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NON ESSENDO STATI RICHIESTI NOSTRI INVIATI AGLI ITALIANI FIKB NON ABBIAMO NESSUNA CERTOSINA RECENSIONE, MA DATE LE DENUNCE RICEVUTE, TENTIAMO DI DARNE MAGGIORE INFORMAZIONE PUBBLICANDO UN ARTICOLO DI MASSIMO RIZZOLI, PUBBLICATO SUL SITO DELLA SUA PERSONALE SOCIETA’.Campionati italiani al Rimini Wellness FEstival 2008Che passione!!!!!!!Di: Massimo Rizzoli (tratto da www.rendoki.it )Quando ho saputo che i campionati italiani assoluti si sarebbero tenuti all’interno della fiera del fitness a Rimini ho avuto un brivido…di preoccupazione. Conosco le fiere, mio fratello ha organizzato diverse volte l’evento “Operazione Drago” durante quella di Carrara, e so che la bolgia non permette un tranquillo svolgimento del già inevitabile caos che un torneo con centinaia di atleti in gara impone. È il brivido si è avverato. Fabio Corelli e Davide Carli ce l’hanno messa tutta per fare il top, ma il caos è stato inevitabile. Più di milleduecento atleti (per un campionato italiano ufficiale… e non coppe del mondo open…) sono difficili da gestire e effettivamente abbiamo sofferto parecchio. Però, bisogna riconoscerlo, i quattro ring e i sei Tatami messi a disposizione dagli organizzatori hanno permesso uno svolgimento abbastanza veloce. I problemi sono stati le aree di riscaldamento per i combattenti, gli impianti voce che non permettevano di capire bene le chiamate e i passaggi ad ostacoli per raggiungere le aree di gara. Una bolgia, devo riconoscerlo, ma alla fine i campionati ci sono stati. E CHE CAMPIONATI!!!! Un successo incredibile. Tanti atleti, livello molto alto in tutte le classi e una capacità di adattamento da parte di tutti- coach, atleti e arbitri- veramente encomiabile. Un centinaio gli iscritti nella Lowkick e una novantina quelli del K-1 Rules. Il Rendoki si presentava con due soli atleti, tre se contiamo la nostra adottiva Plazzoli ( sarebbero stati quattro, ma mi sono accorto solo il giorno prima che Elena Bugli non aveva il certificato in regola…mea culpa..) un po’ pochini per la nostra scuola, ma la ragione è semplice. Stiamo attraversando un fase di transizione inevitabile. Una parte dei nostri agonisti non fa più dilettantismo per ovvie ragioni, come Petroni, Lonzi, Cangialosi (quest’ultimo affronterà Jonatas Novaes in un match di valetudo a Roma il prox 7 giugno), una parte si è infortunata in preparazione – Brilli, Vannozzi e Masi per fare un esempio, anche se un saluto particolare va a Leonardo Bertini che è un “pochino” impegnato con la seconda coppia di gemelli arrivati…- e il grosso resta in attesa di debutto. Sabrina Mancini, Milo Buono, Scarpa Pietro, Gianluca Rondina, Riccardo Martino, Corrado Tabani, Fabio Venuta, Valerio Cristiano, Alessandro Cerrina, Daniele Sarcona, Giorgio Shahanov, Manuel Fortunato, Stefano e Andrea Calvetti, Mirko Mosti, Massimiliano Rosini, sono tutti quasi pronti per la loro prima battaglia, ma ho deciso di aspettare Settembre.. quindi un team un po’ ridotto, ma, direi, di ottima qualitàIl primo incontro lo affronta Francesco Vaccaro, neo arrivato, con un attivo di otto match, che ho spostato dalla seconda alla prima serie per ragioni di numero (era l’unica categoria con un solo iscritto, lui..). Davanti a lui Piero Maugeri, catanese con una discreta serie positiva di incontri alle spalle. Francesco è stato bravo, ha controllato l’irruenza del Siciliano mandandolo a vuoto per rientrare con bei low kicks e spesso cambiando con colpi d’incontro. In particolare nel secondo round, quando ormai aveva preso fiducia, dove ha lavorato iniziando con i calci bassi per chiudere le serie con le braccia. Un leggero calo nella terza ripresa ha dato più spazio a Maugeri che però non bastava a dargli la vittoria. E Vaccaro passa il turno con verdetto unanime e accede alla finale. È la volta poi di Barbara Plazzoli alla quale si oppone Paola Capucci della Profighting Prato. Devo dire ad onor del vero, che la Capucci combatte solitamente nel K-1 e sopperisce alla boxe in corta distanza con il lavoro di ginocchia, ma ha saputo dire la sua anche con le braccia. Barbara, però, è veramente brava nei pugni e applica benissimo i low kick in fase iniziale e finale di combinazione. Ha combattuto molto bene, portando a casa le tre riprese e il titolo italiano. Dopo un avvio tranquillo, le due si sono affrontate a viso aperto, offrendo uno spettacolo di ring degno di essere chiamato tale, senza risparmiarsi i colpi, peraltro sempre in numero maggiore da parte della Plazzoli. Brava Barbara, un altro salto di qualità. Era la volta di Matteo Cerrai, al suo secondo incontro, che si confrontava con Stefano Lanciotti del Team Bergamini di Pescara. Nella prima ripresa i due scambiano diversi colpi e dimostrano una buona kickboxing, ma è il livornese che mette a segno i colpi più duri e Lanciotti sembra accusare. Su un diretto destro d’incontro Lanciotti crolla a terra e il referee provvede al primo conteggio, ma il pescarese non ha recuperato e Cerrai ne approfitta per doppiare un low kick destro con un gancio sinistro che fa barcollare nuovamente l’avversario per un secondo conteggio. Finisce la ripresa e i due si avviano nell’angolo. Nella terza Cerrai ha le idee chiare e parte subito deciso. Lanciotti riesce ad arginarlo per quasi tutti il round, ma a 10 secondi dalla fine incassa una serie a due mani che costringe il referee a interrompere il match. Cerrai accede alla finale dei superwelter. La domenica la situazione è più tranquilla e si riesca quasi a muoversi nella zona gare. Il primo finalista è Vaccaro che affronta Luciano Nubile, del team Pescarese di Riccardo Bergamini. Il limite è quello dei supermedi, -81kg. Nella semifinale Francesco si è contuso malamente una caviglia, ma decide ugualmente di disputare la finale. Parte il primo round e Nubile aggredisce con serie di pugni, mentre Vaccaro lavora sotto con i calci bassi. Un bel low kick di Francesco sul finire, ma è Luciano a chiudere sul gong ( e anche un po’ dopo il gong…)con una serie di braccia. Checco accusa la caviglia, ma vorrebbe continuare, però ritengo che non sia possibile affrontare una serie più alta di quella a cui si appartiene e per di più col campione in carica se non si è in condizioni ottimali. Perciò interrompo l’incontro contro la volontà di Francesco. Il mio compito in questi casi è, prima di tutto, ragionare senza l’impeto dell’orgoglio e questo ho fatto. Vaccaro avrà altre mille occasioni per dimostrare il suo valore…se ce ne fosse bisogno per un atleta che accetta, con soli otto incontri al suo attivo, di militare in una classe dove i fighters hanno almeno una trentina di match sulle spalle. E passavamo quindi ai 71 kg terza serie, con Matteo Cerrai deciso più che mai a fare suo il titolo italiano. Dalla parte opposta, neanche a farlo apposta, un atleta del team Bergamini. Qui apro una parentesi. Un team non si limita ad una sola scuola di appartenenza, ma spesso vi si affiliano altre scuole per poter usufruire di un costante aggiornamento tecnico o sono gli istruttori della scuola madre che si spostano formando team associati di altre palestre. Ecco spiegato, quindi, perché capita di vedere atleti addirittura di città diverse combattere per un team che a prima vista non gli appartiene. Cerrai e il suo avversario, Stefano D’annunzio, arrivavano in finale con una vittoria ciascuno prima del limite e il match si prospettava molto duro e interessante. E così è stato. I due hanno dimostrato un grande valore tecnico, talmente buono che si poteva confonderli, a tratti, con dei prima serie. Belle serie di calci e a due mani hanno dato a questa finale un impronta di grande combattività, ma Cerrai ha mostrato una maggiore fantasia tecnica e soprattutto maggiore potenza nei colpi. In particolare voglio segnalare due bellissimo calci frontali al viso nella prima ripresa e un paio di serie di braccia che hanno fatto avvicinare più del dovuto l’arbitro centrale nella seconda. Matteo ha vinto ed è campione italiano. Un titolo meritato e sofferto e soprattutto vero. La gara si conclude e gli organizzatori ci garantiscono che l’hanno prossimo avranno a disposizione un area pari al triplo di quella concessagli in questa edizione. Molto bene, perché evitando i problemi logistici e di spazio diventerebbe un grande evento. Che dire, ormai la mia soddisfazione si ripete, ma non sarà mai sufficiente indicare quanto siano bravi questi ragazzi che danno prestigio e lustro alla nostra scuola, il grande Rendoki Dojo. Voglio salutare i supporters che non mancano mai. Daniele, Stefano, Danda, Ramona, Gianni, Valerio, Iurj, Giorgio, Elena (eletta come al solito fotografa ufficiale..) e i piccoli Mitya e Thomas, che si sono sciroppati la trasferta fino a Rimini per sostenere i nostri guerrieri. oss |