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SEMBRA CHE ANCHE IL PRESIDENTE DELLA fikb FALSONI SIA PERFETTAMENTE D’ACCORDO CON LA LINEA ORGANIZZATIVA CHE QUESTA REDAZIONE STA TENTANDO DI DIFFONDERE NEL GRANDE MOVIMENTO PER I NOSTRI SPORT, AFFINCHE’ MOLTI ALTRI ORGANIZZATORI ITALIANI COMINCINO A LORO VOLTA A PRENDERNE SPUNTO E MIGLIORARE L’ELEGANZA DEGLI EVENTI. IN QUESTO ARTICOLO IL PRESIDENTE ENNIO FALSONI CI PRESENTA DUE ESEMPI STRANIERI CON LA CHIARA INTENZIONE (CI PARE…) DI RIUSCIRE A SOLLETICARE LE FANTASIE ORGANIZZATIVE DEI PROMOTER NOSTRANI.

Dopo il Montenegro, confermata  la  tendenza anche all’Estoril (Portogallo)

PICCOLO E’ BELLO?

Una sontuosa cena di gala con spettacolo di kickboxing ai massimi livelli nel più grande casinò d’Europa, uno show per una clientela selezionata. E’ la moda  in alcuni paesi.

Di: Ennio Falsoni

Siamo abituati ormai a  vedere e organizzare manifestazioni di kickboxing che avvengono un po’ ovunque. Ovviamente se gli atleti sono diverse centinaia o addirittura migliaia, hai bisogno di spazio e pertanto i vari palazzi dello sport sono il luogo più indicato  per svolgere tali manifestazioni. Per lo più, questi eventi sono amatoriali ancorché   gare regionali, interregionali, campionati nazionali, internazionali , europei o mondiali. Ma per quanto riguarda tutto il discorso  che notoriamente riguarda i cosiddetti “pro”, la musica cambia. Specie negli ultimi tempi.

Qualche promotore di questo tipo di eventi detti Galà infatti si è infatti chiesto: vale più la pena di avere 1500/2000  spettatori a 10-15 Euro a biglietto, oppure 5/600 a 100? Se la matematica non è un’opinione, chiaro che la seconda soluzione sembrerebbe  la scelta più logica. A questo punto allora   si porrebbe un altro   quesito: è più facile trovare tanta gente che paga un biglietto a basso prezzo, o trovarne pochi che spendono tanto?

Nell’attesa che i nostri promotori nostrani sbattano  il loro naso su problemi di questo tipo (come già hanno fatto sicuramente prima di noi quelli del pugilato), desidero darvi il mio personale contributo di vecchio “guardone” ormai  degli sport da ring. Vi propongo due esperienze vissute negli ultimi due mesi.

Il Montenegro è l’ultimo paese nato dalla disintegrazione della Yugoslavia. E’ un regione assolutamente  montuosa che però ha uno sbocco che la Serbia riteneva importante per il mare. Si affaccia infatti sull’Adriatico e proprio nella sua principale cittadina di mare, Budva – una splendida cittadina, una  lingua di terra sabbiosa con i Balcani subito dietro che si buttano a picco nel mare-, sull’onda del successo turistico conseguito negli ultimi anni ( mi hanno detto che è piena di russi che comprano tutto ciò che è in vendita)  è stato costruito uno albergo a cinque stelle con SPA di grande qualità che è veramente Splendid di nome e di fatto.

In Montenegro, esattamente nella capitale Podgoriça, vive uno dei più grandi atleti di kickboxing  attualmente in attività, Ivan Strugar, 33 anni, che nella sua carriera ha vinto veramente tutto quello che c’era da vincere. Ha fatto parte della squadra nazionale yugoslava con la quale ha conquistato medaglie d’oro sia a campionati europei che mondiali WAKO poi, passato all’attività professionistica, è diventato campione del mondo nei 75 chili di low-kick, quindi salendo di categoria ha attaccato e vinto   il  titolo nei 78, salendo ancora ha detenuto – sempre da imbattuto – il titolo negli 81 chili finché ha espresso il desiderio di portarsi a casa anche il titolo negli 85 chili. Quattro titoli mondiali in quattro diverse categorie  durissime, vi garantisco   che è un record difficilmente superabile. L’unico problema  eriche il titolo negli 85 chili lo deteneva Salko Zdilcic, un atleta bosniaco di Tuzla, un musulmano che nel suo paese è come un eroe nazionale, capace di attirare sino a 10.000 persone al palazzo dello sport quando combatte.

Notoriamente, Bosniaci e montenegrini erano insieme nella vecchia Yugoslavia, in teoria i due avrebbero potuto militare nella stessa squadra nazionale.

Lo scorso 14 dicembre, vengo invitato in Montenegro  dal  promoter nonché manager di Strugar,  Boban Nikic, che attraverso la mia mediazione aveva trovato un accordo per realizzare questo match “storico”. Lo ha realizzato però non nel solito stadio o palazzo dello sport, ma proprio nella “Grand Ball room”, nel salone delle feste dell’Hotel Splendid, uno degli sponsor dell’avvenimento.

Per capire meglio la situazione economico-sociale del paese basta sapere che lo stipendio mensile medio di un impiegato in Montenegro  è di 200 Euro.

Ebbene, in questo contesto socio-economico, Boban Nikic  è riuscito nella storica impresa di  vendere tutti i 630 posti a sedere organizzati intorno al ring, infarcendoli  di vip locali , ad un prezzo che andava da un minimo di 100 Euro a un massimo di 250! Niente male davvero. Se poi  si pensa che ha  messo le mani su un contributo   che gli è arrivato dal Ministero del Turismo di 80.000 euro, unitamente ad altri suoi sponsor, capite bene che il nostro ha fatto davvero un buon business e che occorre scappellarci d’innanzi a tanta bravura.

Per la cronaca  la serata, tra  una cantante nazionale importante che ha intrattenuto  il pubblico, luci, suoni e fumi, ripresa in diretta  dalla televisione nazionale, ha  vissuto su   4 incontri  internazionali di alto livello  e l’eroe locale, Ivan Strugar, ha vinto  per la delizia dei suoi aficionados  anche il suo quarto titolo mondiale entrando nella leggenda del nostro sport.

Passa poco più  di un mese dall’evento montenegrino , e mi trovo ancora in Portogallo, precisamente all’Estoril, poco fuori la capitale, che è stata la prima cittadina portoghese a vocazione turistica del paese. Qui  esiste il più grande Casinò d’Europa (collegato ai proprietari cinesi di Macao!, incredibile ma vero)  e nella sala solitamente usata per concerti e spettacoli, eccoti il solito ring nel mezzo, l’altare, il centro magico di tutto.  Con una differenza, rispetto al Montenegro: una sfilza di tavoli apparecchiati per un dinner gala che il Casinò ha organizzato per tutti i selezionati spettatori (prezzo dai 100 ai 500 Euro a testa, cena compresa), visto che lo spettacolo non sarebbe cominciato prima delle 22.40 a causa della diretta televisiva.

E’ stata un’ottima cena ed un ottimo spettacolo il cui clou era rappresentato dalla disputa di un titolo mondiale Wako-Pro tra il famoso Gago Drago (un atleta di origine armena che tuttavia vive e si allena ad Amsterdam) contro uno dei migliori fighters portoghesi, Luis Reis. Beh, pensavo che Gago Drago facesse boccone di Reis  vista la sua esperienza, invece mi sono sbagliato. Drago ha vinto, ma sul filo di lana e Luis Reis gli ha tenuto testa benissimo, anche se pedalava per lo più all’indietro sui continui attacchi dell’armeno/olandese, fino alla fine.

Il promotore della serata è stato il mio amico e vice-presidente Wako-Pro Carlos Ramjanali, il più noto organizzatore portoghese  sia di boxe che di kickboxing nonché commentatore televisivo per Eurosport.  Che dire dunque di queste due ultime esperienze: che piccolo è bello? Da quello che ho visto, per questo tipo di spettacoli, certamente sì. Ospite d’eccezione   della serata di Lisbona è stato un altro beniamino del K1 mondiale, l’olandese – ma originario del Surinam -, Remy Bonyasky col quale ho cenato e conversato piacevolmente tutta la sera. Devo a questo punto confessare   che ero sì andato a Lisbona per assistere a questo Gala, ma soprattutto per incontrare Bonjasky perché vorrei portarlo allo Stage Nazionale FIKB fissato a Cattolica dal 24 al 27 aprile. Non sono riuscito ad avere la sicurezza di averlo con noi perché il 26 aprile, all’Arena di Amsterdam, viene organizzato un  importante Gala dove era prevista la presenza di Peter Aerts. Ma poiché pare si sia infortunato, c’è la possibilità che Bonjasky lo sostituisca se non dovesse farcela.

Inutile dire che spero proprio che Peter Aerts si rimetta in tempo per il suo incontro.


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