Vi proponiamo una storiella zen semplice
nel suo svolgersi e, forse, proprio per questa sua apparente semplicità potrebbe risultare
disarmante verso i nostri preconcetti, mettendo a nudo le nostre contraddizioni, svelandoci come
siamo.
STORIE ZEN
Trovare un diamante su una strada fangosa
Tratto da "101 storie Zen"
di Nyogen Senzaki e Paul Reps
Adelphi Editore
(www.irimi.it)
Gudo
era l'insegnante dell'imperatore del suo tempo. Però viaggiava sempre da solo come un mendicante
girovago.
Una volta, mentre era in cammino verso Edo, il centro culturale e politico dello
shogunato, si trovò nei pressi di un piccolo villaggio chiamato Takenaka. Era sera e pioveva a
dirotto.
Gudo era bagnato fradicio. I suoi sandali di paglia erano a pezzi.
In una casa colonica vicino al villaggio vide quattro o cinque paia di sandali su
un davanzale e decise di comprarne un paio.
La donna che gli vendette i sandali, vedendolo così bagnato, lo invitò a passare
la notte lì in casa. Gudo accettò con molti ringraziamenti.
Entrò e recitò un sutra davanti al reliquiario della famiglia. Poi la donna lo
presentò a sua madre e ai suoi figli.
Notando che avevano tutti un'aria afflitta, Gudo chiese loro se fosse accaduta
qualche disgrazia.
"Mio marito gioca d'azzardo ed è un beone" gli spiegò la padrona di casa. "Quando
gli capita di vincere si ubriaca e diventa manesco. Quando perde si fa prestare i soldi dagli altri.
A volte, quando è ubriaco fradicio, non rincasa nemmeno. Che posso fare?"
"Lo aiuterò io" disse Gudo. "Ecco un po' di denaro. Procurami un gallone di vino
buono e qualcosa di stuzzicante da mangiare. Poi andatevene a dormire. Io resterò in meditazione
davanti al reliquiario".
Quando,
intorno alla mezzanotte, il marito della donna rincasò completamente ubriaco, si mise a berciare:
"Ehi moglie, io sono a casa. Non c'è niente da mangiare?"
"Qualcosa ce l'ho io" disse Gudo. "Sono stato sorpreso dalla pioggia e tua moglie
mi ha gentilmente invitato a passare qui la notte. Per ringraziarla ho comprato del pesce e un po'
di vino, se vuoi puoi gustarne anche tu"
L'uomo fu tutto contento. Bevve subito il vino e si sdraiò sul pavimento. Gudo
restò in meditazione accanto a lui.
Quando il marito si svegliò la mattina dopo, non ricordava più nulla della sera
prima. " Chi sei? Da dove vieni?" domandò a Gudo che stava ancora meditando.
"Sono Gudo di Kyoto e sto andando a Edo" rispose il maestro di Zen.
L'uomo provò un'immensa vergogna. Non la finiva più di scusarsi con l'insegnante
del suo imperatore.
Gudo
sorrise. "In questa vita tutto è instabile" spiegò. "La vita è brevissima. Se tu continui a giocare
e a bere, non ti resterà il tempo di fare altro, e farai soffrire anche la tua famiglia".
Fu come se la coscienza del marito si ridestasse da un sogno. "Come potrò mai
compensarti di questo meraviglioso insegnamento? Lascia che ti accompagni e che porti la tua roba
per un pezzo di strada".
"Come vuoi" acconsentì Gudo.
I due si misero in cammino. Dopo tre miglia Gudo disse all'uomo di tornare
indietro. "Altre cinque miglia soltanto" lo pregò quello.
Continuarono a camminare.
"Ora puoi tornare indietro" disse Gudo.
"Faccio ancora dieci miglia" rispose l'uomo.
"Adesso torna indietro" disse Gudo quando ebbero percorso le dieci miglia.
"Voglio seguirti per tutto il resto della mia vita" dichiarò l'uomo.
In Giappone, gli odierni insegnanti di Zen discendono da un famoso maestro che fu
il successore di Gudo. Il suo nome era Mu-nan, l'uomo che non tornò mai indietro.
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