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Krav Maga

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Krav Maga: intervista con il Maestro Salvatore Grasso

Di: Dott. Luigi Salinaro
(Laurea Magistrale in scienze delle attività motorie preventive e adattate)

Prima un po’ di storia…

Il krav Maga fu creato agli inizi degli anni '50 grazie alle particolari doti  fisiche e tecniche di Imi Lichtenfeld.  Imi nacque a Bratislava nel 1911, fu figlio di Samuel (istruttore di difesa personale per il dipartimento di polizia) il quale gli insegnò tutto ciò che sapeva sulle arti del combattimento. Nel 1928 vinse il campionato del mondo di Wrestling categoria giovanile, nel 1929 diventa campione nazionale di lotta e pugilato, nella categoria Seniores, oltre che campione internazionale di ginnastica. Fino al 1939 si dedica principalmente alla lotta. Vince dozzine di medaglie e viene considerato uno dei più forti lottatori dell'Europa.  Intanto l'antisemitismo nazista aumenta a macchia d'olio, e Imi organizza un gruppo di giovani  atleti (per la maggior parte pugili, lottatori o culturisti) il cui compito era di proteggere la comunità ebraica locale, combattendo le truppe naziste. Partecipa a numerosi scontri che lo temprano nello spirito e gli fanno rendere conto della differenza fra il combattimento sportivo e quello da strada. Qui nascono le prime basi del Krav Maga.  Nel 1940 Imi diventa un problema per le autorità locali e decide di scappare da Bratislava cercando rifugio verso la terra d'Israele (allora chiamata Palestina). Riesce a imbarcarsi sull'ultima nave,  il Pentcho, che serviva a trasportare gli ultimi rifugiati dell' Europa centrale alla  Palestina, ma la loro odissea durerà 2 anni (tutta la storia del Pentcho è descritta  perfettamente nel libro "Odyssey" di John Birman). Anche nel lungo viaggio, Imi dimostra più volte il proprio coraggio, tuffandosi in mare per salvare chi  cadeva dalla nave, oppure per recuperare gli alimenti, mettendo in pericolo la propria vita. Per salvare un bambino caduto in mare, prende una grossa infezione all'orecchio, ma non ci fa caso più di tanto. Intanto la caldaia della nave scoppia e và a fondo vicino all'isola Greca di Kamilanisi. Imi decide di raggiungere Creta con una barchetta e 4 amici, ma non ci arriveranno mai. Dopo 5 giorni passati in mare, vengono recuperati da una nave da guerra Inglese, e portati in Egitto. Le condizioni di Imi sono gravissime a causa dell'infezione  all'orecchio,viene ricoverato, ma i medici lo danno per spacciato. Anche in questo caso Imi riesce a reagire e dopo poco tempo si riprende. Si unisce alla legione Ceca guidata dall'esercito Britannico e dopo 1 anno e mezzo entra in Palestina,  presentandosi con i suoi 4 compagni al generale Yitzhak Sadeh che guidava l'hagana (organizzazione paramilitare ebraica), mostrando le sue particolari doti  nel combattimento corpo a corpo.  Nel 1944 diventa l'addestratore dell'hagana, insegnando; l'educazione fisica, il nuoto, l'uso del coltello, tecniche con la baionetta bastone, eliminazione delle sentinelle, e il combattimento corpo a corpo. Insegna ad altre unità di elitè come il palmach e il palyam. Nel 1949 nasce lo stato d'Israele e L'I.D.F (Israel DEfence Force) che Imi servirà per 20 anni, raffinando il Krav Maga. Ritiratosi dall'esercito, Imi adatta il Krav Maga alle esigenze civili (uomini, donne e bambini) e apre 2 centri di Krav Maga, uno a Tel Aviv e uno a Netanya.  Nel 1972 il Krav Maga viene riconosciuto dal Wingate  Institute of sport and Physical education, e viene integrato nelle scuole, negli  istituti privati e nei kibbutz e Moshavim... Nel 1978 nasce l'associazione israeliana Krav Maga (Israeli Krav Maga association) per far conoscere il Krav Maga anche fuori  Israele, in cui Imi ricopre la carica di presidente.  Nel 1987 Richard Douieb, viene delegato direttamente da Imi a rappresentarlo in tutta Europa, negli Stati Uniti il Krav Maga, viene conosciuto grazie a Darren Levine. Nel 1996 Eyal Yalinov forma  l'I.K.M.F. ( International Krav Maga Federation) per contribuire a far conoscere il Krav Maga  nel mondo. Questo sistema che Imi ha creato è basato sui valori morali ed umani, che danno risalto all'importanza dell'umiltà e del rispetto per gli altri. Fino agli ultimi giorni della sua vita Imi ha continuato a sviluppare tecniche e concetti del Krav Maga controllando il progresso di tutti gli istruttori, perfezionandoli uno ad uno. Imrich (Sde Or) lichtenfield muore il 9 gennaio de 1998 all'età di 87 anni ed il Krav Maga sta  continuando a diffondersi in tutto il mondo senza fare distinzione di razza, sesso e classe sociale.

I PRINCIPI DEL KRAV MAGA

Le tecniche del Krav Maga sono state sviluppate come ampliamento dei riflessi naturali del corpo.  Queste risposte naturali sono state successivamente perfezionate, affinate ed indirizzate  ad andare incontro alle esigenze di chi si deve difendere in una data situazione.  Nel Krav Maga non ci sono regole, limitazioni tecniche o di correttezza sportiva. Seguendo la diffusione resa possibile grazie ai primi studenti di Imi Lichtenfeld, oltre che in Israele, il Krav Maga si è diffuso in paesi dove forte è la presenza delle comunità ebraiche o si sono sviluppati solidi canali di collaborazione in ambito militare e di intelligence. Per questo le principali scuole di combattimento e la maggior diffusione di questi sistemi si trovano negli USA, in Russia e in Francia, paesi tutti che hanno forti legami con Israele e il mondo ebraico. Il Krav Maga è insegnato nelle accademie dei più famosi servizi segreti (Mossad, CIA ecc...) e corpi speciali di polizia (come l'FBI) con una sempre più massiccia diffusione in Italia tra le Forze dell'Ordine (Polizia di Stato, Carabinieri, corpi di polizia locale ecc..), i reparti militari d'elite fino ad arrivare agli operatori della sicurezza e vigilanza privata (es. guardie del corpo).  Da un decennio a questa parte il Krav Maga è divenuto una realtà anche per i semplici cittadini nell'ambito della difesa personale (self defense), in quanto le diverse federazioni e organizzazioni esistenti hanno scientificamente studiato e sviluppato metodi specifici adatti ad ogni individuo di qualsiasi età e corporatura (donne, uomini e ragazzi), che si prestano all'autodifesa in qualsiasi luogo e situazione (a piedi, in auto, in ambienti chiusi o aperti ecc...).

Dopo questa breve introduzione desidero subito iniziare la trascrizione dell’ intervista con il maestro Salvatore Grasso.

Il maestro Salvatore Grasso è:

-      Responsabile per la Sicilia della Federazione Italiana Krav Maga;

-      Docente Federale Krav Maga;

-      Istruttore Tonfa;

-      Istruttore Antiagressione Femminile;

-      Istruttore PNK (Advanced Self Defence System);

-      Personal Trainer.          

L’ intervista …

Luigi Salinaro: Ciao Salvo, nel ringraziarti per la tua disponibilità inizierei subito questa nostra chiacchierata …

Salvatore Grasso: Ciao e un saluto agli amici di il Guerriero.it.

Luigi Salinaro: Come avviene l’ incontro con il Krav Maga? E quali arti marziali/sport da combattimento hai praticato prima?

Salvatore Grasso: Ho iniziato con le arti marziali classiche (karate, judo e ju jitsu), per poi conoscere il krav maga durante il mio lavoro alla base dell’ aeronautica militare di Sigonella (CT), circa 11 anni fa. Ne rimasi subito affascinato. Una grande economia di tecniche, terribilmente efficaci ed immediate. Da lì iniziai ad approfondire questa disciplina, cercando di coglierne tutte le sfumature.

Luigi Salinaro: Come definisci il Krav Maga?

Salvatore Grasso: Il Krav Maga è un sistema di autodifesa in cui sono presenti tutte le tecniche più efficaci delle varie discipline marziali e non. Il Krav Maga è un sistema dinamico sempre in continua evoluzione, in cui tutto quello che c’è di buono, in termini di efficacia di tecniche di difesa/attacco, può entrare e tutto il superfluo rimane fuori... non a caso nel logo c’è un cerchio aperto.

Luigi Salinaro: E’ possibile secondo te, mettere a confronto o comunque evidenziare delle differenze o similitudini tra il Krav Maga e le arti marziali tradizionali?

Salvatore Grasso: Penso proprio di no. Per il semplice fatto, che l’ impostazione è nettamente diversa. Il Krav Maga è un sistema di autodifesa che, per esigenza sia in ambito militare prima e civile dopo, doveva essere insegnato in poco tempo, infatti prevede uno studio abbastanza rapido che si adatta facilmente alle caratteristiche di chi lo pratica, in modo da permettere di mettere in pratica in poco tempo i suoi insegnamenti. Nelle arti marziali si è alla ricerca continua della perfezione tecnica e stilistica ed il percorso è veramente lungo e faticoso. Essere un’ artista marziale comunque presuppone delle qualità fisiche non indifferenti. Il sapersi difendere nasce come diretta conseguenza delle abilità acquisite. In più l’ aver trasformato oggi molte discipline tradizionali in discipline sportive limita molto il range di allenamento per l’ autodifesa. Forse l’ unico punto in comune che si ha con le arti marziali classiche, è il fine per cui quest’ ultime sono nate, cioè la sopravvivenza o la difesa, ma per il resto l’ impostazione del Krav Maga è totalmente diversa.

Luigi Salinaro: Qual’ è l’ impostazione del Krav Maga di cui parli?

Salvatore Grasso: Non si cerca la bellezza stilistica o la perfezione tecnica, ma una via di fuga per salvaguardare la propria incolumità da situazioni potenzialmente pericolose. L’ allenamento all’ inizio è più psicologico che fisico. Si insegna ad essere reattivi, a valutare le varie situazioni, ad evitare quelle potenzialmente rischiose, a modificare alcune abitudine o ad inserirne di nuove. Si potenzia l’ istinto. Si cerca una via di fuga o si lotta per aprirne una. Le altre opzioni funzionano solo nei film.

Luigi Salinaro: … Quindi lottare o fuggire. Una coincidenza con quello che ci permette di fare il nostro sistema nervoso simpatico. Non ti pare?

Salvatore Grasso: Direi che è più che una semplice coincidenza. Questa tua osservazione non fa altro che sottolineare quella che è la base del Krav Maga: l’ istinto.

Quello che si fa, infatti durante gli allenamenti è proprio questo. Per fare ciò si porta il soggetto ad un limite di stress psicofisico tale per cui la sua risposta non è altro che puro istinto. Non ha il tempo di pensare deve soltanto reagire.

Luigi Salinaro: Come puoi riassumere i principi del Krav Maga?

Salvatore Grasso: In semplicità, velocità, efficacia. Ogni tecnica per entrare a far parte della famiglia del Krav Maga deve necessariamente possedere tutti e tre i requisiti. La mancanza anche di un solo elemento per noi rende la tecnica nulla, cioè non utilizzabile in situazioni reali.

Luigi Salinaro: Chi può praticare Krav Maga ?

Salvatore Grasso: Possono praticarlo tutti. Il Krav Maga mette chiunque in grado di difendersi, con il proprio fisico e le proprie capacità.

Luigi Salinaro: Su questo ultimo punto sono un po’ scettico. Quindi mi stai dicendo che non occorrono capacità o abilità particolari?

Salvatore Grasso: Proprio così. E’ questa la cosa principale che rende questo sistema di autodifesa così efficace. Si utilizzano i mezzi che si hanno a disposizione per uscire incolumi da una situazione di pericolo, infatti non ti ho mai detto che una donna di 50Kg può bloccare un pugno di un uomo di 80Kg. Noi non insegniamo questo, perché è inutile. Piuttosto invitiamo le donne in maniera concreta a riconoscere una situazione di pericolo, quindi ad evitarla o a difendersi con qualsiasi strumento presente nella borsetta, il tutto per aprire un varco per la fuga, che rimane comunque sempre la prima alternativa. Vedi la difesa personale implica una serie di norme comportamentali che hanno come unico obiettivo la risoluzione di un problema: evitare il pericolo. Nell’ evitare un pericolo sto già facendo Krav Maga, se riesco a scappare sto applicando i principi del  Krav Maga. Il confronto fisico rimane l’ ultima delle opzioni e in quel caso bisogna necessariamente agire per primi.

Luigi Salinaro: Quindi vale la regola chi colpisce per primo, colpisce sempre due volte.

Salvatore Grasso: Proprio così. Non solo noi insegniamo a chiudere la distanza e a colpire per primi e solo ed esclusivamente in punti vulnerabili, in maniera poco elegante, sicuramente, ma sempre efficace ed immediata, ma anche a essere pronti a valutare la situazione e dare la risposta più appropriata.

Luigi Salinaro: Vorrei soffermarmi un po’ sulla preparazione atletica. Come si svolge una seduta di allenamento?

Salvatore Grasso: Se ti dicessi che il nostro allenamento per i civili è stile corpi speciali ti direi una bugia, ma lo stesso vale se ti dicessi che è una passeggiata. Diciamo che esistono diversi livelli a seconda delle esigenze di chi pratica. Si parte da un allenamento leggero in cui il condizionamento fisico non è eccessivo, in cui si ripetono poche tecniche in diverse situazioni, in questa fase la cosa importante è fare acquisire fiducia nei propri mezzi agli allievi, quindi possiamo definirla più una fase di condizionamento psicologico, in cui progressivamente si infonde fiducia. Successivamente gli allenamenti diventano sempre più intensi, ma vale sempre la regola poche tecniche ripetute moltissime volte e in situazioni diverse: statiche, dinamiche e con elementi di disturbo. Dopo senza quasi accorgersene verrà inserita la parte di condizionamento fisico. A questo punto sarà anche possibile aumentare sempre più la velocità d’ esecuzione fino a portarla il più vicino possibile a quella di uno scontro reale. In questo modo si potenzia la velocità di reazione che è l’ obiettivo primario. Poiché il Krav Maga nasce per tutti, non si può pretendere che tutti siano degli atleti o dei guerrieri. Ci sono tante persone normali a cui dopo, magari, dieci ore di lavoro non si può chiedere un condizionamento fisico estremo, ma possiamo fornirgli dei validi strumenti di autodifesa: comportamentali e non. Vedi il Krav Maga insegna a difendersi perché permette di controllare e valutare la situazione di pericolo. Non si subisce la situazione, bensì la si porta dove si vuole. E’ questo che si impara. Anche attraverso espedienti di natura psicologica, il tutto lo ripeto ancora una volta al fine di aprire un varco nell’ avversario, sia esso per la fuga, o per la lotta. Poi se si è degli atleti, naturalmente, è tutto di guadagnato.

Luigi Salinaro: Quali modificazioni organiche vengono indotte da una pratica costante?

Salvatore Grasso: Come modificazioni organiche, sono tutte quelle che avvengono in sport di tipo esplosivo.

Luigi Salinaro: Quindi un condizionamento prevalentemente anaerobico.

Salvatore Grasso: Sicuramente si.

Luigi Salinaro: La resistenza aerobica viene allenata?

Salvatore Grasso: Ovviamente nelle sedute di allenamento non c’è il tempo per un condizionamento puramente aerobico, poiché vengono preferite situazioni con sforzi brevi e intensi, molto simili ad uno scontro reale, anche se l’ esecuzione continua delle tecniche, in qualche modo intacca il sistema aerobico, ovviamente se si volesse fare un lavoro di resistenza generale, eventualmente deve essere per forza di cose allenato al di fuori. Diciamo che non è indispensabile, ma sicuramente ti aiuta in fase di recupero, nel momento in cui viene pagato il debito di ossigeno.

Luigi Salinaro: … inoltre, vorrei aggiungere che, una buona resistenza di base include anche un ampliamento del letto vascolare, nonché una dilatazione delle cavità cardiache, quindi inutile dire che la performance fisica migliora … se volessimo classificare il modello funzionale di questa disciplina potremmo dire che: - si tratta comunque di uno sport di contrapposizione; -sicuramente open skill; -e’ un’ attività ad impegno aerobico - anaerobico alternato, (durante gli allenamenti); -con un impegno cardiovascolare da medio ad elevato (caratterizzata da numerosi e rapidi incrementi della frequenza e portata cardiaca, con brusche interruzioni dell’attività muscolare degli arti).

Salvatore Grasso: Si. Direi che va bene.

Luigi Salinaro: Il fatto di simulare situazioni vicine alla realtà, non pensi che per quanto simili siamo sempre distanti dal vero?

Salvatore Grasso: Si, sicuramente la realtà è diversa, ma quello che conta è acquisire automatismi pronti a scattare, e al momento opportuno stanne certo verranno fuori. La ricostruzione delle varie situazioni serve a memorizzare le varie tecniche, non fa differenza se il contesto è una situazione reale o simulata.  L’ importante è memorizzare lo schema motorio in questione e allenarlo in continuazione. Una volta acquisito l’ automatismo, al momento opportuno verrà fuori.

Luigi Salinaro: Dopo quanto tempo possiamo vedere i primi risultati?

Salvatore Grasso: In media dopo quattro, sei mesi di pratica costante.

Luigi Salinaro: Concludendo … Cosa vuoi aggiungere?

Salvatore Grasso: Mi sento di dire che l’ efficacia del Krav Maga sta nella sua semplicità e dinamicità, nel non rimanere un sistema chiuso e nel confrontarsi costantemente anche con altri sistemi di lotta, dai quali attingere ciò che può esserci di utile.

 

Nel ringraziare nuovamente il maestro e amico Salvatore Grasso per la sua disponibilità, di seguito riassumo brevemente i principi di questo sistema di autodifesa:

Per ulteriori approfondimenti: www.crucnchgym.it www.fikm.it

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