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A Varna la prima parte degli Europei WAKO. 35 le nazioni partecipanti  e quasi gli 500 atleti. Anche in Bulgaria gli azzurri tra   i grandi nel semi e nelle forme, maluccio nel full. Ma la vera sorpresa viene dalle prestazioni degli ungheresi: uno spettacolo.

Il ritorno di Attila

Di: Ennio Falsoni

Il popolo magiaro e la loro lingua  sono sempre stati un piccolo mistero per me. Credo sia una delle poche lingue dove per dire “sì, yes, ja,oui, da ecc.” si usano invece 4 lettere !, e  di cui veramente io non capisca un’acca (e ho studiato 4 lingue). E’  incomprensibile e ha suoni strani, certamente poco europei. Infatti si dice che il popolo di Attila, quello che nei secoli bui invase l’Italia, che la mise a ferro e a fuoco e che poi si fermò solo dinnanzi alla potenza  spirituale di un famoso Papa, venga dall’Asia e che sia imparentato con la nazione che diede poi i natali a Gengis Khan. Che sia vero o no, poco importa in fondo. Quello che conta però è che questo popolo della steppa pannonica è formidabile negli sport e nella kickboxing in particolare. Ho ancora il ricordo di atleti ungheresi  fantastici come Lajos Hugyetz, uno che batteva tutti sia nel semi che nel light contact. E per anni. Oggi c’è un gruppo di giovani invece, allevati e allenati  in modo quasi militaresco da un famoso coach ormai  che va sotto il nome di Istvan Kiraly, che sta monopolizzando la scena e che rischia di durare a lungo, vista l’età media dei suoi protagonisti, tutti intorno ai 20 anni! Nel corso dei Mondiali Cadetti-Juniores di Napoli, l’Italia finì seconda, dietro proprio al’Ungheria, per la miseria di una sola medaglia di differenza, 32 contro 33. A Varna, nel corso dei recenti Europei brillantemente promossi dalla Bulgarian Kickboxing Confederation diretta da Boyan Kolev, gli ungheresi hanno conquistato 15 medaglie nel semi contact  e 5 nel full contro rispettivamente  11 e 2  dell’Italia (migliorando quindi la performance di Napoli), ma distanziandoci e di molto se si considerano solo le medaglie d’oro, 11 per l’Ungheria contro solo 3 dell’Italia! Dulcis in fundo, l’Italia – pur lottando strenuamente sino alla fine e   portando gli ungheresi allo spareggio finale in un incontro veramente incandescente-, ha perso ancora e ancora  contro l’Ungheria che ha dominato – è il caso di dirlo -,  proprio nel semi contact.


Lo squadrone azzurro, nelle belle tute offerte dalla ditta SAP che ringraziamo, al termine dei Campionati nella classica foto ricordo.

Bello spettacolo al cardiopalma comunque, che ha rischiato di far saltare le coronarie anche a un vecchio guardone come me.  Ma andiamo con ordine.

Per la prima volta, l’Italia era orfana di due grandi campioni che si sono appena ritirati e che ci hanno quasi sempre portato medaglie: parlo di Andrea Ongaro e  soprattutto di Marco Culiersi, il supermassimo che è stato quasi imbattibile a livello europeo per oltre un decennio. Ma vista l’anagrafe, non si poteva fare diversamente. Rimpiazzare due punti fermi della squadra come i succitati sarà difficile in futuro e pertanto ne abbiamo sentito la mancanza. Gianfranco RizziComunque i giovani portati da Gianfranco Rizzi ed Emanuele Bozzolani sono stati davvero bravi. Nei 57 chili, Samuel Zito, allievo di Mimmo De Marco, è stato fermato solo dal campione ungherese  Richard Veres, il vincitore finale,  nei quarti e per 12 a 14 punti. Nei 69, Mimmo De Marco appunto, spettacolare e  in palla come non lo vedevo da tempo, ha perso in finale da un portentoso giovane che va sotto il nome di  Laszlo Gombos.  Nei 74, solita storia, un  voglioso Gregorio Di Leo (che per trovare motivazioni ulteriori, dopo aver già vinto ben 3 titoli mondiali nei 69 chili), aveva proprio voluto cambiare categoria così che si è invertito con Mimmo De Marco, si é issato sino alla finale e qui giunto ha trovato un altro fenomenale ungherese, Tamas Imre perdendoci 13 a 15! Negli 84, Stella Neri, usando quasi solo ed esclusivamente il calcio laterale sinistro, si è portato in finale ma ha sbattuto – è il caso di dirlo -, contro il più forte dei giovani ungheresi in circolazione, Zsolt Moradi (lo stesso che poi batterà nello spareggio per la vittoria della squadra Gregorio Di Leo), ed è stata notte. L’unica vera rivincita contro l’Ungheria è stata la finale del palermitano Andrea Lucchese, un vero portento, che ha piegato a sua volta Viktor Hirsch anche se di un solo punto: 15 a 16 per noi! Altra grande soddisfazione è venuta dal un nuovo elemento della nostra squadra, un giovane che viene dalla Puglia: Giuseppe De Marco (che non è manco parente di Mimmo). Anche lui ha sostenuto un match tiratissimo, finito 17 a 18 contro l’inglese Drew Neal. Ma abbiamo portato a casa l’oro negli 89 chili. Tra le donne, in grande evidenza la veneta Valentina Barbieri (nei 50 chili), su cui contavamo molto. In finale, nella sua prima vera finale importante, è stata purtroppo un po’ contratta dalla tensione e dall’importanza della gara, e si è fatta sfuggire un oro che era certamente alla sua portata contro l’inglese Sharon Gill che l’ha battuta 15 a 10. Ma a tenere alto l’onore delle donne italiane  è stata un’altra atleta  veneta, Gloria De Bei di   Chioggia nei 60 chili. Gloria veniva da una stagione fantastica in cui aveva vinto praticamente ovunque, dall’Irish Open di Dublino  all’Athens Challenge, all’Austrian Classic, dall’Open femminile alla Coppa del Mondo  Salsomaggiore , agli Italiani di Rimini. Ebbene a Varna ha infilato un’altra grande impresa piegando nettamente in finale un’avversaria alta e ostica come la norvegese Ida Abrahamsen per 11 a 7. Nel full contact, dove da anni abbiamo avuto un dominio russo (anche se ne hanno vinte ancora 5) per la prima volta c’è stato una vera distribuzione di medaglie d’oro che sono andate anche a Norvegia (ben 3!), Ucraina (3), Latvia, Ungheria (1) e Turchia (2).   Massimo LiberatiPer quanto riguarda la squadra italiana allenata dagli ottimi Massimo Liberati e Donato Milano, avevamo molti giovani alla loro prima importante uscita internazionale e la mancanza di esperienza si è fatta certamente sentire. Era alla sua prima uscita  anche Pascale Domiziano del Maxi Center di Mario Mottola in provincia di Caserta, un ragaazzo di soli 20 anni, ma che a mio avviso rappresenta uno dei migliori prodotti nel full contact che abbiamo attualmente in circolazione. Esplosivo  ed efficace  coi calci, armonico e  potente di pugno, si sa muovere benissimo sul ring ed è un piacere guardarlo. Avrei scommesso su una sua medaglia. Invece, battuto al primo turno lo spagnolo Luis Nunez, si è trovato nei quarti il finlandese  Jarko Jussila e nonostante il match fosse  a nostro favore ( a detta di Donato Milano, perché purtroppo non ero presente all’incontro), Domiziano ha perso per 2 giudizi a 1: split decision. Ma sono certo che saprà rifarsi. Un altro atleta che ha fatto bene,  è stato il supermassimo Giacomo Paterni. Ha battuto al primo turno anche lui l’inglese Steve Salter, ma nei quarti, pur meritando la vittoria contro il polacco Jakek Puchacz, è stato dato perdente per 2-1. Davvero una jella. Nei +70 chili, abbiamo portato a casa una medaglia di bronzo con Mercurio Valeria, ma che ha perso abbastanza nettamente dall’inglese Karen Dews. Unico atleta ad entrare in finale è stato il piemontese Ivan Sciolla nei 51 chili, già campione d’Europa a Lisbona nella scorsa edizione del 2006 degli Europei. Ivan però si è presentato a questo appuntamento con una preparazione ben lontana da quella smagliante del Portogallo. La ragione è che il suo maestro ha venduto la  società (Silvano Cosentino oggi è   preparatore atletico di una squadra di pallavolo turca!), e si è trovato a non avere, oltre una palestra dove allenarsi regolarmente, manco gli sparring. Massimiliano CastellacciDi fatto, l’unico suo avversario è stato un sacco, e questa la dice lunga sulla sua scarsa performance. Ha  passato il primo turno perché testa di serie numero uno, e giunto in  semifinale, ha battuto di misura l’ucraino Skobchenko Artem (2-1), ma ha perso in finale contro il russo Akaev Viacheslav per giudizio unanime (3-0). Davvero un peccato. Niente da dire sugli altri azzurri  che si sono battuti al limite delle loro attuali possibilità, ma che sono usciti tutti al primo turno. Sapevamo si non avere una squadra molto competitiva, ma certo è che si dovrà lavorare in maniera diversa in futuro se si vogliono raggiungere certi risultati. Abbiamo infine fatto molto bene nelle forme musicali, l’unica  specialità  tra le 7 della kickboxing, che ci ricorsa che veniamo dalle arti   marziali. Alberto Leonardi, il nostro direttore tecnico, è finito due volte terzo negli stili hard  con e senza armi, Massimiliano Castellacci  che invece ha trionfato negli stili hard con armi (la sua forma con l’uso della katana è veramente spettacolare e ottimamente interpretata), quindi ancora un terzo posto negli stili soft con armi Filippo Fontana. L’unica donna al seguito in questa  specialità è la meranese Valeria Ziliani che è finita quarta , a soli 2 centesimi dal podio! Tra tre settimane, l’Italia sarà di nuovo in pista per la seconda e ultima parte degli Europei 2008 nelle specialità light contact, low-kick e K1 Rules. Sarà a Porto, in Portogallo.

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