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Sono molte le cose che per mezzo di Luca abbiamo potuto vivere a Chang Mai… compreso purtroppo, il rito funerario di un suo giovane amico motociclista tailandese.MORIRE IN THAILANDIA…Di: Roberto Fragale
Luca Maynardi è anche un appassionato motociclista, e durante la sua permanenza tailandese riempie questa passione con le sue due moto. Una rossa Yamaha 1100 ed una gialla Honda 750, sono i mezzi con i quali segue i raduni organizzati in Thailandia. Frequenta un gruppo motociclistico di Chiang Mai alle cui attività partecipa frequentemente. Questi sono i: SON ’S of SATAN di Chiang Mai. Nonostante il nome non certo accattivante, ci dice Luca che sono bravi ragazzi, si guadagnano da vivere lavorando e condividono questa grande passione per le moto. Lui stesso è molto prudente in moto e mi mette spessissimo e continuamente in guardia dai pericoli che si propongono continuamente per la guida sconsiderata dei molti Tuc-Tuc qui in Thailandia. Tanto che la mia guida diventa presto oltremodo particolarmente prudente e timorosa. Già appena arrivati mi dice che avevano da poco fatto il funerale di PONG, il fratello della moglie Jit, morto appunto in un incidente stradale con la moto. Apparteneva allo stesso gruppo motociclistico di cui va orgoglioso di conoscerne personalmente il fondatore TUAN…e mi mostra le foto di un giovane tailandese con una coppa in mano. Mi dice che è campione di “sgommate” (una gara che fanno i motociclisti a chi resiste per maggiore tempo in equilibrio, con il freno anteriore azionato, e sgommando a tutto gas!) Un bravissimo ragazzo trentenne che nonostante l’apparenza e l’occupazione preferita, lavora al Night Bazar di Chang Mai, facendo ritratti.
Mi dice che è un vero artista con i ritratti e che con i proventi dei quali, mantiene la vecchia madre in un lontano villaggio. Ma che il “Nolan” (il capo del gruppo) era BO , un danese carismatico e ubriacone, un simpatico mattacchione ! E’ morto su una “magnifica” Harley Davidson 2 mesi fa, prima ancora che riuscisse a finire di pagarla… I racconti di Luca sono sempre molto duri e densi di conclusioni macabre e ammonitrici… ecco perché la mia guida a Chang Mai è sempre stata di conseguenza, molto prudente ed oltremodo timorosa… Una sera, mentre siamo a cena, lo raggiunge una telefonata che gli comunica un accaduto incidente, il suo amico TUAN è in coma all’ospedale di Chang Mai! Luca ci dice che forse è meglio che noi non veniamo in ospedale… Ci spiega che i tailandesi non vanno tanto per il sottile ed in quei posti si vedono cose veramente raccapriccianti tanto che -ci dice- molti tailandesi prima di andarci si ubriacano. Comunque i medici dicono che non c’è niente da fare, il casco di plastica che portava non lo ha riparato ed un “buco” nella testa lo aveva messo in quelle condizioni, da cui l’unica uscita era l’ultima cronologica, nella progressione della prognosi funesta.
I ragazzi vanno a prendere la madre al lontano villaggio, la quale farà appena in tempo a vederlo morire. In verità –mi dice Luca- si poteva anche tenerlo in vita ancora un po’ attaccato alle macchine, ma in Thailandia gli ospedali “costano” ed il conto aveva raggiunto una cifra ragguardevole e molto più alta di quello che il povero ragazzo possedeva in banca. Durante la prima cerimonia al Wat infatti, si organizza quindi una vendita all’asta dei suoi ritratti, per pagare le spese ospedaliere e consentire alla madre di tirare avanti per qualche tempo. Non esistono pensioni sociali in Thailandia e sono proprio i figli che hanno l’obbligo morale e spirituale di provvedere al mantenimento dei vecchi genitori. L’ultimo giorno della nostra permanenza a Chang Mai, si celebrerà il funerale e Luca ci invita a partecipare assieme a loro.
Devo ammettere che la cosa non mi alletta molto, ma la curiosità di assistere ad uno spaccato vero di quotidianità tailandese mi affascina ed incuriosisce… Arriviamo al Monastero poco prima dell’inizio della cerimonia, questo è pieno di giovani e di motociclette di ogni genere, visto che anche gli appartenenti ad altri gruppi motociclistici, avevano voluto accompagnare lo sventurato amico nell’ultimo viaggio. Luca mi dice che serpeggia molta paura nel gruppo. I tailandesi sono molto superstiziosi. Luca mi dice che hanno una “paura sfottuta” degli spiriti e credono che questi –prima di reincarnarsi- tirino nella morte gli altri. Dicono che prima era morto BO (il capo) poi PONG (il fratello di Jit) e questo aveva tirato con se TUAN, (il fondatore del gruppo) … Adesso lui… chi avrebbe tirato nell’aldilà? Sentiva che parlavano di sciogliere eventualmente il gruppo, prima che il fondatore potesse tirarli tutti con se. Comunque l’atmosfera al tempio, non era certo troppo sommessa e subito ci offrono da mangiare e da bere… Ci sono molte buone cose e sembrerebbe più un ricevimento che un funerale. L’ingresso di ogni moto scoppiettante nel Wat, viene salutato da un brusio di persone che corrono a salutare il nuovo arrivato. Il cortile del tempio è in breve trasformato in una autorimessa espositiva di bizzarre motociclette. Ce ne sono di tutti i tipi, modelli e colori… queste sembrano essere l’argomento di conversazione comune di tutti gli intervenuti, uniti dalla conoscenza del defunto TUAN… ma soprattutto dalla passione motociclistica. E’ presente anche la moto del ragazzo che viene liberata dal suo spirito e benedetta dai monaci del tempio. Ha solo qualche graffio e Luca mi dice che è stata messa in vendita a 20.000 baht (400 Euro un vero affare, ma chi avrebbe avuto il coraggio di comprarla?) poi si inizia liberare la camera mortuaria dai fiori e arredi che vengono caricati su di un carro, assieme al feretro. L’operazione viene compiuta dai ragazzi che indossano ognuno, magliette e giubbotti in pelle del gruppo motociclistico di appartenenza. Il carro ha anteriormente uno sterzo ed un giovane si mette alla guida. Tutti gli altri stringono nelle mani due funi, con le quali tirano a mano il carro verso la cappella crematoria del tempio, mentre una musica con funesta cadenza, accompagna il corteo funebre.
Arrivati di fronte alla cappella si apre la bara in cui è custodito il corpo del giovane TUAN e con all’interno tutte le sue cose personali, indossate al momento dell’incidente (compreso il suo giubbotto in pelle, occhiali, casco stivali ecc.) Una giovane ragazza (la compagna di TUAN) passa con un cestino pieno di fiori tra gli intervenuti, invitando ognuno a prendere il proprio. Si alza la saracinesca del forno e la bara scoperchiata viene deposta all’interno. Ognuno di noi poi, in rispettoso silenzio, sale le scale della cappella e depone il fiore ai suoi piedi in segno di addio. Si chiude la saracinesca e si accendono i bruciatori.
La vecchia madre del ragazzo, butta in aria qualcosa tra l’assembramento di persone intervenute… Sono monetine da un baht, incartate nella stagnola. Luca ci dice che dobbiamo raccoglierne una ciascuno e conservarla come porta fortuna e ricordo di TUAN. Improvvisamente arriva scoppiettando una magnifica Harley Davidson azzurra, si piazza davanti alla cappella e con il freno anteriore azionato, inizia a sgommare a tutto gas… disegnando neri cerchi per terra. Evidentemente un modo bizzarro (ma direi sicuramente gradito e appropriato) di dare l’ultimo saluto ad un amico e compagno di sgommate… In breve tutto l’ambiente circostante è invaso dal fumo e da un acre odore di gomma bruciata… proprio mentre dal camino esce lo spirito di TUAN in una fumata nera, che sembra guardare e salutare gli amici, mentre si innalza verso il cielo disperdendosi all’istante e mostrando forse concretamente, l’illusorietà temporale della vita.
Da un’ultima mail di Luca: << …/… la moto di Tuan e' rimasta invenduta ma i ritratti ed altre sue opere sono state vendute tutte all’asta ed il conto dell'ospedale saldato.... anche la madre ha preso qualche soldino, ma magra consolazione povera donna ! …/…>> |