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Eccovi il resoconto personale del nostro collaboratore Franco Piccirilli, invitato alla presentazione del libro "Viaggio di ritorno" di Liliana Coulon, che con il suo particolare modo ci racconta, attraverso la partecipazione emozionale di quell'esperienza, ciò che lui ha visto e sentito.

PRESENTAZIONE DEL... RITORNO

Di: Franco Piccirilli

Martedì 23 maggio 2006 si è svolta la presentazione ufficiale al pubblico del libro di Liliana Coulon, “Viaggio di ritorno” di cui vi ho già parlato in un mio precedente articolo.

Si tratta del compimento di un altro progetto della dinamica autrice. Progetto che sentiva di voler e dover fare per manifestare la sua esperienza, ma forse, credo, per esprimere la gioia di esserci ancora.

Come molte altre persone anch’io ho avuto l’onore e il piacere di ricevere l’invito a partecipare a questo piccolo ma grande evento e, dato che collaboro anche con questa rivista, nel mio piccolo ho fatto in modo che molte altre persone possano, attraverso questo mio modesto contributo, conoscere l’avvenimento, ma soprattutto conoscere, attraverso i miei occhi, chi ha fatto tutto questo.

      

La presentazione si è svolta nella prestigiosa Sala della Baleari del Comune di Pisa, sala particolarmente suggestiva per la presenza di tre grandi dipinti sui lati della sala, di un soffitto a cassettoni riccamente decorato e dipinto e di un lampadario centrale d’epoca. La sala della Baleari è così chiamata dal soggetto di uno dei tre affreschi presenti sui lati della sala. Solitamente in questo luogo si riunisce il Consiglio Comunale, ma in occasioni particolari questa sala può svolgere anche funzioni di rappresentanza.

E questa è certamente una occasione speciale, non solo per l’autrice, ma credo anche per tutti i partecipanti che insieme a lei hanno voluto partecipare ad un evento del tutto particolare che credo possa essere chiamato semplicemente “vita”.

L’autrice ha accolto gli invitati davanti ad un tavolino su cui erano stati accuratamente sistemate alcune copia del suo libro, che potevano essere acquistate direttamente e a cui l’autrice inseriva una propria personalissima dedica per ognuno. L’incasso, come ben indicato sul tavolo, sarà poi devoluto in beneficenza. Questo forse anche per mettere in evidenza come quell’esperienza non poteva rimanere un evento personale, ma qualcosa da condividere con chi forse è in qualche modo in relazione con l’autrice e che quindi ne conosce, seppur anche marginalmente, la… passione.

La sala pian piano si è riempita di gente che prendeva posto dove generalmente siedono i consiglieri comunali. Già questo, se lo si fosse pensato, poteva in qualche modo indurre una certa emozione. Questo è il posto delle scelte politiche della città e forse non a caso è stato scelto come luogo di presentazione, probabilmente per similitudine con quelle scelte responsabili che ognuno è chiamato a fare nella vita. Ma questa è naturalmente solo una mia personale opinione.

Erano stati invitati anche alcuni persone particolari che hanno segnato il viaggio di ritorno di Liliana. Tra questi erano previsti:

Costantino Cavallaro, vice Sindaco del Comune di Pisa,

Vitale Ravelli, neurochirurgo dell’Ospedale S. Chiara di Pisa,

Giorgio Mariani, amministratore delegato dell’Auxlium Vitae di Volterra (PI),

Antonio Brodini, edizioni del Cerro.

Cavallaro, di professione avvocato, è stato colui che ha seguito le vicende legali dell’autrice e con cui, durante il periodo successivo al suo ritorno, si è creata una particolare amicizia, che ha portato Cavallaro a preparare la prefazione al libro.

Così Cavallaro ha ricordato con affetto l’autrice, i colloqui che ha avuto con lei, quello che lei gli trasmetteva, la positività del suo modo di affrontare le difficoltà, l’entusiasmo di realizzare ciò in cui crede.

Il prof. Ravelli, è stato il neurochirurgo che ha contribuito a far riprendere all’autrice il suo viaggio.

Di lui mi ha parlato l’autrice come di una persona particolarmente sensibile e attenta. Ricorda con emozione la prima volta che lo vide, quando lui le fece sentire tutta la propria contentezza nel vedere davanti a sé la prova vivente che tutto era andato come doveva andare.

E’ stato forse per testimoniare proprio questo che il professore era stato invitato e che ritengo avesse ben volentieri accettato. Purtroppo però il prof. Ravelli non ha poi potuto partecipare in quanto trattenuto da urgenze che rendevano ben più necessario altrove il suo intervento.

Ha preso quindi la parola l’amministratore delegato dell’Auxilium Vitae. Egli ha colto l’occasione per far conoscere al pubblico presente cosa sia l’Auxilium Vitae, struttura che forse molti di noi non conoscevano prima di allora.

Questo è un Centro Clinico di Riabilitazione Multispecialistico. Le attività cliniche dell'Auxilium Vitae di Volterra (PI) hanno avuto inizio il 1° maggio 1999 con la Riabilitazione Cardiologica e la Riabilitazione Neurologica, cui successivamente nel luglio 2001 si è aggiunta anche l'Unità di Risveglio. Questa sembra sia attualmente l’unica struttura in Toscana dedicata alle gravi cerebrolesioni acquisite, nella quale l’autrice ha, suo malgrado, avuto modo di sperimentarne le qualità professionali dei suoi operatori.

In ultimo ha poi preso la parola l’autrice. Naturalmente niente di preparato, ma solo ciò che lei sentiva di voler dire.

Ha ringraziato tutti e sembrava volesse stringersi in un unico abbraccio con tutti i presenti per manifestare la sua gioia di essere lì con tutti loro. Non avendo forse altre parole per esprimere ciò che sentiva in cuore se non quelle stesse parole usate nel libro, ha preso in mano il testo e ha letto alcuni passi.

Una lettura coinvolgente, emozionante per averci messo dentro la propria emozione. Infatti non erano le parole a destare emozione, quanto soprattutto ciò che lei a quel punto riusciva naturalmente a trasmettere. L’intensità ed il tono non erano semplicemente l’interpretazione di un brano, ma il vissuto, che in quel momento sembrava rivivere, angoscia e gioia si mescolavano in continua alternanza emozionando i presenti ma, soprattutto, lei stessa.

Così nella lettura l’autrice è riuscita ad esprimere quello che lei veramente sentiva in quel momento di essere, facendo uscire qualcosa di sè… una goccia della sua anima.

Un istante infinito di silenzio ha avvolto la sala, facendo godere ognuno di quelle sensazioni.

L’autrice si è poi rivolta alle sue piccole allieve, ma anche per parlare agli adulti presenti, esortandole a trovare nelle difficoltà ciò che di positivo certamente hanno e servirsi di tale positività per trovare la forza di superarle. Principio certamente di difficile attuazione, ma solo per chi, nelle difficoltà, trova una scusa per non fare, per non impegnarsi, aspettando che siano gli altri a farlo.

Un applauso ha formalmente poi concluso questa piccola ma intensa cerimonia che ha unito ancora di più l’autrice a tutti gli ospiti intervenuti.

In effetti non era ancora finita. Infatti solo la parte formale si era conclusa. In una stanza attigua alla sala dove si è svolta la presentazione del libro, l’autrice aveva preparato una rinfresco per tutti i presenti. Ecco quindi che il distacco insito nella formalità è venuto meno. L’informalità ha preso il posto della forma. Senza la rigidità imposta dalla cerimonia ufficiale, le persone hanno avuto modo di parlare tra loro, di abbracciare l’autrice per comunicarle il proprio sincero affetto.

Un momento in cui chi era intervenuto ha potuto ritrovare persone che magari non vedeva da tempo o con cui, prima di allora, non aveva avuto modo di parlare.

La presentazione di questo libro è stata in realtà una festa, un piccolo tributo non solo all’autrice, ma soprattutto un omaggio che l’autrice sentiva di voler fare alla… vita.

Quella vita che forse tanti vivono ma non sentono allo stesso modo dell’autrice e che riuscirà ad entrare all’interno di ciascuno solo se si è aperti, se si è disponibili a lasciare che la vita viva naturalmente, che si manifesti come realmente è. Solo là dove non c’è conflitto tra ciò che sentiamo di voler essere e ciò che crediamo di dover essere può forse esserci la… felicità.

Questo naturalmente è solo il mio pensiero, ciò che ho sentito e vissuto in quel momento e non vuole certo essere un resoconto esatto di ciò che è accaduto, se non forse dentro di me.


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