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IL NOSTRO COLLABORATORE GIULIANO DELLE MONACHE CONTINUA LA SUA OPERA DIVULGATRICE SUGLI ASPETTI EDUCATIVI DELLE NOSTRE DISCIPLINE, COME LA SUA NOMINA A DIRETTORE DIPARTIMENTO EDUCATIVO DELLA WTKA INTERNATIONAL LO SPINGE A FARE. QUESTA VOLTA CI PARLA DEI CORSI PER I BAMBINI NELLE NOSTRE PALESTRE, CON CONSIGLI PRATICI E TEORICI NEL RAPPORTO TRA MAESTRO E GIOVANI ALLIEVI.

Il Maestro e i bambini

Di: Giuliano Delle Monache
(Direttore Dipartimento Educativo WTKA International)

         

I bambini sono  un punto di partenza del futuro delle arti marziali le quali,  ricche di contenuti educativi possono essere un veicolo per la trasmissione di valori per la formazione dei concetti di vita.

    

Importante tenere presente che se un bambino entra in un Dojo ad esempio a 6 anni, quindi in un età particolarmente delicata egli apprenderà (in base al tempo di frequenza) anche da queste arti” se espresse con i giusti contenuti“ i comportamenti  e un  rapporto con se e gli altri che sarà riflesso nella vita sociale.

    

In questa età il bambino è sempre più conformista, cioè sempre più desideroso di uniformarsi e di piacere agli altri,di essere con gli altri, “disponibile”ad accettare la disciplina e quindi maturo per agire secondo le regole del ”gioco”, il Maestro quindi, assume un ruolo di grande importanza,capace di influenzare le motivazioni e fondere la solidarietà di un gruppo di allievi nel desiderio comune di adeguarsi alla sua autorità.

    

Importante in questo ambito sono le modalità di linguaggio e la forza che esso ha come condizionatore,il suoi contenuti,il sorriso,il tono della voce,il gesto e lo sguardo intesi come espressione di uno stato d’animo, tutti mezzi  di grande rilievo a volte sottovalutati per un indirizzo volto  solo a favore di una( sicuramente importante)  espressione tecnica e corporea molto spesso intesa e proposta  come sufficiente   obbiettivo per lo sviluppo equilibrato dell’allievo ma certamente incompleta per una formazione in senso olistico di una  persona,  dunque, parziale rappresentazione del suo essere.

    

Il rapporto con l’insegnante appare chiaramente come il fattore più importante per determinare l’adattamento del bambino nell’ambiente di studio,da questo rapporto dipende molto il fatto che questo partecipi alle lezioni volentieri o senza entusiasmo e ciò determinerà chiaramente il suo modo di apprendere e conseguentemente di comunicare con maggiore o minor facilità.

    

Il rapporto tra il Maestro e l’allievo resta comunque complesso, diviso in due fattori: la personalità del Maestro di arti marziali (che in breve è colui che riesce a far percepire il cammino a un allievo con un insegnamento di amore, fede, compassione e umiltà, perché egli è un Maestro di umanità  più che  di tecnica ma usa la tecnica come modalità di espressione del corpo, quindi esempio volto al bene, guida per lo sviluppo di libertà individuali) e la personalità dell’allievo.

    

Le differenti personalità determinanti nei rapporti sono l’ago della bilancia dei comportamenti positivi o negativi che si vengono a instaurare, per quanto riguarda la modalità di proposizione  del Maestro è particolarmente accettata se egli si pone in maniera gentile ,imparziale,democratica,paziente e naturalmente non certo di minor importanza, se ha la capacità di insegnare,di controparte, l’allievo si comporterà di conseguenza.

    

Il comportamento autoritario basato su imposizioni,minacce,rigida disciplina  allontana  un Maestro dall’ obbiettivo  volto alla formazione di un individuo capace di ridurre i conflitti interni e esterni ed i aumentare l’armonia del proprio essere e tra le persone.

    

Naturalmente  il senso positivo del fare e dell’essere è applicabile anche con allievi di tutte le età, ciò contribuirà a creare un armonia di insieme che eleverà inevitabilmente la qualità della pratica individuale, proiettando il” lavoro” ad esempio nel Karate, nella dimensione Hehio

    


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