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Arrivo e primo sguardo

Di: Dott. Michele Panfietti

Sono in partenza per gli Stati Uniti per assistere agli US OPEN e ISKA WORLD CHAMPIONSHIPS; mi aspetta Orlando in Florida, meta di milioni di visitatori all’ anno per il parco dei divertimenti di Walt Disney, che meriterebbe un discorso a parte da solo, per la sua grandiosità e la meraviglia che sa suscitare è qualcosa di davvero incredibile, uno stupore senza fine, solo per arrivarci, autostrade a cinque corsie e un’ organizzazione davvero colossale e perfetta.

Una macchina del tempo straordinaria questo parco dei divertimenti, basta guardare le facce dei bambini eccitate e capisci quanto ci sia di magico nell’infanzia. Uno stupore senza fine, un luogo per dare sfogo alla fantasia che prende forma quasi per incanto e poi la suggestione di migliaia di genitori trepidanti che si perdono nei sorrisi dei loro bambini, uno spettacolo nello spettacolo, un mondo a parte lontano dai fatti cruenti della vita di tutti i giorni con le sue piccolezze e le sue difficoltà.

Arrivo all’Hotel un complesso che definire grandioso è dir poco, decine di ettari interamente occupati da strutture di ogni tipo, case, ristoranti, ville, per un totale di 3000 ospiti, una piccola città, nel cui centro si trova un lago, ci si sente un po’ spaesati, trenini che viaggiano per ogni dove, centinaia di ospiti e una Hall da fare invidia a San Siro.

Finalmente raggiungo la mia stanza e sorpresa, è un po’ al di sotto delle mie aspettative , si vede che sente il peso degli anni avrebbe bisogno di una ristrutturatina e infatti , detto fatto si rompe la doccia e la moquette si allaga completamente.

Telefono alla reception e in cinque minuti arrivano quattro addetti di cui 3 provengono dall’ America latina (Honduras, Portorico e Mexico ) ai quali chiedo se si trovino bene qui negli Stati Uniti, se sentano nostalgia della propria terra e in coro mi ripetono che sono contenti, che si sono integrati e la povertà che li ha fatti scappare, è un antidoto contro qualsiasi nostalgia.

Dopo aver riposto i bagagli, la curiosità e la fame mi fanno vincere la stanchezza del viaggio e vado a curiosare nella zona adibita al torneo e, sorpresa, all’interno dello stesso hotel si svolge un altro evento.

Una selezione di ballerini per Broadway: centinaia di adolescenti si mettono in gioco per vincere la lotteria dei sogni holliwudiani, una macchina dei desideri, che trascina genitori e parenti da una parte all’altra, le musiche si confondono e sullo sfondo di un palco scorrono le immagini di spettacoli di successo del passato….. chissà quanti di questi ragazzi -mi domando- ce la faranno e avranno la forza di realizzare i propri sogni, ma è solo un attimo perché finalmente inizio a vedere i primi artisti marziali , sono tutti ragazzi giovanissimi e portano con orgoglio le proprie armi per i corridoi di questo immenso hotel!

Dopo aver camminato non so quanto in un corridoio interminabile, arrivo finalmente esausto al quartiere generale, c’è gente che, pazientemente,è in coda e fa la fila per pagare l’iscrizione e comperare gli ultimi biglietti rimasti , nessuno sembra lamentarsi !!!

Chissà, forse pensavo di trovare qualche spunto per migliorare la nostra organizzazione per quanto riguarda l’ incoming, ma evidentemente anche qui nella tecnologica e superorganizzata America, hanno qualche problemino per smaltire tutti i competitori ma nessuno sembra prendersela più di tanto e il tutto avviene nel corridoio senza troppi fronzoli.

Ma la cosa che mi colpisce davvero è il prezzo: 80$ per la prima iscrizione e 400$ per potersi iscrivere a altre 9 categorie,il massimo consentito, e il biglietto d’ingresso ben 40 $ al giorno e 80$ per lo show serale del sabato !!! Beati loro –penso- da noi sarebbe impossibile. Proseguo il mio giro d’ispezione ed entro nella sala adibita alle gare, non ce praticamente nulla… tatami, ring, fiori, striscioni, bandiere, hostess, non ci sono impianti stereo, microfoni........

Mi renderò conto l’indomani che le aree di gara sono un concetto approssimativo, vado con la mente ai nostri campionati WTKA, tatami, fiori, palloncini, bandiere, segnapunti elettronici, microfoni ecc, un lavoro e un costo in termini di fatica e denaro assoluti, di cui qui non si vede nulla.

Il senso d’invidia aumenta ancora di più, se lo facessimo noi in Italia, non oso pensare che cosa succederebbe, eppure nella grandiosità di Walt Disney , in questa incredibile struttura ricettiva, mi rendo conto che tutto passa in secondo piano, per gli organizzatori è davvero il regno dei balocchi, il massimo risultato con il minimo sforzo, ma ci vuole un abilità sicuramente particolare per arrivare a questo risultato.

A questo punto aspetto con ansia l’indomani per rendermi conto di come saranno organizzate le gare del più famoso e longevo torneo OPEN del mondo, valido anche per l’assegnazione del titolo di Campione del Mondo ISKA, una sigla storica.

Credo di essermi fatto già un’idea di quello che sarà, ma l’immaginazione non avrebbe mai potuto arrivare laddove arriverà la realtà dell’ indomani.

Nel frattempo mi congedo dalla zona sportiva e mi infilo nel primo ristorante, per una meritata bistecca con patate arrosto , la giornata ormai volge al termine, ma l’America non finisce di stupirmi si incontrano moltissime persone davvero sovra peso, come da noi non se ne vedono, è davvero un’altra cultura , aria condizionata “a palla” da far paura a un eschimese, ripercorro infine il lungo cammino per arrivare alla mia stanza, si spengono le lampadine… è l’inizio dei campionati!


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