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CI GIUNGE UNA LETTERA APERTA DI PROTESTA DA PARTE DI GIORGIO PERRECA, IL QUALE SI INTERROGA SULLA POSSIBILITA’ DI AVERE VERDETTI GIUSTI NEGLI INCONTRI INTERNAZIONALI. IN VERITA’ CI SEMBREREBBE SCONTATO… MA SE QUELLO CHE DICE E’ VERO… SAREMMO MOLTO LONTANI DAL POTERCI DEFINIRE UN GRANDE MOVIMENTO MONDIALE DELLO SPORT… MA FORSE SOLO PER GLI INTERESSI DI OGNUNO.SEMPRE LA SOLITA STORIA!Di: Giorgio PerrecaNulla è cambiato, da 20 anni ad oggi, inutili le mie infinite, innumerevoli richieste di giustizia sportiva se così si può chiamare; avere ad ogni competizione internazionale una giuria di arbitri competente, imparziale e neutrale. È da 2 decenni che si assiste alle innumerevoli competizioni WAKO internazionali, quali europei e mondiali dove gli arbitri di certi paesi predominanti la fanno da padroni, gestendo così verdetti e vittorie per i loro connazionali o atleti di nazioni a loro congeniali. Nazioni come la Russia, la Bielorussia, l’Ucraina e comunque i vari paesi dell’est, oramai la fanno da padroni (come se non bastasse la loro supremazia atletica) ed in particolare i paesi che organizzano questi eventi internazionali.(vedi i campionati mondiali WAKO in Marocco). Ho assistito per anni a verdetti a dir poco scandalosi, ho visto perfino premiare 2 atleti in 2 diverse finali, nella stessa categoria di peso, un cosiddetto “verdetto a parimerito” di trovata falsoniana. Ho visto veramente di tutto e subito di tutto, anche sulla mia pelle, quando ero agonista, ricevendo sconfitte all’estero, quando invece erano vittorie più che nette, ed ho visto subire da mio fratello Fabio, verdetti a dir poco scandalosi in Francia e Marocco, sempre per la superiorità numerica dei giudici di casa, così come ho visto tanti verdetti cosiddetti casalinghi, nei vari galà internazionali. Per ultimi, ma solo per ordine di tempo, ho visto portare via la propria cintura Europea pro. Di Full Contact ad Alessandro Spinelli, dal solito francesino di turno, dato sconfitto, per 2 verdetti ad 1, ma che sul ring invece aveva battuto!!! (qui la giuria era composta da 2 francesi e un italiano). Infine ho visto durante il titolo Europeo di Full Contact a Zara in Croazia, tra Umberto Lucci e Luca Kalmeta, un predominio così schiacciante da parte del campione italiano, che dominava il suo avversario per tutti e dieci i round previsti, sia per tecnica che per quantità di colpi. Anche questa volta ho visto la giuria (composta da 3 croati!) riuscire a ribaltare la verità, quella verità che il ring in maniera più che evidente, aveva visto come indiscusso vincitore il nostro Umberto. Forse è chiedere troppo nello sport di oggi, e soprattutto nella nostra disciplina una correttezza ed una sportività , che vada al di fuori degli interessi personali, ma che riesca a premiare solamente la passione ed il sacrificio di chi lo pratica. |