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UN VIAGGIO IN GIAPPONE E’ QUELLO CHE OGNI KARATEKA SOGNA DI POTER FARE ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA… ECCOVI UN RACCONTO PARTICOLAREGGIATO DI UN VIAGGIO IN GIAPPONE, FATTO DA NOSTRI CONNAZIONALI PER PARTECIPARE AD UN IMPORTANTISSIMO STAGE ANNUALE CON I MAGGIORI ESPERTI ED ESPONENTI MONDIALI DELLO STILE DI KARATE: SHOTOKAI.YU TEN KAI ANNUAL JOINT CAMPDi: Marco Forti (www.irimi.it)Tokyo - Aeroporto di Marita- La delegazione della Scuola Shotokai Italia, invitata a partecipare allo "Yu Ten Kai Annual Joint Camp 2000", otto praticanti e due accompagnatrici, può finalmente sgranchire le gambe dopo le 13 ore di volo. Pochi minuti per adempiere alle formalità burocratiche e provvedere al ritiro bagagli e poi treno e metropolitana fino al Maruko Inn hotel di Kanagawa. L'impatto con l'efficienza dei trasporti della metropoli giapponese allevia il disagio dei bagagli sempre troppo pesanti e delle sette ore di fuso orario accumulate durante il viaggio. Seguiamo alla lettera le istruzioni ricevute via e-mail dagli amici Ayako e Keisuke e, nonostante le rarissime indicazioni in rômaji (caratteri latini) riusciamo ad individuare le stazioni e a trovare senza problemi il nostro hotel. Incontriamo in hotel anche l'amico francese M° Yves Ayache con la moglie giapponese Mariko Someya appena arrivati da Parigi per lo stesso motivo. L'entusiasmo e la curiosità vincono la stanchezza e, dopo una doccia, tutti di nuovo in metropolitana alla volta di Akihabara, il quartiere dell'elettronica. Passiamo l'intero pomeriggio a curiosare negli immensi department stores tra quintali di meraviglie tecnologiche. L'abbigliamento occidentale della folla e gli immensi grattacieli pieni di pubblicità colorate contrastano con l'incedere fiero di un giovane sumotori in kimono e geta. La cena in un ristorante giapponese dove quasi nessuno parla inglese ci da' l'occasione per esibirci in improbabili ordinazioni italo-anglo-nipponiche che comunque, grazie anche al menu con foto, vengono recepite senza grossi disguidi. Il venerdì mattina un salto al tempio della dea Kannon ad Asakusa e una visita lampo a Shibuya prima dell'allenamento pomeridiano organizzato in nostro onore.
Alle 13,00 puntualissimi entrano nella hall dell'hotel Ayako e Keisuke, i due ragazzi che, dopo innumerevoli contatti via internet, finalmente conosciamo di persona. Saranno loro ad accompagnarci all'allenamento che si tiene a Yokohama nel dojo privato ricavato nell'abitazione del M° Yokoyama. Due ore volano via tra taiso (ginnastica preparatoria) e Kihon sotto la direzione di Nakano Sensei. Ci raggiunge anche Fukawa Sensei, il Presidente dello Yu Ten Kai, un cinquantaquattrenne dal fisico asciutto e dalla tecnica perfetta; ci colpisce soprattutto la sua agilità degna di un felino. Pochi minuti per una doccia e poi tutti al party di benvenuto in un locale tradizionale giapponese. A sedere sui tatami attorno a tavolini bassi gustiamo una cena a base di pesce. I nuovi amici giapponesi si dimostrano subito affabili e disponibili. Tra macchine fotografiche e telecamere ad immortalare l'incontro cominciamo a parlare con i nostri commensali rendendoci subito conto dell'interesse suscitato dalla nostra presenza. Lo Yu Ten Kai è un'associazione organizzata da maestri che hanno ricevuto l'insegnamento diretto di Egami Sensei. Yu Ten (pregando il cielo) era lo pseudonimo utilizzato dal M° Egami per firmare le proprie opere calligrafiche (shôdô).
Attualmente, in Giappone, l'associazione ruota attorno a sette gruppi principali:
L'annual Camp ha luogo alla Youth House di Kawasaki; al sabato mattino la pratica facoltativa ci trova su un ampio terrazzo a praticare Taiso, Kihon e Ippon Kumite. L'ambiente di pratica è disteso e sereno e abbiamo modo di apprezzare l'insegnamento di Ariga Sensei coadiuvato da Kinoshita Sensei e da Koibuchi Sensei. Quest'ultimo, allievo diretto del M° Egami è stato il fondatore, nel 1962, del "Fujitsu Yu Ten Kai" dojo storico di Karate-Do Shotokai con sede presso la Engineering Factory di Kawasaki della Fujitsu Limited. Al pomeriggio l'allenamento principale dello stage vede alternarsi diversi docenti. Ito Sensei illustra tecniche di Bo jutsu e ken jutsu. Kinoshita Sensei, partendo dall'essenza delle tecniche di Bo e Ken, spiega l'origine dei nage waza da lui utilizzati per dimostrare il bunkai di alcuni passaggi dei kata. L'allenamento, basato esclusivamente su tecniche di nage waza, continua sotto la direzione di Matsuhashi Sensei (allievo diretto del M° Egami e primo assistente del M° Aoki nel leggendario Rakutenkai). Dopo circa tre ore di allenamento continuo, lo stage prevede un'ora di allenamento libero dove ciascun praticante può approfondire le tecniche apprese o dedicarsi allo studio di kata o forme di kumite.
L'esecuzione di un kata (Gankaku) da parte di Pietro Mendola e di un kata di Bo (Matsukaze No Kon) ed uno di karate-do (Jion) da parte di Marco Forti attirano l'attenzione e gli applausi dei presenti e, quasi per gioco, inizia una fase di confronto. Tutti i presenti si siedono attorno alla sala e, a turno, diversi praticanti giapponesi si alternano più volte ai due italiani raggiungendo il centro del dojo e dimostrando diversi kata. Questa fase di spontaneo scambio, dura oltre un'ora e si svolge sotto lo sguardo compiaciuto dei maestri e di due dei tre figli del Maestro Egami giunti per assistere allo stage. Abbiamo il piacere di conoscere personalmente il figlio maggiore del M° Egami, Takashi, ed il terzo figlio, Masatake (anch'egli praticante) che terranno un discorso toccante nel corso della cena al termine dell'allenamento pomeridiano. A seguire, il tradizionale scambio di regali e alcuni brindisi a base di saké. La domenica mattina, dopo un'ora di pratica di gruppo dei kata sotto la direzione di Ariga Sensei e Koibuchi Sensei inizia la fase dedicata alle dimostrazioni. I praticanti di ogni gruppo si alternano dimostrando l'essenza del proprio lavoro. Dopo l'esecuzione di tre kata in gruppo da parte dei praticanti del dojo dell'Università di Toho, è il turno della delegazione italiana che dimostra, in gruppo, Jutte e Tekki Nidan.
Assistiamo con interesse alle dimostrazioni degli altri gruppi giapponesi e della delegazione francese. Ci colpisce l'esecuzione plastica e precisa di Hakuson No Kon (un kata di Bo) da parte di un allievo anziano dell'eclettico Maestro Ito che, a sua volta, dimostra alcuni kata di Ken jutsu. E ancora kata individuali e di guppo, kihon e forme di kumite. Al termine, il M° Fukawa, Presidente dello Yu Ten Kai, ci chiede di presentare un'altra dimostrazione. Onorati della richiesta ed emozionati ringraziamo il Presidente e, dopo il saluto rituale eseguiamo alcune tecniche di Kihon e otto kata individuali. Dopo le foto di gruppo ed il pranzo salutiamo i maestri che si complimentano per l'alto livello tecnico dimostrato dal nostro gruppo e ci rinnovano l'invito per il futuro. L'esito estremamente favorevole di questo incontro ha sicuramente posto solide basi per la continuazione del rapporto tecnico con l'associazione giapponese. Resta giusto il tempo per qualche souvenir. . . la mattina seguente ci aspetta il volo di rientro per l'Italia.
La delegazione italiana:
M°
Antonio Maltoni - c.n. 5° Dan Shotokai - 6° Dan FIKTA - Responsabile Tecnico
Nazionale; M° Claudio Vacchi - c.n. 5° Dan - Coordinatore Tecnico Nazionale; M°
Enzo Cellini - c.n. 4° Dan - membro Commissione Tecnica Nazionale; M° Stefano
Ziliotti - c.n. 4° Dan - Presidente Scuola Shotokai Italia; Istr. Marco Forti -
c.n. 3° Dan - Segretario Scuola Shotokai Italia; Istr. Pietro Mendola - c.n. 3°
Dan |