LA “STORIA” ITALIANA DELLA THAI
BOXE
QUANDO…
L’ ITALIA HA SCOPERTO
LA THAI BOXE
?
Stefano
Giannessi (primo appassionato e divulgatore nazionale) ci racconta l’interessante
sua “prima” scoperta e l’avvento di questa disciplina nel nostro Paese,
con il contributo di foto e chiari documenti “storici”.
Di
: Luigi Merlini
Notiamo ultimamente il nobile tentativo da parte di molti
appassionati, nel cercare di ricostruire
la nascita e la storia della Boxe Thai in Italia fin dai suoi primi storici
momenti. Personalmente osservo però, che
ognuno ha la propria teoria e fonti cronologiche ma, sapendo con assoluta
sicurezza (perché testimone) che questa vede la sua nascita a Pisa nel 1979 con
Stefano Giannessi…(e questo fortunatamente almeno, risulta essere
asserito da chiunque ne parli) a cui ognuno sembra ansiosamente preoccupato di
legare seppur sommariamente il
proprio inizio, voglio portare anch’io
il mio modesto contributo e rivolgere qualche domanda a colui il quale, è
indicato da tutti, come il suo primo storico appassionato e divulgatore: Stefano
Giannessi. Sono da sempre appassionato di storia e spontaneamente portato per le
ricostruzioni cronologiche, cercherò quindi di trovare con sicurezza e con dati
storici alla mano, il momento della sua nascita e i primi tentativi per la sua
diffusione. Ma dato che come ogni
cosa fatta dall’ uomo, sappiamo intrecciarsi con la storia della sua vita
personale, iniziamo ripercorrendo assieme a lui le varie tappe della vita
marziale del M° Giannessi Stefano. Ci svelerà la nascita della sua passione e
la sua prima conoscenza con
la Thai Boxe
, ricostruiremo con lui le prime ”storiche”
presentazioni promozionali, passando quindi ai primi “storici” tentativi di
diffusione in Italia, per poi dare assieme, uno sguardo alla situazione
attuale.
Come
inizia la tua avventura nelle arti marziali?
Inizia con il Karate Shotokan
ed il maestro Naotoshi Goto a Pisa, presso la palestra Alambra. Subito dopo (dal
1972) con il maestro Caselli Franco di Pisa, dove
ho trovato e conosciuto anche gli amici di avventura: Roberto
Fragale e Caselli Vittorio (fratello del Maestro Franco). Eravamo
giovanissimi, entusiasticamente
eclettici e ricchi di idee innovatrici, ma soprattutto… “portatori sani”
dei nascenti concetti rivoluzionari del tempo. Divenimmo subito inseparabili
infatti e molto attivi nella promozione del Karate in tutta la zona della
provincia pisana. Assieme abbiamo tenuto corsi di Karate Shotokan e partecipato,
con lusinghieri risultati, a tutte le competizioni di Karate che iniziavano
proprio in quegli anni a svolgersi nei palazzetti sportivi di tutta Italia.
Assieme poi, ci appassionammo allo studio, alla pratica e l’insegnamento del
Karate Contact (come fù chiamata allora,
la Kick
Boxing
di oggi). Ancora assieme, iniziammo a studiare e poi insegnare il Kung fu…
Ma
alla fine fui proprio io…
a scoprire e portare per
primo
la Thai
Boxe
in Italia!
(Giannessi,
Fragale e Caselli; nello stadio di “giovani
crisalidi” tra karate tradizionale e moderno negli anni 70)
Come
hai conosciuto il Karate Contact?
Giovanissimi per quei tempi
(appena diciottenni) eravamo già cinture nere di karate e nel 1974, recandoci
allo stage federale dell’allora
F.I.K.
(dell’ avv. Augusto Ceracchini) assistemmo ad una esibizione di
Karate Contact del M° Jean Paul Pace. Fù amore a prima vista per tutti e tre
che, molto incuriositi e soprattutto interessati ad un genere di combattimento
che ci permettesse di esprimerci meglio, iniziammo ad allenarci con metodi
empirici ed autodidatti, visto che al momento il Karate Contact era ancora
totalmente sconosciuto in tutta Italia.
Hai
fatto gare di Karate Contact?
Certo, in quegli anni si
era formata assieme a Vittorio Caselli e Roberto Fragale,
una “magnifica triade”. Eravamo
inseparabili e non perdevamo certo occasione per combattere alle primissime
e sperimentali gare che l’AIKAM di Bellettini Gianni iniziò
a organizzare e proporre ai karateka italiani fin dal 1975. Ricordo che in quel
periodo (utilizzando le nostre credenziali di ottimi e lusinghieri trascorsi
formativi) ci chiedevano spesso e persino a pagamento, di esibirci in
dimostrazioni di arti marziali, in cui eravamo diventati dei “ veri
esperti” per le nostre empatiche e comuni
esperienze in questo genere di spettacolo, che al tempo era molto in voga ed
utilizzato in qualsiasi occasione. Iniziammo così ad utilizzarne i seppur
scarsi proventi, per pagarci parte
delle nostre frequenti trasferte.
(il
periodo A.I.K.A.M. ed una esibizione marziale al “Baccarà” di Lugo di
Romagna “anni
70”
)
Quali
i tuoi trascorsi nel Kung fu?
Nel primo dei nostri viaggi
“esteri” del tempo, che dovemmo obbligatoriamente iniziare a fare… (in
Italia al momento, non c’era proprio ancora niente) alla ricerca del Karate
Contact, conoscemmo in Francia il M° Jean Paul Ardissone (
la Francia
non fù scelta a caso, Dominique Valerà era appena tornato dall’America
ed aveva iniziato a diffondervi il Karate Contact) giovane maestro di Nizza che
praticava ed insegnava Boxe Americane (così era chiamato al tempo, il Karate
Contact in Francia) e Kung Fu-Kenpo. Ci dimostrò e convinse, che la nostra
impostazione di estrazione karateistica non andava bene per la nuova disciplina
da combattimento ed iniziammo quindi, a
studiare anche il Kung Fu sotto la sua carismatica guida. Tornammo a Nizza e lo
chiamammo poi spesso in Italia per molti stage tecnici.
(uno
dei primi stage-tecnici con il maestro Ardissone, indetto dal Dragon Rouge di
Pisa. “Anni 70” )
Quando
hai aperto la prima palestra e di che cosa?
Facevamo assieme, dapprima
dei corsi di Karate nelle palestre del nostro comune maestro Franco Caselli (a
S.Croce, Empoli, Marina Di Pisa etc.) ma poi,
a causa della nostra grande passione per il Karate Contact, di cui le nostre
tecniche e intendimenti erano ormai totalmente intrisi (blasfemo per quei tempi
in una palestra di Karate tradizionale) fummo costretti a distaccarci
dal nostro Maestro ed aprimmo, prima un corso specifico nella palestra di un
comune amico a Pontasserchio
(Roberto Caselli, cugino del nostro Maestro) e successivamente poi, fondammo il
“Dragon Rouge”… (in p.za S. Caterina a Pisa). Assieme
a Roberto Fragale e Vittorio Caselli insegnavamo
Karate Contact e Kung Fu Lung Chuan Pai. Poi
io e Vittorio ci staccammo alla
ricerca di una nostra dimensione personale e fù quello il periodo in cui
Roberto balzò agli onori della cronaca nazionale con il team di atleti che
rimase in quella palestra e che in seguito gli portò la notorietà delle
cronache sulle pagine delle prime riviste
specializzate del tempo: Banzai, Samurai e Karate-Judo. Io successivamente poi,
mi staccai anche da Vittorio e aprii
la Kurosaki Dojo
sul viale delle Cascine a Pisa. Vittorio Caselli aprì la palestra “Scorpions”
e si specializzò soprattutto in forme “tecnologiche” e spettacolari di
moderne esibizioni marziali, pur continuando ad insegnare e praticare anche il
Karate Contact.
Quando
e come hai fatto la prima conoscenza
con
la
Thai
Boxe
?
Ricordo che lessi un articolo
di Claudio Regoli in Banzai (era colui che scrisse gli articoli “i
cattivi di Pisa” e tutti gli altri che seguirono sulla scuola di Roberto
Fragale, nelle riviste dell’epoca n.d.r.) su “Patrik Brizon e la patria
della Kick Boxing” e ne rimasi molto incuriosito e affascinato. In realtà non
si trattava ancora di Boxe Thai ma era definita come
la Kick
Boxing
giapponese. Erano proibiti i colpi di gomito, ma si potevano usare le
tecniche di ginocchia e di judo… non seppi resistere.
(il M°Giannessi Stefano con Ptrik Brizon, “1979”
) |
(
Roger Paschi al Brizon Gym) |
|
|
(Patrik
Brizon in allenamento con il campione nipponico “Sato” e una istantanea con
dedica di Patrik Brizon al M°Giannessi Stefano
del proprio campionato europeo contro Karakus dei Chakutiki 1979) |
(gli
atleti in forza alla Brizon Gym del tempo… “
1979”
ne riconoscete qualcuno?)
|
Eravamo nel 1980 quando decisi di recarmi in visita da
Patrik Brizon a Clermont Ferrant. Pieno di giovanile entusiasmo chiesi ed
ottenni il numero di telefono da Claudio Regoli e mi accordai per una mia visita
in Francia. (Claudio Regoli è stato il primo direttore della rivista Banzai ed
era appassionatissimo di sport da combattimento “estremo” per quei tempi
n.d.r.) Mi presentai così alla palestra “Maison du sport” di Clermon
Ferrant e vidi, sacchi, ring ed una attrezzatura sullo stile della boxe, mi resi
subito conto di trovarmi di fronte ad una nuova realtà! Patrik Brizon fu molto
cordiale, ci mise subito a nostro agio e volle verificare il nostro livello
tecnico. Come Full Contact la nostra impostazione non era malvagia, ma per
quanto riguarda le tecniche di Thai o di Kick come era chiamata allora…(la
parola Muay Thai appariva a tutti, ancora priva di alcun significato!)
logicamente, eravamo molto scadenti. Il nostro primo approccio durò tre
settimane. Furono giornate di intensi allenamenti ai quali eravamo abituati, ma
non avevano niente a che fare con la preparazione che il maestro Patrik Brizon
ed i suoi fidi istruttori (tra i quali ricordo i giovani Le Borgne e
Fayè) erano usi richiedere. Tornammo in Italia con l’entusiasmo di chi ha
provato una cosa veramente unica per quel tempo. Con grande soddisfazione il
maestro Patrik Brizon in persona, mi suggerì di iniziare un corso di Kick
Boxing (come era comprensibilmente chiamata allora) in Italia. Fui addirittura
consigliato ed invitato a “battezzare”
la prima palestra: Kurosaki Dojo, in
onore del maestro stesso di Patrik Brizon: Kurosaki Kanyj.
Quindi seguisti il consiglio e
sull’invito di Patrik Brizon apristi
la
Kurosaki
Dojo
,
staccandoti definitivamente dagli inseparabili amici di tante giovanili
avventure, ma continuando a collaborare con Roberto
Fragale a quanto pare, per la divulgazione di questa idea… perché mi
ricordo personalmente di alcune tue prime presentazioni della Thai Boxe in
occasione di tornei e campionati della PCA a Pisa. Ma Tu… ricordi quali
furono “in assoluto” le tue
prime dimostrazioni promozionali di
Thai in Italia e in che anno?
Come potrei mai dimenticarlo…?
Lo ricordo benissimo! Fu nel 1980 come graditi ospiti di Roberto e in occasione
di una delle “serate di gala”
della P.C.A. (una delle primissime organizzazioni di sport da combattimento del
tempo, fondata da Roberto Fragale nel 1978 n.d.r.)
sul ring del palasport di Pisa.
(la
prima notizia, giornalisticamente documentata di una esibizione italiana di
thaiboxe… 1981, oltre 20 anni fa!)
UN TUFFO NEL PASSATO? INGRANDISCI
E LEGGI
LA
RIVISTA
DELL
’EPOCA!
|
Quando
i primi combattimenti di Thai Boxe… e chi
erano i primi atleti guerrieri?...
In seguito organizzai un
Italia Francia di Thai Boxing, poi una trasferta a Parigi (al teatro Mauberte
Mutualitè) con l’atleta Daole Nicola. 5 Ruond da 3 minuti…(Nicola riuscì
coraggiosamente a terminare in piedi!). In seguito poi ho organizzato, ancora in
collaborazione con Roberto Fragale, molti altri galà
internazionali e non, al Palasport
di Pisa, al Palazzetto del C.U.S
Pisa ed al Teatro Tenda di via Rindi a Pisa. Ricordo che assieme avevamo
progettato di organizzarne tre all’anno e per un periodo lo facemmo anche, ma imparammo
presto che i periodi migliori per il pubblico pisano erano quelli di dicembre e
marzo. (ricordo che già all’epoca riuscivamo a fare alle volte, persino quasi
un migliaio di appassionati e già fedelizzati spettatori!) Questi due periodi
furono in seguito sempre e immancabilmente
“onorati” e per parecchi anni a
venire... Finalmente, riuscimmo a fare in modo che anche
le riviste specializzate italiane iniziassero ad occuparsi ogni tanto di Boxe
Thai. Fino a che il Palazzetto dello sport di Pisa perse l’agibilità “ al
pubblico” con le nuove norme di sicurezza introdotte. Iniziammo allora ad
utilizzare il più costoso Teatro Tenda di via Rindi, ma dopo qualche anno e
vari eventi… il Teatro Tenda fu
smantellato per la conclusione dei lavori di restauro al Teatro Verdi e…
quando infine, anche il piccolo
palazzetto del CUS Pisa, chiuse per lavori di ampliamento… dovemmo
interrompere le iniziative promozionali per la diffusione della Boxe Thai.
Incredibilmente, la città di Pisa era rimasta senza una sola area per questo
genere di manifestazioni sportive! Una scandalosa realtà, ma con cui dovemmo
obbligatoriamente fare i conti e pagarne il prezzo. Roberto decise allora
di continuare a dedicarsi alla Kick Boxing in FIAM e rimandare il tutto in
attesa di tempi migliori. Allora io mi staccai nuovamente da lui, per aprire una
nuova palestra di Thai Boxing nei sufficienti e attrezzati locali al pianterreno
di una vicina e grande casa colonica, in cui nel frattempo mi ero trasferito con
la mia famiglia.
(la
prima notizia giornalistica e documentata, di un galà internazionale di Thai
Boxe a Pisa 1982, oltre 20 anni fa!)
UN TUFFO NEL PASSATO? INGRANDISCI
E LEGGI
LA
RIVISTA
DELL
’EPOCA!
|
Ricordo
che “i tempi” da te menzionati, erano quelli del Gym Club ( il centro
sportivo aperto assieme a Fragale) o sbaglio?
No, non sbagli. Quando la
collaborazione per il progetto divulgativo
della Boxe Thai attraverso l’organizzazione di serate di gala, ci portò a
lavorare di nuovo gomito a gomito… (Roberto aveva ancora la sua “base
operativa” al Dragon Rouge dove aveva sistemato anche quella della PCA,
si era organizzato molto bene, ma iniziava a stargli un pò stretto
n.d.r.) dopo averlo prima ospitato
io, con un ulteriore corso di Full Contact nella mia Kurosaki Dojo…e passato
nuovamente qualche mese assieme… (la nostra vicinanza era contagiosa e coktail
pericoloso a quanto pare) progettammo di fondare il Gym Club di via Che Guevara,
in un capannone di circa 500 mq. alla prima periferia di Pisa ed io ci trasferii
la Kurosaki
Dojo
, chiudendo così la mia palestra sul viale delle Cascine. Al Gym Club
insegnavamo il Kung Fu, il Full Contact e
la Thai
Boxe
, ma avevamo anche progettato e predisposto altre sezioni alternative
(sicuramente all’avanguardia per quel tempo ) dedicate al Judo, al Body
Building, alla danza moderna e ad ogni altro tipo di ginnastica. Ricordo che
avevamo inserito dentro al Gym Club, persino una estetista che lavorava con due
cabine estetiche, idromassaggio, solarium ecc. (…e pensa, tutto questo nei
primi anni 80…!) Fu un periodo molto florido e prolifico, nel quale
organizzammo, come ti ho già detto, moltissime
serate di “gala” internazionali con il Full, Kick e Thai Boxing. “Serate
di gala”… così amavamo definirle al tempo, per distinguerle
dai soli “tornei” che prendevano timidamente avvio in quegli anni
pionieristici. Mi ricordo che avevamo iniziato ad
inserire al loro interno, anche alcune delle prime esibizioni di Body
Building di quegli anni. Ricordo che una volta, al Teatro Tenda organizzammo
persino in collaborazione con una manifestazione nazionale di Body Building.
Eravamo proprio degli irriducibili eclettici…avevamo il
cervello sempre pieno di continue idee in fermento che “spuntavano come funghi”
una dietro l’altra e sempre più
ambiziose! Naturalmente le sperimentavamo sempre e in continuazione, eravamo
infatti alla ricerca della forma migliore che potesse fare affluire un pubblico
maggiore alla presentazione e promozione dei nostri eventi sportivi!
Quali
sono stati gli atleti di punta di quegli anni?
Daule Nicola, Pallavicini Sergio, Gatta Nello, Lari
Stefano, Luglè Samuele, Filippi Federico, Mazzini Adriano, Venturini
Sebastiano, e Lai Franco.
(il
primo e storico team italiano di
thai boxe: il kurosaki Dojo al Gym Club di Pisa)
Se
ricordo bene, alcuni di questi atleti non erano di Pisa, in quegli anni eravate
molto noti e alcuni venivano anche da lontano pur di allenarsi al Gym Club, ti
ricordi chi erano e da dove venivano?
Si, Gatta Nello veniva da
Torino, Elio Dottore che veniva da Biella, Venturini Sebastiano da
La Spezia
come pure Mazzini Adriano, Bini Leonardo da Firenze… e tanti altri di cui
purtroppo non ricordo il nome. Moltissimi erano studenti universitari al tempo
e adesso sono divenuti ormai stimati e affermati professionisti.
Possiamo
quindi dire che “quello” fu il “vero” periodo pionieristico ed essendo
voi molto giovani… il rischio di poter fare brutte figure era possibile e
molto alto?
Diciamo che forse, come
sosteneva sempre anche l’amico Roberto, eravamo un po’ troppo avanti con il
tempo rispetto a tutti gli altri in Italia e quindi, proprio per questo, è
evidente che per fare quei tentativi ci voleva proprio un bel coraggio. Ricordo
che anche per l’età… (ci eravamo entrambi sposati e divenuti padri… e
persino nello stesso anno!) le nostre situazioni economiche non erano certo
rassicuranti sugli eventuali e continuamente possibili esiti negativi delle
nostre iniziative, quindi non
potevamo certo permetterci “il lusso” di commettere gravi errori di
valutazione… fortunatamente però, non ne avvennero mai di molto gravi o
irreparabili. Ma come tu potrai
certamente ricordare, eravamo molto giovani e non ci mancava sicuramente il
coraggio e la spasmodica voglia di irrefrenabile avventura...
anche se non ti nascondo il fatto
che c’erano molti tra i nostri
preoccupati familiari, che invece la definivano “incoscienza”! Fortunatamente,
nell’attesa di comprendere chi di noi avesse ragione… abbiamo continuato a
crederci e lavorare. Inoltre, le volte (sebbene molto poche) che le riviste dell’epoca
si interessarono alla Boxe Thai, ci rinnovarono moltissimo, l’entusiastica
motivazione giovanile.
(Franco
Lai e Adriano Mazzini al Palalido di Milano
in incontri internazionali di thai boxe)
Sei
mai stato in Thailandia?
In Thailandia mi sono recato
20 anni fa… nei primi anni 80 assieme ad Ubaldo Forti, all’epoca mio fidato
“secondo” e stretto collaboratore nella preparazione del team agonisti (
adesso collabora anche con Roberto nei locali dell’ex Gym Club... ora
sede centrale delle Scuole Arti
Marziali Fragale n.d.r. ) Ci fermammo qualche giorno a Bangkok e poi a
andammo a Pattaya al Sityodtong, dove conoscemmo il caposcuola del camp. Fu una
esperienza indimenticabile e quel periodo della vita, resta indelebile nelle
nostre menti.
Sappiamo
che hai organizzato molti stage di Thai Boxe a Pisa con vari campioni e maestri…
te ne ricordi qualcuno?
Patrik Brizon era sempre
molto impegnato ed il primo grande stage e raduno di Boxe Thai in Italia lo
organizzammo a Pisa con Le Borgne e
Fayè, due istruttori di Patrik
Brizon. Purtroppo poi (nel 1982) Brizon scomparve precocemente per collasso
cardiaco a 33 anni durante un allenamento condotto proprio assieme a Didier Le
Borgne) non potemmo mai averlo
nostro ospite a Pisa quindi. Un altro stage che ricordo molto bene è quello con
Jean Michel Brunette (campione europeo di Savate) Poi ci fù ancora quello con
Didier Le Borgne al Gym Club (1986) al quale partecipò anche Rinaldo Rinaldi e
che iniziò così la sua frequentazione con i francesi. Anche io conobbi in
quella occasione Rinaldo Rinaldi. Assieme poi, abbiamo collaborato per la
diffusione della Thai Boxe in Federcombat dove ho ricoperto la mansione di D.T.
Nazionale.
(i
primi atleti polivalenti in Italia e accosciati da sx i preparatori del team:
Giannessi Stefano e Forti Ubaldo)
Hai
conosciuto De Cesaris?
Marco De Cesaris
l’ho visto per la prima volta a
Loret Du Mar in Spagna nel 1990, durante uno stage con Lamy e Krongsak. Ci fù
una presentazione formale di ogni partecipante a tutti gli altri e
lui era tra noi per apprendere, incuriosito dalle tecniche della Boxe Thai.
Credo che al tempo fosse un allievo
di Perreca e Malori, o quantomeno provenisse da quella società sportiva, mi
sembra di ricordare. Credo di ricordare inoltre (a quanto potei poi comprendere
nel corso dello stage) che l’inizio della sua pratica, risalga proprio a quel
periodo. Era molto appassionato e dopo qualche anno, vidi che
iniziò infatti con successo, a
contribuire alla sua diffusione nel Paese.
Ma,
io ricordo di aver ultimamente letto
una intervista
rilasciata da De Cesaris che si dice molto legato a te da un’amicizia
ventennale…
Ne sono grato e lusingato
ma non ne comprendo il motivo, assolutamente no! Ti ripeto che ho visto “formalmente”
per la prima volta De Cesaris nel
1990 in
Spagna. Anzi, dopo quella volta ho rivisto De Cesaris solo dopo 5 anni in
Sardegna a Cagliari. Quando Franco Lai si battè in Boxe Thai contro Biga
Tidjani, incontro vinto da quest’ultimo ai punti.
Ma,
allora adesso… quali sono i tuoi reali rapporti con De Cesaris?
Francamente, che la mia
memoria ricordi… l’ho visto solo in quelle due occasioni! So però che con
Roberto ha collaborato strettamente… forse ci confonde.
(Stefano Giannessi in visita ai Chakuriki)
|
Parlaci
invece della tua conoscenza con Rinaldo Rinaldi…
Come ti ho detto l’ho conosciuto in occasione di uno
stage da noi organizzato al Gym Club di Pisa e ricordo che in seguito mi pregò
diverse volte di andare a Milano a trovarlo con alcuni miei allievi… lui
iniziava proprio in quel tempo ed era molto appassionato… Adesso i nostri
rapporti sono così e così, visto che per i tanti problemi della federazione
con cui Rinaldo è sempre impegnato, non riesce a darmi i giusti stimoli. Non
sono soddisfatto del serio lavoro a livello federale e non mi ritengo tutelato
sotto l’aspetto organizzativo, dove ho rilevato notevoli malfunzionamenti. La
politica non mi ha mai interessato e forse è per questo che non sono molti
quelli che mi conoscono e in pochi
si ricordano di me…se non quando fa loro comodo forse.
Dell’organizzazione
di Carlot Davide cosa ne pensi, hai mai lavorato con lui?
Con
la I.M
.T.E. di Carlot sono stato iscritto solo un
anno… un anno buttato al vento!
Cosa
ne pensi di come ha preso l’avvio in Italia
la
Thai
Boxe
e
delle diverse federazioni che se ne occupano?
Innanzitutto vedo un grande
spreco di energie umane e tecniche. Poi sinceramente, gli atleti di Thai Boxe
non è che siano tantissimi e se li dividiamo in tutte queste federazioni, ecco
che il problema sorge spontaneo per la penuria di atleti nell’organizzare gare
di Thai Boxe. Quello che auspico è l’unione sotto una unica sigla… ma
sembra difficile stabilire quale!
Come
vedi il futuro di questa disciplina nel nostro paese?
Se guardiamo gli anni passati
sicuramente la situazione è molto più rosea. Forse per la questione che sembra
essere divenuta di moda o forse perché adesso i tempi sono più maturi per
questa disciplina. Il livello tecnico è migliorato tantissimo e già a livello
dilettantistico possiamo notare una notevole differenza dai primi anni
80 ad oggi.
Cosa
diresti ad un appassionato che inizia adesso la sua pratica?
Per chi inizia adesso è una
disciplina fattibile proprio per il livello raggiunto. Direi che è una
disciplina completa, sia sotto l’aspetto atletico che mentale. Riesce
sicuramente a frenare l’aggressività che a volte notiamo nel comparto
giovanile.
|