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Da quel tempo la spada…

Di: Franco Piccirilli

guerrieroDa quel tempo la spada del guerriero nero non era stata più impegnata in battaglie. Rimasta sempre al fianco del guerriero nero, la sua lama non aveva più visto la luce dello scontro con avversari che potessero essere ritenuti degni di esserlo. Non vi erano infatti nemici che meritassero da parte del guerriero nero tanta attenzione da dover estrarre la sua arma. Ciò nonostante quella spada continuava ad essere parte inseparabile di quel guerriero così come la luce con il giorno. Quell’arma non si era più alzata per affrontare e sostenere quelle lotte per le quali era stata forgiata e donata, anche se le occasioni per usarla non erano mancate. Pare che da allora quelle battaglie non avessero più interesse per il guerriero nero, o forse il guerriero nero non era più in grado di combattere? Forse entrambi i motivi: senza interesse probabilmente non avrebbe neanche combattuto come ogni battaglia richiederebbe.

Le tante sfide vissute insieme al guerriero bianco erano bagnate di un infinito senso di libertà e potenza, come se niente avesse potuto impedire ad entrambi di realizzare ciò che sentivano di volere, lanciandosi con tutta la loro passione nelle diverse imprese, talvolta folli, che incontravano nel loro cammino. battagliaEssi sapevano come muoversi durante lo scontro, per riuscire ogni volta ad essere soddisfatti della loro riuscita, che fosse una ritirata o un’avanzata: essi ne decidevano l’esito in base a quanto sentivano la cosa giusta in quel momento essere.

Nonostante quella loro straordinaria intesa, essi non sapevano niente di quello che sarebbe stato il loro divenire. Tuttavia ognuno di loro, nella propria situazione, continua ancora, inevitabilmente, a combattere! Non avrebbe potuto infatti essere diversamente, proprio perché essi si erano scoperti guerrieri nel momento che si erano riconosciuti e come tali si muovono ora nel mondo, armati del coraggio e dell’audacia, a volte sfacciata, di chi non ha niente da perdere, ma tutto da… vivere!

battagliaCosì anche in questo momento possiamo dire che i due guerrieri siano ancora inevitabilmente uniti in quanto ciò che hanno vissuto è stato solo quello che essi erano; altrimenti non avrebbero potuto combattere quelle battaglie con quell’energia oltre i limiti delle loro singole capacità, senza risparmiarsi, come in effetti è stato. Ogni altro cambiamento può nascondere ciò che si è, forse agli altri, ma non certo a se stessi, consapevoli di sentire entrambi di appartenere al mondo dei guerrieri, di essere comunque sempre… guerrieri! Non perché nati, non perché divenuti, ma forse perché sempre stati tali!

Nessuno può sapere dove questi guerrieri siano; ancora prima che fisicamente… emozionalmente essi posso essere e andare ovunque. Le loro menti sono insondabili i loro sentimenti inconoscibili, anche se si mostrano come le persone comuni vorrebbero che fossero. Proprio mostrando ciò che non sono essi ammettono di sapere che il loro essere può essere altrove… dove essi sentono di voler dimorare.

incontroCiò non può però essere rivelato a nessun altro che non sia un guerriero proprio perché non potrebbe comprenderne l’intimo legame che unisce i guerrieri. A ciò fanno da sfondo i compromessi che come tali non risolvono i problemi ma li nascondono, il tempo necessario per poter riuscire a vivere nel mondo. Tali compromessi, per quanto accettati da tutti, non sono certamente ciò che si pensa debba essere la libertà di vivere, quanto piuttosto la rinuncia a ciò che le persone sentono di volere, per un fine che si crede si debba perseguire. Tale obiettivo si rivelerà invece inconsistente ogni volta che la situazione non sarà quella che queste persone si aspettano che sia. Così il conseguente inevitabile conflitto sarà solo l’effetto, mentre la causa sarà ciò che queste persone non comprendono, altrimenti non ci sarebbe alcun conflitto.

Il guerriero conosce e riconosce questi schemi mentali per cui può e sa muoversi in questi contesti quando: questo è ciò che egli vuole e che gli conviene fare. In questo modo egli non fa altro che sembrare come costoro vorrebbero che fosse. Ecco quindi che non è il guerriero a mentire, ma questi individui che non accettano altro modo di essere, di vivere e di combattere che non sia il loro. E il mondo è fatto da questi individui.

Queste persone non potranno quindi mai sapere dove siano i guerrieri anche se fisicamente possono essere accanto a loro. Ciò nonostante questi individui credono di sapere dove le persone sono dal momento che fisicamente essi abitano un luogo ben preciso e sapendo dove sono ritengono anche di conoscere cosa pensano. Ma un guerriero non è ciò che gli altri vorrebbero che fosse! Il guerriero mostra loro quello che non vogliono vedere: ciò che essi veramente sono.

Quindi il motivo di questa necessità di controllo è ciò che rende vana la possibilità di scoprire e quindi conoscere i guerrieri. Essi hanno bisogno di controllare le azioni dell’altro per poter continuare a credere che l’altro sia ciò che essi vorrebbero che fosse. Ma il controllo non è forse voler vedere l’altro come si crede che dovrebbe essere? E quindi il controllo può unire le persone al di là di quello che ognuno vorrebbe che l’altro fosse e quindi per quello che ognuno è? E allora il controllo non crea distanza e quindi separazione dall’altro? Questa divisione potrebbe essere ciò che dà luogo al continuo conflitto tra gli individui?

In questo perpetua lotta sarà inevitabile lo scontro, tanto più aspro quanto più sarà presente questa necessità di voler controllare i pensieri e le azioni dell’altro.

Nessuno infatti può sapere e conoscere i pensieri, sentimenti emozioni di un altro, a maggior ragione quelli di un guerriero che sono al di là di questi schemi precostituiti.

Ciò che dunque separa questi individui nel mondo, è la distanza che frappongono tra quello che essi vorrebbero che fosse e quello che invece è.

D’altra parte i guerrieri conoscono, riconoscono e comprendono questi loro schemi di pensiero per cui le loro azioni non sono il prodotto di quel conflitto ma il risultato del movimento giusto in quella situazione, il presente! E nel presente non esiste tempo perché esso semplicemente è.

Sebbene le situazioni siano forse diverse, i movimenti dei due guerrieri sono il risultato dell’assenza del tempo e dove non esiste il tempo non esiste la distanza, per cui possiamo dire che ancora i due guerrieri combattono insieme le loro battaglie.

percorsoCombattimenti che non sono quelli che fino ad allora avevano affrontato, ma che ancora esprimono ciò che questi guerrieri hanno saputo comprendere alla scuola dei guerrieri. Non sono guerrieri perché addestrati ad essere tali, ma lo sono perché si sono scoperti tali e istintivamente incontrati. Così anche adesso prosegue il loro cammino di guerrieri, con modalità forse diverse rispetto a quelle di allora ma, come allora, continuano a combattere le loro battaglie perché non potrebbe essere diversamente da ciò che essi sono. Non potrebbero adesso vivere ciò che fanno se non avessero combattuto assieme quelle battaglie nel modo come le hanno vissute.

Ecco quindi che non si può cancellare ciò che si è, anche se all’occorrenza lo si può mascherare. Ma proprio nascondendolo, proprio non volendo mostrare di essere un guerriero, egli accetta di esserlo, altrimenti non lo si nasconderebbe: sarebbe infatti possibile nascondere ciò che non esiste? E quindi non si può cambiare ciò che è.

Infatti il guerriero non tenta di cambiare se stesso, ma semplicemente si adegua alla situazione, come del resto è stato addestrato a fare alla scuola dei guerrieri continuando a combattere, forse con modalità diverse, come il momento richiede.

Così i due guerrieri, pur vivendo situazioni apparentemente diverse, sanno di potersi incontrare nel luogo a cui solo a loro è accessibile, solo a coloro che sono guerrieri.

allenamento

Nella stanza dei guerrieri essi si ritrovano ogni volta che lo desiderano, per continuare ad allenarsi insieme come hanno appreso alla scuola dei guerrieri, per discutere di strategie da mettere in atto nelle battaglie, ma anche per restare in silenzio. Quel silenzio che è consapevolezza e quindi assenza di conflitto, dove non esiste lotta per cui può venire in essere la libertà dell’infinito.

In questo luogo senza tempo non esiste più alcuna distanza per cui ciò che è separato diventa unito, e quindi le battaglie dell’uno diventano e sono anche le battaglie dell’altro, potendo così superare le sfide che da soli sembravano insuperabili. La forza di ognuno è nella spada dell’altro!

Ovunque i due guerrieri si trovino conoscono la strada per poter raggiungere la stanza dei guerrieri, la loro mente ha la chiave per poter aprire la porta, i loro corpi la capacità di attraversare la soglia, il loro essere la possibilità di comunicare oltre il tempo. In questo luogo i due guerrieri sono parte indivisibile dell’altro: non è appartenere all’altro ma è piuttosto essere per cui sono parte.

La libertà dei due guerrieri è tale che nessuno può pensare di legarla e controllarla perché insondabile, come l’infinito.

Non c’è posto dove un guerriero non possa stare se lo desidera, per questo un guerriero è ovunque egli desidera essere e ciò che desidera è esattamente quello che lui è: dovunque!

dovunque

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