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Muay Thai

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Sembra che ormai la Thailandia sia divenuta una facile meta abituale di tutti gli italiani appassionati o praticanti di Muay Thai. Simone Falcini ci invia un articolo in cui ci parla dell’ennesima esperienza di un connazionale in quella Terra, invitando poi tutti i nostri lettori a fare ognuno la propria…

UNA FANTASTICA ESPERIENZA… COME TANTE

 Di: Simone Falcini

Inizio salutando tutti i lettori de ‘ilguerriero.it’  e questa volta anche all’amico Roberto Fragale, a cui sono grato per avermi presentato alla Redazione ed ha garantito per me e la qualità dei miei servizi. A cui quindi devo molto, oltre che per la sua lusinghiera e continua collaborazione, ma anche forse, qualcosina in piu! Questa volta vi presento un ragazzo che mi ha colpito per la sua particolare spensieratezza ed umiltà. Un ragazzo semplice e tipico dei quartieri Romani: Jacopo Pace; che con il suo colorito accento, ha colpito un po’ tutti gli italiani venuti in Training a Dicembre… al Sityodtong.  Gli ho chiesto di scrivere un breve riassunto della sua esperienza, per inserirlo assieme a quello degli altri… Ma visto che il suo racconto si prolunga molto e dato che ha combattuto al Best Fiend Bar, gli faccio un omaggio dedicandogli un articolo tutto per lui… (ritagliando e presentandovi la parte in cui racconta della sua esperienza). Non sono molti quelli che contattandomi per venirsi ad allenare al Sityodtong Muay Thai Camp di Pattaya, hanno poi la voglia di affrontare un match con un Thai, seppure esso non sia certo un campione, ma solo uno dei tanti ragazzi (la maggior parte di loro guidano le “mototaxi”) che se ne stanno appunto davanti al “Best Friend Bar”…. Per guadagnarsi 100 o 200 bath in piu’ (circa 2 o 4 euro ) facendo un combattimento per allietare la serata ai tanti avventori del bar (situato proprio al centro della passeggiata a mare di Pattaya).

 

E comunque vorrei dire che sembra facile a dirsi, ma poi forse, non tanto pratico a farsi… Naturalmente poi, quelli che non riescono o (non avendo persone di fiducia a cui fare riferimento) temono di incontrare qualcuno molto più forte di loro… sono i primi a disdegnare. Molti “Farang” (stranieri in thai) li sento commentare: <ma quello non e’ nessuno… anch’io lo potevo battere… ma guarda chi gli hanno dato… ecc.> Vari pensieri della gente che si trasformano nelle affermazioni piu’ varie… e sminuenti le prestazioni di chi invece compie questa prova (per lui importantissima) a fine di un periodo più o meno lungo… più o meno redditizio, di allenamenti in Thailandia. Il concetto che vorrei trasmettere con queste righe è che io, “molto spesso” conosco gli avversari con cui i ragazzi che si rivolgono a me combattono e li scelgo proprio sul criterio che ognuno di essi abbia all’incirca il 50% di probabilità di vincere o perdere… un avversario alla loro portata dunque… ma di nazionalità tailandese. (e che altro sennò?).

    

La differenza la farà solo il “Farang” che si e’ allenato e preparato, ma che però dovrà fare i conti contro un agguerrito sig. “nessuno” (alla sua altezza e livello) ma su cui la maggior parte delle volte i suoi compagni, scommettono proprio su di lui i pochi spiccioli che hanno, per andare poi a farsi una bevuta assieme… Nessun campione quindi, ma neanche una passeggiata credo. La conclusione del viaggio/training a parere mio, dovrebbe tramutarsi in una esperienza che sia di utilità per chi,  affrontando il viaggio, ha speso magari tutti i suoi risparmi ed ogni giorno si è allenato con costanza e fatica. Il match non può e non deve certo ”traumatizzare”, ma dovrebbe però regalare qualcosa… ed anche se una vittoria, un pareggio o una sconfitta con il peggiore dei Thai, puo’ sembrare una cosa da poco… avrà sempre un grande valore personale per chi e’ salito su un ring in Thailandia,  dimostrando soprattutto a se stesso di avere coraggio… Una ulteriore spinta in avanti per chi ama questo sport ed ami combattere. Il resto che segue e’ il racconto di Jacopo… e le immagini fotografiche vi daranno il resto

Dal racconto di: Jacopo Pace.

Viaggiare  è sempre stata la mia passione, ma fare un viaggio in Thailandia... dopo avere conosciuto la Muay Thai , era diventato uno dei miei sogni più frequenti. Sono ormai circa 3 anni che pratico questo sport a Roma e giusto qualche mese fa, navigando per i forum della rete, avevo trovato un pacchetto viaggio per allenarsi in Thailandia. “Letto… fatto! Ho “ritirato” i miei ultimi risparmi e sono partito per Pattaya. Li ad attendermi ho trovato Simone Falcini e grazie a lui (ma anche alla straordinaria ospitalità del popolo tailandese) ho passato una vacanza che credo sarà veramente difficile da dimenticare. Gia’ il giorno dopo l' arrivo sono iniziati gli allenamenti....e quello forse e ่ stato il giorno piu’ duro (soprattutto per l’eccitazione della prima sera, in cui non riuscivo a prendere sonno e me ne sono andato in giro per Pattaya fino a tardi….)  ma a parte la stanchezza del viaggio e della sera prima, qui si aveva a che fare con ben altri tipi di allenamento, rispetto a quelli nostrani. Ad essere sinceri, appena arrivato al camp, il solo rumore dei colpi sui pao mi aveva terrorizzato, ma soprattutto vedere ragazzi molto giovani possedere una tale rapidità, potenza e tecnica nel colpire, veramente qualcosa fuori dal comune... e chi li ha visti, credo  capisca bene cosa intendo dire.

 

Certo, i loro modi di allenarsi possono sembrare "spartani" al neofita, come ad esempio saltare sopra uno pneumatico di un tir, riscaldarsi correndo per strada in mezzo a polli e baracche, bere tutti insieme nello stesso contenitore, dare calci su sacchi che non hanno niente a che vedere con quelli delle nostre palestre occidentali… (soprattutto perchè sembra che all’interno ci sia il cemento) Ma proprio questa e ่ stata la cosa che mi ha affascinato: la totale assenza di tutto quello che è superfluo e la gioiosa spensieratezza che accompagna le giornate e gli allenamenti. Credo sia inutile aggiungere che non ho mai trovato un thai che si desse delle arie... nonostante la loro bravura. Sono bastati pochi giorni per cominciare ad abituarsi al ritmo dei tailandesi e  riuscire ad entrare nella loro mentalità... forse! L' unico problema riscontrato, è stato il rapido svolgersi delle giornate. Ma come si sa,quando c'e ่ il divertimento e ti senti come a casa tua... il tempo vola sempre. Il giorno prima di lasciare il posto, ho deciso di chiedere a Simone di farmi combattere al  * Best Friend Bar * (un famoso bar sulla costa della città  dove tutte le sere si svolgono diversi incontri di muay thai) Ad essere sinceri, ci avevo ripensato piu’ volte... se non fosse stato troppo azzardato per me, fare un passo del genere... ma la voglia di provare l'emozione di dare una degna conclusione alla vacanza è stata piu’  forte dei miei timori. E quando mi si sarebbe riproposta un' opportunità del genere? Quando avrei mai potuto combattere realmente con un thai? (magari sognando il Lumpini…) E inoltre: si poteva forse ripartire senza aver tentato di mettere in pratica e “testare” cio’ che si era appreso nel frattempo? NO! assolutamente NO ! Dopo aver fatto un paio di telefonate (incredibile per la rapidità organizzativa)  Simone mi porta al * Best Friend Bar * per prepararmi all' incontro. Nel retro, conosco il ragazzo con il quale dovrò combattere... dove entrambi veniamo massaggiati con cura, con gli olii locali da altri ragazzi, prima di salire sul ring... come da rituale mi dicono. Poco dopo sono già a  bordo ring …. sembra che il tempo sia volato. Nell’attesa che inizi il match qualcuno si avvicina per chiedermi da dove venivo e come mi chiamavo. Un altro, mi offre cordialmente da bere!? Ho pensato: "probabilemente sara’ un pratico modo tailandese per smorzare la tensione…" I minuti scorrono in fretta... e dopo aver ascoltato gli ultimi consigli di Simone... in breve mi ritrovo sul ring ad osservare l' avversario, intento nella sua Ram Muay... io mi limito a fare solo velocemente il “giro del ring”.  

 

Suona il gong. Caspita… ci siamo! Cominciamo a scambiarci i primi colpi per studiarci... partono i primi calci... e qualche pugno… fortunatamente riesco ad anticipare qualche calcio del thai, colpendolo nell'interno coscia. I colpi si susseguono veloci, il ragazzo e ่ molto combattivo anche se non troppo bravo, ma non mi lascia mai prendere fiato. Nel frattempo però, riesco a sferrargli forti low kick e middlekick soprattutto nei punti dove mi sembrava più scoperto... Colpo di scena: il thailandese casca per terra. Inutile dire il mio stato di eccitazione... Ma bastano pochi attimi per ritrovarmelo di nuovo in avanzamento. Continuo a mirare alle gambe perchè  noto un certo barcollamento da parte sua. Incoscientemente mi distraggo un attimo (per via delle urla che venivano dal bordo) e subito mi ritrovo il thailandese che parte con una ginocchiata... lancio subito l'ennesimo calcio e casca per la seconda volta. La terza dopo un diretto sinistro al volto. Finisce il primo round. L’adrenalina è alle stelle, ma il “fiato” si fa sentire. Simone mi da  qualche  dritta  su come concludere il match e nel frattempo la gente del posto si avvicina per chiedermi in inglese di fargli vincere le loro scommesse. Ma la testa ormai e ่ altrove (e poi per me… è come se fosse il match della mia vita) … il recupero vola in un attimo. Inizia il secondo round e l' avversario mi salta letteralmente addosso... riesco a dargli una ginocchiata e a sbilanciarlo a terra... il combattimento prosegue con un' altro corpo a corpo, ma anche stavolta ho la meglio proiettandolo ...  la foga del momento mi fa continuare con un calcio nonostante la sua caduta e subito l' arbitro interviene per fermarmi.

 

Ormai mi rendo conto che il “tipo” ha poca forza nelle gambe, infatti cade un' altra volta dopo un leggero scambio di pugni. Ma come se niente fosse lo vedo rialzarsi ancora... Questa è stata una cosa che mi ha stupito molto. Ma soprattutto ha cominciato a diventare “frustrante” psicologicamente. Lo colpisco ancora alle gambe e si rialza.... diretto al volto ed e ่ di nuovo a terra per poi rimettersi immediatamente in piedi. Ha una forza di volontà di ferro e nonostante stia palesemente zoppicando, porta qualche altro attacco... tenta di colpirmi di pugno, ma ormai sono colpi privi del vigore iniziale. Dopo l'ennesima caduta, l'arbitro termina l'incontro per ko tecnico e mi alza il braccio. Sento gli applausi della gente sotto di me... una sensazione bellissima! A raccontarlo si potrebbe non crederci... ma vi assicuro che finche non ho chiesto a Simone: "ma ho vinto veramente?"... ancora mi sembrava impossibile!

Jacopo Pace (de’ Roma)

Sicuramente l’avversario di Jacopo non sarà stato di certo un campionissimo… ma lui ci ha raccontato la sua esperienza così bene, che ho creduto giusto riproporvela e credo che anche per mezzo di questo articolo… un viaggio cosi non lo dimenticherà certo facilmente. Grazie Jacopo per essere venuto al Sityodtong boxing Camp, vi aspetto qua, come sempre a Pattaya e numerosi….

Contattate pure la Redazione de ilguerriero.it, che vi fornirà gentilmente tutte le indicazioni del caso….

    


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