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IL PRESIDENTE DELLA FIKB ENNIO FALSONI CI INVIA UN ARTICOLO RECENSIVO SUI CAMPIONATI ITALIANI DI RIMINI. UN TALE SUCCESSO PARTECIPATIVO CHE HA RISCHIATO DI VANIFICARNE GLI SFORZI E LE PREGIEVOLI INTENZIONI….Alla Fiera del Wellness di Rimini per i Campionati Italiani FIKB: una bolgia, ma…UNA NORMALITA’ INTERNAZIONALEDi: Ennio Falsoni2000 persone in 1600 mq.:quasi uno sopra l’altro. Un successo di folla, ma c’è chi si è arrabbiato, chi è rimasto affascinato dai numeri, c’è anche chi si è divertito. Comunque un’esperienza da non ripetere. Almeno in quelle condizioni. Fabio Corelli e Davide Carli, da sempre “uomini liberi” nel mondo degli sport da combattimento, uomini che hanno militato in diverse organizzazioni, sono due simpatici romagnoli che, entrati in FIKB, mi hanno convinto a portare alla Fiera del Wellness di Rimini i Campionati Italiani FIKB 2008. Ormai tutti sanno, per averlo scritto a più riprese un po’ ovunque, che mi ero sempre mostrato refrattario alle Fiere. Frequento e conosco il nostro mondo da troppi anni ormai, ho fatto sperimentazioni organizzative un po’ ovunque e dall’alto della mia quarantennale esperienza, sapevo a priori che portare una grossa gara in Fiera avrebbe causato tutta una serie di problemi, soprattutto di natura logistica e organizzativa.
Gli organizzatori di una Fiera hanno grandi capannoni vuoti e spogli che ogni azienda o federazione cui viene assegnato uno spazio, deve poi allestire di tutto punto come meglio crede. Per farla breve, per l’edizione “marziale” 2008, la Fiera del Wellness aveva concesso a Corelli e Carli 1600 mq, più del doppio di quelli dell’anno precedente. I due hanno fatto sinceramente un ottimo lavoro addobbando lo spazio, completamente moquettato, con 4 ring, 6 tatami, uno spazio per lo staff organizzativo e le premiazioni, uno spazio adibito a spogliatoi ed un altro concesso a diversi espositori del nostro settore.
Visitato senza pubblico ed atleti, quello spazio perfettamente allestito per le nostre necessità tecniche, risultava carino, gradevole, bello direi. Ma per me era evidente che l’indomani, con 2000 persone (tra atleti, coach, accompagnatori e arbitri-giudici) saremmo stati accerchiati e invasi da tutta quella gente e in cuor mio speravo nella grande cooperazione e senso di responsabilità dei tecnici soprattutto. L’indomani, ciò che risultava di per sé evidente, era che quello spazio, pur grande, non era sufficiente per tutte quelle persone che avevamo portato a Rimini. Mancavano ovviamente le tribune, ma non si avevano manco le sedie a sufficienza quasi per gli addetti ai lavori, sì che tutti erano costretti a stravaccarsi per terra, chi seduto, chi sdraiato, oppure a sostare in piedi nei pressi delle aree di gara.
1056 gli atleti partecipanti, 250 i coach, 70 i giudici, gli arbitri e i giurati in servizio, divisi su 10 aree di gara che hanno cominciato a funzionare alle 11 del primo giorno e alle 10.30 del secondo. Il primo giorno, le competizioni riservate agli sport da ring non sono potute partire prima delle 13 perché il medico preposto non era riuscito a smaltire le visite mediche assolutamente necessarie prima di salire sul ring, sicché alla fine tutto ciò si è pagato perché non si è riusciti a portare a termine tutte le competizioni previste. Infatti alcune categorie di Light contact sono state rimandate al giorno dopo. La Fiera purtroppo, non essendo un palasport, chiude alle 19.00 di ogni giorno e pertanto eravamo stati invitati ad uscire, con grande gaudio di quelli che avevano atteso sin dal mattino di gareggiare!Cito solo un esempio dei vari disagi che qualcuno ha patito.
Ma non tutto è stato negativo ovviamente a Rimini. Personalmente sono stato impressionato dai numeri di questi campionati. Un conto è vederli sulla carata, un conto però è vederteli in carne ed ossa in uno spazio certamente ridotto. Vi garantisco che il colpo d’occhio è impressionante. Ho ricevuto la visita di alcuni rappresentanti dell’amministrazione sportiva lombarda, di esponenti del mondo sportivo ch’erano in Fiera, e vi assicuro che tutti sono stati affascinati dal successo numerico della nostra manifestazione. La segretaria della Fiera del Wellness ovviamente si è pure precipitata a vedere di persona quello che stava succedendo nella nostra area e desidera vedermi quanto prima per parlare di future manifestazioni, sempre nell’ambito della Fiera. Insomma, i nostri associati, usi ormai all’organizzazione impeccabile che fruiscono nei soliti palasport, non avendo mai sperimentato prima una competizione caotica, ma resa tale solo per il sovraffollamento, si è ovviamente trovata a disagio. Ma tutti forse ignorano che quel tipo di situazione (troppa gente in troppo poco spazio) è invece quello che normalmente avviene negli Stati Uniti o nei paesi anglo-sassoni, tanto per citarne alcuni.
Laggiù, tutto quello che c’è stato a Rimini, la gente assiepata tutta intorno ai quadrati di gara, è l’assoluta normalità. Non desidero farla troppo lunga e pertanto desidero personalmente complimentarmi con gli atleti e i coach che con tanta pazienza hanno partecipato ai nostri campionati, quindi devo ringraziare gli arbitri e i giudici, che hanno lavorato in condizioni difficili, proprio per la moltitudine di gente che stava loro intorno. Devo dire anche che il giorno successivo, dopo che molti avevano fatto l’esperienza, le cose sono andate assolutamente meglio, sia perché ormai tutti sapevano già tutto e di conseguenza non sono stati impreparati, sia perché c’è stata una perfetta cooperazione tra le parti in causa che ci ha permesso di finire i campionati alle 18.00 di domenica, prima che la Fiera chiudesse.
Personalmente non ho avuto molto tempo nelle due giornate per seguire le varie gare, perché troppo impegnato a risolvere problemi di tutt’altro tipo. Però, le poche volte che ho fatto un giro tra i quadrati ho notato comunque il grande livello tecnico dei nostri migliori atleti. Sono rimasto affascinato in particolare dall’incontro di full contact tra Roberto D’Avanzo (allievo di Donato Milano e campione europeo Wako-Pro) e il campano Domiziano Pascale di Mario Mottola al limite di kg.67. Signori, giù il cappello. E’ stato un match fantastico per intensità agonistica, per pulizia e bellezza tecnica, un match che mi piacerebbe vedere sulle 10 riprese per un titolo Wako-Pro perché questo giovane campano se lo merita e sono certo che prima o poi un titolo importante lo conquisterà. A Rimini Pascale Domiziano ha perso, ma di strettissima misura. Ma ha dalla sua l’età, solo 19 anni, contro i 27 di D’Avanzo. Guardando in proiezione futura, posso dire che abbiamo già pronto un rincalzo di grandissimo valore. Sono poi rimasto colpito dal gradito ritorno nella nostra Federazione e alla vittoria negli 81 chili di K1-rules da parte del siciliano Nicolò Ragalmuto che ha lasciato Mauro Samperi per unirsi a Carmelo Strano.
Ho rivisto con piacere Mattia Bezzon che da campione di light, ha vinto anche nel full contact. Nel semi, mi ha sorpreso la sconfitta di Adriano Lucchese nel semi contact (kg.63) da parte del campano Manuel Esposito e mi ha fatto piacere la vittoria di Roberto Montuoro, un altro campano che nonostante abbia passato da tempo le trenta primavere, continua a mietere successi negli 89 chili. Che dire d’altro? Ci abbiamo provato e ci siamo impegnati al massimo perché comunque gli Italiani a Rimini fossero un successo, nonostante fossimo stati facili profeti. Mi pare che in fondo, considerando i pro e i contro, un successo lo sia stato comunque. La cosa che più mi ha fatto piacere sono state le migliaia e migliaia di atleti, fans, coach che girando per i padiglioni della Fiera, soprattutto nel week-end finale, portavano in giro il logo della FIKB e la scritta Kickboxing su t-shirst, pantaloni, giacche e borse, confermando la grande realtà di questa disciplina nel nostro Paese. In fondo, c’è marketing migliore?
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