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Gli atleti

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UNA CATEGORIA PICCOLA… MA DIFFICILE!

Oltretutto in mezzo a mille altre problematiche…

DI: dt. Giulio Socci

Come ben sappiamo, immaginiamo, ascoltiamo o potremmo osservare… sono moltissimi i problemi incontrati dai praticanti e appassionati dei nostri sport da combattimento. C’è chi pensa e dice, siano solo da attribuire a questioni logistiche, di politica federale, di scarsità o poca disponibilità degli atleti, ma seri dubbi vengono nutriti e manifestati forse progressivamente da altri, sul fatto che a questi se ne potrebbero aggiungere  altrettanti di ordine psicologico e individuale, come se quelli già esistenti e riscontrati non fossero sufficienti a stimolarci la vita.

GIAMPIERO MARCEDDU

MARIO EMMI

Noi intuiamo e crediamo che tutti questi problemi forse ci siano, naturalmente non in tutti, od in tutti gli stessi, o tutti negli stessi… Riteniamo però che “a macchia di leopardo” e con una griglia trasversale, le problematiche investano un po’ tutte le varie realtà federali, regionali e cittadine. Come mi dicono… “tutto il mondo è paese”  e credo che ognuno abbia le proprie beghe. Parlarne non significa certo risolverle, ma sicuramente significa non volerle nascondere a se stessi. Come non significa però volerle accettare, o restare  passivamente rassegnati alla lamentela continua e inconcludente che forse noi tutti potremmo aver osservato nell’ambiente. Discuterne, dovrebbe invece significare far conoscere la propria eventuale opinione e confrontarla con quella degli altri e… sinceramente, sarò ben felice se qualcuno volesse, potendolo fare, smentirmi categoricamente. I praticanti purtroppo, già all’esordio iniziano a prendere conoscenza con la penuria di atleti per la difficoltà nel trovare antagonisti con pari-esperienza per esempio. Ma se abbiamo occasione di assistere o condurre trattative promozionali, notiamo insegnanti che al momento di fare gli abbinamenti hanno solo atleti esordienti o neofiti, quando al momento dell’ auto celebrazione, vantano solo fior  di campioni. Tanto che forse, potremmo persino arguire che ognuno abbia tacitamente e intimamente appreso a dimezzare in numero degli incontri dei propri, come a raddoppiare quello degli avversari e paradossalmente, proprio per dare e avere l’idea di un più esatto e corrispondente valore tecnico-atletico.  Al momento di farli combattere poi, ci informano che immancabilmente molti sono reduci da postumi infortunistici, sindromi influenzali ed acciacchi vari. Notiamo però con gioia, che gli atleti sono invece sicuramente più sinceri e trasparenti degli insegnanti e questo lascerebbe ben supporre per il futuro, non dimentichiamo che proprio loro saranno gli insegnati di domani… ma cosa imparano oggi? Se perdono, hanno accettato il match solo per la parola data e lo hanno generosamente  fatto giusto per mantenerla, non essendo in gran forma. Se vincono avrebbero potuto fare ben molto di più, ma non hanno voluto infierire o non essendo ben allenati hanno mostrato solo una parte delle proprie potenzialità che sono ben al disopra della prova data. Ma non voglio certo parlare solo di questi aspetti che forse, credo di aver intuito come esistenti in una grande fascia di praticanti. Osservo anche che abbiamo nel nostro panorama sportivo, insegnanti validissimi e molto professionali, che non reputano intimamente gratificante e positivo per se stessi e soprattutto per lo sport che amano, far combattere un loro atleta molto più esperto con un novizio o poco più. Noto con piacere per esempio che alcuni, quando intuiscono essere accaduto, in pieno tacito accordo con il proprio atleta non “puniscono” oltremodo l’avversario (ma non lo sbandierano certo ai quattro venti per ricevere una gratificazione di cui non sentono il bisogno). Gli stessi poi,  non esitano a gettare la spugna (pur in intimo sdegnoso silenzio) quando intuiscono il contrario e senza per questo sentirsi sviliti o sminuiti dal gesto ma, anzi piuttosto, al contempo nobilitati. Insegnanti che fanno apprendere  a vivere nella vera realtà oggettiva del proprio valore, gli attenti allievi. Poi notiamo ci sono al contrario, quelli che forse spingono oltremodo i propri atleti (credo per un recondito e frustrato desiderio di una propria affermazione) verso sfide personali e tentativi quasi impossibili per il loro livello… Autogratificati forse, anche solo dall’altisonanza del “nome” avversario, della serata, del promoter o del campionato. Questi forse, credo siano i più deleteri perché spesso “bruciano” un ragazzo con vere potenzialità intrinseche. Ma dopo questa personale mia piccola e iniziale critica generale sulla globalità del nostro orizzonte sportivo, per introdurre un singolare ed ulteriore problema che oggettivamente osservo che abbiamo, passo alla questione specifica di cui voglio parlare. Sappiamo e ci informano che la popolazione italiana sta registrando, con nostro compiacimento, una continua metamorfosi morfologica in altezza… e di conseguenza anche nel peso corporeo complessivo. Per cui notiamo sempre più spesso che le categorie in crescita numerica sono quelle dai 70 kg in su… e sempre maggiormente notiamo un progressivo apparire di atleti nelle categorie dei massimi. Sicuramente accelerato anche dall’esistenza di tornei professionistici di quella “pezzatura” , che fanno confluire nelle nostre palestre anche atleti di quel peso corporeo, provenienti dal mondo pugilistico in genere. Questi probabilmente si aggiungono a quelli richiamati dalle “uscite” sui mass media più importanti, che invogliano e stimolano sicuramente i giovani “giganti” alla pratica. Ma noto che tutto questo non esiste e non avviene per le piccole “pezzature”… Inoltre dobbiamo considerare il fatto che questo “tipo morfologico” diviene geneticamente e progressivamente un tipo in rarefazione.

 

 Ritengo e osservo quindi, che sono proprio i -48kg; i -51kg; e i -54kg che hanno i problemi maggiori nel fare attività nel nostro Paese… Possiamo inoltre intuire che non deve essere molto “motivante” iscriversi continuamente ai tornei federali, nella remota speranza di trovare qualcuno con cui potersi finalmente confrontare e ricevere sempre la stessa comunicazione  negativa il giorno prima della competizione. E nonostante tutto ciò, si allenano imperterriti da anni… Questo, noto che  avviene nelle piccole categorie a tutti i livelli, sia per i principianti che per gli atleti esperti, ognuno con gli stessi problemi comuni e con problemi opposti, a cui potremmo intuire si debbano poi aggiungere quelli specifici. Ho potuto notare e riflettere su questo, osservando casualmente due atleti di questa piccola “pezzatura” allenarsi assieme e parlando un po’ con loro. Gli atleti sono: Gian Piero Marceddu e Emmi Mario.  Ormai affermato il primo ed un vero talento emergente l’altro… Li incontro per caso nella Scuola Arti Marziali Fragale di Pisa, durante un allenamento di Muay Thai. Faccio loro i complimenti e qualche domanda, ma ogni risposta mi incuriosisce sempre più, tanto da provocare ogni volta ancora maggiori richieste di chiarimenti in merito, per comprendere meglio i loro problemi e quelli delle categorie in cui militano. L’uno è già un campione internazionale affermato di full contact e di kick boxing, l’altro è un nuovo talento emergente nella thai boxing e muay thai. Entrambi mi dicono che è molto tempo che non riescono a combattere in categoria e anche che è accaduto rarissimamente…  Gli ultimi combattimenti li hanno sostenuti persino in due o tre categorie sopra la propria, pur di combattere… e li hanno vinti! Ma perché praticando specialità diverse si allenano assieme? Semplice… per impadronirsi ognuno di quella dell’altro in un continuo e progressivo, mutuo scambio di conoscenze tecniche, tattiche e strategiche. Divenendo atleti polivalenti e poliedrici… -mi dicono- avrebbero sicuramente così, maggiori possibilità di incontrare avversari in categoria e di combattere quindi. Mi dicono ancora che nei tornei nazionali sono fortunatissimi quando hanno un avversario… e quasi sempre è di livello e caratura troppo inferiore da permettergli un confronto costruttivo.

 

Spesso accettano e si iscrivono (specialmente Marceddu) anche in categorie superiori… ma giustamente gli avversari che lo “conoscono” evitano di scontrarsi con lui. L’ultimo incontro disputato da Marceddu con un avversario di 60kg. (lui ne pesa 51…) è stato solo per il motivo che non lo conoscevano (e questo dovrebbe dirla già lunga sulla improvvisazione di molti “maestri” e promoters ) e forse pensavano anche di tirargli il solito “pacco” (come vittima predestinata all’atleta locale) con il peso dell’avversario non effettuato sul posto e facendoglielo vedere per la prima volta sul ring. Ma questo, come immaginerete, era evidente ad occhio nudo… tuttavia ha vinto l’incontro per ko (preciso calcio al fegato) al 4° round. Agli ultimi campionati italiani assoluti, hanno vinto entrambe le categorie -51 e -54 di thai boxing senza combattere per mancanza di avversari. Alla fase precedente Emmi Mario mi dice che si è scontrato  vincendo per abbandono al 2° round contro un avversario di 57 kg . Mi dice ancora che si è contattato per lui un noto promoter dicendogli che avrebbe combattuto volentieri alle sue belle riunioni persino gratis… ma niente da fare.  L’ultimo incontro fatto è stato in muay thai con un avversario di 58 kg e vinto ai punti… Naturalmente anche i promoters hanno interesse a promuovere e far combattere soprattutto i propri atleti e quelli locali, perché apportatori di pubblico… e non sconosciuti che pur combattendo anche gratis, gli costerebbero pur sempre la borsa e le spese dell’avversario (che oltretutto andrebbe ricercato all’estero) Adesso però, sembra che con l’ingresso in “nazionale FIKB di thai”, avranno modo di combattere agli europei WAKO… E si stanno allenando per questo! Al momento la prima domanda che sicuramente vi sarete fatti anche voi è: perché non combattono assieme allora? Mario Emmi stà emergendo (anche se prepotentemente) proprio adesso e quando gli erano capitate in passato, le prime occasioni per incontrare Marceddu… giustamente il suo maestro si era ben guardato dal fargli prendere quella sicura punizione immeritata. Ma loro sanno che questo accoppiamento sarà prima o poi inevitabile anche se, adesso che si allenano assieme, non ne sono molto entusiasti, ma mi dicono  che molto probabilmente, accadrà sicuramente! Per il momento si allenano… poi si vedrà, ma dicono già da ora che quando si presenterà questa verosimile occasione… smetteranno di “vedersi” fino al confronto e che vinca il migliore. Due ottimi ragazzi oltre che atleti di prestigio:

  • Marceddu Gian Piero, (chiaramente di origine sarda) si è spostato da Torino (dove risiedeva e lasciando la sua occupazione lavorativa) a Livorno, per seguire meglio il suo insegnante: Rizzoli Massimo (Marceddu fa parte della scuderia Balistic). Gian Piero insegna kick boxing a Firenze, ma dato che non si può vivere solo della sua passione, stà mettendo in piedi una attività commerciale con la sua ragazza, nella labronica città adottiva.

 

  • Emmi Mario, siciliano di origine e spostatosi a Pisa per gli studi universitari, finalmente neolaureatosi in ingegneria aeronautica, risiede tutt’ora a Pisa dove si allena da anni ed ha appena iniziato a lavorare professionalmente per una società a La Spezia. Oltretutto quindi, non certo semplicissima la loro vita… motivo in più  che avvalora oltremodo i loro sforzi. Sono quindi d’obbligo gli “in bocca al lupo” per entrambi e nel cercare di fare qualcosa per loro(data l’istintiva ed immediata ammirazione e approvatoria suscitatami) questo mio primo e timido articolo (che oltre a farci prendere coscienza di un problema di categoria) chissà che non possa servire a farli conoscere maggiormente ed accendere la possibilità per qualche promoter di farli finalmente combattere… Ce lo auguriamo con tutto il cuore, in attesa di vederli combattere e scontrarsi tra di loro perchè, come essi stessi sanno e dicono, sarà inevitabile… e che vinca il migliore! Sicuro che comunque andrà… assolutamente nessuno dei due risulterà perdente.  Ma le sorprese per me, non finiscono qui… entrano in palestra altri due atleti delle stessa categoria. Ma come… non doveva essere una categoria rara? Come può esserlo se in una stessa palestra e in una “botta” sola ne incontro quattro? Naturalmente cerco di scoprire il motivo della stranezza di un simile paradosso, con qualche domanda ai nuovi arrivati. Questi sono: Fabio de Petrillo e Filippi Daniele. Mi dicono che la loro specialità sportiva è quella della Muay Thai.

  • De Petrillo Fabio è un simpatico ragazzo i cui tratti somatici rivelano la sua origine coreana, vissuto da sempre a S. Margherita Ligure, vive adesso a Lucca e si allena a Pisa  ed è buffo ascoltarlo parlare con la strana “inflessione dialettale” genovese.
    Neolaureando in scienze pedagogiche, svolge il suo tirocinio a La Spezia. Si allena da anni a Pisa, ma militando nella categoria dei -48kg non ha mai trovato un avversario nella propria categoria. Ha combattuto qualche volta in categorie superiori, ma pur avendo ottenuto spesso buoni risultati, l’inevitabile e spesso proibitiva differenza di peso,  lo consiglia giustamente di essere cauto nei tentativi e approcci agonistici.

 

  • Filippi Daniele abita a Buti (un paesino sulle pendici dei monti pisani) ha iniziato ad allenarsi a Buti nella palestra del suo primo maestro: Baschieri Michele. Poi, vista la sua grande passione e la scarsità di atleti della sua stazza… è stato consigliato proprio dal suo maestro e raccomandato da questo, alla Scuola Arti Marziali Fragale, perché si potessero far carico con maggiori possibilità della sua preparazione, ed è qui che quasi ogni giorno, dopo il lavoro, si reca per allenarsi. A questo punto mi sembra veramente di parlare con dei marziani… In un mondo che conosco molto bene e dove osservo solitamente gli istruttori litigarsi l’appartenenza anche di un solo allievo alla propria corte… Adesso mi dicono che uno di questi consiglia e presenta il proprio pupillo, ad un’altra scuola e pregandola di farsi carico della sua preparazione? Roba da matti penso, ma che lascia ben sperare per un futuro innalzamento verticale degli usi e consuetudini deontologiche dei nostri istruttori, encomiabile!

 

La sua categoria, mi dice essere quella dei 54 kg . e che (pur avendo pochissimi incontri) non ha mai combattuto con un vero avversario dello stesso suo peso. L’ultimo avversario con cui ha accettato il confronto pur di combattere,  era più di 60 kg . e dopo il primo round, i suoi secondi lo hanno ritirato dal confronto quasi impossibile. Anche loro sono nella stessa situazione degli altri due. Questi, a volte hanno incontrato nei tornei il compagno di scuderia Emmi Mario ed altre volte si sono misurati tra essi stessi… Ancora troppo “acerbi” per poter pensare di incontrare un avversario del calibro di Marceddu … aspettano con ansia, si presentino atleti del loro peso ai tornei italiani di Muay Thai… Qualsiasi torneo e in qualsiasi federazione… ma per ora sembra debba restare una remota possibilità. L’unica cosa che osservo non prendono neanche in considerazione, è quella di smettere… Mi dicono: “Se non ci sono avversari ci dispiace, ma non smetteremo per questo di allenarci. E’ la pratica della Muay Thai che ci piace e ci diverte, questo non possono certo togliercela” (mi dicono semplicemente). Bene… speriamo quindi che questo mio piccolo articolo possa servire come “spunto” a qualche occasionale lettore (promoter, istruttore o atleta) che ha lo stesso problema di reperimento avversari di simile “pezzatura”… per sapere adesso con sicurezza chi contattare per risolvere il suo problema. Mi sembra infatti, che abbiamo esposto tutte le possibili eventualità di difficile ricerca… -48kg.; -51kg.; -54kg., ma che accetterebbero  volentieri di combattere anche con avversari di qualche kg. più pesanti. Ogni livello tecnico: eccellente , distinto, discreto e principiante. Adesso incrociamo le dita per loro e speriamo qualcuno si faccia vivo, ma non certo solo per questo, siamo sicuri che continueranno ad allenarsi e migliorare!

 

Potremmo quindi concludere forse, che in fatto di umiltà, perseveranza, dignità e correttezza… sia come uomini che come atleti… sembrerebbe che i “piccoli” abbiano da insegnare ai “grandi”? Speriamo solo che  qualcuno accetti di imparare, prendere lezione… o esempio!


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