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COME CERTAMENTE AVRETE ORMAI CAPITO, IL GUERRIERO CHE INTENDIAMO NOI NON E’ RELEGATO O RISTRETTO SOLO ALLA PRATICA DEGLI SPORT DA COMBATTIMENTO, MA PIU’ GENERALMENTE AL MODO DI RAPPORTARSI E DI AFFRONTARE LE DIFFICOLTA’ NELLE BATTAGLIE DELLA VITA. NON IMPORTA SE SONO REPUTATE RAZIONALMENTE IMPOSSIBILI, NON IMPORTA SE GLI ALTRI POTREBBERO GIUDICARCI COME PERDENTI… IL VERO GUERRIERO NON VUOLE SCONFIGGERE NESSUNO. OGNUNO DI NOI E’ IL SOLO ARTEFICE DELLE PROPRIE INTIME SCONFITTE PERSONALI, NON SONO CERTO GLI ALTRI CHE POSSONO DETERMINARE LE VITTORIE O LE SCONFITTE NELL’ESISTENZA DI OGNUNO DI NOI. CON IL PASSARE DEL TEMPO E AD UNA PERSONALE INTROSPEZIONE… OGNI VITTORIA SU QUALSIASI ALTRO ESSERE, DIVENTA UNA PROPRIA DISFATTA TOTALE.Il Guerriero indiano e il PresidenteDi: capo indiano Seattle
I morti dell’uomo bianco dimenticano il loro paese natale quando errano tra gli spazi siderali. I nostri morti non dimenticano mai questa terra magnifica, perché essa è la madre dell'uomo rosso. Siamo parte della terra, e la terra fa parte di noi. I fiori profumati sono nostri fratelli; il cervo, il cavallo, la grande aquila sono nostri fratelli; le creste rocciose, le essenze dei prati, il calore dei corpi dei cavalli e l’uomo, tutti appartengono alla stessa famiglia. Per questo, quando il Grande Capo Bianco di Washington ci manda a dire che vuole acquistare la nostra terra, ci chiede una grossa parte di noi. Il Grande Capo ci manda a dire che ci riserverà uno spazio ove muoverci affinché si possa vivere confortevolmente fra di noi. Egli sarà nostro padre e noi saremo i suoi figli. Prenderemo, dunque, in considerazione la vostra offerta, ma non sarà facile accettarla. Questa terra per noi è sacra.
L'uomo rosso si è sempre ritirato davanti all'avanzata dell'uomo bianco, come la rugiada sulle montagne si ritira davanti al sole del mattino. Ma le ceneri dei nostri padri sono sacre. Le loro tombe sono terreno sacro. Noi sappiamo che l’uomo bianco non comprende il nostro modo di pensare. Per lui una parte della terra è uguale all’altra, perché egli è come uno straniero che irrompe furtivo nel cuore della notte e carpisce alla terra quel che più gli conviene. La terra non è suo fratello, ma anzi un suo nemico e quando l’ha conquistata va oltre. Abbandona la tomba dei suoi avi alle sue spalle e ciò non lo turba. Toglie la terra ai suoi figli, e ciò non lo turba. La tomba dei suoi avi, il patrimonio dei suoi figli cadono nell’oblio. Tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo come cose che possono essere comprate, sfruttate, vendute come si fa con le pecore o con le pietre preziose. La sua ingordigia divorerà tutta la terra ed a lui non resterà che il deserto.
Io non so. I nostri costumi sono diversi dai vostri. La vista delle vostre città ferisce gli occhi dell'uomo rosso. Ma forse ciò avviene perché l'uomo rosso è un selvaggio e non può capire! Non c’è un posto tranquillo nelle città dell’uomo bianco. Non esiste in esse un luogo ove sia dato percepire lo schiudersi delle gemme a primavera, o ascoltare il fruscio delle ali di un insetto. Ma forse ciò avviene perché io sono un selvaggio non posso comprendere. Solo un assordante frastuono sembra giungere alle orecchie e ferirne i timpani. E che gusto c’è a vivere se l’uomo non può ascoltare il grido solitario del caprimulgo o il chiacchierio delle rane attorno ad uno stagno? Io sono un pellirossa e non comprendo. L’indiano preferisce il suono dolce del vento che si slancia come una freccia sulla superficie dello stagno, e l’odore del vento stesso reso terso dalla pioggia meridiana o profumata del pino.
L’aria è preziosa per l'uomo rosso, giacché tutte le cose condividono lo stesso respiro. L’uomo bianco non sembra far caso all’aria che respira e come un individuo in preda ad una lenta agonia è insensibile ai cattivi odori. Ma qualora vendessimo le nostre terre dovreste ricordarvi che l’aria per noi è preziosa, che l’aria condivide il suo soffio con tutto ciò che essa fa vivere, che possiede lo stesso spirito della vita che essa sostiene. Il vento che diede il primo alito al nostro avo è lo stesso che raccolse il suo ultimo respiro. E il vento deve dare anche ai nostri figli lo spirito della vita. E qualora vi cedessimo le nostre terre voi dovrete custodirle in modo particolare, e considerarle come un luogo dove anche l’uomo bianco può andare a gustarsi il vento che reca le fragranze del prato.
Io sono un selvaggio e non conosco altro modo di vivere. Ho visto migliaia di bisonti imputridire sulla prateria abbandonati dall’uomo bianco che gli aveva sparato da un treno che passava. Io sono un selvaggio e non comprendo come il "cavallo di ferro" fumante possa essere più importante dei bisonti che noi uccidiamo solo per sopravvivere. Cosa sarebbe l’uomo senza gli animali? Se tutti gli animali sparissero, l’uomo soccomberebbe in uno stato di profonda solitudine. Poiché ciò che accade agli animali prima o poi accade all’uomo. Tutte le cose sono collegate. Dovrete insegnare ai vostri figli che il suolo che calpestano è fatto delle ceneri dei nostri padri. Affinché i vostri figli rispettino questa terra, dite loro che essa è arricchita dalle vite della nostra gente. Insegnate ai vostri figli ciò che noi abbiamo insegnato ai nostri: che la terra è la madre di tutti noi. Tutto ciò che di buono accade alla terra, accade anche ai figli della terra. Se gli uomini sputassero sulla terra sputerebbero su se stessi. Noi sappiamo almeno questo: non è la terra che appartiene all’uomo ma è l’uomo che appartiene alla terra. Questo noi lo sappiamo. Tutte le cose sono collegate come i membri di una famiglia sono collegati da un medesimo sangue. Tutte le cose sono collegate. Tutto ciò che accade alla terra accade anche ai figli. Non è l’uomo che ha tessuto la trama della vita: egli ne è soltanto un filo. Tutto ciò che egli fa alla trama lo fa a se stesso. Importa poco dove spenderemo il resto dei nostri giorni. l figli hanno visto i padri umiliati nella sconfitta. Ma perché dovrei piangere la scomparsa del mio popolo? Gli uomini vanno e vengono come le onde del mare. Lo stesso uomo bianco, che dialoga con il suo Dio come da amico ad amico, non può sottrarsi al destino comune. Dopo tutto, forse, noi siamo fratelli. Vedremo.
Per un disegno particolare del fato siete giunti a questa terra e ne siete divenuti i dominatori, così come avete soggiogato l'uomo rosso. Questo destino è per noi un mistero, perché non riusciamo più a comprendere quando i bisonti vengono tutti massacrati, i cavalli selvaggi domati, gli anfratti più segreti delle foreste invasi dagli uomini, quando la vista delle colline in piena fioritura è imbruttita dai fili che parlano. Dov’è finito il bosco? …Scomparso! Dov’è finita l’aquila? …Scomparsa! E’ la fine della vita e l’inizio della sopravvivenza...
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