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Scherma

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SEMPRE PIU' SPESSO NOTIAMO, NEL PANORAMA MARZIALE IN GENERE, L’AFFACCIARSI ED AFFERMARSI DI UNA ANTICA ARTE MARZIALE OCCIDENTALE (LA SCHERMA) CHE SI AFFIANCA CON TITOLO A QUELLE ORIENTALI,   STRANAMENTE PIU' CONOSCIUTE ED IN VOGA PER VARI MOTIVI, NEL NOSTRO PAESE… COME OSSERVIAMO IN TUTTI GLI ALTRI. RITENIAMO QUINDI DOVEROSO, OCCUPARCI ANCHE DI QUESTA BELLISSIMA “ARTE” DA COMBATTIMENTO E DI QUESTI NOSTRI GUERRIERI. INIZIAMO CON UNA SERIE DI ARTICOLI DI UN NOSTRO NUOVO COLLABORATORE: Alessandro Fiumetti DI “Capitasport” CHE CI INTRODUCE IN QUESTO MONDO SCONOSCIUTO AI PIU', CON UNA SUA PRIMA PRESENTAZIONE ED UNA SUCCESSIVA INTERVISTA AL SIG.  LUCA CESARI, PRESIDENTE DELLA SALA D’ARMI “ACHILLE MAROZZO” DI BOLOGNA.

I N     G U A R D I A !

(ovvero de la schola dell'armi nel secolo ventesimo primo)

Di: Alessandro Fiumetti (da Capitasport)

                

Bologna è una città antica e misteriosa, che nasconde le sue bellezze per lasciare coloro che desiderano conoscerle nel dolce tormento di doversele cercare. Così è stato per noi, quando abbiamo appreso che Bologna è stata la sede della più importante scuola di armi bianche del Rinascimento e che ha avuto, in Achille Marozzo e Antonio Manciolino, maestri che hanno influenzato le scuole di scherma di tutta Europa per gran parte del XVI e XVII secolo. Non tutti sanno, forse, che l'Italia ha una grandissima tradizione schermistica: in particolare ha prodotto, nella fase di passaggio tra l'Evo Antico e quello Moderno, una scuola di utilizzo delle armi da taglio (spada, daga, coltello, lancia ecc...) apprezzatissima in tutto il mondo, tanto che retaggi di queste tecniche si ritrovano in culture molto lontane, per caratteri e chilometri, dalla nostra (si pensi ad esempio al kali, il mortale metodo di combattimento armato delle isole Filippine).

                        

 In realtà, noi di Capitasport sappiamo bene che da alcuni anni a Bologna si insegna  la Scherma Antica , e con la speranza e il desiderio di permeare i segreti degli antichi maestri di spada, abbiamo incontrato Luca Cesari, Presidente della Sala d'Armi "Achille Marozzo" (www.achillemarozzo.it), il quale dal 1995 guida l'attività del gruppo che ha come base San Lazzaro di Savena. 32 anni, una laurea i Lettere e Filosofia (“ma che” - dice – “non serve per imparare la scherma antica”) ed una barba da moschettiere: il suo curriculum sportivo è ampio e va dalla pratica del wushu (arti cinesi) con un notissimo maestro bolognese a quella della scherma moderna (sciabola), dal pugilato al taichi.  Non siamo, ahi noi, i primi ad incontrare Luca, ma siamo sicuramente tra i primi a divulgare il fatto che è stato il coreografo del duello con le spade dello spot pubblicitario, recentissimo e molto noto, Campari “Red Passion”: quattro giorni di lavorazione con attori abilissimi (un maestro di spada ed un pentatleta) per circa quaranta secondi di filmato.

                            

 E la consapevolezza che l’interesse per lo studio delle armi antiche è ancora una cosa seria ed in voga. Inoltre, nel 2000, anche “Io Donna”, il magazine rosa del Corriere della Sera, si è interessata al nostro, pubblicando un bell’articolo sulla scherma antica e sull'attività di Cesari. Il gruppo di praticanti di San Lazzaro è nutrito, circa una trentina - anche ragazze -, che si applicano con entusiasmo utilizzando armi di legno e adeguate protezioni, e, poiché l'ambiente ci è sembrato socievole, abbiamo cominciato a chiacchierare.

  

D: Luca, che cos'è  la Scherma Antica ?

R: La scherma antica è una disciplina di studio e di recupero di vecchi trattati relativi all'utilizzo delle armi bianche, soprattutto italiani. Si studiano le tecniche di maneggio delle armi direttamente dai manoscritti e le si applicano concretamente, con l'ausilio di protezioni per il viso e le parti più vulnerabili del corpo, a titolo marziale e non dimostrativo o per ricostruzione storica (come invece, e legittimamente, molti altri fanno). Il cuore della materia è rappresentato dal Rinascimento bolognese: tuttavia si studiano anche le fonti precedenti, e talune successive, il tutto per una corretta interpretazione storica delle tecniche.

    

D: Un’arte marziale per Umanisti quindi, per topi di biblioteca... 

R: Assolutamente no. Non è necessario un background storico per imparare e divertirsi. Anzi, è piuttosto vero il contrario visto che la gran parte dei miei studenti proviene da studi scientifici, in particolare informatica. E’ una disciplina per tutti, che prevede sì un certo contatto fisico, ma sempre e comunque protetto.

 D: Come si articola il tuo corso?

R: Ci incontriamo due volte la settimana, per circa un’ora e mezza. Una lezione è dedicata all’apprendimento delle tecniche, l’altra al ripasso ed alla applicazione a coppie. Ai principianti insegniamo la spada sola, che è il fondamento della nostra scuola, e già dopo tre mesi possono tirare con il maestro. A fine anno è previsto un esame finale - assolutamente gratuito - per il cambio di livello.

D: Che cosa spinge, secondo te, una persona ad avvicinarsi alla tradizione dell’arma bianca?

R: Sicuramente il grande fascino che esercita la spada (intendendo questo termine in senso generale, come paradigma delle armi da taglio), la quale esiste quasi da quando esiste l’umanità ed è alla base di ogni antico sistema di difesa. Non dimentichiamo infatti che nel passato l’indossare un’arma da taglio era cosa assolutamente necessaria per un gentiluomo, e quindi normale: pertanto lo studio della spada antica è anche ricerca di cultura e di costume del passato. Inoltre, siamo estremamente fieri di propagandare - una volta tanto - una valida tradizione marziale squisitamente bolognese!

                    

D: Quali sono i caratteri della Associazione da te presieduta?


R: Innanzitutto non siamo un club, né una lobby. Vogliamo diffondere quanto più ampiamente possibile le nostre conoscenze formando istruttori: quindi, siamo aperti a tutti. Ma c’è di più. Il carattere che più di ogni altro ci contraddistingue è l’approccio democratico, nel senso che noi insegniamo ai nostri allievi e forniamo loro - gratuitamente - i testi antichi, ma da loro accettiamo anche interpretazioni sulle tecniche, in modo che, dopo una attenta fase di verifica, queste possano andare ad ampliare e migliorare il programma della scuola. Il nostro obiettivo è diffondere sempre di più la nostra disciplina, convinti che più teste pensino meglio di una sola. Comunque, per quanto riguarda la diffusione della nostra scuola, non possiamo certo lamentarci, in quanto la “Achille Marozzo” conta già diverse sedi diffuse su tutto il territorio nazionale: Lecco, Verona, Forlì, Rimini, Firenze, Bologna e Modena.

        

D: Una domanda un po’ provocatoria: secondo te oggigiorno si fanno ancora dei duelli?

R: Ho incontrato molte persone che asseriscono di avere sostenuto dei duelli, ma credo che tali affermazioni non corrispondano a verità. Il duello, in quanto tale, può portare ad esiti mortali o a evidenti mutilazioni, e quindi il fatto di vedere diversi personaggi vivi affermare questo, mi fa pensare che tali persone siano o veri e propri spadaccini invincibili, o, piuttosto, mistificatori. Ritengo invece che si pratichi ancora la mensur, ossia una prova di coraggio e di iniziazione nata in Germania e molto diffusa (seppure in gran segreto) tra gli studenti universitari di buona famiglia. Consiste in un duello di spada dove i contendenti (protetti solo da una sorta di visiera di metallo e un’imbottitura che protegge le rimanenti parti del corpo, in particolare il collo) non possono distanziarsi l’uno dall’altro (e quindi dovevano rispettare una distanza fissa, una misura - da cui appunto il termine mensur) e quindi si menano fendenti finché uno dei due non subisce una ferita: a quel punto, dopo avere constatato la gravità del fatto, i secondi dichiarano chiusa la tenzone. Perché si pratica questo scontro al primo sangue, direte voi: oggigiorno per amore della sfida e del rischio, o se si vuole, anche per scommessa. Ma nel passato il significato della mensur era ben più profondo. Innanzitutto si trattava di un rito di iniziazione: non a caso i duellanti feriti erano guardati forse con ancora più rispetto dei vincitori in quanto, e questo era sempre parte del duello, dovevano farsi medicare le ferite - il che vuol dire farsele cucire con ago e filo - sul momento e senza anestesia. E quindi erano fieri dei propri sfregi. In secondo luogo, il portare ben visibili delle ferite di quel genere rendeva subito ben riconoscibile la classe, il titolo di studio ed il censo del gentiluomo tedesco, creando una vera e propria lobby nella politica e negli affari. Chi è appassionato di film di guerra, può trovare conferma a quanto detto osservando che i piloti della Luftwaffe vengono spesso impersonati da personaggi con il monocolo ed una cicatrice sul viso...

    

D: Giunti al termine di questa bella chiacchierata mi piacerebbe sapere da te se Bologna, nei confronti della tua attività, è una città all’avanguardia oppure del tutto addormentata?

R: No, Bologna non è una città addormentata: c’è movimento e curiosità anche intorno a quello che noi facciamo. Il problema è che spesso sono le istituzioni che raffreddano il grande interesse che pure c’è tra la gente per le discipline nuove.

  

Per contatti
SALA D’ARMI “ACHILLE MAROZZO”
www.achillemarozzo.it
Sede di San Lazzaro di Savena
Istruttore Luca Cesari

      


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