IL NOSTRO PREZIOSO COLLABORATORE FRANCO PICCIRILLI INIZIA QUESTO NOSTRO SPECIALE
PONENDO L’ACCENTO SULL’IMPORTANTISSIMO PROCESSO DELLA PROGETTAZIONE DI QUESTO ANNUALE EVENTO
DIMOSTRATIVO… DESTINATO A CAMBIARE I MODI E LE CONSUETUDINI DELLE NOSTRE ORGANIZZAZIONI, CON UN
NUOVO E PIU’ ECLATANTE MODELLO ORGANIZZATIVO. VEDIAMO COME IL TUTTO PRENDE L’AVVIO, PER ARRIVARE
ALL’ULTIMO GRANDE SUCCESSO ORGANIZZATIVO DELLE NOSTRE DISCIPLINE DILETTANTISTICHE.
Coppa Italia FIKB di K-1 Rules a PISA
La lunga preparazione
Di: Franco Piccirilli
Era terminata da qualche giorno l’edizione 2006 del Campionati Italiani FIKB di
kickboxing al Palazzetto dello Sport di Pisa, l’8 dicembre del 2006, che già progettavamo la
successiva presentazione, quella realizzata l’8 dicembre del 2007, in un sempre più elegante
allestimento scenografico, una manifestazione che ogni anno si modella sempre più come evento di
promozione sportiva ed educativa.
In un tardo pomeriggio invernale, uno dei tanti che la stagione ci offre, ero
stato invitato addirittura dal nostro simpatico “u president” ad un caffè esclusivo, dove saremmo
stati per un po’ lontano dai telefoni, dal computer e sopratutto… dalla Redazione. Non avevamo
ancora avuto il tempo per potercene stare tranquillamente a meditare sulla appena trascorsa serata
di gala del 2006, per fare un punto della situazione, un po’ come Casoria “ci” e “si” propone… sulle
pagine di questa rivista elettronica.
Mentre eravamo seduti in quel caffè a sorseggiare la calda bevanda, ci siamo
soffermati sull’edizione appena passata, quella del 2006, fissando la nostra attenzione su quegli
aspetti che avrebbero potuto essere migliorabili o che avremmo potuto arricchire, perseguendo quel
progetto, forse ambizioso ma non certo irrealizzabile, che due giovani menti, quelle di Federico
Fragale e Beatrice Guardati, stanno perseguendo e che da tempo ci avevano coinvolto emozionalmente,
riuscendo a realizzare quello che è stato fatto finora e a migliorarsi ogni volta. Le loro idee
avevano infatti trovato in noi forse, le persone con cui poterle realizzare.
Oltre ad esserne onorati e lusingati, questa continua e sempre nuova sfida ci
stimolava particolarmente a cercare quelle naturali soluzioni che potessero dare concretezza
all’idea di uno spettacolo di sport da combattimento, per far conoscere e dare maggiore dignità a
queste talvolta tanto bistrattate discipline, dando loro… il posto che crediamo meritino nel
panorama sportivo.
Con questi pensieri avevamo anche vuotato le nostre tazzine, ma non cercavamo nel
fondo della tazzina del caffè… di conoscere un futuro certamente non conoscibile, anche se talvolta
prevedibile. Non perché fossimo anche maghi, ma forse perché i comportamenti di taluni diventano
appunto “conoscibili”.
Eravamo rimasti a guardare ognuno il fondo della propria tazzina, ma invece di
guardare, vedevamo già oltre la mera tazzina, perdendo lo sguardo in un orizzonte momentaneamente
invisibile a molti, ma ben presente a noi per come volevamo che fosse… no, non stavamo fumando
niente e neanche lo avevamo fatto prima: ma allora cosa ci aveva messo Michela nel caffè? Forse
eravamo ancora inebriati dal successo dell’edizione appena trascorsa e per cui ci sentivamo di poter
andare oltre le nuvole di quelli che potevano apparire solo come problemi, per scoprire che oltre
quelle nuvole c’è un mondo fatto di… vuoto… per essere riempito.
L’eccitazione ancora presente in noi per l’edizione 2006 appena chiusa, aveva
lasciato ancora tanta adrenalina nei nostri corpi da alimentare le nostre apparentemente chimeriche
fantasie su quello che sarebbe stata invece la prossima manifestazione, quella del 2007 che potete
leggere in questo… speciale evento pisano.
Le idee che concretizzavano le nostre sensazioni venivano espresse da ciascuno
senza misura e soluzione di continuità… La soddisfazione a cui forse spesso ci si abbandona godendo
dei risultati ottenuti, di ciò che si ha, in noi sembrava invece stimolare sempre nuove soluzioni
per poter fare ancora meglio… quello che già avevamo ben realizzato.
Forse proprio il “come” superare le sfide che ci si presentano davanti è ciò che
ci distingue: alcuni si scontrano, vincendo o perdendo, altri invece preferiscono cedere alla sfida,
facendo della “comprensione della sfida” la soluzione a quello che sembrava essere un problema, per
cui in quest’ultimo caso si è sempre… vincenti.
Queste cose non si insegnano e forse non si apprendono, anche se sono scritte in
molti libri; non serve leggerle quanto forse averle comprese, per cui la lettura ci potrà solo
rivelare ciò che a quel punto… siamo. Così l’orizzonte dove gli occhi possono arrivare potrebbe
essere il limite entro il quale si vedono le cose, mentre oltre quell’orizzonte c’è l’illimitato, e
per il fatto che non ha limite… contiene la soluzione al problema, per cui ogni problema… svanisce
oltre l’orizzonte del nostro sguardo.
Questi discorsi apparentemente di non senso, si concretizzano invece in quello
che poi ognuno fa. Già in quel momento eravamo protesi verso quello che poi avremmo concretizzato in
questo ultimo evento: non sapevamo “cosa” avremmo fatto, ma sapevamo sicuramente “come” avremmo
voluto che fosse.
Ma naturalmente non poteva bastare un solo caffè per poter preparare un
campionato italiano con tanto di serata di gala. Molti altri caffè sarebbero passati sulle nostra
lingue, non tutti insieme, ma diciamo che in questo periodo ne abbiamo presi diversi. Abbiamo
inserito o tolto ogni volta qualcosa, per poter realizzare infine proprio quello che era necessario
per rendere visibili quelle idee che i nostri due giovani organizzatori ci avevano depositato, nella
certezza che quelle idee sarebbero state, come forse lo sono, non solo le loro, ma anche le nostre.
In questo periodo non pensavamo solo e soltanto a preparare la nuova
manifestazione. Ci occupavamo anche di altro e di ben diverso, anche se quello che facevamo potrei
dire fosse in qualche modo finalizzato o quantomeno legato in prospettiva alla nuova edizione… così
che il vecchio non muore, ma continua nel nuovo… anche se diversamente da come era, mantenendo forse
inalterata la sostanza di quella visione alla quale naturalmente tendiamo e per la quale ognuno è
ciò che mostra di saper fare… Ognuno si misura infatti con quello che fa e per come lo realizza, per
cui potrei dire che ognuno forse merita ciò che ha.
Come ho detto a quel primo caffè, ne sono seguiti altri, in compagnia di
pomeriggi e serate diverse, in base all’avvicendarsi delle stagioni. Anche i nostri viaggi di
Redazione erano e sono stati determinanti per affinare quelle sensazioni su come volevamo che
divenisse. Man mano che si avvicinava la data per poter mostrare le nostre idee, si intensificavano
anche i caffè. Bastava presentarsi e senza che chiedessimo ci veniva dato ciò che avevano il piacere
di darci e quello che ci veniva offerto era esattamente quello che desideravamo accadesse, come se
anche in quel locale, facessero parte del nostro progetto e chi può dire che veramente non fosse
così?
Se le idee che avevamo in mente per questo evento erano tante, molte erano anche
le cose da fare per poter realizzare tutte le idee che avevamo in mente. Dovevamo affrontare tutta
una serie di sfide organizzative che ogni volta ci mettevano alla prova, e che ogni volta riuscivamo
a superare per come eravamo e siamo stati in grado di andare oltre gli inconvenienti che
incontravamo verso il nostro inesorabile divenire, ottenendo quello che poi abbiamo fatto e che
potete leggere in questo speciale.
Non è stato un viaggio che è durato da un anno all’altro, ma forse qualcosa che
parte da molto prima. Abbiamo incontrato persone che soltanto per il fatto di averle incontrate… è
dimostrazione di qualcosa che sentivamo doveva accadere. Queste attraverso la naturalità delle
interrelazioni, hanno contribuito ad aggiungere un pezzetto a questo nostro percorso verso quell’intuizione
originaria di cui forse neanche noi conosciamo la meta, quanto invece il suo percorso, di cui siamo
parte…
Credo che le idee per essere manifestate e quindi poste in essere debbano
poggiare su basi solide, esistenti prima e rafforzate durante, per poter durare a… lungo. Niente
quindi di improvvisato, ma di ben organizzato, per poter così far fronte agli eventuali ostacoli con
la giusta e naturale… improvvisazione… che in taluni momenti diventa anche… arte!
Ormai l’edizione del 2006 è stata messa in disparte per far posto alla nuova, ma
questa ne è il naturale conseguente e continuo evolversi. Il tempo è trascorso nel modo come ognuno
voleva che passasse. Forse ci siamo anche attardati in questo ultimo caffè prima dell’inizio, per
cui senza perdere inutilmente altro tempo spediamo quello che ancora abbiamo… ci alziamo e ci
avviamo verso chi spontaneamente ci aveva dato ciò per cui stavamo in quel posto, per poter adesso
noi… dare ciò che sapeva di meritare per aver dato, pur non chiedendo avrebbe quindi ricevuto il
giusto…
Michela… quanto pago due caffè?... Ma non sapete ancora quanto costano?
Usciamo ed andiamo dentro l’ultima edizione, le luci si accendono, i colori si
muovono, i suoni si avviano, tutto è pronto… si parte con l’edizione 2007 de “ilguerriero.it sotto
la torre”!!!!
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