Presso la Scuola Fragale
di Pisa, uno stage internazionale di kung fu, con i praticanti di
Lung Chuan Pai d’oltralpe alla ricerca e studio delle proprie
origini.
Lung Chuan Pai
Ritrovo di famiglia
Di: Franco Piccirilli
In un’epoca segnata dall’avanzare quasi prepotente della
tecnologia ci sono taluni che ritengono pericoloso il suo uso o
quantomeno nutrono verso di essa una pregiudizievole diffidenza,
forse solo perché non conoscono la tecnologia che stanno giudicando
e tutto ciò che non si conosce solitamente desta un certo timore.
A questo poi si aggiunge l’enfatizzazione con la quale i media
raccontano fatti, sicuramente che accadono ma che non hanno niente a
che fare con la tecnologia se non per il fatto di come questa viene
utilizzata in modo disdicevole. La tecnologia non è giusta o
sbagliata, buona o cattiva, ma come spesso accade forse dipende
dall’utilizzo che ognuno sa o può farne per quello che crede di
volerne ottenere. Quindi è piuttosto il motivo che spinge le persone
a compiere azioni con i mezzi che ha a disposizione.
Per il nostro lavoro in redazione siamo continuamente portati a
scandagliare il web, utilizzando anche le più recenti tecnologie o
possibilità che la tecnologia ci offre e che talvolta divengono vere
e proprie mode quanto l’utilizzo di quel particolare mezzo viene
utilizzato da una vasta moltitudine di individui. Uno dei più
recenti mezzi che la moderna tecnologia di rete ha messo a
disposizione è il social network di Facebook, al quale ci siamo
inizialmente avvicinati con una certa riluttanza, ma esplorando le
sue possibilità ci siamo resi conto che anche questo strumento può
essere un ottimo veicolo di informazione, conoscenza e riconoscenza.
Forse pochi conoscono l’evoluzione della Scuola Arti Marziali
Fragale, degli “antichi” primi viaggi di un giovanissimo (siamo
nella seconda metà degli anni 70) karateka cintura nera di nome
Roberto Fragale nella terra transalpina, alla ricerca di un incontro
con l’allora denominato “Karate Contact” poi avvenuto, ma insieme a
quello con il kung fu di Jean Paul Ardissone e quindi di
quell’autentico modo di pensare ed agire… che diverrà poi il suo
Lung Chuan Pai. Si.. perché dopo anni di studio e collaborazione
assieme, fatta di viaggi in Francia, combattimenti per la scuola
francese e venute del Maestro Jean Paul Ardissone in Italia per
stages… avvenne una fisiologica quanto naturale separazione tra
Ardissone e Roberto Fragale ed ognuno aveva poi continuato il
proprio percorso.
Quest’ultimo non ha mai rinnegato le sue origini
nell’insegnamento del kung fu nella propria scuola, mantenendo
quindi il nome Lung Chuan Pai dello stile di Ardissone, ma
aggiungendo soltanto quel “Fragale” per evidenziale giustamente che
quello era il suo Kung Fu, la sua interpretazione del combattimento,
proseguendo così il prezioso percorso iniziato con Jean Paul
Ardissone.
Per caso quindi, sguazzando in
Facebook o piuttosto come crediamo a causa di un motivo
precorrente la coscienza, lo stesso Roberto Fragale si è imbattuto
in uno dei prosecutori dello stile di Ardissone in Francia, con il
quale hanno subito convenuto di volersi e doversi incontrare.
Senza perdere altro tempo ma spendendo bene quello che ognuno ha
a disposizione, Roberto Fragale è riuscito a convincere, senza
peraltro insistere neanche troppo, i nostri cugini francesi a
scendere a Pisa, complice probabilmente anche l’opportunità di
vedere una delle più belle città dell’Italia, con quel suo unico
monumento dall’architettura straordinaria quale la Piazza dei
Miracoli.
Nei giorni 12, 13 e 14 luglio scorsi (Fragale tornava proprio il
12 dal suo 4° gala della
Wako Thailand a Pattaya) sono quindi scesi
a Pisa alcuni degli odierni rappresentanti della discendenza di Jean
Paul Ardissone: Raphaël Barnouin, Issam Labidi, Guy
Ferrand e Hervé Giraud, per uno stage di aggiornamento e
confronto sul Lung Chuan Pai – Fragale ed il Lung Chuan Pai –
Ardissone.
Per l’occasione erano presenti anche alcuni degli studenti della
Scuola Arti Marziali Fragale, non ancora impegnati nelle ferie
estive che solitamente in questo periodo insistono su molti dei
frequentatori delle palestre. Per gli studenti della Scuola Arti
Marziali – Fragale l’occasione di questa visita è stata utilizzata,
oltre che per conoscere la storia del loro maestro, anche per un
ripasso generale di alcuni dei concetti fondamentali e “fondanti”
dell’epoca, dello stile di kung fu Lung Chuan Pai – Fragale.
I nostri amici francesi erano per lo più interessati a recuperare
alcuni dei primi e fondamentali insegnamenti di Ardissone all’epoca
in cui elaborò la sua idea del combattimento e che lo portò a
rivedere totalmente, quelli che erano a quel tempo le limitazioni
degli stili tradizionali ai quali si era avvicinato.
J.P. Ardissone infatti, da tempo ha lasciato l’insegnamento del
kung fu affidando ai suoi allievi la continuazione del suo metodo e
quelli presenti a questo incontro erano gli “allievi degli allievi”
di Ardissone, che hanno proseguito il percorso tracciato dal
capostipite dello stile Lung Chuan Pai.
Gli ospiti francesi scesi a Pisa conoscevano poco di quello che
era Ardissone a quel tempo ed erano comprensibilmente curiosi di
sapere direttamente da Roberto Fragale, come si sviluppò in
Ardissone il suo modo di interpretare il combattimento, attraverso
l’elaborazione di uno stile di kung fu, derivato dall’esperienza e
contatti con vari altri stili di kung fu e di illustri personaggi di
quel periodo come ad esempio grandi Maestri del calibro di Ed
Parker, Michigan, Emperado, Jonson e Al
Dagascos.
Roberto Fragale, che aveva appreso direttamente da J.P. Ardissone
le basi e i principi del Lung Chuan Pai, era quindi la persona
adatta per illustrare quanto i Francesi si aspettavano da questo
incontro. Una lezione che spaziava dal racconto di quei tempi, dei
frequenti incontri con Ardissone a Nizza, delle sue frequenti
discese a Pisa per stage tecnici, all’esempio di alcune delle
tecniche insegnate direttamente da Ardissone all’epoca.
Attraverso la rivisitazione di quegli anni fatta da Roberto
Fragale, la lezione si è sciolta ripercorrendo i concetti
fondamentali dello stile di Ardissone, della sua persona e
personalità con la quale sapeva e ha saputo trasmettere un modo
diverso per l’epoca di interpretare il combattimento, meno legato
alla rigidità di quello che solitamente viene inteso essere il
tradizionale, ma più aperto e libero come forse gli stili antichi
sono sempre stati, adattandosi di volta in volta con il naturale
mutare dei tempi e quindi dei bisogni dell’uomo.
I frequenti viaggi in terra francese di Fragale gli avevano
consentito anche di consolidare in se la loro lingua, permettendogli
anche in questa occasione di potersi e sapersi esprimere nella
maniera migliore per far comprendere ai francesi intervenuti a
questa lezione, i vari preziosi messaggi contenuti nelle tecniche
che venivano illustrate di volta in volta.
Alcune di queste tecniche sono poi state lavorate in maniera più
approfondita formando coppie miste tra studenti della Scuola
Fragale e della scuola di Ardissone per una migliore interazione tra
i due gruppi.
Le apparenti difficoltà di lingua tra i partecipanti a questo
stage, sono state ampiamente superate dalla voglia di comunicazione
di ognuno, ma anche soprattutto per il fatto che il contatto fisico,
il vedere e sentire l’altro muoversi, seguire il movimento del
proprio compagno, ha consentito di per poter svolgere con
soddisfazione di tutti, il lavoro delle tecniche proposte.
Dopo questa prima parte svolta da Roberto Fragale, i Francesi ci
hanno mostrato alcune delle loro tecniche che attualmente studiano
nei corsi a Nizza. Quello che ci hanno mostrato con le tecniche e
quindi spiegato, riguardava soprattutto tecniche legate al Kenpo
Americano di Ed Parker al quale Ardissone ha attinto molto
strutturalmente, per l’elaborazione del suo stile, tale per cui
evidentemente è rimasto come riferimento base per lo studio e
sviluppo del kung fu della scuola attuale nizzarda di Ardissone.
Anche in questo caso alcune delle tecniche esposte sono state poi
lavorate a coppie miste, favorendo un clima di piacevole scambio di
ruoli, dove in questo caso i francesi hanno guidato la lezione.
Nel proseguo di questo incontro poi le tecniche i concetti, esposti di volta in volta ed evidenziati con una particolare
tecnica, sono stati approfonditi da entrambe le scuole, con
variazioni tipiche di ognuna, ma che mostravano sostanzialmente
ancora forti punti di incontro, con la soddisfazione di tutti i
presenti che si riconoscevano nell’originaria impronta di Ardissone
e quindi nel suo messaggio contenuto nello stile che
conseguentemente si è poi venuto a delineare.
Il fine comune dell’efficacia del combattimento è coinciso ogni
volta nella condivisione dei principi che all’epoca Ardissone aveva
elaborato e dai quali è scaturito il Lung Chuan Pai, uno stile che
ben si adatta ai cambiamenti dei tempi proprio per la sua naturale
flessibilità… mentale.
Una bella e ricca esperienza che dopo tanti anni ha fatto
ritrovare i propri “fratelli” per continuare a condividere l’idea di
un kung fu adatto all’uomo e non l’uomo adattato al kung fu, dove
spesso ne rimane anche schiacciato da regole, modi e forme che non
sempre risultano aderenti all’individuo, ma piuttosto tendono a
rendere conformi gli studenti, tutti uguali come fotocopie.
Un incontro questo che ha coinvolto i partecipanti in un intenso
lavoro di varie combinazioni e adattamenti di tecniche variando le
stesse e quindi introducendone di nuove come conseguenza naturale
dei movimenti assunti da ciascuno. Naturalmente poi non si è potuto
fare a meno di scambiare qualche colpo sul ring tra i rappresentanti
delle diverse scuole attraverso il combattimento sportivo, che
rappresenta solo un primo passo verso il riscontro dell’efficacia
tecnica.
Mentre tutto questo accadeva il tempo pareva essersi dimenticato
di passare, arrestandosi a guardare anch’esso lo svolgimento di
questo singolare stage familiare ed il compiacimento dei più vecchi,
ma anche la contentezza degli studenti più giovani, che forse poco
conoscono del passato, proiettati come sono verso il futuro
nell’apprendimento di sempre nuove tecniche…
Anche questa giornata è arrivata al termine e come nelle altre…
dopo un lavoro così carico di emozioni c’era bisogno e voglia di
continuare a proseguire questo piacevole incontro seduti davanti ad
un piatto di pasta… e se inizialmente ci siamo recati a Marina di
Pisa per fargli assaggiare le specialità marinare… stavolta abbiamo
deciso per una nostrana pizza, del resto siamo in Italia e cosa
potevamo offrire ai nostri ospiti se non qualcosa di particolarmente
italiano?...
Per non parlare della ormai nota ospitalità della Scuola Fragale…
per cui nella trasferta i Francesi hanno potuto essere assistiti
completamente nelle visite turistiche, ma anche in vitto e alloggio
offerti dalla Scuola Fragale.
Non è stato semplice trovare una pizzeria aperta in questo
periodo, ma non ci siamo persi d’animo, sapendo che comunque avremmo
sicuramente trovato un posto dove poter trascorrere le restanti ore
serali tranquillamente con le gambe sotto ad una bella tavolata.
Infatti poco lontano dalla città, ai piedi dei Monti Pisani,
abbiamo trovato quello che cercavamo. Abbiamo così formato una
tavolata di amici ben disposti a stare assieme per continuare il
piacevole incontro di chi forse da troppo tempo lontano dalla
proprie origini, adesso ha l’occasione di ritrovarsi nella
famiglia del Lung Chuan Pai.
Ci siamo poi salutati ripromettendoci di ricambiare la visita a
Nizza, dove ha sede la scuola di Jean Paul Ardissone e dove adesso
insegnano i nostri ospiti francesi.
E’ passata mezzanotte quando metto in moto alla prima pedalata
l’attempato PX150, con il quale ho condiviso viaggi e avventure, per
far ritorno in città. Un mezzo questo forse non proprio moderno, al
quale però sono particolarmente affezionato per avermi accompagnato
in parte di quel percorso che è stato e continua ad essere
l’esperienza del Lung Chuan Pai – Fragale.
In sella alla vespa l’aria fresca della notte avvolge i vestiti
leggeri facendoli sventolare come bandiere al vento, mentre mi
vengono in mente gli anni trascorsi, i tanti studenti che ho
incontrato, e quelli che hanno lasciato la loro impronta, anche con
i piedi sui bomboloni della vespa e non solo… sorrido compiaciuto
mente attraverso l’oscurità di strade ogni volta sconosciute... ‘notte a tutti.
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