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ABBIAMO CHIESTO AL DOTT. BERNARDINI PAOLO (che ha tenuto la lezione) DI ESPORCI BREVEMENTE E SIA PUR SOMMARIAMENTE, IL CONTENUTO DEL PROPRIO INTERVENTO.

Lezione di Psicologia Sportiva

Di: Dott. Bernardini Paolo
(Psicologia del lavoro e organizzazioni)

 

La lezione di Psicologia dello sport, svoltasi durante lo Stage di Follonica e rivolta agli Istruttori di Kickboxing toscani, ha affrontato il tema della “Motivazione” e della “Prestazione” nello sport in generale, gli aspetti cognitivi e fisiologici, gli obiettivi, le influenze esterne e/o interne alla persona e le possibili attribuzioni di causa da parte degli atleti, enfatizzando poi l’aspetto socio educativo ed andando ad analizzare i processi cognitivi dei bambini, che si confrontano nella Kick Boxing.

 

Se paragoniamo l’atleta ed i suoi obiettivi ad un’aereo che vuole raggiungere una destinazione… e il carburante che serve per il viaggio alla Motivazione… certamente facendo il pieno siamo più sicuri di raggiungere ciò che vogliamo.

  

Il processo motivazionale degli atleti infatti, prevede l’acquisizione di motivazione intrinseca e estrinseca e comprende varie fasi della loro carriera, iniziando dalla decisione di praticare uno sport rispetto  ad un altro, tenendo conto dei propri bisogni, incentivi e motivi relativi all’età, al sesso e all’aspetto socio culturale.

  

In itinere poi, l’atleta deve programmare bene i suoi obiettivi “Goal Setting”, sia fisici che tecnici e psicologici, quindi l’ideale sarebbe fargli compilare una scheda degli obiettivi a breve, medio e lungo termine insieme al proprio Allenatore, in questo modo verranno responsabilizzati sul loro percorso sportivo e motivati a tenere fede alle proprie aspettative.

  

Facendo questo, le loro attribuzioni di causa degli eventi verranno spostate all’interno della persona, sul proprio impegno e/o abilità, rallentando o inibendo la fase della demotivazione, la quale può portare, legata naturalmente ad altre variabili indipendenti, al drop out e all’abbandono della pratica sportiva.

 

Per quanto riguarda la prestazione ottimale della gara, questa è influenzata da diversi fattori, o stressor, sia interni che esterni alla persona, i quali attivano reazioni fisiologiche, psicologiche e comportamentali, tra cui Ansia Somatica (dispnea, minzioni frequenti, rigidità, tachicardia ecc…) ed Ansia Cognitiva (pensieri negativi, cattiva concentrazione e/o attenzione ecc…)  condizionando presente e futuro dell’atleta.

  

Visualizzando e confrontando le prestazioni passate, di una vittoria e di una sconfitta, l’atleta può rendersi conto della giusta attivazione fisiologica e psicologica che dovrà mettere in atto per raggiungere la prestazione migliore.

  

La parte strettamente cognitiva, relativa alla prestazione dei bambini, ha fatto notare l’importanza del sistema di gara adottato, basato su rinforzi positivi e negativi, cioè dare un premio e togliere la sconfitta, mentre se venissero usate punizioni sia positive che negative, cioè dare la sconfitta e togliere il piacere del premio, l’autostima del bambino verrebbe certamente compromessa, ma prendendolo spesso ad esempio… abbiamo visto per esempio, come questo viene sicuramente evitato nei tornei de “ilGuerriero.it”…. e forse il suo progressivo e dirompente successo, dimostra più di ogni altra cosa la veridicità pratica di quanto esposto.

 

Concludo dicendo che la consapevolezza di quello che può succedere nell’atleta, prima durante e dopo una gara, a livello fisiologico e cognitivo, fa parte di una prevenzione primaria (termine rubato all’epidemiologia) la quale ci porta ad individuare i punti deboli e/o di forza dei nostri atleti, dandoci la possibilità di sfruttare al meglio le loro potenzialità, ma soprattutto per quanto riguarda i bambini nel loro processo maturazionale, possiamo evitare i dannosi disagi emotivi e psicologici, che potrebbero influire sulla loro personalità futura ed in costruzione.

  

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