un
articolo della nostra collaboratrice
Cristina Radivo, esperta conoscitrice del thai massage E GRANDE APPASSIONATA
DELLA CULTURA THAILANDESE, che ci raGGUAGLIA SUL SIGNIFICATO STORICO-CULTURALE
DEL TERMINE THAILANDIA.
Prathet Thai
-il Paese degli uomini liberi-
La
Thailandia o più correttamente il Regno di Thailandia, in lingua thai è:
Raja-anachakra Thai ราชอาณาจักรไทย, talvolta trascritto come 'Ratcha Anachak
Thai'.
In ambienti più informali, è interpretato più
frequentemente come: Prathet Thai - ประเทศไทย, il Paese dei Thai, ovvero
-il Paese degli uomini liberi-.
Questa definizione, diffusa anche in Occidente,
talvolta è interpretata in modo approssimativo, se non ambiguo, per non dire
“maschilista”; ed è purtroppo accostata ad un doppio senso di dubbio gusto,
collegato ad una forma di degradante marketing turistico.
Essendo un’esponente del genere femminile, che
a suo tempo, ha vissuto l’epoca del femminismo rampante (pur non condividendone
pienamente gli eccessi), una definizione di tal genere suscita in me un sottile
ma irritante moto di fastidio e di ribellione! Voglio pensare dunque, che la
definizione -il Paese degli uomini liberi- riferito alla Thailandia sia intesa
in maniera generica e faccia riferimento ad entrambe le tipologie della specie
umana, per quanto rimanga nondimeno latente, un ragionevole dubbio…
Thailandia è un’italianizzazione (mi si
perdoni l’orribile termine) della denominazione in lingua inglese Thai-land,
la cui traduzione letterale è: Terra dei Thai e la parola Thai-ไทย, in lingua
thailandese significa "libero", da qui il gioco di parole… -Paese degli uomini
liberi- e il corretto significato, esprime un concetto di molto più ampio
respiro!
Prathet Thai - Nazione dei liberi,
rispecchia pienamente la Storia e la Natura del popolo thailandese.
I Thai sono il principale gruppo etnico
della Thailandia e sono parte del più ampio insieme etno-linguistico Tai,
stabilitosi in epoche remote, sia in Thailandia che nelle confinanti aree del
Sud-Est asiatico. L’etnia thai, -razza- potrebbe essere considerato -non
politically correct-, ha delle caratteristiche, a mio avviso e per mia
esperienza, particolari,
che in un certo qual modo confermano e avvalorano pienamente il significato
dell’espressione -Terra dei Liberi-.
La più ampia diffusione dell’etnia Thai vive
nella penisola siamese, anche se alcune comunità di genti Thai si possono
trovare in altre aree del Sud-Est asiatico. La maggioranza, più di 60 milioni,
vive nel Regno di Thailandia, mentre troviamo enclave tai di antica data, in
Cambogia, Laos, Myanmar (ex Birmania), Malesia e nella provincia cinese dello
Yunnan; in periodi più recenti, altri Thai sono migrati, a Taiwan, Singapore,
negli Emirati Arabi, in Australia e negli Stati Uniti d’America.
La loro lingua è il Thai, in thailandese:
ภาษาไทย phasa thai, classificata come appartenente alla famiglia dei
linguaggi Tai-Kadai. A questo proposito, diviene d’obbligo il rimando
all‘interessante articolo
Thai e Altai del dott.
E. Visintainer, al fine di ampliare il concetto presentato.
La Thailandia è nota anche come Siam, che
è stato l’appellativo ufficiale della nazione thailandese, seppure con periodi
alterni, fino all'11 maggio 1949.
La parola Thai-ไทย, come espresso
precedentemente, in
lingua thailandese significa "libero" e indica anche il nome delle genti
Thai; per questa ragione alcuni gruppi della popolazione, in particolare la
rilevante minoranza di origine cinese, sembra continuino ad utilizzare il
termine Siam, al fine di sottolineare ed affermare la propria eredità genetica.
D’altronde, in qualsivoglia nazione con una
seppur minima estensione territoriale (basti pensare ai Cantoni della Svizzera),
non è possibile, in nessuna occasione, ritrovare una totale e assoluta
uniformità nella popolazione. Qualsiasi confine o frontiera non è mai stato, nel
corso dei millenni, totalmente refrattario e impermeabile, tanto da escludere
(per fortuna) un qualche seppur minimo amalgama di genti. Che questa
assimilazione sia imputabile a scambi commerciali, conflitti, invasioni o
conquiste, oppure a migrazioni e fluttuazioni naturali dei popoli, è
irrilevante. Una simile resistenza, d’altro canto, sarebbe innaturale, nel senso
più ampio del concetto, associato alla Vita stessa, come alternanza di fasi.
Queste considerazioni sono motivate,
esclusivamente in base alla mia personale
percezione,
da una peculiarità che ho riscontrato nei Thai; mi riferisco alla loro vena
congenita di indomabile indipendenza e individualismo.
Non si può, infatti, dimenticare che il Regno
del Siam può vantare il fatto di non essere mai stato assoggettato come
Colonia di un’altra nazione. Unico Paese dell’area del Sud-Est asiatico che
nell’epoca del più sfrenato colonialismo, sia riuscito a mantenere la propria
Indipendenza, con qualche inevitabile concessione territoriale, ma
relazionandosi alla pari con le altre Nazioni.
Questa caratteristica affiora già in epoche
passate: durante il Regno di
Sukhothai (1238-1368), che possiamo classificare come la prima Nazione-Stato
Thai articolata, il Re
Pho Khun Ramkhamhaeng พ่อขุนรามคำแหงมหาราช (1278-1317) intuendo che “La
scrittura esiste solo in una civiltà, e una civiltà non può esistere senza
scrittura”, al fine di rafforzare il senso di unità nazionale della
popolazione e favorirne l’identificazione, oltre che facilitare le comunicazioni
e lo sviluppo culturale del regno stesso; si prefisse lo staccarsi (anche
graficamente) dal prototipo pervenuto fin lì dall’India, attraverso il buddismo.
Il Re Ramkhamhaeng, nel 1283, confermando
lo spirito individualista tipicamente thailandese, riorganizzò la forma della
scrittura thai, perfezionandone e codificandone i segni grafici. Reperti storici
di quell’epoca, databili intorno al 1292, sono giunti fino ai giorni nostri,
scolpiti su stele e cippi in pietra, in cui si possono apprezzare alcuni esempi
di scrittura thai.
La società thailandese, nelle occasioni ufficiali
o comunque pubbliche è molto tradizionale e rispetta una rigorosa formalità.
Basti pensare che, sempre rimanendo nel tema linguistico, sussistono forme
diverse nel modo d'esprimersi, che variano secondo l’interlocutore o l’ambiente.
Per contro, nell’atteggiamento di tutti i giorni, traspare un comportamento
decisamente indipendente, una sorta di fierezza dell’anima, che durante i miei
viaggi in Asia, ai miei occhi di fărăng, è emersa in misura senz'altro minore,
in altre genti asiatiche.
Questo atteggiamento autonomo e indipendente, è
riscontrabile anche nell’ambito dell’insegnamento del Nuad Börarn, meglio
conosciuto in Occidente come Thai-massage, argomento questo, che mi coinvolge
personalmente.
L’insegnamento del Thai-massage nelle varie
Scuole, sia in Thailandia che all’estero, non ha ancora una struttura ben
definita, in quanto rifugge per sua natura, dalla schematizzazione gerarchica, o
dalla suddivisione in livelli o gradi, propria della
struttura
piramidale, proposta da altre discipline orientali, quali p.es. lo shiatsu o le
arti marziali. Struttura, a mio avviso, perfettamente funzionale ma avulsa alla
mia natura.
Sotto un certo punto di vista, potrebbe essere
auspicabile, uno schema di studio, concordato tra le varie Scuole, che rendesse
uniforme l’apprendimento della tecnica; per contro verrebbe sicuramente a
mancare, a parer mio, la caratteristica indipendenza thai,
elemento fondante del
popolo thailandese. L’Arte del Nuad Börarn, nei suoi differenti
Stili di insegnamento e nella sua applicazione pratica, rispecchia
pienamente la natura e lo spirito libero dei Thai e della Thailandia, -il
Paese dei Liberi-
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