Storie Zen: La Galleria
Di: Nyogen Senzaki e Paul Reps
Tratto da "101 storie Zen" Adelphi Editore
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Zenkai,
il figlio di un Samurai, si recò a Edo e in quella città entrò al
seguito di un alto funzionario. Si innamorò della moglie del
funzionario e fu colto in flagrante. Per difendersi, uccise il
funzionario e fuggì con la moglie di questi. In seguito i due
diventarono ladri. Ma la donna era così avida che Zenkai cominciò a
nutrire per lei una vera avversione. Infine si decise a lasciarla e
se ne andò nella lontanissima provincia di Buzen, dove diventò un
mendicante girovago. Per scontare il proprio peccato, Zenkai decise
di fare una buona azione nella sua vita. Avendo sentito che una
certa strada sopra un dirupo era così pericolosa che molte persone
vi avevano trovato o rischiato la morte, decise di scavare una
galleria nella montagna. Mendicando il cibo durante il giorno, di
notte Zenkai lavorava allo scavo della galleria. Quando furono
passati trent'anni, la galleria era lunga circa settecento metri,
alta sei metri e larga nove.
Due
anni prima che il lavoro fosse finito, il figlio del funzionario da
lui ucciso, scoprì dov'era Zenkai e vi si recò deciso ad ammazzarlo
per vendicarsi. «Sono pronto a darti la mia vita» disse
Zenkai. «Ma lasciami finire questo lavoro. Il giorno che sarà
terminato potrai uccidermi» Così il figlio del funzionario
aspettò quel giorno. Passarono parecchi mesi, e Zenkai continuava a
scavare. Il figlio cominciò a stancarsi di non fare niente e si mise
ad aiutarlo nel lavoro di scavo. Dopo un anno e più che lo aiutava,
arrivò ad ammirare la forza di volontà e di carattere di Zenkai.
Finalmente la galleria fu terminata e la gente poteva attraversarla
e viaggiare senza pericolo. «Ora tagliami la testa» disse Zenkai. «Il
mio lavoro è finito» «Come potrei tagliare la testa al mio
maestro?» rispose il giovane con le lacrime agli occhi. |