Seminario con Tommy Carruthers
Di: Marco Vincelli
Siamo nell'epoca di internet dove stando tranquillamente seduti
davanti al nostro computer possiamo viaggiare per kilometri e fare
nuove amicizie. Circa un anno e mezzo fa decisi di iscrivermi ad un
forum sul Jeet Kune Do (in seguito JKD) certo di trovare persone con
cui condividere le stesse passioni per Bruce Lee e sulle arti
marziali e con cui potermi confrontare. Come in tutte le buone
famiglie il confronto porta spesso a discussioni per divergenze di
idee dovute al fatto che ovviamente ciascuno convinto delle proprie
esperienze, cerca bene o male di imporre il suo pensiero; devo
ammettere comunque che spesso le discussioni e le critiche diventano
motivo di riflessione e di crescita personale.
Io stesso sono stato, e lo sarò probabilmente ancora in futuro,
bersaglio di critiche per la mia visione delle arti marziali ed in
particolare del JKD, in quanto sul pensiero e sul metodo di
combattimento di Bruce Lee, molte sono le conclusioni a cui le
persone sono arrivate e la discussione più frequente è se
considerare il JKD un arte e uno stile ben preciso, con i propri
schemi e metodi di lavoro, oppure una filosofia di combattimento con
i propri principi dove il singolo marzialista deve trovare la
propria via. I miei colleghi di forum portavano spesso come esempio
Tommy Carruthers e mi hanno invitato a partecipare ad un suo
seminario per capire cosa fosse realmente il Jun Fan Jeet Kune Do (Jun
Fan altro non è che il nome cinese di Bruce Lee). L'occasione mi si
è presentata a Ottobre 2009 quando gli amici della “Jun Fan Jeet
Kune Do Italian Organizzation” hanno organizzato a Genova un
seminario di due giorni al quale avrebbero partecipato anche altri
utenti del forum; quale occasione più ghiotta per conoscere le
persone con le quali discutevo e mi confrontavo da mesi e vedere
all'opera Carruthers.
Ma
chi è Tommy Carruthers? (tratto dal sito ufficiale di
Carruthers)
Considerato uno dei principali esponenti internazionali dell'arte
di Bruce Lee, è Scozzese residente a Glasgow, ha oggi circa 60 anni
con alle spalle 40 anni di esperienza nelle arti marziali, con un
passato di buon pugile ha una formazione in tecniche di autodifesa
militare (insegnate dal padre), Judo, Jiu-Jitsu, lotta, karate,
boxe, Ving Tsun (quattro anni con clan di Bernardo Nino), Fu Gung
Non classica e infine Jeet Kune Do. Attratto dal JKD e frustrato
dall'assenza di scuole nella sua zona decide di iniziare una sua
formazione personale spingendo se stesso ai limiti forte di una
buona predisposizione atletica. Ha partecipato a vari seminari di
JKD in Europa fino ad arrivare a fare un corso intensivo in America
con Gary Dill, studente di James Lee a sua volta studente diretto di
Bruce Lee. Col tempo Carruthers arrivò all'attenzione di Jesse R.
Glover, studente e assistente di Bruce Lee, che lo referenzia a Ted
Wong. Tommy Carruthers negli anni si è costruito una reputazione
come artista marziale molto pratico la cui educazione è il risultato
delle strade violente dell' East End di Glasgow e si è fatto
conoscere al grande pubblico grazie anche a video su you tube dove
vengono mostrate le sue qualità atletiche e la sua velocità.
Forte quindi della mia esperienza nelle arti marziali e nel JKD
parto quindi il sabato mattina da solo in direzione di Genova per
partecipare all'evento, contento di conoscere persone con le quali
fino a quel momento cera stato un rapporto via web; inoltre
incuriosito dalle voci su Carruthers, tra l'altro fresco da un
meeting a Los Angeles nel quale era rimasto deluso del livello medio
visto nei praticanti presenti. Emozionante è stato entrare nel
palazzetto, dove erano presenti circa una quarantina di persone, e
salutare come vecchi amici persone che fino a quel momento avevo
sentito solo via forum e visto in video sul tubo; alla fine eravamo
(e siamo) giovani marzialisti spinti dalla stessa passione per un
grande personaggio ispiratore, Bruce Lee. Ore 14:30 il seminario ha
inizio e, saltando la fase di riscaldamento, Carruthers ci fa
indossare guantoni ed allineare uno di fronte all'altro per iniziare
il primo lavoro. Questo consisteva nel schivare il jab del compagno
con movimenti laterali e all'indietro. Dopo circa mezz'ora di
schivate e jab Carruthers ci ha fatto togliere i guantoni e ha fatto
notare che il livello medio delle persone presenti fosse scadente.
Un buon praticante di JKD, dice Tommy Carruthere, deve essere più
preparato tecnicamente, troppo spesso, ha continuato nella sua
predica, mi capita di incontrare persone che dicono di praticare il
JKD ma con un livello tecnico troppo basso. Detto questo ci ha fatto
predisporre in tre file lungo il palazzetto e abbiamo cominciato un
lavoro sulle base del Jeet Kune Do che possiamo riassumere in:
- foot-work
- colpi diretti con gli arti superiori: jab, cross e
backfist
- colpi diretti con gli arti inferiori: front kick, side
kick e hock kick
- combinazioni delle tre tecniche sopra riportate.
Interessante è stato vedere il metodo utilizzato nel farci
eseguire cose per alcuni basilari, questo consisteva prima di tutto
in un alta intensità, che Tommy Carruthers misurava con il nostro
sudore, in poche parole chi non sudava si stava impegnando poco. In
secondo luogo era richiesto il continuo movimento tra un comando e
l'altro, un buon combattente non deve mai essere fermo ma cercare il
bersaglio senza diventare un bersaglio. In terzo luogo la direzione
di attacco, i colpi dovevano essere portati a 360° su sei angoli
diversi che variavano ad ogni comando, ancora un buon combattente
deve saper colpire in ogni direzione. Infine Carruthers ripeteva
spesso la parola faster, più veloce, voleva vedere l'impegno di
eseguire le tecniche in velocità. Il lavoro, che ognuno ha eseguito
libero, quindi senza colpitori e colpendo l'aria, è durato per circa
2 ore e mezzo, durante le quali sono state fatte poche pausa di 5
minuti da alcuni accolte con grande felicità. Tommy Carruthers ha
voluto rimarcare, in una delle pausa, che il motivo per cui non
tutti ce la facevano era perchè non c’era sufficiente allenamento,
il Jeet Kune Do pretende tanto allenamento giornaliero.
Ore 17:45 la prima giornata di seminario è giunta alla fine un
paio di foto di gruppo, doccetta veloce e via in macchina per
tornare a casa verso Pisa, dato che la notte avrei dovuto essere a
fare sicurezza in un locale della zona. Beepeh beepeh!! è domenica
mattina e dopo 5 ore di scarso sonno alle ore 10,00 la sveglia
suona, via a fare colazione e pronto a ripartire verso Genova,
stavolta però non sarò solo ma in compagnia del fedele Stefano,
anche lui incuriosito dalle storie su Tommy Carruthers, che il
giorno prima non ha potuto accompagnarmi dato che avevamo
organizzato uno special sul grappling presieduto dal nostro esperto
Luca DiGirolamo. Siamo arrivati a Genova alle 13:00 tranquilli di
trovare un posticino dove mangiare qualcosa di veloce, il giorno
primo mi ero fermato a due passi dalla palestra, grande è stata
invece la delusione quando per far prima ho telefonato all'amico
Andrea Torres per essere sicuro che il posto fosse aperto e mi sento
rispondere che oltre al fatto che era chiuso il seminario sarebbe
iniziato alle ore 13:00. Porca bistecca!! questa cosa mi era
sfuggita bisognava urgentemente mangiare qualcosa e correre in
palestra. Ci siamo dovuti accontentare di un hot dog preso all'IKEA
grosso un terzo di un hot-dog normale e di una tavoletta di
cioccolata. Arriviamo al palazzetto ed erano schierate una
cinquantina di persone pronte ad iniziare una nuova giornata di
seminario.
Si parte subito, focus alla mano, in gruppi di tre, due con i
colpitori che girano intorno al terzo fornendo alternativamente un
bersaglio da colpire. Le armi in dotazione erano quelle allenate
nella giornata di sabato: jab, cross e backfist, front kick, side
kick. Usate in sequenza diversa, secondo i comandi impartiti da
Carruthers, in un primo momento singolarmente e successivamente
combinandole tra loro, la cosa che mi ha colpito e vedere che certi
gruppi si fermavano perche chi teneva i focus aveva bisogno di
fiato!!! Dopo circa un oretta di tal lavoro Carruthers ha voluto
mostrarci delle applicazioni “reali” e per fare questo, mantenendo
il solito assetto a tre persone, ci ha fatto ripetere lo stesso
esercizio prima sulle gradinate del palazzetto, dove cambiavano non
solo gli angoli ma anche le altezze di attacco (tipo rissa allo
stadio) per poi passare nei corridoi, dove lo spazio si restringeva
impedendo particolari fughe e d indietreggiamenti. E qui i più
impavidi hanno cominciato a lanciarsi a terra dando vita ad una vera
e propria festa rissosa.
A questo punto Tommy Carruthers, per darci un po' di “fiato”, ha
spiegato alcune applicazioni di tai-chi utili per capire
l'importanza della flessibilità e cedevolezza, così come l'acqua, di
fronte ad un attacco non bisogna irrigidirsi ma assecondarlo
sfruttando a proprio favore l'energia dell'attaccante. E per farci
meglio capire la cosa ci ha fatto lavorare a tre in un lavoro a
rallenty dove occorreva schivare i colpi degli altri due compagni
prima sferrati con gli arti superiori e poi con gli arti inferiori.
Abbiamo avuto anche modo di vedere in 10 minuti alcuni applicazioni
di attacco e difesa mostrate direttamente da Carruthers con lo scopo
di valorizzare la differenza tra arti tradizionali, che spesso si
perdano in piroette e leve articolari, e il vero JKD semplice e
diretto, qui lui ha mostrato un po' della sua velocità nello
sferrare calci e pugni. Ancora sono rimasto colpito del poco
rispetto di alcuni praticanti di arti marziali che mentre l'ospite
spiega si allontanavano per andare a bere o a rifocillarsi. Nella
parte finale del seminario Carruthers ha voluto che lavorassimo
prima da soli contro una decina di attaccanti e per finire tre
persone si sono alternate nel centro del palazzetto per difendersi
dagli attacchi di tutti gli altri. Scopo finale del seminario tenuto
da Tommy Carruthers, filo conduttore di tutte le ore lavorate, è
stato far capire che nella difesa reale non abbiamo tempo per usare
colpi complessi ma occorre usare i colpi più semplici e diretti,
quelli appunto lavorati nei due giorni, questi, a detta di
Carruthers, sono l'essenza del Jeet Kune Do di Bruce Lee. Questi
colpi vanno lavorati all'ossessione tanto che lui consiglia di
tirare fino a 1000 colpi per tipo, affinché il nostro organismo
renda tali movimenti ottimali. Ore 17:30 il seminario è giunto alla
fine e si passa alla consegna dei diplomi che Tommy Carruthers ha
preferito non firmare per evitare che potessero essere usati per uno
scopo errato, Carruthers ha però voluto scattare la foto con ogni
singolo partecipante durante la consegna del diploma. Infine foto di
rito finali del gruppo e doccetta. Nello spogliatoio non è mancata
l'occasione per commentare le due giornate con gli amici di forum,
in particolare i ragazzi di Napoli seguaci sostenitori del lavoro di
Carruthers. Un sentito ringraziamento all'amico Andrea Torres per
l'ospitalità e un grande abbraccio agli amici di Napoli, in
particolare Salvatore, con i quali finalmente ci siamo conosciuti
dopo oltre un anno di discussioni in rete, tutti ragazzi con i quali
è stato un piacere lavorare.
In chiusura vorrei lasciare una pillola di saggezza per i
lettori: non cercare fuori quello che potresti trovare in casa. Come
nel turismo spesso conosciamo bene paesaggi esteri senza renderci
conto della reale e superiore bellezza di alcuni tratti del nostro
paese. |