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SI FA SEMPRE UN GRAN PARLARE DEI GRANDI MAESTRI GIAPPONESI CHE FURONO LE ASSI PORTANTI NELLA DIFFUSIONE NEL MONDO DEL MODERNO KARATE, MA FORSE POCHI DEI PIU’ GIOVANI SANNO CHE IL GRANDE M° EGAMI HA DIRETTO UNO STAGE IN ITALIA. SONO PASSATI ORMAI 30 ANNI PRECISI DA QUEL GRANDE EVENTO, MA IL RICORDO ANCORA VIVO DI CHI VI PARTECIPO’… CI FA COMPRENDERE L’ECCEZIONALITA’ SUGGESTIVA DELLA COSA.

RICORDI:
IL MAESTRO EGAMI IN ITALIA

Di: Claudio Vacchi (www.irimi.it)

Forse è vero che quello che è stato in passato sembra sempre più grande, più suggestivo, più interessante. Ma pensando a quella volta che venne in Italia il maestro Egami, tutti questi aggettivi possono essere usati senza cadere nello sproposito. Senza ombra di dubbio.

Era, lo ricordo, il maggio del 1976 e il karate aveva in quegli anni la sua guida tecnica e spirituale, nel maestro Murakami.

Ma se Murakami costituiva una grande figura per gli appassionati di arti marziali, il suo maestro, Shigeru Egami, assumeva davvero dimensioni leggendarie. Così, si decise di invitare in Italia il maestro giapponese, approfittando di un suo tour in Europa.

Egami, allievo di un altro personaggio consegnato alla leggenda, il maestro Funakoshi, il padre storico del karate, arrivò quindi nella nostra penisola nella primavera del 1976, per presiedere ad uno stage.

Arrivò a Coverciano, sede prescelta per la vastità delle sue strutture e la ricettività del complesso sportivo. Comprensibile l'attesa che si creò intorno all'evento. Egami, infatti, era un personaggio che tutti volevano vedere e con il quale tutti volevano allenarsi.

Da Ravenna e Faenza, solo il nostro gruppo organizzò un pullman da cinquanta posti che riempimmo completamente. Quel giorno, si assistette a Coverciano, al più grande raduno di Shotokai mai visto prima di allora e che mai, almeno da quello che la memoria mi suggerisce, si vide anche in seguito.

Centinaia di kimono riempivano ogni angolo della palestra, giunti da tutta Italia, ad accogliere il maestro, nomi storici dello Shotokai nazionale quali, Campolmi, Romani, Maltoni, Gufoni, Giuntoli e Meoni.

 

Egami si presentò col suo grande magnetismo. Nonostante l'età avanzata, i problemi al cuore che lo costringevano alla quasi assoluta immobilità, dimostrò un carisma irresistibile ed una personalità che spiegavano come avesse un seguito tanto grande. Magro e slanciato, vestito con abiti tradizionali e con un'espressione incredibilmente serena sul volto, Egami si era fatto accompagnare da due assistenti che avevano l'incarico di guidare gli allenamenti.

Ma prima, ci fu il discorso di benvenuto del maestro Campolmi, discorso recitato in giapponese stretto, al cui studio il fiorentino Campolmi aveva sicuramente dedicato parecchie nottate. Ne venne fuori sicuramente un giapponese toscanato, una curiosa fusione tra suoni gutturali nipponici e "c" aspirate alla toscana. Sicuramente Egami si sarà divertito molto.

Si cominciò quindi l'allenamento e la prima cosa che fu evidente era come le tecniche di riscaldamento fossero diverse da quelle comunemente adottate da noi italiani. Questa ginnastica fu, in seguito, adottata anche da noi.

La lezione fu inizialmente condotta da Murakami, che era al seguito del grande maestro, che guido il kihon e i kata.

Successivamente il Maestro selezionò un gruppo di allievi, del quale ebbi l'onore di appartenere, per eseguire a scopo dimostrativo alcuni kata in onore del M° Egami.

Ricordo l'Heian Godan che, anche se eseguito al massimo dell'impegno, non fu certamente paragonabile allo spettacolo a cui, di lì a poco, avemmo la fortuna di assistere. Fu infatti la volta degli assistenti.

 

Uno di loro, il più giovane dei due, si esibì in un kata, il Kanku Dai, e lo eseguì in maniera straordinaria, suscitando l'ammirazione di tutti i presenti. Eccezionale fu la sua fluidità e precisione tecnica.

L'altro, che si chiamava Miyamoto, allora segretario dello Shotokai internazionale, fece invece un semplice Heian Nidan, ma eseguito in maniera perfetta.

Fu poi il momento dei saluti. Egami, che aveva presenziato agli allenamenti silenzioso, fece un discorso di ringraziamento e passò in rassegna la fila a stringere la mano ad uno ad uno, a tutte le centinaia di partecipanti allo stage.

Andammo così tutti a casa arricchiti da un incontro eccezionale, indimenticabile. E non a torto la manifestazione può dirsi memorabile.

Egami rimase ancora qualche giorno in Italia, per visitare le città d'arte come Venezia, Firenze e Roma.

    

Quella fu la prima ed ultima volta che la leggenda del karate, il maestro Egami, mise piede in Italia. E fu uno di quegli eventi che rimarranno per sempre scritti nella ricca e fantasiosa storia del karate nostrano.


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