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Ernesto Hoost a Rosà (Vicenza)

SONO ANCORA IL MIGLIORE

Grazie all’iniziativa di Mauro Rizzardi che ha organizzato uno stage, incontriamo il grande campione in Italia ancora una volta.

Di Ennio Falsoni

Rivedere il campionissimo del K-1  in azione ancora una volta nel nostro paese ( e sempre in casa Fikeda!) è un’emozione difficile da spiegare. Ti trovi infatti di fronte  a un uomo che ha fatto la storia della kickboxing perché la percorsa da 21 anni ormai   e mai da comprimario ( anche nelle sconfitte), e non ti spieghi la sua calma interiore, la sua tranquillità – che certamente gli deriva da una straordinaria sicurezza nei propri mezzi - ,  la sua umanità, la sua umiltà. Tutti pensano infatti che le persone affermate debbano necessariamente essere un po’ piene di sé, un po’ boriose, un po’ distaccate   dagli uomini comuni. E invece è tutto il contrario con Ernesto. E’ una gran brava persona, in tutti i sensi, un uomo aperto e alla mano allo stesso tempo, che sta bene con tutti, che non ha atteggiamenti divistici. Insomma, è  sempre  un piacere parlare con lui.

L’occasione ci è stata  offerta dallo stage che Mauro Rizzardi ha organizzato al palazzetto dello sport di Rosà con l’appoggio, ovviamente, della federazione. Più di cento gli appassionati accorsi al richiamo del grande campione, nonostante le due giornate veramente piovose e fredde, che si sono allenate col grande campione tra cui  abbiamo notato atleti provenienti da ogni parte d’Italia, come Giovanni Laterza, campione d’Italia di full contact, venuto apposta da Giovinazzo in provincia di Bari con  alcuni amici. Sono state due giornate intense, in cui Ernesto ha insegnato le combinazioni che hanno fatto di lui quello straordinario campione che è.

Nell’intervallo della sua prima giornata    vicentina , intorno a un piatto di pasta che Ernesto adora, è inevitabile parlare di K-1 e ovviamente del suo futuro.

E allora, Ernesto, sarai ancora della partita quest’anno, ti vedremo ancora al Tokyo Dome ?

“No, non credo proprio. A 38 anni, e dopo quello che ho passato lo scorso anno, voglio dedicarmi a qualche incontro singolo, e poi vedrò se appendere definitivamente i guantoni al chiodo...”

Perché, che ti è successo lo scorso anno ?

“ E’ stato un anno davvero terribile per me e la mia famiglia. Purtroppo mio fratello, di soli 32 anni, è morto in un assurdo incidente automobilistico. Poi mia moglie ha cominciato a stare male  e infine mi è capitata addosso una brutta allergia alla pelle che mi ha impedito di allenarmi e di combattere com’ero solito fare da tanti anni...”

Davvero spiacente per tutti questi tuoi guai. Allora basta K-1?

“Sai, il K-1 sta ormai cambiando profondamente. Ishii – anche se è sempre lui che dirige la baracca da dietro le quinte per i suoi noti guai giudiziari ( rischia fino a 6 anni di carcere per evasione fiscale NDR) – ha capito che per attirare l’attenzione dei grandi   mass media ( e quindi dei grandi sponsor)  intorno al K-1 non ha più bisogno dei grandi kickboxer come me o come Peter Aerts, Jerome Lebanner o Mike Bernardo. Hai visto quello che è successo a Nagoya? Ha messo sul ring un campione di Sumo come Akebono e un ex campione di football americano come Saap – che con la kickboxing  non hanno nulla a che spartire – e ha venduto 50.000 biglietti e il suo “spettacolo” ha battuto ogni share di ascolto alla televisione giapponese! Un business colossale. Pensa che pare che Akebono abbia preso una borsa intorno ai 2 milioni di dollari per salire sul ring, una montagna di soldi quanti forse non ne aveva mai visti tutti insieme in tutta la sua   onorata carriere di sumotori.

Che poi al primo pugno vero vada K.O., non importa a nessuno, così come a nessuno interessa che Saap sia uno scarso kickboxer al pari di Akebono. Il K-1 sta diventando ( e forse lo è già) un “freak show” -,una farsa, un circo, una stronzata. E  allora dico basta. A 38 anni, del resto, devo rassegnarmi al fatto che sono ormai un pezzo di storia e basta.”

Ma ti sentiresti ancora in grado di battere tutti? Ho visto i giovani emergenti negli ultimi K-1: li batteresti? E Musashi San  ha davvero battuto Peter Aerts in semifinale a Tokyo,  secondo te?

“Secondi me Peter Aerts aveva vinto contro Musashi, ma i giapponesi avevano bisogno di portare avanti uno di loro. E lo hanno fatto. Non hanno rispettato le regole, hanno truffato un grande campione che al K-1 ha dato davvero tanto. Ma i giapponesi sono così: ti usano finché hanno bisogno di te. Poi ti mollano.

Per quanto mi riguarda poi, certo che io li batterei tutti! Io sono tuttora convinto di poter batterli tutti, ma non al cento per cento. Sono sicuro al mille per cento! E lo dico  tranquillamente perché lo penso veramente. “

Che farai quando smetterai di combattere?

“ Quello che fanno in tanti: mi dedicherò all’insegnamento, mi dedicherò a tirar su dei giovani. Farò il coach. Ho guadagnato bene nella mia carriera. Non mi lamento. Ho una casa, due macchine (anche su adesso voglio comprarmene una più piccola), qualche soldo da parte...Mi basta poco per vivere decorosamente. Ecco, quello che mi piacerebbe fare   è cercare di fare qualcosa per mettere insieme le tante anime della kickboxing e della thai boxing olandese. E’ un disastro: ognuno è per conto suo. Non esiste una federazione seria o che si possa chiamare così. Tutti pensano solo a fare qualche euro   e nessuno ha   progetti a lunga scadenza su questi sport come hai fatto tu. Chissà che non ci riesca   e magari  potremo collaborare in questo senso...”

Magari, amico mio! E allora comincia a vedere se riesci a mettere insieme una squadra olandese per una nostra manifestazione del 5 Marzo prossimo a Livorno. I fratelli Rizzoli vogliono promuovere un Italia-Olanda di Kick e Shoot Boxing. Eccoti  gli atleti di cui avrei  bisogno, eccoti la lista della spesa: vediamo come te la cavi in questa tua nuova veste... Non ho dubbi che avrai successo, così come l’hai sempre avuto. Un abbraccio.


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