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STORICO PRIMO INCONTRO DL PRESIDENTE FIKB ENNIO FALSONI CON
IL PRESIDENTE DEL CONI: GIANNI PETRUCCI. DOPO 18 ANNI DI ANTICAMERA… L’INCONTRO
AL FORO ITALICO! FINALMENTE IL CASTELLO KAFKIANO APRE LE SUE PORTE…
QUALI GLI SCENARI CHE SI PROFILANO ALL’ORIZZONTE? QUALI I DESTINI DELLE NOSTRE
DISCIPLINE SPORTIVE?
FALSONI RICEVUTO DAL PRESIDENTE DEL CONIdi Ennio FalsoniMolti lettori forse non sanno che ho cercato un riconoscimento CONI per la mia Federazione dal lontano 1986. A quell'epoca non esisteva, come invece esiste ora, un regolamento per le Discipline Associate, per cui si sa quali sono i criteri per diventare DSA, sai quale documentazione produrre, esiste un iter burocratico da seguire. Avevo tra le mani 5000 tesserati che praticavano un nuovo modo di concepire il "karate", ma che si chiamava "kickboxing", e logica imponeva che avvicinassi le massime autorità dello sport italiano per sapere se era possibile inserire la nuova disciplina (dico nuova, perché col karate non aveva più niente a che spartire), nell'ambito CONI. Cercavamo un nostro spazio al sole, anche perché pensavamo di meritarlo. Ogni volta però che mi recavo a
Roma o chiedevo udienza a qualcuno, venivo regolarmente mandato al massimo
nell'ufficio della Segreteria del presidente (all'epoca era Franco Carraro).
Parlavo sempre con qualcuno che mi stava sì a sentire, ma che non sapeva cosa
rispondermi, come indirizzarmi. Era una situazione kafkiana. Finché qualcuno mi
disse : “ma perché non andate alla boxe”? In quegli anni ero amministratore delegato di Sport Promotion e qualche editore, insieme a Spartaco Bertoletti, di Samurai, Banzai e Sportivo, ero a contatto con tutte le principali federazioni ufficiali, tra cui la FPI appunto di Ermanno Marchiaro. Il nostro problema veniva dal
nome: kick -boxing. Il fatto di contenere il nome dello sport più antico del
CONI, faceva rizzare i peli a più di un dirigente CONI. Guai a toccare gli
interessi di una federazione già riconosciuta! Organizzammo tavole rotonde con
gli "amici" del pugilato, stabilimmo che esistevano molti punti di
contatto tra i nostri due sport, ma qualcuno all'interno di FPI un giorno disse
: "Attenti, questi hanno il K.O.". Da allora, alcuni miopi
dirigenti del pugilato ci videro come "concorrenti" più
che amici o possibili compagni di viaggio. E così, nonostante la mole di
documentazione prodotta in quegli anni, ci tennero fuori del CONI apposta.
Finché non mi imbattei in quel galantuomo di Franco Falcinelli. Nel frattempo
grazie a un dirigente del CONI, Sandro Rossi, si scrissero le famose regole
della DSA . Ma questa è storia recente, e probabilmente già nota. Sta di
fatto che l'iter di riconoscimento fu avviato (non senza prima essere
passati dal vaglio di una commissione ad hoc che la FPI aveva istituito per
studiare il problema "degli sport da ring" simili al pugilato). Dalla
prima volta, erano passati nel frattempo 18 anni. Avevo vissuto l'epoca Carraro,
poi quella di Gattai, quindi Pescante e infine siamo entrati nell'era
Gianni Petrucci. Durante il suo primo mandato siamo entrati al CONI,
ancorché come Disciplina Sportiva Associata Sperimentale alla Federazione
Pugilistica. In tutti questi anni, mai mi era stata data la possibilità di
incontrarmi col presidente del CONI. Vi posso assicurare di essere stato
ricevuto da presidenti di varie Repubbliche, sono stato ricevuto da tanti
Sindaci di importanti capitali, da Ministri dello sport in giro per il mondo
come presidente WAKO. Ma mai da un
presidente CONI! Fortuna vuole che nel frattempo,
coi tanti rivolgimenti che sono avvenuti nello sport italiano, un altro sia
diventato fondamentale: che le DSA, cioè quegli sport che non hanno sbocchi
olimpici per intenderci e che prima erano considerati di serie C, oggi siano
passati a essere considerati di serie B,ossia sono aumentati di
importanza. Le DSA hanno 3 rappresentanti che siedono nel Consiglio Nazionale
del CONI e ciò la dice lunga sulla loro nuova collocazione. All'indomani del suo secondo
mandato, Gianni Petrucci, che è molto sensibile e attento nei rapporti, ha
voluto conoscere uno a uno tutti i presidente della DSA, tra cui - finalmente
-anche il sottoscritto. Sono stato
perciò convocato dal presidente del CONI Gianni Petrucci al Foro Italico
per un colloquio sull'andamento della federazione e sui suoi problemi. Ci sono
voluti 19 anni!, ma è ovvio che ho preso la palla al balzo e ho messo sul
tavolo i due problemi fondamentali in cui la FIKB si dibatte. Il primo è il rapporto, un po'
conflittuale, che riscontriamo con alcuni degli Enti di
Promozione Sportiva che , direttamente o indirettamente, ci fanno una
concorrenza che io definisco "sleale". Perché sleale? Perché gli Enti
hanno un preciso scopo , quello di fare attività sociale e promozionale. E
basta. Ma pur di aumentare i propri numeri, ospitano tra i propri associati ,
oltre a parrucchieri, ristoranti, discoteche, e club di ogni tipo, anche
organizzazioni di sport "marziali" -e quindi non parlo solo di
kickboxing, ma anche di wushu kung fu, di taekwondo, di judo, di karate con
cui condividiamo questi problemi -, che di atto fanno concorrenza alle
Federazioni preposte del CONI al coordinamento e allo sviluppo di quelle
discipline. Se da una parte ciò importa relativamente a Fijlkam, a Fiwuk, e
a Fita, che ricevono robusti contributi, diventa per noi un problema
grave , perché essi sottraggono risorse alle nostre casse, sottraendoci
comunque adepti, pochi o tanti che siano. E’ sempre concorrenza sleale poi,
perché -come nel nostro caso -, essi permettono alle organizzazioni che
ospitano, di vendere tessere a basso costo, visto che loro, gli Enti , hanno poi
contributi miliardari. Chiaramente questa è una
situazione tipicamente italiana. Il CONI concede il riconoscimento ad alcune
federazioni, poi lascia che gli Enti facciano loro concorrenza in quel modo. Una
contraddizione bella e buona di cui il CONI è ora a conoscenza. Gli Enti
verranno richiamati probabilmente all’ordine – pena il congelamento dei
contributi -, ma certo è che, essendoci dietro i partiti politici – almeno
per alcuni -, sarà comunque difficile impedire loro che ciò si ripeta in
futuro. “Bisogna imparare a convivere con gli Enti –mi è stato detto.”
Convivremmo meglio, ho risposto, se gli Enti rispettassero le regole che ci
sono. Staremo a vedere… Il secondo problema è legato,
in fondo, al primo. Se la FIKB
subisce la concorrenza degli Enti che sottraggono risorse, visto che il
riconoscimento CONI comporta notevoli spese burocratiche in più, e considerato
che in qualità di DSA Sperimentale non abbiamo diritto né oggi né mai ad
alcuna forma di contributo CONI, non sembra un paradosso la nostra situazione?
Come usciamo da questo impasse? Il problema sta nell’attuale
regolamento delle DSA. Quelle (3) Sperimentali che ci sono – Twirling,
Canottaggio a sedile fisso e Kickboxing – e associate a tre federazioni
nazionali diverse, dovrebbero ricevere fondi , cioè soldi, dalle
federazioni nazionali. Ma non esistendo una normativa in tal senso, queste se ne
guardano bene dallo spendere manco 1 euro per le tre cenerentole dello sport
italiano. Allora non resta altro che o cambiare le attuali regole, cioè stabilire che anche noi avremo diritto ai contributi CONI, oppure che le federazioni nazionali di riferimento, il Pugilato, nel nostro caso, ci diano l’autorizzazione a staccarci da esse per diventare Disciplina Sportiva Associata “direttamente” al CONI. E quindi avere diritto ai famosi contributi, senza i quali non c’è grande futuro. Anche Napoleone del resto diceva sempre : “C'est l'argent qui fait la guerre!”. E noi - che le “guerre” le abbiamo vinte- , abbiamo ancora… molte battaglie da portare avanti. |