logo ilguerriero.it

Federazione Italiana KickBoxing

[ Home ] Precedente ] [ Forum ] [ La bacheca ] [ Ricerca nel portale ] [ Ricerca nel web ] [ Video ] [ Prossimi eventi ] [ Contatti ]

Stampa questa pagina Stampa la pagina

logo fikb

Federazione Italiana KickBoxing

KickBoxing, Muay Thai, Savate, Shoot Boxe

Logo CONI

Soprattutto splendidi gli azzurri di Low-Kick e K1 Rules a Guimaraes che finiscono rispettivamente al secondo  e al quarto posto su 31 nazioni presenti. Il miglior risultato di sempre. Mai così grandi nel ring!

Campionati Europei WAKO in Portogallo

Di: Ennio Falsoni

Negli ultimi tre anni, il Portogallo ha giocato un ruolo importante nella promozione degli eventi WAKO. Carlos Ramjanali, già atleta di successo e  pioniere della kickboxing nel suo paese, poi divenuto il primo presidente della Federazione e attualmente il promoter numero uno sia di boxe che di kickboxing, ha organizzato i Campionati d’Europa  a Lisbona nel 2006, quindi gli Europei Cadetti/Juniores a Faro e i Mondiali di Coimbra nel 2007 e quest’anno ha chiuso la trilogia con la promozione degli Europei seniores a Guimaraes, vicino a  Porto  nel, nord   del paese.

Guimaraes è un borgo antico importante, perché proprio in questa cittadina medioevale nacque ufficialmente lo stato del Portogallo che, territorialmente, apparteneva alla Spagna.

 

La struttura Multiusos di Guimaraes   scelta per la nostra edizione era davvero splendida, moderna, ariosa, in verità  fin troppo grande per un Europeo che ha visto ai nastri di partenza  comunque ben 450 atleti in rappresentanza di 31 paesi europei. Notoriamente,   Guimaraes   era complementare a Varna (Bulgaria) dove nel mese di ottobre si erano tenuti gli Europei di semi, full contact, forme musicali e aero-kick. In Portogallo abbiamo portato per la prima volta il Light contact  insieme alla Low-kick al K1 Rules, un abbinamento che è piaciuto (uniamo sempre almeno uno sport da ring ad una disciplina del tatami) e che sicuramente manterremo, visto che le stesse discipline saranno presenti ai prossimi Mondiali 2009 che si svolgeranno a Villach, in Austria, e agli Europei del 2010 che si terranno a Mosca (Russia).

 

Sempre per la cronaca, questi Europei avevano avuto una gestazione piuttosto turbolenta  dovuta al fatto che in Portogallo è scoppiata una sorta di guerra politica tra la presidentessa Ana Vital Melo che ad Aprile aveva perso le elezioni  e il nuovo presidente della Federazione Portoghese di Kickboxing, ora diretta da Mario Fernandes. I due sono allo scontro diretto a forza di carte bollate, ma ad andarci di mezzo per un pelo non è stata proprio la WAKO. Inutile dire che Ana Vital Melo, essendo un avvocato per giunta, ha cercato di boicottare con ogni mezzo il nostro evento, ricorrendo persino alla Magistratura portoghese. Ma le è andata male, ed ora è stata condannata persino a pagare le spese legali. Ma inutile dire   che ci sono stati momenti di grande tensione prima di questi Europei che sono rimasti in forse sino all’ultimo. Fortunatamente, come già ha detto Shakespeare, “tutto è bene quel che finisce bene” e, francamente, meglio di così, non avremmo potuto andare.

 

E’ finita infatti che l’Italia, guidata dagli ottimi tecnici federali Massimo Rizzoli e Riccardo Bergamini per la low-kick, Claudio Alberton e Giorgio Iannelli per il K1 Rules, Federico Milani e Riccardo Wagner per il light contact, abbiamo portato a casa il miglior risultato di sempre dell’Italia, specie negli sport da ring. Siamo infatti  finiti  secondi nello speciale medagliere per quanto riguarda la low-kick, con 2 ori, 1 argento e 3 bronzi e quarti nel K1 con ben 3 ori e 4 bronzi!, dietro ad una formidabile Russia che non finisce di stupire per quantità e qualità di atleti. Infatti, se a Varna gli ungheresi sono stati gli indiscussi mattatori, in Portogallo lo sono stati i russi che non solo hanno dominato nel ring, ma addirittura hanno vinto anche nel light contact e per la prima volta. Clod Alberton e Giorgio Iannelli mi avevano detto : “Quest’anno abbiamo una squadra competitiva. Siamo fiduciosi. Faremo bene” -, e hanno azzeccato alla grande il pronostico.

 

Come spesso accade nei tornei di questo tipo, a volte basta un pizzico di fortuna per …vincere o perdere. Ossia, basta che un giudice assegni un colpo o non lo assegni, che cambia la decisione finale, specie quando gli incontri sono equilibrati. Per fare un esempio, l’avventura nel K1 Rules non era cominciata bene. Avevamo due ragazze che hanno ottimamente combattuto, rispettivamente Rossana Panipucci e Donatella Panu del team Damasconi della Sardegna. I tecnici pensavano che avessero vinto, invece per due giudizi a uno hanno vinto le avversarie. Che dire? Stessa cosa, ma al contrario, è successo invece in due fortunate occasioni: nella finale tra Gianpiero Marceddu e il turco Ridvan  Kurt (già campione del mondo in Serbia proprio davanti a Marceddu) nei 51 chili e nella finale di low-kick, al limite di 75 chili, tra l’Italiano Andrea Andrenacci del team di Bergamini e il francese di colore Bakari Tounkhara. I match sono stati talmente equilibrati, seppur molto diversi nella loro dinamica, che chiunque avrebbe potuto vincere. E fortunatamente in queste due occasioni l’oro è andato all’Italia.

Marceddu e Kurt si conoscevano sin troppo bene e si rispettavano. Il loro incontro è stato molto tecnico, ma la vittoria si è giocata su pochi  calcolati  scambi. La vittoria di Andrenacci invece è stata un capolavoro di drammaticità. Pronti via, e dopo manco 30 secondi  il francese esegue un perfetto calcio all’indietro che becca Andrea proprio in faccia scaraventandolo al suolo. Viene contato, ma subito dopo i classici 8 secondi, Andrea è andato all’attacco ed è stato ammirevole per continuità d’azione, tanto è vero che ho detto a mia moglie con cui guardavo l'incontro : “ Se non avesse preso quel calcio, avrebbe vinto la ripresa”.Nella seconda Andrenacci si è superato. E’ uscito dallo sgabello come dai blocchi di partenza ed è stato asfissiante nella sua azione d'attacco meritando ampiamente la vittoria della ripresa. Nella terza, seppur proiettato sempre all’attacco, Andrea   ha dimostrato qualche limite tecnico. Il francese, certamente più  esperto, gli aveva preso le misure ed è stato certamente più incisivo.Almeno a mio giudizio. Ma alla fine i giudici ci hanno premiato  con grande giubilo del nostro clan.

In un torneo lungo e complesso come lo sono   i campionati WAKO, tutto questo può succedere. Come dico sempre, il limite del nostro sport è che non si può cronometrare, né  misurare  in lunghezza o  in   altezza. Margini d’errore ci saranno sempre, indipendentemente dai mezzi utilizzati per giudicarlo. Una delle grandi novità di questi Europei infatti è stato l’utilizzo di un sistema computerizzato per il giudizio nel light contact. I tre giudici che siedono a bordo dell’area di gara, non compilano più uno 'scoring paper', ma pigiano un tasto del mouse che hanno tra le mani. Il loro giudizio automaticamente  appare su di uno schermo che è posto sul tavolo della giuria e che tutti, dai fans, agli atleti e i loro coach possono costantemente vedere. C’è un controllo costante del risultato e del tempo di gara, un modo trasparente  di giudicare che evita le  puerili  e sterili discussioni dei coach e le loro proteste. Nel 2009 è intenzione della WAKO di  adottare ufficialmente tale sistema anche negli sport da ring, con buona pace di tutti. Per tornare ai nostri eroi, detto di Andrenacci e di Marceddu, occorre fare i complimenti al salernitano Gaetano Verziere nei 57 chili di K1 perché nonostante avesse la madre che non stava molto bene, ha accettato di venire in trasferta con un peso sul cuore e addirittura a vincere l’oro avendo battuto un atleta russo al primo incontro, Magomed Ahmedov (di per sé già un'impresa!), quindi l’ucraino Maksim Glubochenko in semifinale e infine, battendolo nettamente, nientemeno  che il bielorusso Yurj Satsuk. Incredibile!

 

La terza medaglia d’oro nel K1 è opera di una bella ragazza bionda toscana, Paola Capucci che alla sua prima uscita internazionale ha centrato la medaglia più ambita battendo anche lei due atlete dell’est, Alena Muratava della Bielorussa e in finale la russa Ekayterina  Krainova. Quello che ha colpito di Paola che non solo è una bella ragazza, ma che mette in mostra un K1 da manuale, tecnicamente bello a vedersi cioè, fatto di grandi variazioni, belle combinazioni, spostamenti, scelta di tempo. Ecco, se devo trovare un pelo nell’uovo, dirò che tutte le nostre ragazze, Plazzoli esclusa, mancano forse di un pizzico di potenza nei colpi di pugno rispetto alle russe per esempio, che del pugilato fanno il loro punto di forza. Complimenti comunque a lei! Nella low-kick, oltre ad  Andrenacci, ha conquistato l’oro solo Barbara Plazzoli di Bergamo. L’atleta è ormai una veterana, un vero e proprio punto di forza   della squadra azzurra. E’ stata lenta a carburare nel corso delle qualificazioni effettuate la mattina (così come hanno reso poco forse per quello le romane Rita De Angelis e Eleonora Leprini del team di Giorgio Perreca, fermatesi entrambe al bronzo), ma giunta in finale, pur avendo di fronte a sé una russa molto più alta di lei e dall’ottima tecnica pugilistica, è riuscita a farla contare nella seconda ripresa grazie ai suoi potenti diretti e a batterla.

 

Abbiamo conquistato anche due argenti in questi europei, il primo lo ha vinto il piemontese Ivan Sciolla che dopo aver battuto il portoghese Matos, ha perso in finale contro il forte russo Dmitry Aizatulov. Il secondo lo ha vinto la bergamasca Adriana Tricoci nel light contact che ha disputato la finale al limite di 55 chili contro un’altra atleta russa (che caso!), Maria Kushtanova. Adriana era arrivata in finale battendo sempre per 3-0 (quindi nettamente) le sue avversarie che sono state l’irlandese Orla O’Brian al primo turno e  la svizzera Seguel Guezel in semifinale.

 

Giunta in finale però, ha avuto le gambe legnose, forse ha anche sentito un po’ troppo la tensione, la possibilità di vittoria, vittoria che del resto andava cercando anche come riscatto personale per ragioni pregresse.   Insomma, ha reso molto meno di quanto avrebbe potuto fare e ha giustamente perduto. Degli altri italiani medagliati, tutti bronzi,  mi sono  particolarmente piaciuti il romano Umberto Lucci nel K1 (che in semifinale ha nettamente battuto il coriaceo atleta estone Andrei Manzola, ma che purtroppo ha perso in semifinale contro lo slovacco  Lukas Horak); il bergamasco Andrea Patelli, del CSKB di Marco Bertoletti, nel light contact, al limite di kg.74, messo fuori dall’austriaco Bertolan  Levente; Isidoro Stitzer, allievo di Riccardo Wagner, negli 84 chili, che ha perso con quello che poi vincerà l’oro, il russo Pukhaev Mural.

 

Ma nel complesso, devo francamente dire che ho  ricevuto molti elogi e complimenti  da parte dei miei colleghi stranieri per il comportamento generale degli atleti italiani. Ciò che mi è piaciuto infine è stato vedere che tra le tre nazionali e i rispettivi tecnici, c’è stato un affiatamento come mai in passato. Gli azzurri si sono sostenuti a vicenda, hanno fatto gruppo, hanno sofferto e gioito insieme, dimostrando un attaccamento ai colori   come mai in passato. E tutto questo è merito, e va sottolineato, dei rispettivi direttori tecnici   che finalmente sono diventati …amici. Complimenti ragazzi! E' stata un'altra grande esperienza.

 Condividi su Facebook

Federazione Italiana KickBoxing


www.ilguerriero.it
Le riviste elettroniche

Il Codino Parlante Il Codino Parlante
Arti Marziali
Il Codino Parlante
Preparazione atletica
Il Codino Parlante
Pugilato
La rivista della
FESIK eDA
The Fighters Scrimia

mailContatti

note

note

Inizio pagina

stella www.ilguerriero.it