logo ilguerriero.it

Arti Marziali

[ Home ] Precedente ] [ Forum ] [ La bacheca ] [ Ricerca nel portale ] [ Ricerca nel web ] [ Video ] [ Prossimi eventi ] [ Contatti ]

Stampa questa pagina Stampa la pagina

Il Festival Orientale ed il Giappone

Di: Ufficio Stampa WTKA

Fiera della Versilia vista dall'alto

Esplorare l’universo d’Oriente. Immergersi totalmente nelle culture e tradizioni di un Continente sconfinato come l’Asia. Dal 29 al 31 Ottobre, presso il complesso fieristico “ CarraraFiere” di marina di Carrara, prenderà vita un evento senza precedenti: il “ Festival dell’Oriente” che si preannuncia come la più grande kermesse dedicata al mondo orientale: 35 mila metri quadrati per imparare a conoscere l’Oriente in tutte i suoi volti.

Nell’occasione della MARATONA MARZIALE 6° Edizione, si è creato uno spazio dedicato all’aspetto culturale dei paesi in cui hanno origine le arti marziali. Tra le altre grandi attrattive ci sarà uno spazio dedicato alla cultura giapponese in collaborazione con l’associazione culturale Izumi di Massa. Innanzitutto in questo spazio ci sarà un piccolo giardino giapponese tradizionale , che ricorderà a tutti gli amanti del Giappone e a chi lo scoprirà per la prima volta i millenari giardini di Kyoto, l’antica e leggendaria capitale, simbolo della perfezione e dell’armonia. Tra le tante attività previste nei tre giorni del Festival ci sarà una dimostrazione ed un corso di SHODO con Eri Kitagawa (dalle 14.00 del 31 ottobre). Lo Shodo è l’Arte della Calligrafia con pennello praticato in Giappone.  La scrittura con pennello esprime non solo la bellezza della calligrafia ma trasmette anche lo spirito del Giappone. Eri Kitagawa: Diplomata a Kyoto College of Art. Knitting Specialist dal 89. Realizza ed insegna a creare maufatti. Come Shodoka, figlia e allieva della maestra Kitagawa Kotei, è sempre disponibile ad esprimere, tramite lo  Shodo, tutte le espressioni del suo spirito.

Altra attività prevista  è quella dello YUZEN con Kazuko Kataoka, con una  dimostrazione e un corso di tre ore (dalle 15.00 del 31 ottobre). Lo Yuzen è  una serie di tecniche –arte- di decorazione della stoffa per kimono. Prima i contorni del disegno, riportato a mano libera sulla stoffa, vengono ripassati con la pasta di amido di riso. In seguito il disegno viene colorato a mano poi i colori vengono fissati con il vapore caldo. Successivamente la pasta di amido viene stesa nuovamente poi i colori vengono fissati con il vapore una seconda volta. Al termine il tessuto viene lavato in acqua corrente per togliere l'amido. L'uso dell'amido, recentemente, è stato sostituito con quello della gomma.

Kazuko Kataoka: Dopo il diploma entra far parte dello Shiina Artigianato S.p.A. e studia la tecnica sotto la guida del maestro Shimizu Mitsumi. Riceve vari premi a Mostre di pittura su tela dell'Artigianato Tradizionale Giapponese.. Attualmente insegna presso il Museo del Tessuto di Prato.

Espressione importante della cultura giapponese è l’arte del SUSHI  che sarà presentata dall’ insegnante Megumi  in collaborazione con la CUCINANDO di Massa..

 Le origini del sushi sono molto incerte quanto all’epoca. L’opinione più diffusa è che sia stato portato dai monaci buddisti tornati dalla Cina nel VII secolo.Molto simile al sushi fu una preparazione che comparve in Giappone già con l’introduzione della coltivazione del riso, intorno al IV secolo a.C., variante di un antico metodo per conservare il pesce molto diffuso in Asia sud-orientale e in Cina: il pesce crudo veniva disposto a strati con il sale alternato al riso e tenuto pressato per qualche settimana; in seguito veniva lasciato fermentare per mesi. Fu soltanto intorno al 1820 che comparve ad Edo (l’odierna Tokyo) la ricetta più vicina al sushi dei nostri tempi. Hanaia Yonei è l’ideatore del nigirizushi; fu il primo a servire sul suo banco bocconcini di riso aromatizzati all’aceto con sopra fettine di pesce crudo. Da allora la vendita del sushi per strada diventò un uso diffuso. Una cosa curiosa era la tenda bianca fissata alle bancarelle sulla quale i clienti si pulivano le mani dopo aver consumato il sushi. Un sistema infallibile per individuare il miglior rivenditore era quello di guardare la tenda: più era sporca, più il posto era frequentato e quindi migliore il sushi che lì veniva servito.Da allora, il sushi si è diffuso in tutto il Giappone e in tutto il mondo dando vita a tantissime varianti

Megumi: insegnante di corsi di cucina giapponese dal 1998 nella provincia di Massa Carrara e responsabile per la gastronomia giapponese in varie manifestazioni culturali. Fara una ` dimostrazione della preparazione di Sushi, un piatto tradizionale giapponese a base di riso, alghe e ingredienti a piacere.

Tra le tante espressioni della cultura giapponese che saranno presenti nello spazio dedicato al Giappone c’è quella del OMIKUJI o  l’oracolo scritto. È un biglietto contenente una predizione divina. In Giappone in occasione di particolari festività per conoscere la propria sorte (vita, salute, lavoro, amore, ecc.) si estrae questo tipo di oracolo scritto presso i templi. Questi biglietti normalmente vengono legati a delle corde o agli alberi.

Inoltre la Maestra Kaoru Kobayashi esibirà la Cerimonia del tè “CHA NO YU”, il canto , l’IKEBANA e la vestizione del Kimono sul Palco Centrale del Festival.

Prima di tutto e più affascinante lo CHA NO YU o “Cerimonia del TE”. Un rito sociale e spirituale praticato in Giappone. La cerimonia si diffuse insieme allo Zen come allenamento spirituale. Anche se non è facile imparare questo rito, l’importanza della cerimonia è accoglienza, cioè il rispetto per gli ospiti e per la natura.

« Il cuore della Cerimonia del tè consiste nel preparare una deliziosa tazza di tè; disporre il carbone in modo che riscaldi l'acqua; sistemare i fiori come fossero nel giardino; in estate, proporre il freddo; in inverno, il caldo; fare tutto prima del tempo; preparare per la pioggia e dare a coloro con cui ti trovi ogni considerazione »
(Sen no Rikyū)

 

La “ Cerimonia del te” è una delle arti tradizionali zen più note. Codificata in maniera definitiva alla fine del XVI secolo dal monaco buddhista zen Sen no Rikyū (千利休, 1522-1591), maestro del tè di Oda Nobunaga (織田信長, 1534-1582) e successivamente di Toyotomi Hideyoshi (豊臣秀吉, 1536-1598).  Questa cerimonia e pratica spirituale può essere svolta secondo stili diversi ed in forme diverse. A seconda delle stagioni cambia la collocazione del bollitore : in autunno e inverno è posto in una buca di forma quadrata , ricavata in uno dei tatami  che formano il pavimento. In primavera ed estate in un braciere appoggiato sul tatami Quindi la bevanda che ne risulta non è un'infusione ma una sospensione: la polvere di tè viene cioè consumata insieme all'acqua. Per questo motivo e per il fatto che il matcha viene prodotto utilizzando germogli terminali della pianta, la bevanda ha un effetto notevolmente eccitante. Infatti veniva e viene ancora utilizzata dai monaci zen per rimanere svegli durante le pratiche meditative. Il tè leggero usucha, a seguito dello sbattimento dell'acqua col frullino durante la preparazione, si ricopre di una sottile schiuma di una tonalità particolarmente piacevole e che si intona con i colori della tazza.

Infine sarà presentata  L’IKEBANA , l'arte giapponese della disposizione dei fiori recisi, anticamente conosciuta come Kadō.

La traduzione letterale della parola Ikebana è "fiori viventi” ma l'arte dei fiori può essere anche indicata come Kadō, cioè "via dei fiori", intendendo cammino di elevazione spirituale secondo i principi dello Zen. L'Ikebana è un'arte molto antica, ha le sue origini in Oriente (India, Cina) ma solo nel complesso artistico e religioso del Giappone ha trovato il terreno fertile per il suo sviluppo trasformandosi, da iniziale offerta agli dei, in una multiforme espressione artistica, frutto e riflesso della cultura del momento. Le sue origini risalgono al VI secolo d.C. e cioè al periodo in cui il buddhismo attraverso la Cina e la Corea penetra nell'arcipelago nipponico introducendo l'usanza delle offerte floreali votive. In origine l'arte dei fiori era praticata solamente dai nobili e dai monaci buddhisti, che rappresentavano le classi elevate del Giappone, e solo molto più tardi si diffuse in tutti i ceti diventando popolare con il nome di Ikebana, meno austero . In epoca moderna ogni scuola adottò un proprio stile personale e si cominciarono ad usare anche vasi bassi dal bordo poco elevato, elementi vari come sassi, rami secchi ed altri materiali naturali.

Kaoru Kobayashi: Cantante lirica (soprano), Maestra di ikebana (Scuola Ohara), Maestra di Cerimonia del tè (Scuola Omote-senke), Ricercatrice di cucina giapponese tradizionale, Modella di kimono

E` nata ad Aizuwakamatsu, città sviluppatasi intorno ad un castello. Fin da bambina ha vissuto in un ambiente tradizionale giapponese . Suo nonno insegnava la cerimonia del thè e l'ikebana.

  Condividi


www.ilguerriero.it
Le riviste elettroniche


mailContatti

note

note

Inizio pagina

stella www.ilguerriero.it