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Sabato 7 luglio Secondo giorno di gara

Di: Dott. Michele Panfietti

E’ sabato, l’ultimo giorno del torneo. Il giorno delle finali, mi presento di buon ora pronto ad un tour di force giornaliero, non voglio perdermi nulla e voglio capire il senso di questa manifestazione, lo spirito che la anima, inizio a girare da un tatami all’altro in un vortice senza fine con sentimenti contrastanti , da un lato l’ammirazione per lo spirito, l’entusiasmo e il livello tecnico di questi artisti marziali che meritano grandissimo rispetto, dall’altra faccio un po’ fatica come organizzatore ad accettare una simile confusione, atleti ammassati uno sull’altro fino al limite del tatami, arbitri un po’ approssimativi e vestiti ognuno diversamente dall’altro.

Gli atleti sono in tensione tutto il tempo perché chiamati per lo più a voce, in prossimità dell’area di gara, davvero una cosa incomprensibile per noi, dove uno sarebbe accusato di cialtroneria, eppure qui nessuno ci fa caso anzi, la vittoria è l’unica cosa che conta.

Continuo il mio giro di perlustrazione e ho modo di parlare con atleti e responsabili, voglio capire e analizzare questa mentalità per evitare di dare un giudizio superficiale, ho occasione di parlare con la delegazione tedesca, australiana, cilena, venezuelana, puertoricana , giamaicana, cilena, venezuelana, argentina,

Sono tutti entusiasti di essere venuti a questo torneo open degli Stati Uniti…………

L’esperienza è significativa poi, oltre che dal punto di vista sportivo direi da quello generale, culturale, sociale.

Il torneo si svolge all’interno di un salone dell’hotel grande almeno 9000 mq e adiacente a questo ve ne sono altri 3 similari, dove in contemporanea avvengono altri eventi, è un brulicare di gente, atleti, ballerini, forse lo spettacolo è qui più che nella gara o per lo meno lo è per me che sono in veste di spettatore .

Tutto è grandioso, esagerato, immenso e anche esilarante, tutto è spunto per considerazioni ironiche, ci sono file ovunque, per mangiare, per internet, per prendere informazioni, per prendere la macchinina da golf che ti trasporta all’abitazione e il tutto senza che si creino malumori, è incredibile la differenza di mentalità. La gentilezza degli inservienti e degli americani, in generale mi colpisce, è qualcosa che nell’immaginario collettivo che abbiamo di questo paese non esiste ed è una piacevole scoperta.

Per certi aspetti fanno quasi tenerezza sono molto inquadrati, lo si vede dalla compostezza delle file, dallo stare a tavola, ovunque comunque è palpabile la fierezza di appartenere a questa nazione e i suoi simboli sono ovunque dalle T-shirt degli atleti e degli ospiti dell’hotel, alle bandiere presenti, dappertutto sono ovunque e nello show finale, l’arrivo di 4 marines in divisa di gala scatena il delirio del pubblico presente.

La gara è conclusa… e senza quasi rendermene conto è arrivata l’ora dello show finale.


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