OLTRE 30 ANNI DI PRATICA HANNO DATO
AL MAESTRO BRUNO AURELIANO, UNA VISIONE ONNICOMPRENSIVA DELLE ARTI
MARZIALI. ECCOVI ALCUNE SUE PERSONALI ED INTERESSANTI
CONSIDERAZIONI.
Considerazioni intorno
alle Arti Marziali
Di: M° Bruno Aureliano
Nel
corso degli anni, circa quaranta di pratica delle Arti Marziali,
sono emersi alla coscienza strane attitudini della mente e
straordinarie facoltà non necessariamente inerenti alle sole Arti
Marziali. Praticando le discipline del Kobudo e del Karate-do,
sperimentando il “Se”, vivendo il presente “qui e ora”, si ha la
consapevolezza di aver varcato il limite che ci separa dalla visione
convenzionale della vita stessa. È’ quindi possibile assaporare la
libertà e rendersi conto che la vita procede col mondo senza alcuno
scopo nell’eterno presente.
Siamo nello Zen, o meglio, nel
Buddismo-Zen, ma è solo l’inizio di un percorso che ci aprirà la
porta del risveglio. La via più breve per conseguire il risveglio,
cioè l’illuminazione, è con la pratica assidua delle Arti Marziali,
ma si può e si deve realizzare lo stesso impegno anche nella vita di
tutti i giorni, nel lavoro e nello studio. Occorre, cioè, iniziare
a considerare la vita in modo non convenzionale ed essere sempre
presenti istante per istante e concentrati sul “qui e ora”. Il
risveglio, la libertà, sono lì a portata di mano, ma sembrano
irraggiungibili perché la realtà è velata dalla concezione
convenzionale della vita, velata cioè da “Maya” la stoffa-nebbia che
occlude la visione anche se quello che si vede, quello è.
Il problema è costituito da un ente
che si dice “Ego”, ossia l’Io personale che è semplicemente l’ idea
personale che noi abbiamo di noi stessi. Noi ci identifichiamo con
l’Ego che purtroppo è statico, fermo e sopratutto non è “Mente”.
L’Ego non è libero, non può esserlo, perché non esiste altro che
come l’idea di noi stessi, ma che non è noi. Il Buddismo nega
l’esistenza dell’Ego che blocca i liberi processi mentali. La
Mente-Corpo è libera finche non è costretta a scontrarsi con un’
idea di se stessa, che non è più lei. Tutte le nevrosi che sono
fonte di dolore e frustrazione, sorgono per l’erronea considerazione
di noi stessi, prigionieri di un’entità che non c’è.
Per sviluppare l’attitudine a
percorrere con profitto il “Do” dobbiamo esercitarci su alcune
pratiche dette dai buddisti Za-Zen. Za-Zen appare come una postura
in Sei-Za che faciliterà lo stato di calma e ricettività della
mente. A quale scopo? La postura in Sei-Za produrrà uno stato di
concentrazione e quindi di coscienza di noi stessi, consapevoli
dell’istante, del presente, o meglio ancora, del continuo presente.
Qui è il reale, perché sarà facile
capire che al di fuori del presente non esiste nulla. Il passato non
c’è più e il futuro non c’è ancora. Siamo molto vicini al risveglio
anche se manca spesso il coraggio di varcare quella soglia, sottile
come un capello, che si divide dalla libertà della Mente-Corpo. Come
dicono i buddisti: - il cessare dei modi della mente – che poi non è
altro che il Nir Vritti… da cui il più noto Nirvana.
La pratica del respiro è azione
continua che inizia con la nascita. Nel respiro sono racchiusi tutti
gli stati dell’animo. Respiriamo secondo necessità di ordine
centrale e vitale. Respiriamo lentamente o più frequentemente a
seconda delle più svariate situazioni e respiriamo sopratutto
automaticamente e inconsapevolmente. Sappiamo respirare soprattutto
perché lo facciamo e ignoriamo che esistono molti modi di fruizione
di questa azione vitale importantissima. ( Il ) respirare è uno dei
più strani misteri della vita e l’atto respiratorio include e
rimanda a poteri e facoltà impensabili.
L’atto respiratorio è come una chiave
che può aprire la porta di un ignoto incredibile e che può aprire la
porta dell’universo e dell’Atman. Può dirigere la mente e il
pensiero e quindi noi stessi, giacché Mente è funzionale al Corpo e
non esiste alcun dualismo. La visione unificata del tutto, del Tao
per i cinesi, è spettacolo reale inconcepibile. La Mente-Corpo
respira secondo ritmi diversi, ma lo scopo è uno.
La liberazione dall’idea di noi, è la
funzione nella realtà unica… e qui, è la facoltà creatrice e la
calma gioia della visione dell’ Assoluto. |