Se è vero che la serata dell’8 dicembre a Pisa è stata un vero successo
organizzativo, di pubblico e di critica… è altrettanto vero che niente di tutto questo avrebbe
potuto accadere senza la collaborazione preziosa di tutto lo staff di servizio. Ma la cosa che più
ci ha lasciato senza parole… è che tutto si è svolto in ordinata e perfetta sequenza complementare
tra i vari gruppi che erano stati assegnati ai tanti e diversi servizi che occorrevano, per arrivare
al buon esito finale del tutto. Vorrei ringraziarli uno per uno, ma so che gradiscono maggiormente
essere identificati tutti assieme nel gruppo che sono stati capaci di comporre, creare e dotare
infine, persino di vita propria.
Coppa Italia FIKB di K-1 Rules a PISA
UNO DI VOI…
Di: La Redazione
Uno dei tanti coordinatori e capo-gruppo dello staff, ha scritto qualcosa a nome
di tutti loro ed indirizzato a loro stessi. Forse leggere queste poche righe ci aiuterà a rendere
l’idea della compattezza del gruppo, le sue finalità e motivazioni… ma soprattutto ci farà
comprendere quanto sia bello ed esaltante riuscire ad avere come collaboratori, tanti fantastici
ragazzi come questi. Naturalmente l’autore non ha voluto firmarsi, sapendo e sicuro di dire
esattamente quello che ognuno degli altri, intimamente pensa e sente.
Si sono spente le luci sul palco della manifestazione dell’ 8 dicembre al
palasport di Pisa, che subito i ragazzi dello staff hanno cominciato i lavori di smontaggio delle
strutture e di pulizia. Instancabili, disponibili, contenti per come si era svolta tutta la
manifestazione, sapendo che il merito era soprattutto loro. Questa giornata di spot da combattimento
e nuovo modo di proporla ad un pubblico più ampio e variegato… era stata infatti sentita come “la
loro manifestazione”. Anche se non partecipavamo come atleti, abbiamo consentito agli atleti di
partecipare.
E in quegli atleti c’era anche parte di noi. Quel giorno era ben visibile a tutti
l’esistenza dello staff… si distinguevano fra il pubblico per come si muovevano per la loro
caratteristica maglietta gialla… coordinati e diretti dai vari capo-gruppo riconoscibili dai
giubbetti rossi… segno tangibile di un risultato ben studiato e voluto.
Ma la macchina organizzativa di tutto lo staff si era messa in moto molto tempo
prima. Già al rientro delle ferie estive si parlava della manifestazione che avremmo voluto
realizzare a dicembre… non sapevamo ancora il giorno, non sapevamo ancora come farla… ma forse
sapevamo sicuramente come sarebbe stata.
Ognuno dello staff si sentiva parte di qualcosa che forse non riusciva neanche ad
immaginare, al di là di quello che sarebbero poi stati i suoi compiti materiali. Ma dentro di lui
sentiva di essere parte di una unica energia finalizzata alla realizzazione di quello che era
interiormente già dentro ognuno… l’espressione della gioia di farne parte. Questa sensazione si è
accresciuta mentre i giorni trascorrevano e la data fissata si avvicinava… Ognuno metteva a
disposizione quello che aveva da dare, consapevoli che non era la quantità, di ciò che dava, ma la
qualità della propria disponibilità, ciascuno libero da ogni obbligo, ma allo stesso tempo legato da
un vincolo particolare... quell’obbiettivo comune appunto… che era la realizzazione finale della
manifestazione.
Così… liberi da ogni genere di imposizione, si metteva in moto non una macchina
organizzativa, ma un processo… emozionale! Quell’emozione che nasce da dentro e che si compie nel
dare la propria disponibilità, parte di quel tempo di vita che, forse, è vita stessa, per qualcosa
che semplicemente piace fare. Quindi senza la sensazione di togliere qualcosa al proprio tempo, ma
di dare del tempo per qualcosa che tutti noi volevamo fare, sentendoci parte di un insieme non
definibile se non genericamente come… energia. Più si avvicinava il giorno e più di diversificavano
i compiti di ognuno.
Per cui vedendo questo dall’esterno, poteva apparire come se ognuno si occupasse
di cose diverse, ma dentro, al centro del proprio essere, tutti sentivano che facevano ciò che
avevano piacere di fare, partecipando ciascuno al piacere del gruppo, così che il gruppo dava
piacere ad ognuno… accettandoci per quello che stavamo dando. Man mano che si procedeva verso la
data stabilita per la manifestazione, i piccoli e grossi problemi che sembravano venire alla luce,
allo stesso modo vi si trovavano immediate ed efficaci soluzioni e questi si dissolvevano… sembrava
esistessero solo le soluzioni, ma non perché ne cercassimo la realizzazione ma, forse, perché
consapevoli che la soluzione stava unicamente nel dare il meglio che sentivamo di poter dare… così
il problema non veniva visto come problema, ma come stimolo per procedere.. oltre.
Le tante riunioni, lo scambio di idee, niente di imposto, ma semplicemente
riconosciute come le più valide e quindi subito attuate… Intanto l’energia che circondava lo staff,
faceva in modo da amalgamare il gruppo stesso, venendo meno i problemi personali di ognuno, facendo
così emergere quali erano i problemi per il raggiungimento del risultato e solo su quelli
concentrarsi, indirizzando le energie di ognuno al disfacimento di quello che sembrava un problema,
ma che spesso si rivelava solo come volerlo fare o meno. Ognuno era concentrato sul proprio compito,
tanto che quel compito diventava l’espressione di ciò che lui era.
Così che il risultato di quel lavoro metteva in luce il proprio stato interiore,
ed essendo ciascuno libero di starci o meno… dal momento che sentiva di volerne far parte perché ci
stava bene, anche il risultato di quel compito non poteva non essere ciò che sentiva di essere. Così
il totale del risultato di ciò che ognuno poteva dare e ha dato non era la somma di ognuno, ma
bensì il prodotto! Qualcosa di superiore rispetto a quello che ognuno, singolarmente, avrebbe potuto
immaginare, ma che invece il risultato del gruppo, dello staff, riusciva ad enfatizzare il risultato
di ciascuno…
Ogni piccolo successo diventava così il successo di ognuno di noi, caricando di
ulteriore energia tutto il gruppo. Anche se poi non tutti sapevano materialmente cosa gli altri
facessero, erano certi che ciascuno stava contribuendo con il proprio massimo per la manifestazione
che avrebbe dovuto svolgersi di li a pochi giorni… I giorni precedenti la manifestazione sono stati
caratterizzati da una percepibile energia, come una sfera che avvolgeva qualcosa di prezioso, quasi
impassibile ai problemi del mondo di ognuno, ma sensibile verso il raggiungimento dell’obiettivo
ormai imminente.
Ecco che taluni vivevano come in uno stato di apparente trance, totalmente
coinvolti i quello che sarebbe stato solo ciò che ognuno avrebbe dato con il proprio contributo.
Anche se consciamente ognuno continuava a vivere la propria vita, inconsciamente la mente lavorava
per dare il meglio al raggiungimento del risultato oramai imminente… Era come vedere questa energia
proiettata verso quella data, travalicare ogni ostacolo che gli si presentasse davanti, non
travolgendo l’ostacolo, ma inglobando l’ostacolo stesso, digerendolo e facendolo diventare qualcosa
di positivo per il conseguimento dell’obiettivo.
Sembrava che l’individuo non contasse quanto ciò che doveva essere fatto,
lasciando in disparte la propria individualità, prendeva sempre più corpo l’individualità collettiva
dell’intero gruppo… lo staff! Certamente ognuno aveva e forse ha ancora i propri problemi, ma in
quel momento non esistevano, esisteva ciò che stava facendo e da cui sarebbe dipeso quello che un
attimo dopo sarebbe accaduto. Il giorno precedente…tutto quello che doveva essere fatto era pronto..
la fase della preparazione era finita, e dalla sua fine sarebbe nato… l’inizio. L’inizio era
cominciato la mattina del giorno prima. La fase di montaggio delle strutture, dove in poco tempo è
stata allestita la potenziale impalcatura logistica per ospitare la manifestazione. Nel mentre la
struttura prendeva la sua forma finale, gli occhi di ognuno vedevano già quello che sarebbe
accaduto.
Lo staff stava adesso concretizzando quello che sembravano solo idee,
immaginazione, speranze… Adesso eravamo lì e soprattutto.. volevamo esserci. Nessuno, non ha dato
perché credeva che qualcuno non stesse dando quello che riteneva avrebbe dovuto dare… tutti stavano
dando quello che era il loro massimo… Nessuno dubitava di quello che sarebbe accaduto il giorno
successivo, proprio perché eravamo arrivati fino a quel punto spendendo le nostre energie per il
piacere di farlo, e al contempo sentendoci ricaricati di quello che l’intero gruppo è stato capace
di dare a ciascuno… la gioia di partecipare, condividere, far parte di qualcosa che credo non possa
essere esprimibile con le parole, ma che solo facendone parte lo si può… sentire dentro. Così quando
tutto era pronto per il giorno successivo.. bastava guardare il sorriso del compagno che avevamo
accanto.. per capire che qualunque cosa sarebbe accaduta... sarebbe stato comunque un successo. La
cronaca del giorno è parte dell’articolo sulla manifestazione. Volutamente non voglio fare nomi,
perché sarebbe individualizzare, spezzettare qualcosa che in quel momento era unito (e forse lo è
ancora) e inseparabile.
Ma vorrei provare ugualmente a far percepire ad ognuno dello staff l’energia che
sento ancora adesso scorrere dentro e che ciascuno a modo suo mi ha fatto sentire, solo e
semplicemente con un suo… sorriso. Cari ragazzi, non siamo fantastici per quello che abbiamo fatto,
ma lo siamo perché… esistiamo!
Ciao… da uno di voi!
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