CONTINUA LA COLLABORAZIONE DEL NOSTRO LUCIO PICCIOLI, DELLA
Makotokai Karate Arezzo, SULLA NOSTRA WEB-RIVISTA IL CODINO ARTI MARZIALI.
QUESTA VOLTA TORNA A NOI CON UN ARGOMENTO PARTICOLARMENTE INTERESSANTE E
MISTERIOSO… I NINJA! TRA I SUOI SCRITTI, FRUTTO DI UNA PERSONALE RICERCA
STORICA, QUESTO E’ IL PRIMO DEI TRE ARTICOLI, CHE CI ILLUSTRA IN PRIMO LUOGO
“CHI” ERANO VERAMENTE I NINJA.
CHI ERANO VERAMENTE I NINJA?
Da una ricerca di: Lucio Piccioli “CENTRO MAKOTOKAI TOSCANA”
(Foto di repertorio tratte dal web)
Guerrieri
invincibili maestri delle più raffinate Arti Marziali, spie invisibili, killer
spietati e glaciali esperti in armi e veleni, a tratti persino stregoni…Certo
storia, letteratura e cinema li hanno descritti nei modi più svariati
contribuendo a creare attorno a loro un vero e proprio alone di mistero ma: chi
erano realmente i Ninja ? Semplificando estremamente potremmo definirli gli
antesignani degli odierni reparti speciali, un po’ monaci ed un po’ sicari, ma
dietro alla figura del Ninja si nasconde molto di più…
Ninja termine moderno che ha nell’uso comune soppiantato il
più corretto Shinobi indica una spia del Giappone feudale: 1185 - 1868.
L’etimologia del termine è alquanto complessa poiché Ninja è la lettura dei due
kanji – scrittura ideografica - ?? utilizzati per scrivere Shinobi-no-mono (???)
e Oniwaban (???), parole native Giapponesi utilizzate per descrivere una persona
che praticava l’arte del Ninjutsu. I kanji della parola Ninja hanno
letteralmente il significato "colui che si muove in segreto"; nin - ?, pazienza,
o fare qualcosa in modo da non essere scoperto - , unito alla parola jutsu (o
jitsu) - ? abilità, tecnica – da origine al termine Ninjutsu ??, letteralmente
l'arte dell'invisibilità (o meglio del muoversi non visti), Arte Marziale tutt’oggi
molto diffusa anche in Italia. Atipica rispetto alla maggior parte delle Arti
Marziali tradizionali, questa disciplina comprende tecniche di spionaggio,
recupero e memorizzazione informazioni; di mimetizzazione; fuga; uso delle armi
e degli esplosivi (i Ninja devono saper usare benissimo anche le armi da fuoco)
e conoscenze su chimica, veleni, droghe ed erbe medicinali.
Altra cose che differenzia il Ninjitsu dai vari Budo
tradizionali è data dal fatto che già in pieno Giappone feudale questo veniva
praticato anche dalle donne ed è accertato che molte Kunoichi (Ninja femmine)
fossero operative in difficili missioni e spesso per portarle a termine non
esitavano a sfruttare le loro capacità seduttive. Altri nomi che potevano essere
utilizzati per indicare questi misteriosi guerrieri erano Shodo, Kusa,
Satogakure, Omghio.
Come accennato nel prologo il Ninja è per definizione
l'esperto nelle tecniche militari di combattimento, strategia ed intelligence
che vanno sotto il nome di Ninjutsu e che hanno una lunga storia; tuttavia le
fonti storiografiche e enciclopediche giapponesi riferiscono che il termine
Ninja ha conosciuto una diffusione significativa solo a partire dagli anni ‘50,
in seguito alla popolarizzazione, principalmente per mezzo di fumetti e
televisione, di personaggi conosciuti con questo nome nella letteratura e nel
teatro di intrattenimento della tarda epoca Edo (1601 - 1868). Bisogna quindi
distinguere il personaggio del Ninja, ben noto anche in occidente, dai guerrieri
e militari anche molto famosi che negli scontri sanguinosi del medioevo
giapponese utilizzarono metodi spionistici (avvalendosi talvolta dell'aiuto di
esperti noti con gli appellativi di ninjutsutsukai, rappa, shinobimetsuke…).
Dato il carattere particolare di questi emissari, non si sa
molto riguardo alla loro esistenza tanto che attorno a tali figure si sono
creati veri e propri miti, molti dei quali non corrispondenti alla realtà dei
fatti. Secondo un'ipotesi, peraltro poco attendibile, i Ninja erano uomini che
non potendo appartenere alla casta dei Samurai, ripiegavano nello studio del
Ninjutsu; secondo un’altra ipotesi i primi Ninja sarebbero stati in realtà dei
Ronin – Samurai erranti disonorati e senza padrone -; molto più concreta è
invece la versione secondo la quale i guerrieri-ombra erano in realtà Samurai
particolarmente adatti per missioni di spionaggio ed assegnati ad un "corpo
speciale segreto". Esistono tantissime leggende che circolano relativamente ai
Ninja e per contro pochissime sono le fonti storiografiche da cui attingere per
conoscerne appieno la storia. Il mito parla di uomini capaci di trasformarsi
nell'animale più adatto per ogni situazione; di guerrieri che avevano scoperto
il segreto dell'invisibilità; in grado di sdoppiarsi proiettando la propria
immagine per disorientare gli avversari; di esseri dotati di facoltà
sovrannaturali capaci di eseguire balzi prodigiosi e persino in grado di
volare...
Al di là dei miti, i Ninja erano soldati che come i Samurai
lavoravano presso le corti dei signori feudali (Daimyo) e da essi dipendevano.
La leggenda in alcuni casi ha finito per farli assurgere al rango di esseri
sovraumani a causa delle loro straordinarie abilità, questi infatti all’atto
pratico erano un po’ come i membri degli odierni militari dei reparti speciali
(pensiamo ai SAS Britannici, ai GIS Italiani, ai GSG9 Tedeschi o ai Navy Seals
Americani) soldati addestratissimi, dotati di armi particolarmente sofisticate
per l’epoca, arcieri insuperabili, imbattibili nel combattimento corpo a corpo,
atleti agilissimi nonché grandi esperti di veleni ed esplosivi, vestiti con una
caratteristica tuta mimetica ed una maschera con una piccola apertura per gli
occhi: ciò, unitamente al fatto che la natura specifica dei loro compiti li
obbligava alla massima segretezza, ha portato ad inquadrarli come silenziosi e
misteriosi sicari privi di una vita personale e votati completamente alle loro
missioni.
Una teoria molto affascinante parla di interi villaggi
abitati da Ninja, qui essi vestivano i panni della gente comune: contadini,
allevatori, artigiani, e si confondevano col resto della popolazione; simile
sotterfugio permetteva loro di acquisire informazioni senza destare sospetti e
nello stesso tempo di mantenere segreta la vera identità. La rigida
organizzazione gerarchica di cui erano dotati questi guerrieri li portava
probabilmente a vivere in clan: a capo di ogni gruppo vi era l'Osa, o Shou -
Generale - nel caso dei gruppi più vasti; al di sotto vi erano i Jyounin –
luogotenenti – poi i Chunin ed infine gli inferiori Genin.
Tale struttura consentiva una rapida circolazione delle
informazioni e, contemporaneamente l'Osa poteva riferire i suoi ordini ad un
solo luogotenente tenendo all’oscuro tutti gli altri. La fama ingiustificata che
li vuole efferati assassini è sfatata dal fatto che i Ninja avevano un testo di
riferimento, una sorta di Bibbia, chiamato Mansen Syukai ed osservavano un
proprio codice d'onore, il Ninpo – legge – detto anche Okite (regola) che per
certi versi possono corrispondere al libro Hagakure ed al Bushido dei Samurai.
Secondo questo codice, essi dovevano assoluta fedeltà al loro signore e ai
superiori di grado; erano obbligati a mantenere segreta l’identità; dovevano
essere sempre leali con i compagni e non dovevano uccidere altri Ninja
appartenenti al loro gruppo o alleati. In caso di violazione, il colpevole
veniva giudicato da un consiglio che nella maggior parte dei casi decideva la
morte del soldato e lo sterminio della sua famiglia.
Molto nota è la figura del Ninja traditore – Nukenin -, che
abbandona il suo gruppo contro il parere dei capi e per questo viene
perseguitato: anche in questo caso, le regole del Ninpo erano molto rigide,
infatti il Nukenin doveva essere ritrovato ad ogni costo e riportato all'interno
del gruppo di appartenenza per essere giudicato. Tanta severità non deve stupire
se si considera che ogni Ninja era potenzialmente in possesso di segreti che non
dovevano essere rivelati per nessun motivo.
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