Lo stile della scimmia
“monkey boxing”
Cenni storici
Esiste un gran numero di leggende sull'origine delle arti
marziali cinesi. Quello che si sa di sicuro è che le prime
rappresentazioni artistiche di uomini (probabilmente soldati) in
posa marziale risalgono al periodo preistorico (oltre 4000 anni fa).
Le arti marziali cinesi rimasero essenzialmente composte da una
serie di danze di guerra e da eserizi fisici di preparazione
militare fino al periodo denominato “primavere ed autunni” (770-460
a.c) dove nacquero e si svilupparono le grandi correnti filosofiche
come il taoismo ed il confucianesimo. In questo periodo le tecniche
marziali iniziarono a fondersi con la filosofia e la religione fino
a diventare un argomento di studio persino nei monasteri.
Il tempio di Shaolin
Nonostante l'origine delle arti marziali intese più propriamente
come metodo di combattimento è da sottolineare che quando si parla
di kung-fu si può semplicemente prendere come punto di riferimento
lo stile Shaolin originario, cioè quello fondato da Bodhidharma nel
500 d.c nell'omonimo monastero.
Successivamente si sono sviluppati innumerevoli altri stili e
altre arti marziali,ma tutte in modo diretto o indiretto derivate
dallo stile Shaolin quan fondato da Bodhidarma.
I monaci
Secondo la mitologia dello Shaolin Kung-fu,i monaci shaolin
furono istituiti dall'imperatore cinese dell'epoca per esercitare la
funzione di guardia imperiale. La leggenda vuole inoltre che i
monaci,per costruire le loro tecniche, si basassero sul
comportamento degli animali determinando in questo modo anche gli
odierni nomi dei vari stili che si sono diramati dall'originario
stile shaolin.
Altre leggende raccontano di gesta eroiche come la presunta
sconfitta di un intero esercito di mille guerrrieri mongoli da parte
di quattro monaci Shaolin padroni di una invincibile tecnica
conosciuta col nome di Qi-Gong(tecnica della camicia di ferro o
insensibilità al dolore). I racconti sulle imprese dei monaci
Shaolin sono molte e ce ne sono per tutti i gusti,nello stare
piacevolmente ad ascoltare le loro avvincenti battaglie è cresciuto
il mito e le loro grandi storie tramandate nella maggior parte dei
casi in forma orale ancora oggi ci affascina.
Le varie persecuzioni religiose segnarono il declino di moli
templi (fra cui il famoso tempio di shaolin) e la nascita di
“scuole” di arti marziali molto simili a delle sette segrete ed
esoteriche. Questo portò ad un frammentarsi delle tecniche e delle
conoscenze dando vita a migliaia di stili molto differenti fra loro,
senza contare gli innumerevoli stili detti “del contadino” praticati
dagli abitanti della campagne e che si tramandavano di generazione
in generazione.
Durante la grande RIVOLUZIONE CULTURALE le guardie rosse
cercarono di distruggere i vari stili di kung-fu.
Specialmente quelle più esoteriche rischiarono di essere
cancellate in quanto viste come un retaggio dell'epoca imperiale
sopravvivendo solo come attività sportiva controllata e coordinata
da un organismo centrale.
La storia della boxe della scimmia
La scimmia è sempre stata una figura importante ed onnipresente
nelle arti marzili cinesi,nella mitologia e cultura. La scimmia
possiede un'immagine colorita ed enigmatica nel simbolismo
tradizionale cinese e allo stesso modo nei movimenti fisici legati
alle forme della boxe esemplificata dai propri modi di combattere.
Spesso circondata da un'aurea di comicità è allo stesso tempo un
clown e uno stregone, un artista marzile ed un eroe.
L'ispirazione al suo combattimento proviene dalla dinastia Han
(206 d.c -220 a.c). In antichità la scimmia non era solamente un
animale dello zodiaco cinese, ma anche l'ispirazione per l'arte
marziale che ne prese la forma della boxe danzante. Viene ricordata
da Tan Chang Ching, un ufficiale dell'ultima dinastia Han il quale
diede una dimostrazione di questa danza ad una grande festa sotto
l'influenza del vino.
Esistono altri riferimenti classici dell'umana imitazione della
scimmia. Il famoso Hua Ton (190-240 a.c) creò lo “stile dei 5
animali” nel quale infatti si facevano esercizi che imitavano i
tipici movimenti di cinque animali:
- la tigre
- l'orso
- l'uccello
- la scimmia
- il cervo
Durante la dinastia Ming (1368-1644) il Kung-fu della scimmia
divenne da subito una della principali forme della boxe cinese. Wang
Shi-Hsing,uno studente di quel periodo scrisse nel suo libro:
“Quando lasciai il tempio della montagna di Songshan , i monaci si
dilettavano in vari tipi di arti marziali per intrattenermi. Intorno
a loro c'era un esponente dello stile della scimmia, il quale si
muoveva e saltava come fosse una vera scimmia.”
Col passare del tempo le relazioni sui sistemi della arti
marziali hanno influenzato lo sviluppo della boxe della scimmia .
Elementi del grande stile del nord ed elementi dello stile shaolin
si sono integrati allo stile della scimmia.
Alla fine della dinastia Ching (1644-1911) l'arte della boxe
della scimmia era comunemente conosciuta in ogni paarte della cina.
O stile della scimmia diventa popolare ed alcuni dei più famosi
maestri cominciano ad adottarlo,anche i più severi stili di shaolin
inseriranno nel loro programma la forma della scimmia.
Nello scorrere del tempo lo stile della scimmia non ha mai smesso
di appassionare gli studiosi ed i praticanti di arti marziali.
Negli anni 70 Richard Dean si dedicò allo studio della boxe della
scimmia fino a creare un suo stile ispiarato alle movenze della
scimmia. Il Taodo Hou Ch'uan.
Il kung-fu della scimmia
Il maestro Richard Dean ha creato,dopo anni di ricerche e di
studi il Taodo hou ch'uan che significa “armonia del combattimento
espressa con l'arte della boxe della scimmia”ed è considerato
l'unico a fondere Kung-fu moderno e tradizionale basandosi sulle
varie tecniche di combattimento della scimmia.
Lo stile include tecniche di piede e di pugno, salti,acrobazie e
rotolamenti sul pavimento simulando attacchi e difese di base.
Ma le scimmie sono tutte uguali e stanno sempre allo stesso modo?
Ogni scimmia ha il proprio metodo, tecnica,tattica,principi ed
ognuna usa delle armi così si delineano degli stili diversi
all'interno dello stile della scimmia,ma io preferisco chiamarle
figure in modo da relazionarle con dei comportamenti e chissà
emozioni diverse.
Lo stile della scimmia sembra essere creato per lo spettacolo e
l'intrattenimento ma forse è meglio considerarlo come un puro stile
di combattimento.
Alcuni lo considerano essenziale poiché ricco di tecniche
efficaci usate anche nello studio delle arti marziali sportive.
La tecnica
Quando ci si applica allo studio delle arti marziali alleniamo il
corpo a seguire la mente, o alleniamo la mente a far fare dei
movimenti al corpo. Un atteggiamento corporeo non è mai separato da
un atteggiamento mentale.
Con questo non voglio dire che per praticare lo stile della
scimmia dobbiamo far finta di essere della scimmie, sarebbe stupido
e non porterebbe che ad un risultato mediocre.
Prendiamo per buono che se la scimmia combatte ,avrà anche un suo
programma di preparazione,un programma da scimmia insomma........!
Come hanno fatto i monaci di shaolin a suo tempo, osserviamo il
comportamento della scimmia durante il combattimento e cerchiamo di
comprenderne le caratteristiche.
Di seguito vengono indicate delle diverse tecniche a cui sono
stati dati dei nomi per poter codificare una serie di movimenti, ma
che dobbiamo prendere come semplici punti di riferimento.
La scimmia di ferro
La scimmia di ferro costituisce la principale forma della boxe
della scimmia e molte delle sue tecniche e principi sono applicati
anche nella forma della scimmia ubriaca e della scimmia astuta (che
vedremo di seguito).
Nella mitologia delle arti marziali cinesi la scimmia di ferro è
il simbolo della giustizia e le sue tecniche sono forti ed
esplosive,applicando molti movimenti simultanei.
Il repertorio della scimmia di ferro include tecniche di pugno
lunghe e corte, calci dinamici combinati all'interno del
combattimento.
Le tecniche di calcio utilizzate sono il calcio frontale, il
calcio del drago,ed il calcio laterale. Il calcio laterale della
scimmia è usato in varie forme, singole e combinate.
La tradizione insegna che “gli otto metodi della scimmia di
ferro” devono essere capiti a pieno ed applicati correttamente per
guadagnare il successo in un combattimento.
Gli otto metodi sono:
-
studio del corpo , conoscenza dell'anatomia dei meridiani
dei centri nervosi e di alcuni punti di pressione.
-
porte di difesa, chi si approccia allo studio di tale metodo
deve conoscere le differenti “uscite” di difesa ,dove sono
localizzate e casomai chiuderle. S'intenda con questo essere
presenti durante il combattimento tanto da rendersi conto se una
tecnica o una tattica sta risultando efficace e in caso
contrario saper rinnovare l'attacco o cambiare tecnica.
-
principi di difesa, ovvero lo studente deve controllare la
distanza tra sé ed il suo avversario in modo da non lasciargli
il tempo di reagire.
-
afferrare, una volta messa a punto la distanza tutte le
tecniche di contatto verranno applicate con successo.
-
intrappolare mani e piedi, sono le differenti tecniche e i
differenti metodi di immobilizzare l'avversario.
-
attacco simultaneo e contrattacco,gli studenti meditano di
usare le tecniche di bloccaggio, attacco o contrattacco
simultaneamente.
-
tecnica dell'inseguimento, questa è l'arte di seguire il
proprio avversario come un ombra, a partire dal primo attacco.
-
flusso energetico, si tratta di combinare armoniosamente
tensione e rilassatezza e di usare l'energia avanzando
nell'attacco e/o nella difesa.
Questi otto punti sono delle indicazioni al praticante che voglia
conoscere e praticare l'arte della scimmia.
Ogni situazione sarà differente, e le otto indicazioni ci
indicano la via su come e su cosa meditare durante il combattimento.
Alcune parole chiave che ci potrebbero tornare utili ma che non
possono certo essere la trascrizione pratica di uno stile, neanche
di uno specifico come quello della scimmia che qui stiamo
affrontando.
Non sono regole di un tipo di Kung -fu ma anzi possono valere in
qualsiasi situazione di combattimento o in nessuna.
La scimmia astuta
La forma della scimmia astuta è la più difficoltosa del Taodo Hou
Ch'uan poiché richiede una certa flessibilità corporea. La scimmia
astuta è una figura isolata dalle altre scimmie, è una sorta di
outsider, con una personalità differente. E' scaltra e maliziosa, e
spesso mette molta attenzione a ciò che la circonda. Un momento è
calma, un momento salta e fa acrobazie ed un secondo dopo può essere
disturbata da qualsiasi cosa diventando affamata e cattiva. Ama
sorprendere e spesso anche scioccare l'avversario durante il
combattimento.
Diciamolo pure fa delle vere performance!!!
La scimmia astuta è rara e poco ortodossa, usando come tecniche
di attacco, conosciute con i nomi più coloriti
“l'astuta scimmia offre della frutta..” oppure “la vecchia
scimmia alla ricerca di perle” è come se interpretasse dei
personaggi e della situazioni per ingannare e distrarre
l'avversario.
Non è semplice da apprendere quest'arte si rischia di non
coglierne la corretta espressione. Gli anziani maestri consigliano
di stabilire con lei un certo feeling, tenendo presente che è una
tecnica marziale quasi attoriale.
La scimmia ubriaca
La scimmia ubriaca viene considerato il momento più alto di
quest'arte, combina le tecniche di pugno o meglio del pugno
“ubriaco” a metodi labirintici, intricati e difficili.
Le tecniche della scimmia ubriaca sono lente, spesso si comporta
come se avesse perso il controllo, non a caso è ubriaca, e spesso
chiede aiuto come se fosse realmente ubriaca. Qui si mescola la
tecnica attoriale, che abbiamo visto anche prima con la scimmia
astuta, all'esecuzione di tecniche completamente differenti dalle
varie tecniche viste sin'ora.
Le scimmie hanno un altro tipo di flessibilità rispetto all'uomo,
così i movimenti possono anche apparire comici
ma non confondiamoci, l'intento è proprio quello.
Dobbiamo immaginarci una scimmia saltante, rotolante e ubriaca,
può sembrare strano ma è la via giusta per poterne capire il metodo.
La sua forma è ricca di movimenti acrobatici ed anche un po'
pazzi affinchè venga considerata realmente ubriaca.
L'avversario rimane spiazzato da un comportamento tale e ne
prende distanza.
Per poter eseguire la forma della scimmia ubriaca dobbiamo
acquisire una certa flessibilità fisica ed affinare le nostre
tattiche di combattimento, essere precisi ed attuare con la massima
concentrazione.
Se andiamo a ritroso, adesso ci viene da pensare se i primi
imitatori delle movenze degli animali,i monaci shaolin,abbiano mai
visto delle scimmie ubriache. Risulta un'pò strano o chissà
nell'antica cina le scimmie bevevano! Probabilmente si sono ispirati
alla scimmia ed al suo stile comportamentale in seguito poi con
l'elaborazione delle tecniche si sono dati dei nomi ad una serie di
movimenti, dei nomi che potessero ricordare nel modo migliore la
tecnica o la via da tener presente.
Sicuramente quello della scimmia è uno stile particolare che
richiede una certa predisposizione psicologica, forse a nessuno
durante un combattimento verrebbe in mente di fare l'ubriaco per
sorprendere l'avversario ma il Kung-fu non considera alcuni metodi
migliori di altri, sono le situazioni che si creano che prediligono
uno stile o un'altro.
Le armi e lo stile della scimmia
L'uso delle armi nel Taodo Hou Ch'uan inizia e finisce col
“bastone della scimmia” o meglio l'arma usta nelle forme della
scimmia è il bastone.
Le tecniche sono completamente differenti dall'uso delle armi
nello Shaolin o in qualsiasi altro stile di Kung-fu cinese.
I praticanti dello stile della scimmia usano quet'arma in modo
versatile ed affascinante combinando il tutto con i principi del
combattimento che ormai possiamo definire scimmiesco.
Vengono riconosciute delle forme o delle sequenze col bastone tra
cui: “La scimmia scala il bastone”, “la scimmia scuota l'albero”, “
la scimmia cammina attraverso il frutteto”.
Questo è un breve accenno sull'uso delle armi nello stile della
scimmia, a conclusione di una riflessione su questo stile.
Nota bibliografica
- “Il Kung- fu”, Yves Kieffer- Luigi Zaini.
Edizioni Xenia
- “ Basic Monkey Boxing”-
Richard Dean. Edizioni Crompton
- “Il tempio di Shaolin” - Quaderni cinesi
d'arte-
- Lo zodiaco cinese da “Storia e civiltà in
Cina” Ed. Einaudi
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