quanto atleta un vanto, o devo pensare che siete in grado solo di fare chiassate, nascosti dietro alla carta di un giornale?
Non vi è mai venuto in mente che servendo cattiveria e bugie non offendete Michele e Cristiano ma coloro che gareggiano? Che proprio per proprio siete sconfitti da voi stessi? Crescete e cambiate, il mondo lo sta già facendo, arti marziali comprese. Quando leggo offese e falsità, penso a quei ragazzi che si sentiranno offesi, puniti per non aver fatto niente, se non essersi affiliati e prostrati ai soliti “leggendari” personaggi. Mi metto nei loro panni e sento montarmi dentro la rabbia di chi viene privato di qualcosa (e parlo della serenità, perché altro non possono togliere loro) senza motivo. Diceva Funakoshi “il fine ultimo del karate è l’umiltà” vecchio maestro sognatore, quanto saresti deluso dei tuoi eredi; anzi sai cosa penso? Che se tu fossi ancora vivo ci troveremmo ai mondiali WTKA, quelli che più rispettano le idee che per tutta la vita ti hanno accompagnato.
Concludo la mia lettera con un augurio a Cristiano e Michele, di buon lavoro e di successi sempre maggiori (anche se non ne avrebbero bisogno, hanno finalmente aperto la via a qualcosa che il mondo vecchio e stanco delle arti marziali aspettava da lustri) a chi si diverte ad incenerirli con anatemi torquemadiani auguro di svegliarsi una mattina e capire che il 2008 è arrivato, che il mondo cambia, le persone crescono, si incontrano, si stringono la mano e vogliono farlo sotto il sole, non all’ombra dei soliti giganti coi piedi di argilla. |