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Arti Marziali

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ECCOVI ADESSO UNA SIMPATICA STORIELLA ZEN. COME SEMPRE, NOI PENSIAMO CHE IL SUO SIGNIFICATO NON VA RICERCATO IN QUELLO CHE VI E’ SCRITTO… O NEL COMUNICATO RAZIONALE DELLE SUE PAROLE, MA BENSI’…  “TRA LE RIGHE”… RISCOPRENDO FORSE IL SIGNIFICATO INTRINSECO DEL RACCONTO STESSO. NOI CREDIAMO CHE OGNUNO VI TROVERA’ NATURALMENTE TUTTO CIO’ CHE VUOLE RISCONTRARVI, PENSANDO PROPRIO DI AVERCELO TROVATO… MA VI PREGHEREMMO DI PENSARE ANCHE CHE PER QUESTO… E’ STATO SUFFICIENTE IL SOLO AVERCELO RICERCATO!

STORIE ZEN

IL CONGRESSO DEI GATTI D’ARTI MARZIALI

Di: Marco Forti (da www.irimi.it)

Duecento anni fa, in Giappone, prima dell'era di Meiji, un maestro di Kendo, Shoken, era importunato da un grosso topo nella sua casa.

«Il congresso dei gatti d'arti marziali», questo il titolo della storia, ne racconta la vicenda.

La versione della storia è quella narrata dal grande Maestro Zen Taisen Deshimaru Roshi.

Tutte le notti, un grosso topo, penetrava nella sua casa impedendogli di dormire. Era obbligato a riposare durante il giorno.

S'accordò allora con un amico che allevava gatti, un ammaestratore di gatti.

Shoken gli domandò: «Prestami il più forte dei tuoi gatti». L'altro gli prestò un gatto di grondaia molto rapido ed abile nel catturare i topi; le sue unghie erano forti ed i suoi salti potenti!

Ma quando entrò nell'alloggio, il topo risultò essere più forte ed il gatto fuggì.

Questo topo era davvero molto misterioso.

Shoken prese in prestito un secondo gatto, dal color fulvo, dotato di un Ki molto forte, una forte energia ed uno spirito combattivo.

Questo gatto entrò e combatté, ma il topo ebbe la meglio ed anche il secondo gatto fuggì.

Fu provato un terzo gatto, bianco e nero, ma anche questo non poté vincere.

Shoken prese allora in prestito un quarto gatto, nero, vecchio, assai intelligente, ma molto meno forte del gatto di grondaia e del gatto tigrato.

Entrò, il topo lo guardò e s'avvicinò. Il gatto si sedette, molto calmo, senza muoversi.

Il topo iniziò allora a dubitare. Si avvicinò ancora, leggermente impaurito, e repentinamente il gatto gli afferrò il collo, lo uccise e lo trascinò fuori dalla casa.

Shoken andò quindi a congratularsi con l'amico e gli disse: «Ho spesso inseguito questo topo con la mia spada di legno, ma è lui che mi ha graffiato. Perché questo gatto nero ha potuto vincerlo?».

L'amico gli rispose: «Bisogna organizzare una riunione ed interrogare i gatti.

Voi porrete le domande poiché siete un maestro di Kendo. I gatti capiscono sicuramente le arti marziali.»

Ci fu quindi un'assemblea di gatti presieduta dal gatto nero che era il più anziano.

Il gatto di grondaia disse: «Ero molto forte». Il gatto nero allora gli domandò: «Perché non hai vinto dunque?»

Il gatto di grondaia rispose: «Sono molto forte, possiedo molte tecniche per catturare i topi. I miei artigli sono forti e i miei salti potenti ma questo topo non era come gli altri».

Il gatto nero allora dichiarò: «La tua forza e la tua tecnica non possono essere al di là di questo topo. Anche se i tuoi poteri ed il tuo waza sono molto forti, non hai potuto vincere grazie alla tua arte. Impossibile!»

Allora parlò il gatto tigrato: «Sono molto forte, alleno sempre il mio Ki, la mia energia, e la mia respirazione attraverso lo Zazen. Non mi nutro che di legumi e zuppa di riso, per questo la mia attività è molto forte. Ma non ho potuto vincere questo topo. Perché?»

Il vecchio gatto nero gli rispose: «La tua attività ed il tuo Ki sono forti, ma questo topo era al di là di questo Ki. Tu sei più debole del grosso topo. Se il tuo Ki è troppo repentino, troppo breve, non sei altro che sopraffatto dalla passione. Si può quindi dire, per esempio, che la tua attività è paragonabile all'acqua che esce da un rubinetto, quella del topo è simile ad un potente getto d'acqua. Ecco perché la forza del topo è superiore alla tua. Anche se la tua attività è forte, in effetti essa è debole poiché hai un'eccessiva fiducia in te stesso.»

Fu quindi il turno del gatto bianco e nero che non aveva potuto vincere. Non era molto forte ma intelligente. Aveva il satori.

Aveva sperimentato tutti i waza e si accontentava di praticare Zazen. Ma non era mushotoku (senza scopo né spirito di profitto), e anch'esso era dovuto fuggire.

Il gatto nero gli disse: «Tu sei molto intelligente e forte, ma non hai potuto vincere questo topo poiché avevi uno scopo e la sua intuizione era più grande della tua. Quando sei entrato, ha capito subito il tuo stato mentale. Per questo non hai potuto trionfare. Non hai saputo armonizzare la tua forza, la tua tecnica e la tua coscienza attiva, che sono rimaste separate anziché unificarsi. Mentre io, in un solo istante, ho utilizzato queste tre facoltà inconsciamente, naturalmente ed automaticamente. È così che ho potuto uccidere il topo.

Ma qui vicino, nel villaggio accanto, conosco un gatto più forte di me. È molto vecchio ed il suo pelo è grigio.

L'ho incontrato, e non appare affatto forte!.

Non mangia affatto carne né pesce, solamente guenmai (zuppa di riso) . . . qualche volta beve un po' di saké.

Non ha mai preso un solo topo; tutti hanno paura e fuggono davanti a lui.

Non si avvicinano mai e così non ha mai avuto occasione di catturarne uno!

Un giorno è entrato in una casa infestata da topi. Tutti i topi sono rapidamente fuggiti.

Poteva cacciarli anche dormendo.

Questo gatto grigio è veramente molto misterioso.

Tu devi diventare come quello, essere al di là della posizione, della respirazione e della coscienza.»

Grande lezione per Shoken, maestro di Kendo!


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