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Federazione Italiana KickBoxing

KickBoxing, Muay Thai, Savate, Shoot Boxe

                          

UNO DEGLI ARBITRI PRESENTI AI CAMPIONATI CI INVIA UNA SUA RIFLESSIONE INTERIORE SUL CORPO ARBITRALE NELL’AMBIENTE DELLA GARA E PIU’ IN GENERALE, ANCHE SUL SETTORE DELLA MUAY THAI FIKB.

ANCHE GLI ARBITRI PIANGONO…

Di: Lorenza Demuro

Volevo scrivere un articolo su questi veramente “esaltanti” Campionati Italiani FIKB di Muay Thai, ma  ero molto indecisa su “quale argomento” avesse stimolato maggiormente le mie velleità di scrittrice…

 

In questi  anni  ho parlato, ho scritto, alcune volte ho alzato anche la voce… ma ho sempre fatto tutto con il cuore, quindi cercherò di farlo anche questa volta. Mi  spiego meglio, ho scelto di parlare della “categoria arbitrale” cercando di sottolineare alcuni aspetti  che sono certa, la maggior parte di voi  hanno fino ad oggi trascurato. Categoria  amata ed odiata, tutti ne hanno bisogno ma nessuno li apprezza,  né forse si sforza di capirli… d’altronde ragazzi,  giusto per far vedere che non siamo “tv addicted” e volendo fare una citazione: <<”no arbitri..? …no party..!”>>. Nessuno di noi aspira a riconoscimenti o lusinghe, anche se forse vi potrà sembrare strano, siamo un gruppo eterogeneo, molti di noi sono ex agonisti, alcuni continuano anche a praticare, altri no, ma ciò che ci unisce è l’amore per la Muay Thai  e soprattutto per le cose ben fatte!

 

Un motivo necessario ed oltretutto sufficiente per riuscire a relegare in un angolo, qualsiasi eventuale ed ipotetico interesse personale, a beneficio di quello  comune… aspirazione ben più alta! A questo punto devo necessariamente fare qualche  premessa, a mio giudizio fondamentale, per dare un senso a tutta questa mia riflessione che ho deciso di condividere con voi… ossia, che nel campionato di Muay Thai:

  1. Tutti gli arbitri facevano parte di una propria società di appartenenza;

  2. Gli arbitri convocati provenivano dalle più disparate regioni d’Italia;

  3. Tutti gli arbitri avevano almeno un amico od un compagno di palestra, che combatteva nella manifestazione.

 

Detto questo, siamo già a buon punto se solo vi ho instillato un po’ d’ansia o magari qualche spunto per una vostra riflessione, se  state tentando di riuscire ad essere vagamente empatici… Quello dell’arbitro è un bel lavoro, tutti noi l’abbiamo scelto, ma ciò implica anche grossi sforzi, grosse rinunce e soprattutto grossi stress! L’esperienza insegna, si… ma vi posso assicurare che questa non è mai abbastanza, come del resto nella vita… oserei quindi definirlo… un’ottima palestra. Nessuno mai forse, si pone nella situazione emotiva che scaturisce da un verdetto.

 

Grosso errore e vi ripeto, proprio perché chi sceglie questa via… forse ha metabolizzato  molto del proprio mondo interiore ed ha quindi voglia di condividerlo e fare in modo che le cose vadano… secondo le regole! Ho provato in questi giorni a guardare il mio gruppo dall’interno e dall’esterno, e vi posso assicurare che anche il solo osservare e scambiare opinioni… è stato molto gratificante e produttivo. Si lavora sempre e comunque, ma lavorare con persone che ci piacciono e con cui c’e’ feeling…  è un lusso che fortunatamente ho avuto modo di provare, lo auguro anche a tutti voi. Molti dei ragazzi che hanno arbitrato erano agli esordi, ma vi posso assicurare che niente hanno avuto da invidiare ai più famosi “veterani”, e posso dire che la tranquillità di salire su un ring per arbitrare… viene data solo quando c’e’ un’organizzazione  tale alla base, che ti permette di gestire anche l’eventuale margine di errore… con rispettosa e competente elasticità.

 

Una persona che stimo (che poi è colui che ha l’incarico di formarci professionalmente…) una volta mi ha detto che il primo compito dell’arbitro è quello di preservare l’incolumità degli atleti ad ogni costo… aveva ed ha ragione, questo è uno sport e tale deve rimanere.

 

Voglio raccontarvi una cosa: tra una schivata ed un’altra (perché anche arbitri e giudici schivano, mentre compilano i cartellini!!!) un “ohe” di troppo, ed un verdetto “non unanime” che spesso suscita discussioni anche all’interno del  nostro sistema di nicchia (perché anche noi ne parliamo, siamo in tre appositamente!!!) mi ritrovo accanto ad un collega (di cui non farò nome) quando alla fine di un agguerrito incontro i contendenti si abbracciano, si carezzano la testa e si parlano con estrema tranquillità,  un gesto sincero… beh cari lettori… io ed il mio collega, tra una parola non detta ed un’altra che forse strozzava la gola… alla fine ci siamo girati guardandoci ed abbiamo capito “il perché” stavamo evitando di parlare o meglio, lo facevamo a monosillabi…. avevamo gli occhi lucidi, e dopo che ci siamo visti cosi entrambi in estrema difficoltà, ci siamo quasi messi a piangere… perchè signori miei, questo è sport, questa ci piace pensare sia la gente giusta, degna di praticare e condividere con noi una disciplina che tutti amiamo… il resto è solo noia, che non vogliamo vedere e nemmeno ci interessa!

 

Quello che vogliamo, è proprio questa… emozione  pulita! Ci siamo commossi perché quei gesti erano il risultato di uno sforzo atletico onesto e sincero… un esempio per tutti! Il gesto atletico deriva dall’allenamento e non dalla rabbia, finito il match e finito l’agonismo… resta solo il massimo rispetto per l’avversario che  ha reso possibile l’incontro e forse, voglio sperare… anche verso chi ha permesso uno svolgimento e giudizio “onesto” della pratica. Insomma, anche gli arbitri piangono …e dietro ad un cartellino non c’e’ solo la vostra delusione o la vostra gioia  per aver vinto, pareggiato o perso… c’è molto, ma molto di più… fidatevi!!!

 

Mi rimane da dire un’ultima cosetta… il giorno successivo, come molti di voi, sono tornata al mio quotidiano lavoro… e vi giuro che nel tragitto di andata e di ritorno, mi è sembrato di scorgere ognuno dei vostri volti per strada… penso in cuor mio che questa sensazione possa scaturire solo dal fatto che abbiamo passato tre giorni fantastici ed era un modo per metabolizzare l’assenza di persone con cui si ha avuto l’onore e soprattutto il “piacere” di condividere qualcosa… di veramente importante! Non potrò vedervi sempre, alcuni di noi sono veramente lontani, ma il ricordo di quest’avventura mi accompagnerà, ne sono certa, con un sorriso… e per molto tempo, consapevole che se avessi bisogno di una mano, saprei certamente a chi chiederla!!!

 

Spero vi siate divertiti tutti, almeno quanto noi… ci dispiace solo per chi non è venuto, ma noi aspettiamo tutti il prossimo anno, a braccia aperte….

Grazie a tutti di cuore…

Lorenza Demuro

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