MOLTI DI QUELLI CHE SI
SONO RECATI IN THAILANDIA IN QUESTO PERIODO, FORSE VI AVRANNO PARLATO DI UNA
USANZA PARTICOLARE E SIMILE AI NOSTRI “GAVETTONI FERRAGOSTIANI”… MA FORSE NON VI
AVRANNO SPIEGATO I RISVOLTI RELIGIOSI E CULTURALI CHE INVECE VI SONO INSITI.
TENTEREMO DI FARLO NOI, GRAZIE A QUESTO BELLISSIMO ARTICOLO GENTILMENTE
CONCESSOCI DA
www.versoriente.it CHE RINGRAZIAMO ANCORA, PER LA CORTESE E DISINTERESSATA
COLLABORAZIONE MOSTRATA.
SONGKRAN il Capodanno Thai
- fra tradizione e modernità -
Di: Dott/sa
Caterina Brunelli
Il
Songkran, il Capodanno Thai che cade annualmente tra il 13 e il
15 aprile, è una festa religiosa che segna l’inizio dell’anno buddhista. I
thailandesi tradizionalisti lo osservano porgendo offerte al tempio, spruzzando
acqua sulle immagini di Buddha e pulendo le loro dimore a fondo. Al carattere
religioso della festa se ne è aggiunto, col passare del tempo, uno decisamente
più “frivolo”, quale gettare acqua sui passanti: tutti in questa occasione si
aspettano di essere raggiunti da una doccia improvvisa, segno di buona fortuna
affatto fastidioso nel mese più caldo dell’anno.
Songkran
è un termine di derivazione sanscrita che va ad indicare l’ingresso del sole in
tutti i segni dello zodiaco, ma il “Songkran” in questione, sta a sottolineare
innanzitutto l’ingresso nel segno dell’Ariete o del Cervo. Il nome completo è
Maha Songkran o Songkran Maggiore, per distinguerlo dagli
“altri” Songkran. Di solito cade tra il 13 e il 15 aprile, ma occasionalmente i
festeggiamenti possono perdurare fino al 16. Celebrazione dell’equinozio
invernale, può essere paragonato alla festività indiana Holi,
al Ching Ming cinese o alla Pasqua cristiana.
Il Songkran è sicuramente la più eccitante tra le numerose festività thai, e
viene osservato anche in Myanmar, Cambogia e Laos.
Storia
del Songkran
“C’era una volta
un giovane dall’apprendimento prodigioso, in grado persino di comprendere il
linguaggio degli uccelli. Questa sua dote suscitò l’invidia del dio
Kabil Maha Phrom il quale, sceso sulla terra, pose al giovane tre
indovinelli. Se il ragazzo non avesse trovato le risposte esatte entro sette
giorni, come conseguenza avrebbe perso la testa; in caso contrario il dio gli
avrebbe offerto la propria. Il giovane, trovatosi in estrema difficoltà, decise
di riparare in un luogo remoto per
darsi
la morte, piuttosto che sottostare alla vergogna della sconfitta. Si fermò
quindi ai piedi di un alto albero e ascoltò casualmente il discorso di un’aquila
che stava cercando di consolare i suoi piccoli affamati: ben presto avrebbero
avuto l’opportunità di saziarsi col corpo del giovane che aveva perso la
scommessa col dio. Per soddisfare la curiosità dei suoi aquilotti, mamma aquila
raccontò loro la storia della scommessa, e si fece sfuggire le risposte agli
indovinelli posti dal dio. Il giovane, venuto così a conoscenza della verità,
riuscì a vincere la scommessa e il dio fu costretto a privarsi della testa. La
testa in questione era, tuttavia, molto pericolosa: se avesse toccato terra si
sarebbe verificata un’esplosione, e se fosse precipitata in mare tutta l’acqua
si sarebbe prosciugata a seguito di un incredibile calore. Venne allora riposta
in una caverna nel paradiso delle divinità. Da quel momento ogni anno, durante
il Songkran, una delle sette figlie del dio a turno, porta in processione la
testa del padre, seguita da una moltitudine di divinità, circunnambulando come
fa il sole attorno al monte Meru, sede delle divinità del pantheon buddhista.”
Rito e
cerimoniale
Le
sette figlie di Kabil Maha Phrom vengono comunemente chiamate Nang
Songkran. Ognuna di esse, al momento dell’apparizione alla processione
in memoria del padre, cavalca una animale diverso, e in quattro differenti
posizioni a seconda del momento: si tiene in piedi sul dorso dell’animale se
appare al mattino, cavalca nel pomeriggio, si stende tenendo gli occhi aperti
alla sera e li chiude se viene dopo mezzanotte. La loro postura è decisa in base
a calcoli astrologici: ad esempio, nell’anno 1951 la “lady Songkram” chiamata Kimitha apparve il 13 aprile alle ore 1.17 del mattino, stesa
sul dorso di un bufalo ad occhi chiusi. Nello stesso istante il sole entrava nel
segno dell’ariete, che preannunciava l’inizio dell’Anno Nuovo.
Fino a poco tempo
fa ogni anno, in previsione del Songkran, l’astrologo di corte si recava dal re
per presentare le previsioni calcolate in base alla sua attività divinatoria.
Gli artisti di corte erano soliti poi raffigurare le predizioni su dipinti che
venivano esposti fuori dal palazzo reale. Questa pratica era necessaria per la
popolazione, in maggior parte illetterata: come dire, un’immagine racchiudeva
più informazioni della parola scritta. Sfortunatamente al giorno d’oggi è
possibile ammirare le pitture del Songkran solamente sui tradizionali calendari
illustrati, essendo la pratica caduta in disuso da qualche anno.
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le “pulizie di primavera”, che si tengono il giorno della vigilia di Capodanno,
i festeggiamenti del 13 aprile si aprono con la tradizionale processione di
adulti e bambini al Wat (tempio) di villaggio o di quartiere per le offerte ai
monaci . In piedi attorno ad un lungo tavolo, con le ciotole allineate, i monaci
ricevono riso, frutta e dolci. Nel pomeriggio dello stesso giorno si procede
alla cerimonia di abluzione purificatrice dell’immagine del
Buddha come dell’abate del monastero, in seguito alla quale si può dare il via
alla festa del versamento dell’acqua: i più giovani omaggiano e
mostrano rispetto verso gli anziani e i propri cari versando dell’acqua
profumata nel palmo delle loro mani, e aiutandoli poi ad asciugarsi e ad
indossare abiti freschi e puliti con cui celebrare degnamente l’anno nuovo. Nei
tre giorni di festa i fedeli si recano al tempio portando con sé candele,
bastoncini di incenso e bottigliette di acqua profumata (nam ob); ogni
devoto accende una candela e tre bastoncini di incenso, posizionandoli assieme a
coroncine di fiori nei recipienti antistanti l’altare del Buddha. Si esprime poi
la propria devozione prostrandosi innanzi all’immagine sacra, con i palmi delle
mani l’uno sull’altro e toccando ripetutamente terra con la fronte. Questa
pratica, detta benchangapradit, rappresenta la più alta forma
di rispetto in uso fra i Thai. In seguito una piccola quantità di acqua
profumata viene versata tra le mani del Buddha.
Abluzione cerimoniale del monaco
Può aver luogo in
ciascuno dei tre giorni di festa. Il monaco in questione è di solito l’abate del
monastero, tenuto in gran considerazione, quasi sempre anziano e personaggio di
spicco all’interno della comunità. I fedeli lo chiamano Luang Phaw
(Grande Padre), guida spirituale ma al contempo consigliere saggio ed esperto,
spesso dottore, astrologo e dotato di arti mistiche e magiche.
Le
“pagode di sabbia”
Durante il
Songkram in alcuni wat si usa costruire “phrasai”, forma abbreviata di “phra
chedi sai” (pagode di sabbia). Il rito si svolge in uno spazio aperto al di
fuori del tempio: i partecipanti, in maggior parte donne e bambini, si recano al
wat vestiti dei loro abiti migliori, e usano la sabbia accatastata per costruire
le loro pagode, decorate in seguito con candele, fiori, incenso e bandierine
colorate. che vengono acquistati all’interno del tempio: pratica, questa, che
combina la donazione di denaro all’acquisizione di merito (tham bun).
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Al calar del sole
viene poi premiata la pagoda più bella.
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